martedì 2 luglio 2013

Recensione: "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen

Titolo: Orgoglio e Pregiudizio
Titolo originale: Pride and Prejudice
Autore: Jane Austen
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: Febbraio 2002
Pagine: 464
Prezzo: 9,50€

Trama:
Il romanzo ha come tema principale la contrapposizione tra due sentimenti: l'orgoglio e il pregiudizio, da qui il titolo dell'opera. 
La trama ruota attorno alle vicende della famiglia Bennet, composta dai coniugi Mr e Mrs Bennet e dalle loro cinque figlie.
Obiettivo primario della signora Bennet è quello di maritare, nel miglior modo possibile, la maggior parte delle figlie, prima di un' eventuale dipartita del marito. I due coniugi infatti, non avendo figli maschi a cui poter lasciare in eredità la loro tenuta nell'Hertfordshire, ed essendo questa vincolata ad un cugino lontano, in caso della loro scomparsa, lasceranno le loro figlie, se ancora nubili, senza casa e certezze.
Quando nelle vicinanze si trasferisce il ricco e scapolo signor Bingley, la signora Bennet non ha altri pensieri che presentargli le sue figlie, in particolare la maggiore e bella Jane.
Bingley non viaggia solo, assieme a lui le due sorelle e un suo caro amico, il signor Darcy.
Mentre il primo si mostra affabile e amabile con tutti i vicini, il secondo appare invece restio a parlare con altri, se non con la sua stretta cerchia di conoscenti, suscitando l'antipatia di tutti, compresa quella della secondogenita Bennet, Elizabeth.
Durante un ballo Elizabeth si sente definire da Darcy, mentre questi parla con Bingley "Appena passabile, ma non abbastanza bella da tentarmi", questo accresce in lei l'antipatia e il pregiudizio nei suoi confronti, che aumenterà poi ad ogni successivo incontro.
I sentimenti di Darcy invece, mutano quasi subito, viene affascinato da una ragazza così schietta e capace di dire quello che pensa con ironia, e se ne innamora.
Il loro sentimento, per poter essere sentito e vissuto da entrambi, dovrà superare il pregiudizio di lei nei confronti di lui, e l'orgoglio di lui (qui inteso come fierezza) nei confronti delle condizioni sociali, e delle esuberanze caratteriali e comportamentali della famiglia di lei.

Recensione:
Jane Austen, come aveva già fatto con il romanzo "Ragione e Sentimento", ci mette di fronte ad un confronto caratteriale, che vede da una parte i pregiudizi di una giovane donna, fondati su una cattiva impressione iniziale, e fomentati successivamente da una serie di pettegolezzi e dicerie, e dall'altra l'orgoglio e la fierezza di un uomo distinto che non vuole rapportarsi e imparentarsi con persone dai comportamenti imbarazzanti e non  all'altezza del suo livello sociale.
Il romanzo si svolge in un periodo in cui le famiglie, per assicurarsi la discendenza della proprietà, dovevano sperare di avere figli maschi, e alle donne di casa restava il compito di trovarsi un buon partito per assicurarsi una vita il più possibile agiata.
I temi del romanzo vertono quindi attorno alle differenze sociali, all'ansia delle madri, in specie della frivola, ansiosa e nevrotica signora Bennet, di accasare le proprie figlie, e all'opposta preoccupazione delle ricche signore di vedere i propri figli e nipoti maschi sposarsi con compagne adeguate al loro stato. Non mancano le invidie, i pettegolezzi, i balli di società.
Il personaggio che più mi ha divertito in quest'opera è stato Mr Bennet e il sarcasmo e la fredda ironia con cui disprezza le sue stesse figlie e soprattutto la stupidità insulsa della moglie.
La lettura è scorrevole, e nella seconda parte è particolarmente appassionante, da venir letto tutto d'un fiato.

Confronto con "Ragione e Sentimento":
Se non hai letto i due libri, e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Ho letto alcune recensioni che parlano di questo romanzo facendo il paragone con "Ragione e Sentimento" e il paragone in effetti sorge spontaneo.
Molti, leggendo prima questo, lo hanno definito la bella copia dell'altro.
Io, come forse sapete, ho letto prima "Ragione e Sentimento" (trovate la recensione qui) in quanto antecedente a questo.
Leggendo i romanzi in ordine di uscita, e avendo letto questo non appena ho terminato  il primo, mi è parso sinceramente il contrario.
Le cose che succedono all'inizio, i fatti narrati, i comportamenti, sono più o meno gli stessi, e per gran parte del romanzo mi è parso di leggere la stessa storia, solo con nomi diversi. 
Quindi, per buona parte del primo volume, tutto mi è parso abbastanza scontato.
Avevo persino previsto i risvolti caratteriali di alcuni personaggi, chi quindi, da sembrare onesto si sarebbe rivelato poi, nello scorrere delle pagine, disonesto e viceversa.
Per gran parte del romanzo, facendo sempre un confronto inevitabile, ho preferito "Ragione e sentimento" sia per l'ambientazione che per i personaggi.
Le cose sono cambiate a metà libro.
I caratteri in "Orgoglio e Pregiudizio" sono maggiormente descritti, e quello che ho maggiormente apprezzato è stata la presenza del dialogo diretto tra i personaggi.
In "Ragione e Sentimento" ad esempio, non abbiamo mai l'opportunità di leggere i dialoghi fra Mariane e Willoughby, o fra Elinor ed Edward, con il risultato di avere, sino alla fine, una totale incertezza su ciò che di effettivo c'era o non c'era stato fra di loro.
Non sapevamo quindi se tra le coppie c'erano dei sentimenti effettivi o se erano tutte illusioni e fantasie nate nella mente delle due sorelle.
In "Orgoglio e Pregiudizio" il dialogo diretto è sempre presente, sia fra i personaggi principali che fra quelli secondari, siamo perciò sempre a conoscenza di tutto quello che Elizabeth e Darcy si dicono, e di tutto quello che tacciono.
Inoltre ho apprezzato maggiormente in questo libro la caratterizzazione dei personaggi e l'ironia con cui vengono descritti, in particolar modo, come ho detto sopra, ho amato Mr Bennet.
Ho sicuramente preferito questa conclusione a quella del precedente romanzo, non solo come epilogo della storia che, in "Ragione e Sentimento", non avevo affatto apprezzato, ma proprio per come questo è stato raccontato.
Qui la Austen dà ampio spazio a chiarimenti e spiegazioni, creando un finale decisamente più giusto e che soddisfa maggiormente il lettore, a differenza di quello frettoloso che aveva scritto per  "Ragione e Sentimento".
Nonostante tutto, il personaggio di Marianne resta, almeno fin ora, il mio preferito.


Il mio voto per questo libro