martedì 29 ottobre 2013

Books, Chocolate and... Friends ♥ "Hunger Games" (da capitolo 8 a capitolo 14)

Piccolo post giusto per ricordarvi che oggi, Martedì 29 ottobre, è il giorno del secondo appuntamento in cui il Gruppo di Lettura "Books, Chocolate and... Friends ♥" si riunisce per commentare i capitoli prestabiliti (8-14)  del primo volume della saga "Hunger Games" di Suzanne Collins.
Dunque invito sia i blog che hanno aderito all'iniziativa, sia chi non ha un blog ma ha partecipato ugualmente e chiunque volesse commentare con noi altre il libro a raggiungerci da "Il profumo delle pagine stampate" che oggi ospiterà l'iniziativa!
Per leggere invece i nostri pareri sui capitoli dal 1 al 7 andate Qui
Martedì 5 Novembre ci troveremo invece tutti da Tea & Recensioni per commentare il libro dal capitolo 14 al capitolo 21.
Vi aspettiamo numerosi!!!


sabato 26 ottobre 2013

In my Mailbox #2

Eccomi qui con il secondo appuntamento della rubrica "In my Mailbox", questo appuntamento consiste nel mostrare quelli che sono gli ultimi acquisti letterari e/o quelle che saranno le prossime letture alle quali ci dedicheremo.
Sono "fiera" di aver rispettato fedelmente la mia lista precedente, che potete trovare qui, ho letto e recensito tutti i libri che mi ero prefissata eccetto la saga di Hunger Games che è attualmente in corso, e che sto portando avanti insieme al gruppo di lettura "Books, Chocolate and... Friends ♥"


Passiamo ora ai prossimi titoli ai quali mi dedicherò: 

♥ "Amabili Resti" di Alice Sebold
Ho visto il film e quando ho scoperto che era tratto da un libro è sorta subito in me la voglia di leggerlo.
Un tema forte e straziante, la cui carica emotiva mi è stata confermata da alcuni pareri che ho letto a riguardo.
La curiosità ovviamente è aumentata e il libro è balzato in cima alla lista.





♥ "Cuore di ciccia" di Susanna Tamaro
Una lettura leggera credo sia necessaria per alternare un libro importante come quello su citato a quello successivo. 
Ho scelto questo perché quando ero piccola ho avuto modo di leggerne un estratto riportato in un libro di italiano di mia sorella Little Pigo.
Da allora entrambe avremmo voluto leggerlo tutto, poi ce ne siamo scordate...
Ultimamente però il ricordo è riaffiorato, e al ricordo è seguito ovviamente l'ordine.



♥ "Giro di vite" di Henry James
Non so molto di questo libro, so solo che Little Pigo ne ha letto la trama e me l'ha consigliato, dicendomi che da questo libro è stato tratto un film che mi è piaciuto molto.
Non mi sono posta altre domande, mi piacciono le sorprese.






♥ "P.S. I love you" di Cecelia Ahern
Anche di questo ho visto il film, per il quale non mi vergogno a dire ho pianto dall'inizio alla fine.
Ho preso il libro da moltissimo tempo, ma ho sempre rimandato la lettura, perché temo si rivelerà ancora più straziante. Ma ora sono pronta.






♥ "Jane Eyre" di Charlotte Brontë
Dopo aver letto Cime Tempestose della sorella più nota, passo a questo lavoro di Charlotte Brontë che mi è stato fortemente consigliato.
Anche di questo non so assolutamente nulla, e non vedo l'ora di leggerlo.







E per ora è tutto ^__^ 
Cosa ne pensate delle mie scelte?

mercoledì 23 ottobre 2013

Recensione: "Alis Grave Nil" di Barbara Schaer

Titolo: Alis Grave Nil
Autore: Barbara Schaer
Editore: Auto-pubblicato su Amazon
Genere: Fantasy
Pagine: 407
Prezzo:  0,89 €

Con questo romanzo inauguro una categoria nuova del blog, uno spazio dedicato agli autori emergenti.
Oggi voglio parlarvi di "Alis Grave Nil", romanzo di esordio di Barbara Schaer.
Il romanzo in questione mi è stato gentilmente inviato dall'autrice.

