sabato 3 dicembre 2011

Estratto: "Il piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry

Lo scorso anno, il giorno dell'epifania su rai 2 trasmisero l'anteprima del film di animazione "Il Piccolo Principe" (Le Petit Prince). Quest'anno sempre su rai 2 a partire dal 10 dicembre, ogni sabato e domenica mattina alle 8:00  varrà trasmessa l'intera serie.
Dopo aver visto l'anteprima lo scorso anno e aver letto più o meno la trama,  devo dire che non ne sono assolutamente rimasta soddisfatta, anzi! Non mi è piaciuta la storpiatura di una storia, che era di per sé perfetta così come era stata concepita dal suo autore, mi è quindi venuta nostalgia dell'originale e perciò oggi, vi accolgo nel mio Café, per leggere insieme  un classico della letteratura, un libro che ha tutt'oggi la capacità di affascinare grandi e piccini, attraverso profonde metafore sull'amore e sulla vita.
Così oggi vi propongo il primo capitolo,  che per chi non lo ha letto sono sicura sarà fonte di curiosità, e vi farà venire voglia di leggere il seguito, e vi assicuro che merita! Perché questo libro, apparentemente scritto per bambini, ha in realtà molto da insegnare, soprattutto agli adulti.
Vi lascio con il dolce che avete ordinato ^_^ e vi auguro buona lettura, il libro è lì proprio sotto il piatto XD


 *   *   *    *   *




CAPITOLO 1

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno.  
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.  
Eccovi la copia del disegno. 



C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.  
Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.  
Meditai a lungo sulle avventure della jungla.  
E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno.  
Il mio disegno numero uno. Era così:  


Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.  
Ma mi risposero: “ Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un 
cappello?” .  
Il mio disegno non era il disegno di un cappello.  
Era il disegno di un boa che digeriva un elefante.   
Affinché vedessero chiaramente che cos'era, disegnai l’interno del boa.  
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.  
Il mio disegno numero due si presentava così:  


Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi 
invece alla geografia, alla storia, all'aritmetica e alla grammatica.  
Fu così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera 
di pittore.   
Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva 
disarmato.  
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.  
Allora scelsi un’altra professione  e imparai a pilotare gli aeroplani.   
Ho volato un po' sopra tutto il mondo: e veramente la geografia mi è stata molto utile.  
A colpo d’occhio posso distinguere la Cina dall'Arizona, e se uno si perde nella notte, questa 
sapienza è di grande aiuto.  
Ho conosciuto molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai 
grandi.  
Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino.  
Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata.  
Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio 
disegno numero uno, che ho sempre conservato.   
Cercavo di capire così se era veramente una persona comprensiva.  
Ma, chiunque fosse, uomo o donna,  mi rispondeva: “È un cappello”.  
E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle.  
Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte.  
E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.  

Così termina il primo capitolo del libro, man mano ne posterò altri, quindi tornate presto!! :**