venerdì 31 ottobre 2014

Estratto: "Il libro delle storie di fantasmi" di Roald Dahl

Salve avventori!
In perfetto stile Halloween, oggi vi propongo un passo tratto da "Il libro delle storie di fantasmi", un'antologia di racconti, curata da Roald Dahl.
In particolare ho scelto per voi la scena iniziale di uno dei racconti che mi ha colpito di più, "Harry" di Rosemary Timperley.
Una delle cose che ho apprezzato di questa storia, come si potrà intuire anche dall'estratto seguente, è l'intensità delle emozioni dei personaggi, in particolare della mamma, che sembra intuire la presenza di un pericolo in agguato.
Non voglio anticiparvi troppo per cui vi lascio alla lettura!

Cose normalissime mi fanno paura. Sole abbagliante. Ombre taglienti sull'erba. Rose bianche. Bambini coi capelli rossi. E quel nome… Harry. Un nome così normale. 
Avvertii una premonitrice fitta di paura fin dalla prima volta che Christine pronunciò quel nome.
Aveva cinque anni, e tre mesi dopo avrebbe iniziato ad andare a scuola. Era una calda giornata serena, e lei giocava in giardino da sola, come faceva spesso. La vedevo, sdraiata bocconi sull'erba, cogliere margherite e divertirsi a intrecciarle alacremente in collane. 
Il sole ardeva sui capelli fulvi e sembrava rendere ancor più bianca la sua pelle. La concentrazione le spalancava gli occhi azzurri.
D’un tratto alzò lo sguardo verso il cespuglio di rose bianche la cui ombra si stendeva sull'erba, e sorrise. 
«Sì, Christine sono io» disse. Si alzò e si diresse lentamente verso il cespuglio, con le gambette grassocce che spuntavano tenere e indifese dalla gonna troppo corta di cotonina celeste. Stava crescendo alla svelta. 
Era già nell'ombra del cespuglio. Sembrava che avesse abbandonato il mondo della luce, inoltrandosi nelle tenebre. A disagio, senza sapere perché, la chiamai. 
«Che stai facendo, Chris?» 
«Niente». 
La sua voce suonava stranamente lontana. 
«Rientra, adesso. Fa troppo caldo, fuori». 
«Non fa troppo caldo». 
«Rientra, Chris». 
 La sentii dire: «Devo rientrare, adesso. Ciao», e s’incamminò a passo lento verso casa. 
«Con chi stavi parlando, Chris?» 
«Harry». 
«Chi è Harry?» 
«Harry». 
Non riuscii a tirarle fuori altro, così alla fine le diedi un po’ di latte e una fetta di torta, e le lessi qualcosa finché fu ora di andare a letto. 
Mentre mi ascoltava leggere continuava a guardar fuori, in giardino. Una volta sorrise e agitò una mano in segno di saluto. Fu un vero sollievo infilarla a letto, al sicuro. 
Quando Jim, mio marito, tornò a casa, gli raccontai del misterioso «Harry». Lui scoppiò a ridere.
«Oh, ha cominciato, eh?» 
«Che vuoi dire, Jim?» 
«Non è raro che i figli unici s’inventino un amico. Certe bambine parlano con le loro bambole. Ma Chris non ha mai avuto un debole per le bambole. Però non ha fratelli né sorelle. Non ha amici della sua età. Così ne ha inventato uno». 
«Ma perché ha scelto proprio quel nome?» 
Scrollò le spalle. «Sai come sono i bambini. Non capisco di che ti preoccupi, proprio non capisco». «Neanch'io, veramente. È solo che mi sento iperprotettiva nei suoi confronti. Più che se fossi la sua vera madre». 
«Lo so, ma va tutto bene. Chris sta bene. È una bimba graziosa, piena di salute e intelligente. E per merito tuo». 
«E tuo, anche». 
«Sicuro, siamo dei genitori eccezionali!» 
«E così modesti!» 
Ci baciammo ridendo. Mi sentii rassicurata. 
Fino al mattino seguente...

giovedì 30 ottobre 2014

Il libro dell'umore #5

Salve avventori, dopo un bel po' di tempo rieccoci con questa amata rubrica (amata almeno da me XD).
Rubrica attraverso la quale io e Little Pigo segnaliamo i libri che nel bene o nel male si sono contraddistinti per le emozioni più o meno belle che ci hanno fatto provare.
Questi sono i miei... ora aspetto di leggere i vostri! 
Quali sono i vostri libri dell'umore?

Poche e semplici le regole:
 Associate ai libri che avete letto l'emozione o lo stato d'animo che vi hanno suscitato
 Spiegatene brevemente il perché
 Aspettate i commenti

Innamorata: "L'amore in un giorno di pioggia" di Gwen Cooper
Mi sono letteralmente innamorata di questo libro, e della sua protagonista, una tenera gattina di nome Prudence.
Ho provato tantissime emozioni leggendolo: tenerezza, dolcezza, tristezza, felicità.
Un libro che nonostante sia narrato quasi totalmente da un gatto, si è rivelato molto più profondo di molti altri libri che si professano impegnati.
Lo consiglio davvero a tutti, amanti degli animali e non.

Annoiata: "Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo
Si può davvero scrivere un libro facendo un semplice elenco di momenti, senza che questi abbiano alcun collegamento tra loro? Secondo Francesco Piccolo si.
E si può davvero leggere dato libro senza trovarlo tremendamente noioso e privo di senso? Secondo me (Muriomu) no.
Un libro questo che desideravo leggere fortemente, ma che mi ha tremendamente deluso. 
Peccato perché l'idea di partenza era davvero carina ma, senza essere supportata da una storia, il tutto aveva ben poco senso. 
Lo stesso senso che avrebbe leggere un elenco telefonico... lo trovereste appassionante? 

Divertita: "Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach" di Fannie Flagg
Uno dei pochi libri che mi ha fatto fare delle sonore risate.
Divertente, spensierato come la sua protagonista... ma non solo!
Perché "Hamburger e miracoli" è un libro leggero e serio alla stesso tempo, il primo che ho letto di quest'autrice, ma non di certo l'ultimo.

Infastidita: "Cuore" di Edmondo De Amicis
Uno dei libri più ipocriti che io abbia mai letto.
E dire che nelle sue pagine ero sicura di trovarci delle vere emozioni e dei veri sentimenti, ma nulla di tutto ciò. Solo tanta fasulla propaganda di un'Italia mai esistita.

