giovedì 16 marzo 2023

Recensione: “La casa sul mare celeste” di TJ Klune

Titolo: La casa sul mare celeste
Autore: TJ Klune
Editore: Oscar Vault
Data di pubblicazione: 13 luglio 2021
Pagine: 348
Prezzo: 18,00 € 

Trama:
Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. 
Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. 
Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. 
Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono molto diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. 
Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto. 
Un'incantevole storia d'amore ambientata in una realtà fantastica, meravigliosamente narrata, su cosa significhi accorgersi che, a volte, si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.

Recensione:
Sapete quando vedete un libro ovunque e questa sovraesposizione vi toglie qualsiasi curiosità a riguardo?
A me è successo spesso e sicuramente mi succederà ancora, ed è accaduto anche con “La casa sul mare celeste” di TJ Klune.
Pensavo si trattasse dell’ennesimo caso editoriale strapompato, di cui tutti (guarda caso) parlavano sempre benissimo.
Non mi ero mai soffermata neanche a leggerne la trama, perché ormai lo sapete, non mi piace conoscere troppo dei libri che prima o poi ho intenzione di leggere.
Ultimamente però mi è capitato di leggere opinioni contrastanti a riguardo, divise tra chi lo definiva bellissimo e chi una noia mortale, questo contrasto di opinioni, mi ha fatto venire sempre più la curiosità di farmene una mia.
Da quale parte sarei stata?
Così non ho aspettato troppo e ho deciso che sarebbe stata la mia prossima lettura.

E alla domanda che ho visto spesso fare ultimamente ad apertura delle recensioni di questo titolo, ovvero:
È davvero così bello questo libro?
Ora posso dare anch’io la mia risposta:
Sì, lo è!

L’ho letto in pochi giorni, appena ne avevo il tempo tornavo tra le sue pagine, dove non vedevo l’ora di rituffarmi.
“Non vorresti essere qui?”
Cita la frase stampata sul tappetino del mouse di Linus Baker - il protagonista di questa storia - un tappetino su cui è raffigurata una meravigliosa spiaggia bianca, un cielo azzurro, e uno sconfinato mare celeste.
E io - come lui che desiderava poter solo staccare la spina dalla scrivania del suo triste ufficio, e dalla monotonia della sua grigia vita, ed essere su quella spiaggia assolata - bramavo il mio tempo libero per potermi rituffare nella lettura e, improvvisamente, ero anch’io lì, con il protagonista, in quella magnifica casa a picco sull’oceano, abitata dai suoi straordinari inquilini.

Linus Baker è un’assistente sociale che lavora per il DIMAM, il Dipartimento della Magia Minorile, le sue giornate sono tutte più o meno uguali fino a quando non gli viene assegnato un caso di messima segretezza, livello quattro per essere precisi! Così viene spedito, senza alcuna possibilità di scelta, sull’isola di Marsyas, dove sorge un orfanotrofio gestito dall’enigmatico Arthur Parnassus, un uomo molto affascinante, ma anche molto misterioso.
Linus, come sempre, è chiamato a verificare che la struttura sia gestita secondo le regole citate nel “Manuale delle norme e dei regolamenti”, e che i suoi piccoli ospiti crescano sereni e al sicuro.
Sei bambini, sei casi assolutamente straordinari e particolari, che il DIMAM ha voluto relegare in un posto lontano e segreto proprio per la loro natura così fuori dal comune.

Non voglio rivelarvi di più della trama, perché non voglio rovinare a nessuno la sorpresa della lettura, vi dico solo che mi sono affezionata a ogni bambino.
Come per Linus, il primo impatto con loro è stato spiazzante, ma pagina dopo pagina li ho amati tutti, e non potrebbe essere altrimenti perché ognuno di loro ha rivelato dolcezza, ironia, simpatia, tenerezza.
Bambini peculiari che, oltre che per il loro aspetto e i loro poteri si distinguono per l’unicità dei loro caratteri e nel modo di affrontare la vita. Ricorderò sempre il macabro umorismo e il pungente sarcasmo della piccola Talia e del piccolo Lucy; la dolcezza di Chauncey e Theodore, la profondità di Sal e di Phee.
Ve li descrivo appositamente per ciò che mi ha colpito del loro carattere e non per le loro sembianze, perché la loro natura straordinaria, e questo ci tiene a sottolineare più volte l’autore, non inficia la loro essenza.
L’aspetto, i poteri, non cambiano ciò che sono: degli amorevoli bambini, (probabilmente la combriccola di ragazzini più simpatica e divertente che l’assistente sociale avrebbe potuto trovare) un po’ scottati dalle esperienze passate, un po’ ammaccati, un tantino insicuri, e per questo in cerca di amore, cura, affetto e protezione.




Questo romanzo è una vera e propria coccola, un libro che fa bene al cuore, che regala sorrisi di gioia e lacrime di commozione. Probabilmente il libro più tenero e dolce che mi sia capitato di leggere.
Non ci troverete grandi colpi di scena, un finale sorprendente o un’evoluzione inaspettata nella trama.
Non ce li troverete perché qui sarebbero cose inutili e superflue.
I protagonisti di questa lettura sono cose semplici e, allo stesso tempo fondamentali e rare, come i buoni sentimenti, gli importanti insegnamenti, e tanto, tanto sconfinato amore.
È l’abbraccio di cui si ha bisogno, la pacca sulla schiena, la parola di conforto, il bacino della buonanotte, la coperta calda in una sera di inverno, una fetta di torta a fine pasto, un gelato in una calda giornata di estate.
È ciò di cui si ha bisogno nel momento di sconforto. È speranza.

I personaggi sono vividi, e caratterizzati in maniera straordinaria. Mentre leggevo di loro pensavo ad un ipotetico cast per un eventuale film, e sarei davvero curiosa di poterlo vedere sul grande e piccolo schermo, prima o poi, magari diretto da Chris Columbus, un regista che sono sicura saprebbe ben rendere l’allegria e la tenerezza di questa storia, che mi è parsa un po’ la versione zuccherosa della ben più tetra e macabra saga di Ransom Riggs e dei suoi bambini speciali.

Ma qui non ci sono incubi o mostri, gli unici nemici sono i pregiudizi, il rifiuto e la paura verso quello che non si conosce e di cui si ha timore.
I bambini magici e la loro straordinaria natura non sono che il pretesto per parlare di questo: l’ignoranza che imprigiona le menti nelle proprie stupide, sciocche convinzioni.
TJ Klune ha dato vita ad una bellissima storia che altro non è che una metafora per dire al mondo: “Sveglia! Sveglia e guarda oltre le apparenze, perché ciò che siamo fuori non definisce ciò che siamo dentro. E ciò che “potremmo essere se...” non è ciò che siamo o saremo”.

“I cambiamenti spesso prendono avvio dal più flebile dei sussurri. Sta alle persone che ci si riconoscono trasformarlo in un ruggito.”

Non aggiungo altro se non un invito a leggere questa storia.
Perché, ve lo assicuro, anche voi vorreste essere lì 🌈


il mio voto per questo libro