Trama:
Sara è pronta per un altro giorno della sua solita vita. La scuola, i dispetti della sorella Reb, le malignità delle vecchie amiche e la certezza di non contare granché. E' sicura che l'amore non faccia per lei e che le favole siano solo invenzioni per sognatrici. Ma proprio quel giorno, in un incontro tutt'altro che casuale, conosce Eric. Bellissimo e misterioso, protettivo e minaccioso, Sara intuisce che Eric è decisamente più che un ragazzo normale, ma quello che proprio non può immaginare è che la loro storia sia cominciata molto prima di incontrarsi e che le parole latine tatuate sul suo braccio nascondano un inquietante segreto... Senza curarsi di quanto il principe si confonda pericolosamente con il cacciatore, Sara dovrà lottare con tutta se stessa per opporsi alle forze oscure che minacciano di separarli per sempre e far vivere l'amore da fiaba che ha sempre desiderato.

Recensione:
Un libro piacevole e ben scritto, tra realtà e fantasia Barbara Schaer racconta un amore impossibile, due vite dai destini opposti che si incrociano e si intrecciano contro ogni previsione.
Il destino è uno dei protagonisti di questo libro.
La protagonista si chiede se esiste davvero, e i numerosi  perché di tutto quello che le sta accadendo nell'ultimo anno le affollano la mente.
Tante domande e tanti interrogativi, forse anche troppi.
Ad un certo punto i chiarimenti continui che Sara chiede ad Eric diventano ridondanti, e il tutto viene un po' a noia.
Lei chiede spiegazioni e lui non vuole risponderle, lei scappa e lui la insegue, e viceversa.
Nonostante questo rincorrersi, sia di spiegazioni che fisico, il libro racconta una piacevole storia d'amore.
Molto belle le riflessioni sull'amore eterno e quello effimero che spesso e purtroppo contraddistingue noi "umani", ci dice a chiare lettere che "l'amore è eterno... finché dura".