Stranita: "L'uomo delle nuvole" di Mathias Malzieu
Non posso dire che questo libro non mi sia piaciuto, ma allo stesso tempo non posso dire nemmeno il contrario.
Se dovessi descriverlo con una parola direi "strano".
Non sono sicura di averlo compreso totalmente, mi ha lasciato nel dubbio, ma questo credo fosse anche voluto dall'autore.

martedì 28 ottobre 2014

Recensione: "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia" di Ilaria Pasqua

Titolo: "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia"
Autore: Ilaria Pasqua
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di pubblicazione: maggio 2014
Pagine: 292
Prezzo: 1,99 € (ebook)
Trama:
Il Mondo di Nebbia, dove Aria e il fidato amico Henry vivono e frequentano un liceo come tanti altri ragazzi, nasconde dei segreti inquietanti, come incubi che prendono forma e sono in qualche modo collegati ai Cinque Sacerdoti, misteriosi individui che controllano la città. 
Aria non è però una ragazza come tutte le altre: in quel mondo ha la sensazione di “girare a vuoto”, e dentro di sé sospetta che dietro ai suoi incubi ci siano verità dimenticate… sarà l’incontro con Will, che come lei sembra frustrato e insoddisfatto da quella realtà, a rivelarle che tutto quello in cui credeva prima è nient’altro che un’illusione. 
Qual è la verità dietro quel mondo? Chi sono i Cinque? E in che modo Aria ha il potere di cambiare tutto?

Recensione:
Devo ammettere che questo libro è stata proprio una piacevole sorpresa.
Quando ti ritrovi a leggere qualcosa di un autore che non conosci (e per di più emergente) non sai mai cosa aspettarti. 
In questo caso posso dire che la lettura non è stata affatto deludente.
La trama è ben costruita, lo stile dell'autrice coinvolgente, ricco di dettagli e descrizioni.
Questa è proprio una delle cose che ho apprezzato di più.
Amo i libri che si focalizzano sulle atmosfere e le sensazioni. Il romanzo infatti, oltre a regalarci bellissime descrizioni dei luoghi (dalle suggestive ambientazioni immerse nella nebbia al rigoglioso giardino degli aranci ricco di profumi), si concentra anche, e soprattutto, sugli stati d'animo dei vari personaggi, che vengono indagati a fondo nel corso di tutta la lettura.
Questo ci permette di conoscere appieno i protagonisti ed immergerci nella storia.
Altra cosa che mi ha decisamente colpito è stata l'originalità della trama, in particolare l'idea degli incubi che prendono forma, diventando entità in parte autonome e in parte legate indissolubilmente ai loro possessori.
Nella città in cui Aria vive, gli incubi notturni si materializzano al risveglio, in forme diverse da persona a persona, e accompagnano al mattino i loro "creatori", gravandoli col loro peso.
Ogni giorno i cittadini si recano nei punti di raccolta dove, per ordine dei Cinque Sacerdoti che governano la città, si disfano dei prodotti del loro inconscio.

Gli incubi erano qualcosa di inconsistente e allo stesso tempo di materiale, ogni mattina le sembrava di partorire una nuova inquietante verità, di tagliare a fette la sua mente, le sue ansie, e servirle su un piatto ben visibile a tutti, per poi gettare ogni cosa via. 

Agli occhi di un estraneo quel gruppo misto di persone, sarebbe potuto apparire come dei condannati scortati all'inferno da spettri maligni. Infatti, gli incubi erano subdoli, ti seguivano, silenziosamente, strisciando nell'ombra, erano come una catena sottile che ti legava al tuo inconscio, a una parte buia della tua mente a cui non potevi accedere, e che però eri costretto a portarti dietro. E ancora peggio, a mostrarla al prossimo.

Proprio questo rituale mattutino sarà uno dei punti focali di tutta la vicenda. Ogni qual volta Aria si libera del suo procione, la forma che assume il suo incubo, non riesce a non provare emozioni contrastanti: se in un primo momento appare sollevata, subito dopo si insinua in lei il senso di colpa e la consapevolezza, sempre più forte, che lasciare delle parti della propria mente nelle mani dei Cinque sia una cosa profondamente sbagliata.
A questo si aggiunge il presentimento di vivere in una realtà che non le appartiene, in cui il tempo scorre in modo diverso, e in cui non si fa che girare a vuoto.
Queste convinzioni troveranno conferma in Will, il misterioso compagno di classe della ragazza che cerca di convincere Aria che nulla lì è davvero come sembra e che l'unica cosa da fare è trovare la via d'uscita da quel posto.
Per quanto riguarda la struttura del romanzo possiamo dire che è divisa nelle parti dedicate ad Aria e i suoi amici, e in quelle, più brevi, con protagonisti i Cinque. 
Se i passi incentrati su Aria mi hanno coinvolto, non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda quelli con i Sacerdoti, in cui la narrazione, costituita da stringate interazioni, risulta in più punti noiosa. Inoltre, proprio in una delle loro prime scene (nel secondo capitolo), la scrittrice ha compiuto l'errore di rivelare già troppo della storia (il piano segreto dei Cinque appunto).
E la cosa mi è parsa strana, considerando che in tutti gli altri casi, Ilaria Pasqua ha invece, giustamente, preferito rivelare pagina per pagina il reale stato delle cose, conservando sempre un grande alone di mistero.
Per quanto riguarda Aria, Henry e Will, man mano che andremo avanti, con gli incubi e i ricordi che prendono il sopravvento, si aggiungeranno nuove parti che, a mo' di flashback, faranno luce sul passato a lungo dimenticato, che potrà così tornare a galla.

Era eccitata come una bambina per quel piccolo mistero, esageratamente eccitata, e quel momento le ricordava quando aveva partecipato alla caccia al tesoro della sua scuola: amava scavare, arrampicarsi, risolvere gli enigmi, vivere ogni giorno imparando sempre qualcosa di nuovo ed emozionante. Eppure se ci ripensava bene, quell’evento le sembrava appartenere a un’ altra vita, come fosse un film visto in tv e non un suo ricordo. Si era talmente affievolito che le era ormai difficile fissare il momento in cui era successo, il luogo, le persone con cui l’aveva vissuto. Una patina sfocata ci si era poggiata sopra e man mano ne rosicchiava un pezzo. Ora riusciva a tenerne in mano nient’altro che un mozzicone.

In questo modo scopriremo nuovi aspetti della vita di Aria, conosceremo la vera natura dei legami tra i personaggi che abbiamo già incontrato, e con altri in cui non ci siamo ancora imbattuti.
Inoltre, tramite l'espediente degli incubi, Aria inizierà un vero e proprio viaggio nell'inconscio. 

“Inizia così. Arrivano dei segnali che sono solo nostri. Nessuno può fabbricare incubi, è solo l’inconscio che lo fa; siamo noi stessi, sono le nostre inquietudini, i ricordi, le esperienze che abbiamo vissuto: quelle nessuno può cancellarle, ci appartengono” disse guardandosi le mani. 
“Ci appartengono” ripeté Aria riflettendo. “Si possono cancellare i ricordi, forse, ma ciò che abbiamo vissuto ritorna sempre a tormentarci, in una forma o nell'altra” disse senza farci caso. 
“È così. Gli incubi qui sono questo”.

