venerdì 16 gennaio 2015

Recensione: "Shining" di Stephen King


Titolo: Shining
Autore: Stephen King
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 3 Gennaio 2014
Pagine: 592
Prezzo: 13,00 €
Trama:
Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all'Overlook, un imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado.
Qui la famiglia pare riacquistare la serenità che da tempo aveva perduto, ma è proprio quando le cose sembrano andare per il meglio che le forze del male si scatenano. 
Dinanzi a Danny, che è dotato di uno straordinario potere extrasensoriale, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell'albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima...

Recensione:
Quella che Stephen King compie con questo libro, la cui storia credo sia ormai nota a tutti, è un'attenta analisi psicologica dei suoi personaggi.
Egli ci permette di conoscerli da più punti di vista, consentendo al lettore di formarsi un'opinione di loro a tutto tondo osservando e sentendo i protagonisti, non solo tramite i pensieri che gli altri hanno di loro, ma anche tramite i pensieri che loro hanno di se stessi.
Il racconto infatti non è narrato da un unica voce, ed è proprio questo ad aumentare la complessità della narrazione e, in un certo qual modo, a facilitare la conoscenza delle varie sfaccettature caratteriali dei personaggi. 
Jack Torrance, schiavo della bottiglia, ha perso il suo lavoro da insegnante e con esso anche la dignità. Sospeso dal suo ruolo perché, ubriaco, ha aggredito uno studente, riversa, come è solito fare quando beve, le sue frustrazioni su chi gli sta accanto.
Egli sa di sbagliare, ma non è pronto ad ammetterlo.
Sa che una volta ha esagerato in modo irrimediabile, ma è convinto che quell'errore non si ripeterà più.
In un certo senso si può dire che conserva sempre una certa fiducia in se stesso e nella propria capacità di giudizio.
Sua moglie Wendy (Winnifred) però non è dello stesso avviso.
Lei, donna palesemente insicura e passiva quando si tratta di far valere se stessa, sfodera invece gli artigli quando c'è in pericolo l'incolumità di Danny, il loro bambino.
Capisce che suo marito quella volta ha sbagliato, che non era in sé, ma non riesce né a giustificarlo né a fidarsi totalmente di lui.
Danny è un bambino speciale, dotato di particolari capacità che gli permettono di percepire cose che agli altri sono estranee.
Sensazioni, pensieri, paure, riesce a leggere questo nell'animo di chi gli è vicino, e talvolta a vedere persino cose non ancora avvenute.
È proprio per queste capacità che Danny non ha paura di suo padre, sa quanto egli lo ami e che non potrebbe mai fargli consapevolmente del male, ma sa anche quanto "la brutta cosa" (il bere) lo faccia diventare una persona diversa e imprevedibile.
Nel suo cuoricino di bambino di cinque anni spera che, essendo più buono, più ubbidiente, non darà motivo al padre di ricorrere alla bottiglia, e che anche sua madre tornerà a fidarsi di lui.
L'occasione del lavoro come guardiano presso l'Overlook sembra arrivare al momento giusto.
Qui, isolati per mesi dal resto del mondo, senza tentazioni nelle quali ricadere, Jack potrà dedicarsi completamente alla stesura della sua commedia.
Ma forze oscure, più subdole di una bottiglia, sono pronte a sconvolgere la sua mente.
È qui che la narrazione si fa ancora più interessante, King ci mette di fronte alle contraddizioni emotive dei suoi personaggi.
Le lotte interiori sono forti in ognuno di loro.
Jack ad esempio spesso riconosce di non essere più in sé, di agire in modo insensato.
Si ritrova ripetutamente a desiderare di strangolare moglie e figlio e subito dopo a vergognarsi per pensieri tanto orrendi.
Nonostante questo sa di non poter abbandonare quel lavoro, e cerca di convincersi che tutto vada per il verso giusto.
Rimprovera alla moglie di non comprendere la sua difficoltà, l'incapacità di essere realistica, e questo lo porta nuovamente a quella sensazione di odio nei suoi riguardi.
Wendy appena arrivati all'hotel percepisce nel marito prima un netto miglioramento e poi un brusco cambiamento nel senso opposto.
Lo vede alienarsi, ed in lei il bisogno di allontanarsi al più presto da quel posto si fa sempre più forte.
Anche Danny vorrebbe scappare al più presto ma, percependo le paure del padre circa il loro futuro, si fa forza e sopporta le visioni e i macabri presagi che i suoi incubi notturni gli regalano ogni notte.
Una narrazione ben costruita che spinge ad entrare nella testa dei personaggi, a ragionare come loro, a prevedere le loro mosse e i loro pensieri, proprio perché ci porta a conoscerli alla perfezione.
Di loro conosciamo debolezze, paure, speranze e punti di forza.
Non racconta solo una storia, ma racconta delle persone che la vivono.
Gli orrori celati nelle mura di un vecchio albergo sono il pretesto per raccontare quelli che si celano nell'animo umano, da cui spesso non si riesce a sfuggire.