Persa nei meandri della sua mente, dovrà affrontare i problemi da cui in passato era fuggita, ritroverà il dolore mai superato e dovrà fare delle scelte difficili.
Perdersi di nuovo o trovare il modo per andare avanti?
Affrontare i ricordi dolorosi o tentare di dimenticare ancora?
Dire addio a una persona cara o rimanere aggrappata alla speranza di rivederla?
Vivere o morire?

Considerazioni:
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Una delle carte vincenti di questo libro è il riuscire a mescolare e gestire generi diversi, dal fantasy al distopico, fino al romance. Possiamo dire che è una lettura scorrevole, in grado di accontentare i gusti di tutti. 
Inoltre il libro è ben organizzato (oltre che valido dal punto di vista stilistico), con la caratteristica (che a me piace molto) di rivelare poco per volta, aggiungendo sempre nuovi dettagli che ci aiutano a capire la vicenda. 
Per fare qualche esempio sin dalla prima pagina ci viene segnalata la presenza di questo procione accanto ai piedi di Aria, ma solo in un secondo momento ci viene spiegato il perché della sua presenza e il funzionamento degli incubi. 
O ancora la figura di Dan, a cui si fa riferimento più volte, fino a quando, dopo molte pagine, ne scopriamo finalmente l'identità.
E in questo caso devo ammettere che l'autrice è riuscita a stupirmi. Ero convinta che il ragazzo fosse il fratello di Aria, morto a causa dei Cinque, e non il suo primo amore.
A dir la verità non mi sarei mai aspettata che il triangolo amoroso si trasformasse in un quadrato.
Per quanto riguarda il rapporto Aria-Dan bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Il ragazzo (come anche Will e Henry) con il suo fare dolce e spiritoso si è sicuramente guadagnato la mia stima. 
Per quanto ci viene detto, la nostra protagonista non aveva occhi che per lui, che la rendeva felice come nessun altro. 

Vide una coppia che spingeva una carrozzina con lentezza, come se del tempo non gli importasse. Guardò Dan e si immaginò al suo fianco. Sovrappose le loro facce a quella della coppia e si diede della stupida. Abbassò gli occhi imbarazzata, mentre il cuore le aveva preso a battere forte. 
“Tutto bene?” chiese Dan stringendola più forte a sé. Lei annuì lievemente, poi sorrise; non avrebbe potuto immaginare un futuro insieme a nessun altro.

Non ci risulta perciò difficile capire come lei abbia scelto di andar a vivere nel Mondo di Nebbia, per tentare di dimenticare il suo dolore. Decisamente più difficile è capire come la madre scelga di seguirla senza tentennamenti (e senza cercare di dissuaderla), lasciando il marito dall'altra parte.
Il comportamento di Aria, e la decisione di non abbandonare la realtà voluta dai Cinque, sarebbe quindi plausibile, se non fosse per il fatto che, proprio poco prima di scegliere di entrare nel Mondo di Nebbia, la ragazza bacia allegramente Will, il fratello di Dan! Roba da Beautiful.
Che senso ha ritrarla per mezzo libro in agonia per Dan, sull'orlo della pazzia, per poi scoprire che si era già consolata così in fretta? 
Eppure nel Mondo di Nebbia non fa altro che dormire per poter risentire anche solo la voce di Dan nei suoi sogni, arrivando quasi a un passo dalla morte, tutto pur di riaverlo almeno per qualche minuto.
Nella realtà invece ci aveva messo appena otto mesi per buttarsi tra le braccia di Will, di cui poi scopriremo era sempre stata segretamente innamorata (cosa alquanto strana considerando che, nel corso del primo incontro con Will e Dan, il fratello minore era risultato ai suoi occhi praticamente invisibile).
Nel Mondo di Nebbia invece quello che la protagonista vede in Will non è un grande amore ma un alleato, l'unico che capisce quello che lei prova. Proprio questo sarà alla base del loro rapporto ed anche della distanza che verrà progressivamente a crearsi tra Aria e l'amico d'infanzia Henry, che proprio non riesce a comprendere la sua inquietudine.

Fece per dargli di nuovo le spalle ma Aria parlò di nuovo: “Hai mai la sensazione di girare a vuoto?” chiese seria, ferma sul posto mentre il vento ora più freddo le pizzicava la pelle del viso. 
“Ogni giorno” rispose camminando qualche passo all'indietro e senza smettere di guardarla. 
Lei gli sorrise. Poi lui proseguì lentamente. Aria rimase ferma ancora qualche momento, chiuse gli occhi, respirò a fondo, calmò il batticuore e si avviò. L’idea che qualcun altro, oltre a lei, avesse quella sua stessa sensazione la fece tranquillizzare, sentiva che in quel momento si era creato uno spazio condiviso solo da loro due. Un posto in cui finalmente qualcuno la pensava come lei, qualcuno che percepiva il cambiamento nell'aria e soprattutto che fosse in movimento, non come gli altri cittadini, come l’orologio ad acqua, o come Henry.

Il triangolo che si verrà a delineare (senza considerare Dan), per quanto prevedibile, è per fortuna privo dei soliti cliché. Will, ad esempio, pur essendo stato presentato inizialmente come il solito tipo tenebroso, dimostra invece di essere un ragazzo gentile e spiritoso. 
Henry è d'altronde sempre così premuroso e pieno attenzioni nei confronti di Aria, da risultare a dir poco adorabile. Lo ammetto, è il mio preferito!
Proprio la protagonista è, ahimè, fra tutti i personaggi, quella che ha attirato meno le mie simpatie. Così irascibile e scostante, è sempre pronta a trattare in malo modo chiunque le capiti a tiro. Ma fortunatamente anche lei nel corso della lettura avrà modo di riscattarsi, mostrandoci i suoi lati fragili e nascosti. 
Tra i personaggi minori ho apprezzato molto la madre di Aria, stranamente definita dalla figlia "sempre nervosa". Nelle poche scene a lei dedicate, l'ho trovata invece davvero simpatica. A mio parere è una figura da approfondire, spero che nei prossimi libri il suo rapporto con la figlia abbia maggior spazio.
Dei Cinque poi scopriamo ben poco: sappiamo che non sono umani ma che un tempo lo sono stati. L'autrice è stata brava, anche in questo caso, a dare ad ognuno di essi una personalità definita, che si manifesta con le azioni e le parole.
Tornando al legame tra Aria ed Henry, nelle prime pagine abbiamo visto quanto fosse forte e come lei avesse, in un certo momento, incominciato a vederlo non solo come amico. Con la comparsa di Will e poi di Dan, Henry diviene sempre più un personaggio di contorno. Il culmine arriva quando Aria non si scompone di un millimetro alla vista del ragazzo, picchiato e malmenato, che non riesce neppure a reggersi in piedi (povero Henry, ma non era il suo migliore amico?).
E poi vogliamo parlare di Dan e Will, e di come il secondo non aspettasse altro che l'occasione per prendere il posto dell'altro nel cuore di Aria? La frase "finalmente aveva vinto" nel momento in cui, dopo la morte del fratello maggiore, lei gli concede l'ambito bacio, l'ho trovata davvero di cattivo gusto. Come anche il momento in cui, rivedendo Dan, Will non fa altro che pensare a come riportare Aria nel mondo reale, facendo trapelare ben poche emozioni (se non nel momento dell'abbraccio) scaturite da questo incontro. 
In poche parole, come ho evidenziato con questi pochi esempi, ho notato come i rapporti personali tra i personaggi, vuoi per lasciare un po' di suspense, siano stati dapprima descritti in un modo (più profondo), per poi essere completamente distorti.
E ci può anche stare, ma avrei preferito una direzione più coerente.
Naturalmente sto esponendo i pensieri sorti nel corso della lettura, che di certo non modificano il giudizio pienamente positivo che ho del libro. Essendo poi solo il primo capitolo di una trilogia, come ovvio, lascia parecchie questioni in sospeso. Mi auguro quindi che anche i rapporti tra i personaggi possano avere in seguito maggior chiarezza.
In conclusione, nonostante alcune perplessità, ho apprezzato molto sia il modo di scrivere dell'autrice che l'argomento trattato.
Inoltre, affrontando la tematica dell'inconscio, il libro ha l'onere di porre anche al lettore alcuni importanti quesiti:
Se potessi vivere in eterno con le persone che ami? 
Rinunceresti al tuo cuore spezzato per averne uno nuovo di zecca? 
Rinunceresti al dolore?
E se per farlo dovessi dire addio a tutti i tuoi ricordi?

Curiosità:
"Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia" non è un romanzo autoconclusivo, ma è il primo libro di una trilogia. 
Il secondo capitolo, "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo del Bosco", è stato pubblicato lo scorso 17 ottobre.

il mio voto per questo libro

lunedì 27 ottobre 2014

Presentazione: "Un gatto, un cappello e un nastro" di Joanne Harris

Salve avventori!
Oggi voglio parlarvi di una nuova uscita e per farlo voglio farvi una domanda.
Cosa portereste con voi su un'isola deserta?
Joanne Harris, autrice nota soprattutto per il romanzo "Chocolat", non ha dubbi, lei porterebbe:

 «Un gatto per tenermi compagnia.
Un cappello per nascondermi.
Un nastro per legare un sogno.»

E con questo curioso preambolo che Joanne Harris stuzzica la nostra fantasia.
"Un gatto, un cappello e un nastro", dal 30 ottobre in libreria, è una raccolta di racconti che svelano la magia della vita di tutti i giorni.
Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l'immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita. 


Titolo: Un gatto, un cappello e un nastro
Titolo originale: A Cat, a Hat, and a Piece of String
Autore: Joanne Harris
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 30 Ottobre 2014
Pagine: 252
Prezzo: 18,60 € 

Trama:

I racconti di Joanne Harris raccolti in Un gatto, un cappello e un nastro sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. 
Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. 
Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. 
È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. 
E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà; una madre a caccia del figlio perduto fra le maglie insidiose di Twitter; un attore alla ricerca di una nuova vita e di una nuova casa che si rivelerà già occupata da una famiglia di fantasmi; un aspirante investigatore più portato all'avanspettacolo… 
Mondi lontani e vicini, atmosfere calde e coinvolgenti, personaggi ironici e incredibilmente veri.

Autore:
Joanne Harris è nata, da padre inglese e madre francese, nello Yorkshire, dove attualmente vive. Si è laureata al St Catharine's College di Cambridge, dove ha studiato francese e tedesco medievale e moderno. Fino al 1999 ha insegnato francese nelle scuole secondarie di Leeds. 
Oltre a "Chocolat", il suo romanzo d'esordio apparso nel 1998, tradotto in tutto il mondo e da cui nel 2001 è stato tratto l'omonimo film, ha pubblicato: Vino, patate e mele rosse (1999), Cinque quarti d'arancia (2000), La spiaggia rubata (2002), La donna alata (2003), Profumi, giochi e cuori infranti (2004), Il fante di cuori e la dama di picche (2005), La scuola dei desideri (2006), Le scarpe rosse (2007), Le parole segrete (2008), Il seme del male (2009), Il ragazzo con gli occhi blu (2010). 
È anche autrice, con Fran Warde, di Il libro di cucina di Joanne Harris (2003) e di Al mercato con Joanne Harris. Nuove ricette dalla cucina di «Chocolat» (2007).
I suoi libri sono tutti editi in Italia da Garzanti. 

giovedì 23 ottobre 2014

E adesso cosa leggo? #3



E adesso cosa leggo?
E' la domanda che noi lettori ci poniamo più spesso.
Com'è difficile certe volte scegliere.
Ci sono momenti in cui si termina un libro e si ha già bene in mente a cosa ci si vuole dedicare per la lettura successiva, e volte che non riusciamo proprio a decidere.
Questo per me è uno di quei momenti.

♥Attualmente sto leggendo: "Walden ovvero vita nei boschi" di Henry D. Thoreau
E' una lettura impegnativa, che ho preferito alternare a qualcos'altro, piuttosto che terminarla tutta d'un soffio. 
Pur essendo un libro interessante, ammetto che resisto a leggerne solo un paio di capitoli al giorno.

♥ Ho terminato da poco: "Pattini d'argento" di Mary Mapes Dodge.
Questa è la lettura leggera, che ho scelto di alternare al libro di Thoreau e che ho terminato in un paio di giorni.

E adesso?
Cerco una lettura che mi prenda, e che mi regali forti emozioni :D
Non so esattamente cosa voglio leggere, ma credo che andrò sul genere thriller, distopico o horror...

Diciamo che principalmente sono indecisa fra:
"Non ti addormentare" di S.J. Watson
"Cose che il buio mi dice" di Carolyn Jess-Cooke 
"1984" di George Orwell

Sono però aperta a tutti i consigli letterari che vorrete darmi.
Quindi fatevi sotto XD

martedì 21 ottobre 2014

Recensione: "L'uomo delle nuvole" di Mathias Malzieu

Titolo: L'uomo delle nuvole
Titolo originale: Métamorphose en bord de ciel 
Autore: Mathias Malzieu
Copertina: Nicoletta Ceccoli
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: Giugno 2013
Pagine: 144
Prezzo: 14,00 € 

Trama:
Tom Cloudman sogna di volare, la volta celeste lo affascina, gli uccelli lo ipnotizzano. 
Per questo, diventa il peggior acrobata del mondo. Con le sue peripezie involontariamente comiche, a bordo di uno strabiliante marchingegno, si lancia da altezze vertiginose, attirando folle di curiosi. 
Ferite e contusioni non lo spaventano né lo frenano. 
Un giorno però, all'ennesimo incidente, Tom finisce in ospedale, dove gli scoprono un male incurabile. Tutto sembra irrimediabilmente compromesso, quando, all'improvviso, a illuminare questa nuova vita appare un'affascinante creatura: metà donna metà uccello, intrigante e seducente, gli proporrà un patto. 
Tom con lei potrà salvarsi, ma per farlo dovrà perdere una parte di se stesso.