Considerazioni:
Nonostante conoscessi già l'evoluzione di questa storia sono davvero contenta di essermi dedicata a questa lettura.
In realtà il libro mi ha regalato, oltre alle bellissime ed accurate descrizioni, la conoscenza di aspetti caratteriali dei personaggi che ignoravo totalmente.
Ho scoperto le loro mille sfaccettature, li ho compresi in alcuni casi e detestati in altri.
Jack Torrance è stato senza dubbio il fulcro attorno al quale si è concentrata tutta la mia antipatia.
Sebbene, in alcune rare circostanze, ne abbia compreso i malumori e la paura giustificata di abbandonare l'ennesimo lavoro, non posso dire di essere riuscita a giustificare i suoi comportamenti.
L'Overlook ha sicuramente influito su di lui, ma non più di tanto a mio parere. L'albergo ha solo alimentato una miccia già accesa, i difetti esplosi in lui erano già tutti presenti ancor prima di raggiungere le montagne.
Difatti l'albergo non ha avuto uguale potere su le menti più genuine del figlio e della moglie.
Anche Wendy tuttavia non mi ha fatto impazzire, in certi momenti l'avrei presa a schiaffi io stessa! Svegliati figlia mia, agisci!
Il classico personaggio che non fa mai nulla e quando fa qualcosa la sbaglia.
Soprattutto nella lotta finale, la poverina non ne ha azzeccata una! Come si muoveva faceva più danno che altro XD
Dico io, sei in un albergo pieno di fantasmi psicopatici, con tuo marito (impazzito anche lui), rinchiuso in dispensa, speri che qualcuno venga a salvarvi all'improvviso, ti stai ore ed ore rinchiusa in camera con tuo figlio e che fai? Non ti vesti comoda per affrontare un'eventuale fuga?!
No, la genia resta in vestaglia, scalza! E sempre in queste condizioni sceglie di andare in perlustrazione, temendo (a ragione), che il marito si fosse, nel  frattempo, liberato.
L'abbigliamento adatto per farsi ammazzare.
Stessa cosa vale per il figlioletto Danny, che è vero, ha solo cinque anni anche se, spesso e volentieri, si esprime come un ottantenne, ma a mettersi un paio di scarpe non ci arriva?
Insomma che ci fanno questi scalzi tutto il giorno?
Difatti quando il povero malcapitato cuoco Dick Hallorann (leggi santo) si fa quasi ammazzare per salvarli, è costretto ad ingegnarsi pure un modo per non farli morire assiderati, dato che i due si ritrovano mezzi nudi nel bel mezzo di una tormenta di neve.
Ora, a parte queste cose che mi hanno fatto imbestialire e sorridere durante la lettura (non potete davvero immaginare quanti dolci epiteti si è beccata la povera Wendy da parte mia XD) ho trovato "Shining" una lettura davvero coinvolgente e appassionante, come dicevo nella recensione, non solo per la storia, ma anche e forse soprattutto per l'analisi psicologica dei personaggi.
E dopo questa lettura posso sicuramente dire che questo è stato il primo libro di Stephen King per me, ma di certo non sarà l'ultimo.

il mio voto per questo libro

7 commenti:

  1. I libri di Stephen King li ho letti praticamente tutti. Shining è uno dei pochi casi in cui il film supera il libro (in genere è sempre il contrario). Ultimamente ho letto il seguito, Danny trentenne alle prese con la sua vita da adulto pieno di incubi, e se vuoi un consiglio non lo leggere.
    Se vuoi proseguire con Stephen King ti consiglio invece Stagioni diverse, It e L'ombra dello scorpione.

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    1. Sai invece io ho apprezzato molto questo libro.
      Certo un horror a vederlo forse fa sempre più effetto che a leggerlo, ma questo libro secondo me analizza molto meglio i personaggi e le situazioni.
      Inoltre ad essere sincera ho apprezzato più la versione a puntate di Shining che il film originale con Jack Nicholson, che invece non mi è piaciuto affatto.

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  2. Stephen King è un genio assoluto. Lo adoro, ed ho letto parecchi dei suoi libri tra cui gli otto libri della serie "la torre nera" che se hai tempo e costanza ti consiglio assolutamente.

    L'angolo della Casalinga, ricette veloci e facili

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  3. Ho letto questo libro, mi è piaciuto molto. Secondo me King scrive molto bene.

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  4. Bellissima recensione, come sempre.
    Sai, partecipando alla Lotto Reading Challenge ho ricevuto tra ivari obbiettivi quello di leggere un fantasy o un thriller. Su quest'ultimo genere ho avuto qualche tentennamento perché... non è proprio il mio genere! Leggendo la tua recensione però mi hai rassicurata un pochettino e penso proprio che comincerò a leggere questo genere cominciando a leggere proprio questo romanzo.

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  5. Sono appena approdata al tuo blog e questa recensione mi ha immediatamente catturata: Shining è in assoluto il libro di King che mi è piaciuto di più fra quelli che ho letto! L'ho letto anni fa e ho poi visto il film (bello, ad eccezione del finale, la cui variazione mi ha delusa) e sarebbe ora di riprenderlo... chissà! Buon proseguimento con le opere del Re! Cristina

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