Recensione:
A Tom Cloudman le tiepide emozioni della vita di ogni giorno non bastano. Lui sogna di volare, spiccare il volo in spericolate acrobazie, cadere, farsi anche male, tutto pur di sentirsi vivo e fuggire alla monotonia della quotidianità. 
Il cielo lo affascina e come gli uccelli vorrebbe librarsi in volo.
Questo è il motivo dei suoi spettacoli, la continua ricerca di qualcosa che lo faccia andare più su, più a lungo e più in alto.
Tutto per pochi secondi di brivido.
Questo continuo sfidare la sorte lo porta ad andare incontro a cadute sempre più dolorose, e danni sempre più gravi.
Ed è una di queste cadute che porta Tom in ospedale, dove scopre la sua condanna.
Un tumore, o come lo chiama lui "la barbabietola", lo costringe a letto, ma neanche questo ferma i suoi sogni di evasione nella volta celeste. 
Quella che Mathias Malzieu ci racconta in queste pagine è una storia particolare, che sicuramente non incontrerà il favore di tutti.
Una storia che in maniera insolita parla della vita, della malattia e (forse) della morte.
Dico forse perché, la storia della metamorfosi narrata in queste pagine, potrebbe essere letta sia come una favola, che come una metafora della vita.
L'uomo che, per sfuggire alla morte, sceglie di tramutarsi in un uccello, perdere la sua parte umana, compresa la sua malattia, e lasciarsi tutto alle spalle.
Preferire l'immensità mutabile del cielo alla stabilità monotona della terra.
Quello che più ho apprezzato in questo libro, come nel precedente dell'autore "La meccanica del cuore", è la scrittura.
Malzieu descrive storie originali e, se vogliamo, anche un po' strane, sempre con delicatezza e poesia, e questo rende i suoi lavori sempre piacevoli, seppur discutibili.
In questo caso, pur apprezzando moltissime cose di questa storia, non sono riuscita ad apprezzarne, e probabilmente a comprenderne, molte di più.

Considerazioni:
Se dovessi definire con una parola questo libro, sicuramente la prima che mi verrebbe in mente è "strano".
Un protagonista bislacco, con la mania di volare (leggi: cadere) e di sentirsi vivo (leggi: di farsi molto male).
Tom decide di fuggire, girare il mondo ed esibirsi di città in città nelle sue cadute, e lo fa viaggiando a bordo di una barra mobile, da lui costruita... un mezzo come un altro, no? 
Quando è ricoverato in ospedale, nessuno riesce ad imporgli il riposo raccomandatogli.
Gira per le stanze squarciando cuscini e rubando piume per farne un paio di ali.
In uno dei suoi soliti giri notturni, scopre sul tetto dell'ospedale una voliera, casa di centinaia di volatili.
Fra questi la donna uccello che lo condurrà alla metamorfosi.
La storia mi aveva coinvolto molto all'inizio, era atipica, simpatica, ben scritta, perciò mi incuriosiva.
Con l'andare avanti nella lettura, però, è diventata fin troppo surreale.
E, come ho detto precedentemente, non sono sicura se la lettura che ne ho dato fosse esatta.
La donna uccello era reale? O era tutta un'allucinazione causata dall'effetto della morfina?
La metamorfosi era una via di fuga della mente per accettare meglio la malattia?
La storia voleva essere una favola, o una delicata metafora della vita?
Personalmente preferisco pensare alla versione della metafora.
Una lettura che nonostante non mi abbia convinta del tutto, non sono pentita di aver fatto.
Certo, da come era iniziata mi aspettavo un seguito diverso.
Avrei preferito, ad esempio, che fosse dato più risalto al rapporto tra Tom e Victor, il ragazzino malato di leucemia.
Ma la storia purtroppo ha preso un'altra piega.
Come lo scorso libro dell'autore, anche questo mi ha stupita per l'originalità e per la sottile poesia celata in ogni singola frase.
Una lettura decisamente particolare, che può piacere molto come non piacere affatto.
Sicuramente Mathias Malzieu è uno scrittore da provare.

il mio voto per questo libro

lunedì 20 ottobre 2014

I luoghi dei libri #1

Poche e semplici le regole:
♥ Postare la foto di un luogo   
♥ Riportare l'estratto del libro in cui il luogo è descritto
♥ Spiegare il perché di questa associazione
♥ Aspettate i commenti

Nuova settimana, e nuova rubrica!
Oggi inizia un nuovo viaggio attraverso quelli che sono "I luoghi dei libri".
L'idea di questa rubrica è nata da una foto, e dunque sarà proprio lei la protagonista di questo primo appuntamento.
Avevo da poco letto "Pollyanna" di Eleanor H. Porter quando su facebook trovai la foto di una cameretta che, pur non essendo identica alla descrizione riportata nel libro, mi fece istintivamente pensare alla cameretta della piccola Pollyanna.
Scopo di questa rubrica quindi è quello di condividere, con chi ci segue, il frutto della nostra immaginazione.
Postare delle immagini che si avvicinino ai luoghi che abbiamo immaginato, mentre leggevamo le pagine dei nostri amati libri.


“Andata via la zia, Pollyanna restò immobile, lasciando vagare lo sguardo sulle pareti nude, sul pavimento senza tappeti e sulle finestre senza tende. Poi si fermò a guardare il baule che, non molto tempo prima, era ancora nella sua camera, laggiù, nel lontano Ovest. Poi fece per avvicinarsi al baule, inciampò e cadde sulle ginocchia, coprendosi il viso con le mani...

...Adesso Pollyanna sorrideva con coraggio e, saltellando intorno per la piccola stanza, aiutava Nancy ad appendere gli abiti nell'armadio, a mettere i libri in pila sul tavolino e a sistemare la biancheria nei cassetti del comò. 
«Sono sicura che questa camera finirà col diventare molto carina» disse a un certo punto Pollyanna. «Non credi?» 
Nessuna risposta. Nancy sembrava molto occupata con il baule. Pollyanna, in piedi davanti al comò, fissava quasi sovrappensiero la parete nuda, senza specchi. 
«Sai cosa ti dico? Sono contenta che non ci sia nemmeno qui lo specchio, così non sarò costretta a vedermi le lentiggini.» 
Nancy fece una piccola smorfia, ma quando la bambina si voltò a guardarla era di nuovo intenta a rovistare nel baule. 
Intanto Pollyanna - che si era avvicinata a una delle finestre - lanciò un grido e batté le mani gioiosamente. 
«Oh, Nancy! Non me n'ero accorta prima» disse. «Che bella vista! Guarda laggiù quegli alberi, le case, quel campanile così grazioso, e il fiume che luccica al sole. Davvero non c'è bisogno di quadri quando si ha davanti un panorama simile! Sono proprio contenta che zia Polly mi abbia dato questa stanza!»”

E ora tocca a voi! Quali sono i luoghi dei vostri libri?

venerdì 17 ottobre 2014

Recensione: "La sposa nella torre" di Giulia Dal Mas

Titolo: La sposa nella torre
Autore: Giulia Dal Mas
Editore: Delos Digital
Data di pubblicazione: 23 settembre 2014
Pagine: 51
Prezzo: 1,99 € (ebook)

Trama:
Aprile 1219. Ginevra è la bella figlia del conte di Strassoldo. Promessa in sposa quando era poco più che una bambina, incontra, in riva al fiume, il giovane Odorico, conte di Villalta. Tra i due sboccia l'amore, ma questa unione, che soverchia ogni regola, farà scattare un tremendo desiderio di vendetta in quanti la ritengono un tradimento. All'ombra di antichi castelli, si consuma la storia di un amore magico, sospeso tra realtà e immaginazione, che ancora oggi si crede aleggi tra le dolci colline friulane.

Recensione:
Un'amore da favola. Questo è quello che ci viene narrato da Giulia Dal Mas in queste pagine.
Purtroppo non è da favola per la straordinarietà del sentimento che lo caratterizza, ma proprio perché, come nella favole, l'innamoramento tra i due protagonisti scocca al primo sguardo, e in tale momento entrambi si dicono innamorati per sempre.
La storia è quella classica che caratterizza i racconti di corte del tempo.
Una contessina che ha perso la madre in giovane età, cresciuta dal padre, un uomo affettuoso ma rigoroso, e promessa sposa di un giovane conte appartenente ad una famiglia altamente prestigiosa.
Ma come si dice "il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce" e la ragazza si innamora, ricambiata, di un altro uomo.
Da qui nasce il desiderio di rompere la promessa di matrimonio fatta per interesse e unirsi invece all'uomo che davvero "ama".
Nulla di nuovo insomma.
La parola amore, come sempre in queste storie, è abusata in modo decisamente fastidioso.
L'amore non è così, e un amore così raccontato non fa emozionare.
I personaggi inoltre non sono indagati nelle loro emozioni e nelle loro personalità.
La protagonista, ad esempio, ha un fratello minore che viene semplicemente nominato e non ha alcuna parte nel racconto, ma ciò che maggiormente stranisce è che ai protagonisti non è poi riservata un'attenzione maggiore.
Peccato perché, all'inizio, il racconto sembrava avere una profondità e una cura nelle descrizioni che si è andata subito affievolendo, fino a sparire del tutto nella parte finale, in cui ciò che si legge è soprattutto la fretta di mettere subito fine a tutto.

Considerazioni:
Ero curiosa di leggere qualcos'altro di Giulia Dal Mas, che mi aveva precedentemente conquistato con il suo racconto breve "The secret door", presente nell'antologia Chrysalide edita Mondadori.
In quel racconto ho riscontrato tantissimi aspetti estremamente positivi, una buona scrittura, un'ottima abilità descrittiva, la capacità di emozionare e soprattutto il saper costruire una storia originale e capace di stupire.
Purtroppo, fatta eccezione per i primi due punti (la Dal Mas anche qui continua a scrivere molto bene), tutto il resto non l'ho ritrovato in questa storia.
Va detto che i racconti del genere, non incontrano affatto i miei gusti, e che la scrittrice si ispira ad una leggenda della sua terra, quindi probabilmente non ha voluto modificare più di tanto la storia, resta comunque il fatto che questa manca totalmente di originalità e di pathos.
Anche volendo rispettare la leggenda, a mio parere, si sarebbe potuto descrivere la storia d'amore in maniera molto diversa: più appassionante e più veritiera.
Aborro i racconti in cui scocca l'amore al primo sguardo, e qui i protagonisti parlano d'amore dopo essersi rivolti appena due parole (e non sto esagerando! Lei si dice innamorata senza nemmeno conoscere il nome di lui).
Roba che, mancavano solo gli uccellini e gli animali del bosco e mi sarebbe parso di leggere la fiaba di Biancaneve.
Perché sminuire così un sentimento tanto profondo?
Inoltre, se da principio la scrittrice si è soffermata molto sui particolari, sulle descrizioni dei luoghi e degli odori, nella parte finale, invece, tutto il racconto è ridotto ai minimi termini.
La fase che avrebbe dovuto essere quella più emozionante tra i due innamorati è conclusa in quattro righe, e quella più concitata della storia si conclude con la medesima tempestività.
Come se l'autrice avesse fretta di concludere il tutto, come se lei in primis non fosse così entusiasta del racconto che stava scrivendo.
E mi auguro davvero che sia così, perché da lei pretendo molto di più, e spero che anche lei in futuro faccia lo stesso.

il mio voto per questo libro

mercoledì 15 ottobre 2014

Blogtour "Il Giardino degli Aranci": offerte speciali e giveaway!

Salve avventori!
Oggi siamo liete di presentarvi un'iniziativa davvero speciale!
Nativi Digitali Edizioni, in occasione dell'uscita del secondo capitolo della trilogia de "Il Giardino degli Aranci" di Ilaria Pasqua, ha voluto premiare i suoi (e in questo caso anche i nostri) lettori con un Blogtour, caratterizzato da offerte speciali e giveaway!
Il Blogtour, inaugurato ieri, vede la partecipazione di ben 27 blogger, che ospiteranno le diverse tappe. 
L'evento, che avrà termine il 25 ottobre, sarà un vero e proprio viaggio in questa saga fantasy distopica, con tanti estratti, approfondimenti, recensioni ed interviste.
Le tappe tra il 14 e il 25 ottobre saranno dedicate al primo libro della trilogia, "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia", mentre le successive al secondo capitolo, in uscita il 17 ottobre, ossia "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo del Bosco".
Per seguirle tutte vi basterà partecipare al relativo evento su Facebook.


Prima di parlarvi un po' meglio di questi libri, veniamo alle cosiddette offerte speciali:

"Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia" sarà gratuito dal 14 al 16 ottobre, ed in offerta a 0,99 € dal 17 al 25 ottobre.
"Il Giardino degli Aranci - Il Mondo del Bosco" sarà invece acquistabile al prezzo di 2,99 € a partire dal 17 ottobre.
Vi consiglio di non lasciar perdere quest'occasione!
Per altre informazioni potete consultare il sito e la pagina Facebook dell'autrice Ilaria Pasqua e naturalmente la pagina Facebook di Nativi Digitali Edizioni.

Veniamo invece al Giveaway:

In occasione del Blogtour, Nativi Digitali Edizioni mette a disposizione sette ebook a scelta tra quelli presenti nel loro catalogo (in formato epub, pdf o mobi).
I sette vincitori saranno contattati al termine del Giveaway, il 25 ottobre.
Partecipare è semplicissimo: non dovrete far altro che seguire le indicazioni della tabella di Rafflecopter qui sotto.
Mettendo “mi piace” alle pagine Facebook o seguendo i profili Twitter indicati aumenterete le vostre probabilità di vincere il premio.

a Rafflecopter giveaway

Finalmente possiamo concentrarci sul libro "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia", protagonista di questa tappa.
L'autrice, come potrete leggere nella trama, ci racconta una storia estremamente originale. 
Un mondo fermo nel tempo e nello spazio, in cui niente di quello che accade sembra reale.
Una storia che mescola mistero e avventura. 
Un viaggio nei ricordi, nella gioia e nel dolore.
Un racconto di amicizia, amore, sogni infranti e paure.
"Il Mondo di Nebbia" è una caduta in un oblio popolato da incubi e l'arduo tentativo, per Aria e i suoi amici, di riaffiorare in superficie.

Titolo: "Il Giardino degli Aranci - Il Mondo di Nebbia"
Autore: Ilaria Pasqua
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di pubblicazione: maggio 2014
Pagine: 292

Trama:

Il Mondo di Nebbia, dove Aria e il fidato amico Henry vivono e frequentano un liceo come tanti altri ragazzi, nasconde dei segreti inquietanti, come incubi che prendono forma e sono in qualche modo collegati ai Cinque Sacerdoti, misteriosi individui che controllano la città. 
Aria non è però una ragazza come tutte le altre: in quel mondo ha la sensazione di “girare a vuoto”, e dentro di sé sospetta che dietro ai suoi incubi ci siano verità dimenticate… sarà l’incontro con Will, che come lei sembra frustrato e insoddisfatto da quella realtà, a rivelarle che tutto quello in cui credeva prima è nient’altro che un’illusione. 
Qual è la verità dietro quel mondo? Chi sono i Cinque? E in che modo Aria ha il potere di cambiare tutto?

Ho avuto modo di leggere il romanzo e ne sono rimasta piacevolmente colpita. 
La trama è davvero originale e la lettura risulta piacevole e scorrevole. Pur essendo una storia di fantasia, l'autrice, tramite l'espediente dell'inconscio e degli incubi, riesce a toccare i pensieri più profondi del lettore.
Per il momento non aggiungo altro, vi racconterò meglio nella mia recensione.
Vi lascio dunque alla lettura di questo estratto, in cui osserviamo Aria affrontare uno dei suoi incubi ricorrenti. 
Quello che sta vivendo è solo un normale terrore notturno o un ricordo dimenticato che cerca di tornare a galla?
Quella notte l’ incubo sembrava essersi evoluto. Il denso fumo che nascondeva le immagini agli occhi di Aria si era dipanato e le aveva permesso di riuscire a vedere un volto familiare mentre pronunciava quelle parole. L’incubo non era chiaro come la realtà, il viso era apparso come una fotografia sbiadita, sfocata. 
Ma la cosa più sorprendente era che spesso le capitava di dimenticare l’esistenza di chi non era lì, solo l’incubo riusciva a farle ricordare qual era la verità. La cosa la stupiva ogni volta, ma anche di questa meraviglia si scordava. Ricordò improvvisamente una luce fioca, un disegno tra l’erba alta. Poi un soffio di vento le accarezzò l’orecchio come una voce proveniente da lontano, “Aria…”. Fu solo un momento, una sensazione, uno strascico di sonno. 
La ragazza guardò la finestra che era socchiusa, non ricordava di averla lasciata aperta. Un rincorrersi di voci l’attraversò da parte a parte, come se lei stesse ancora dormendo, e ricordò di colpo di averle sentite nel suo sogno. Quelle voci erano solo un leggero sottofondo a cui si badava poco. Agitò la testa per togliersele dalle orecchie. 
Il suo incubo era come sempre vicino ai piedi e volteggiava silenzioso aspettando la sua fine. Aria si sgranchì le gambe e le allungò sul letto cercando di ricordare quel volto tanto familiare, che si nascondeva dietro le sue spalle, poi si alzò e chiuse la finestra con una botta.

venerdì 10 ottobre 2014

Recensione: "Cuore" di Edmondo De Amicis

Titolo: Cuore
Autore: Edmondo De Amicis
Illustrazioni: Piero Cattaneo
Editore: Grandi Classici
Data di pubblicazione: 2012
Pagine: 396
Prezzo:  0,99 € (ebook)

Trama:
Il diario di Enrico, un bimbo torinese di terza elementare, che ci conduce per mano giorno dopo giorno, attraverso le diverse tappe di un anno scolastico denso di avvenimenti gioiosi e tristi. 

Recensione:
Ambientato nel 1882, nel periodo immediatamente successivo all'Unità d'Italia e quindi caratterizzato da un forte patriottismo e nazionalismo.
Il libro narra quello che è l'anno scolastico di uno studente di terza elementare, Enrico Bottini.
Un diario in cui il ragazzo racconta gli avvenimenti più importanti che caratterizzano le sue giornate, il primo giorno di scuola, i compagni, i maestri, ecc.
Tali racconti sono intervallati dal l'inserimento occasionale di alcuni ammonimenti paterni o materni sotto forma di lettera, e dai racconti mensili dedicati ognuno ad un giovane eroe italiano.
Il linguaggio è meno obsoleto di quello che si possa pensare. 
Di facile lettura, una scrittura elementare e semplice adatta ai più piccoli, ai quali il libro è particolarmente rivolto.
Evidente (anche in maniera forzata ed eccessiva) è lo scopo educativo del libro.
Pare voler inculcare nei ragazzi un'idea fittizia di un mondo perfetto, in cui tutti sono buoni e bravi, un'idea fasulla allora, e ancor meno credibile (se non ridicola) al giorno d'oggi.
La scuola è bella, i maestri sono santi, l'Italia è una seconda madre, i genitori (anche se ti picchiano, ti sfruttano per lavorare al loro posto, o ti mettono in continuazione a confronto con i compagni) sono perfetti e ingiudicabili, e tu bambino devi sempre dare il meglio per essere all'altezza di cotanta perfezione.
Il confronto con i compagni, al quale Enrico viene costantemente sottoposto dai genitori (in specie dal padre), è estremamente fastidioso.
Una lettura che sicuramente ha risentito del passare degli anni, e che pertanto non può considerarsi attuale, qualità che un buon libro dovrebbe conservare nonostante il passare degli anni.
Come leggere adesso di tutte quelle parole di amore incondizionato verso la patria che non ci tradirà mai, senza scoppiare in una grassa risata o in un gran mal di stomaco?
Come leggere adesso di maestri tanto buoni e cari, quando l'istruzione italiana è alla deriva anche a causa dell'inadeguatezza del corpo insegnante, o quando ogni due per tre si sentono storie di abusi sugli studenti?
Troppo buonismo e poco vero cuore in questo libro.

Considerazioni:
Era da tanto che volevo leggere questo libro, ma avevo sempre rimandato.
Sapevo di leggere un libro scritto a fine 1800 e questo non mi ha mai spaventato, immaginavo anche di leggere una storia emozionante, fatta di sentimenti veri e sinceri, ma non è stato proprio così...
La scrittura non risulta così obsoleta come ci si potrebbe aspettare, anzi, l'ho trovato, almeno nel linguaggio, più moderno di quanto pensassi.
Un po' obsoleti invece sono i temi trattati.
Il sentimento di patriottismo è esaltato ai massimi eccessi, e questo potrebbe anche essere comprensibile se si considera il periodo storico in cui il racconto è ambientato, ovvero pochi decenni dopo l'Unità di Italia.
Il problema in effetti non è il patriottismo, ma il modo fasullo in cui, tramite queste pagine, esso viene inculcato ai ragazzini, lo stesso modo fasullo con cui gli adulti protagonisti (genitori e maestri) lo propinano ai loro bambini (figli e alunni).
Evidente è lo scopo educativo di questo romanzo, che mi ha fatto venire istintivamente in mente il paragone con la fiaba "Le avventure di Pinocchio" di Collodi.
Lo scopo delle due storie è il medesimo, far capire ai ragazzi la differenza tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, male e bene, i modi con cui lo fanno non potrebbero però essere più opposti.
Se in Pinocchio si fa sempre riferimento alle brutture del mondo e alle conseguenze infauste di una condotta sbagliata (se vai in giro di notte puoi incontrare gli assassini, se non prendi la medicina muori, se giochi troppo e non studi diventi un asino, se dici le bugie vai in prigione, ecc), in "Cuore" invece vengono narrati personaggi così buoni, senza macchia e senza colpa (maestri che farebbero qualsiasi cosa per i loro alunni, genitori impeccabili, compagni di classe esemplari), da far sentire in difetto persino un santo!
L'intento qui è quindi quello di educare attraverso il senso di colpa.
Far sentire il proprio figlio come l'unico difettoso in un mondo di gente generosa e valorosa.
"Enrico, il tuo compagno lavora e studia più di te, tu come mai non ti impegni altrettanto?
Enrico, il tuo maestro si ammala pur di venire a scuola ad insegnarti le cose, tu perché non gli presti attenzione?
Enrico, tua madre ti è sempre vicina, ha sofferto per darti alla luce, perché tu le rispondi male?
Enrico, la tua patria è la tua casa, tu perché non la difendi?"
E un via via di paternali fastidiose e urticanti.
Una delle cose che mi ha più infastidito infatti è stato proprio leggere i continui ammonimenti paterni, scritti sotto forma di lettera e firmati con il solito "Tuo Padre".
(il perché un padre presente dovesse rimproverare il figlio tramite lettera, anziché a voce, resta un'incognita per me).
Ho trovato queste lettere così buoniste, finte e irrealistiche da dare quasi ai nervi.
Un padre che dice al figlio che preferirebbe vederlo morto in guerra, piuttosto di sapere che si è sottratto al suo compito di servire la sua patria, per codardia, come lo giudicate?
So che certi padri probabilmente, in passato, ragionavano davvero così, ma il padre di Enrico non ci viene mai descritto come il classico padre padrone insensibile e autoritario.
Altra cosa che davvero mi ha lasciato (se posso usare un termine forte dico "schifata") è stato leggere del padre di Precossi che smette di bere e picchiare suo figlio perché questi riceve la medaglia come miglior studente del mese!!!
Il messaggio quindi qual è? 
Serviva una medaglia per far capire ad un padre il valore di suo figlio? 
Serviva un riconoscimento tanto sciocco per far mutare tutto d'un tratto il carattere di un uomo bello e fatto?
No, non credo. 
Questo non è altro che l'ennesimo avvenimento fasullo narrato in queste pagine.
Per non parlare dei maestri, descritti tutti come esseri buoni e meravigliosi (che lo stesso scrittore fosse a sua volta un insegnante è solo una coincidenza, non l'ha fatto certo per esaltare la categoria).
Strano però che, dai racconti del passato che mi è capitato di ascoltare, dai nonni e dai genitori, ho sentito solo dire di quanto i maestri fossero più violenti e più avvezzi alle punizioni corporali.
In "Cuore", invece, non solo nessun insegnante alza un dito, non alzano mai nemmeno la voce!
Certo, qui si parla di molti anni prima, ma se all'epoca dei miei bisnonni la scuola non la frequentava quasi nessuno, leggere di tutti questi operai (gente qualunque quindi, non solo signorotti) che, dopo le fatiche lavorative, andavano alla scuola serale, mi risulta decisamente inverosimile.
Per quanto riguarda i racconti mensili li ho trovati alla stregua del libro.
Fasulli, buonisti, e ipocriti per la maggior parte.
- In “Il piccolo patriota padovano” un ragazzino senza soldi e affamato restituisce il denaro che gli era stato donato da alcuni uomini, solo perché li sente in seguito insultare la sua patria, l'Italia. (Certo, come non crederci).

- In "La piccola vedetta lombarda" dei soldati si servono di un ragazzino per spiare i nemici, poi quando questo muore lo proclamano eroe. (Le famose lacrime di coccodrillo).

- In "Il piccolo scrivano fiorentino" un padre arriva a dire che non gli interessa se il figlio si ammala poiché questi non si impegna più a scuola come prima.
E si pente poi, quando scopre che lo scarso rendimento scolastico del figlio era dovuto alle notti insonni passate a svolgere di nascosto gran parte del lavoro paterno, anziché a dormire. (Che dolce papà!).

- In "Il tamburino sardo" ancora una volta un ragazzino viene sfruttato, maltrattato, e denigrato dal capitano dell'esercito piemontese. Una volta scoperto che questi si è ferito gravemente per adempire al proprio compito, il suddetto capitano si "abbassa" a fargli un complimento. (Quanta gratitudine).

- In "Sangue romagnolo" una nonna rinfaccia al nipote la qualunque, gli pronostica ogni disgrazia se non cambierà comportamento, fino a che non se lo ritrova senza vita fra le braccia. (Cuore di nonna).

Gli unici racconti che mi sono piaciuti sono stati:
- L'infermiere di Tata
- Dagli Appennini alle Ande

Gli unici in cui ho letto davvero un po' di sentimento, e non solo degli slogan pubblicitari.

il mio voto per questo libro