Considerazioni:
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Questo non è un genere che amo, lo confesso, provo una sorta d'insofferenza per le storie d'amore tra esseri umani e soprannaturali, dovuta forse alle poche scene che mi è capitato di vedere del film Twilight (mai vista una storia tanto stupida e insignificante riscuotere tanto immeritato successo).
Anche qui abbiamo il colpo di fulmine improvviso tra una ragazza timida e introversa e un ragazzo che pare troppo diverso dagli altri per essere uno di loro, troppo perfetto fisicamente, troppo misterioso, troppo silenzioso e che stranamente tende a brillare in alcune particolari occasioni.
Queste sono le similitudini tra le due storie che inizialmente mi hanno spaventato, ma per fortuna "Alis Grave Nil" non è così banale.
Sara è sì una ragazza timida e isolata, ma ha alle spalle una storia che giustifica le mille insicurezze e i timori che la caratterizzano.
Il senso di colpa che prova per la morte dei genitori la rende remissiva nei confronti di sua sorella, la spregevole Reb.
Tra le due è una continua lotta dalla quale la maggior parte delle volte Sara esce sconfitta, soprattutto perché si arrende.
È abituata a perdere con Reb, da sempre considerata la sorella più bella e popolare, e quelle poche volte che Sara sembra avere fra le mani la carta vincente, Reb la spiazza con un poker d'assi: il senso di colpa.
A suo dire è colpa di Sara se i genitori sono morti, poiché si trovavano in macchina con lei per presenziare ad un suo saggio di  musica.
Eric è un angelo caduto (non un banale vampiro), è caduto quando ha salvato Sara dall'incidente in cui si è ritrovata coinvolta e l'ha fatto perché innamorato di lei...
E qui mi tocca aprire una parentesi, che riguarda l'unica cosa che non ho compreso di questo racconto.
Se Eric era un angelo, ed è caduto nel momento in cui ha salvato la vita a Sara (gesto fatto perché ne era già innamorato), quando se ne è innamorato???
Io sinceramente non l'ho capito, speravo in una spiegazione, aspettavo che tra le millemilioni di domande poste da Sara ci fosse anche questa, a mio parere, fondamentale. 
Immaginavo che Eric alla fine confessasse di essere sempre stato il suo angelo custode sin da quando era bambina, così si sarebbero spiegate tante cose (Eric sapeva tanto di lei, del suo passato, della sua casa, di dove teneva le cose nella dispensa, che da bambina raccoglieva i sassolini sulla spiaggia ecc.), e invece niente!
Non sappiamo nulla, quando Eric si è innamorato? Come fa a conoscere così bene Sara?
L'autrice ci regala un lieto fine che sicuramente farà felice i più, ma io invece avrei preferito un finale tragico che avrebbe dato al libro un tocco di fatalismo e di romanticismo in più.
Perché dar seguito ad un amore impossibile? 
Sara tra un po' di anni diventerà una donna e Eric resterà, almeno di aspetto, un adolescente, lei diventerà anziana e morirà... che cosa ne sarà di Eric poi?
Confesso che avrei preferito vedere lei investita dal treno, o vedere uno dei due morire tragicamente in battaglia. No, non sono cattiva! Ma qui il finale tragico avrebbe reso meglio.
Se pensiamo ad esempio al famosissimo film "City of Angels" tutti lo ricordiamo come un film memorabile, romantico e struggente, di certo non per la bellezza e il fascino di Nicolas Cage XD, ma proprio per il finale tragico!
Lui rinuncia alla sua identità angelica per amore di lei, lei muore, e noi tutti a singhiozzare T^T
Tornando al libro in questione, mentre lo leggevo pensavo che l'unico lieto fine possibile, potesse essere la rinuncia di lui alla sua identità di angelo, ma nulla, lui è rimasto angelo e lei una comune mortale.
Insomma leggendo mi sono fatta parecchio trasportare dalla fantasia XD
Un libro carino, leggero e scorrevole, lo coniglio agli amanti del genere, e a chi crede negli amori impossibili.


Il mio voto per questo libro

martedì 22 ottobre 2013

Books, Chocolate and... Friends ♥ "Hunger Games" (da capitolo 1 a capitolo 7)

Eccoci qui finalmente al primo appuntamento ufficiale con il gruppo di lettura "Books, Chocolate and... Friends ♥".
Oggetto della discussione sono i primi sette capitoli del primo volume della saga "Hunger Games" di Suzanne Collins.
I blog che la scorsa volta hanno confermato la partecipazione sono i seguenti:


A fine post troverete il risultato di chi tra questi ospiterà l'iniziativa la prossima volta, ovvero Martedì 29, in cui discuteremo del libro da capitolo 7 a capitolo 14.
Naturalmente chi non ha un blog, ma ha comunque letto i primi sette capitoli del libro è liberissimo, anzi è fortemente invitato a partecipare alla discussione... più siamo meglio è!
E ora bando alle ciance!! Passiamo al libro *-*

Titolo: Hunger Games
Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 2013
Pagine: 370
Prezzo: 13,00 €


Trama dei primi sette capitoli: 
In seguito ad una rivolta tredici distretti si ribellarono a Capitol City. 
I dodici distretti sopravvissuti alla rivoluzione vennero sottomessi e costretti a offrire ciascuno, ogni anno, in sacrificio, un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni, in segno di pentimento e di sottomissione al potere della città. 
I ragazzi venivano scelti tramite un'estrazione, durante quella che veniva chiamata la "cerimonia di mietitura", per partecipare a quelli che vennero definiti gli "Hunger Games".
Gli Hunger Games sono dei giochi trasmessi in diretta nazionale, dove i 24 tributi (due per distretto) si sfidano in una battaglia mortale, dalla quale solo uno ne esce vittorioso.
È il giorno della mietitura e Katniss per risparmiare sua sorella, risultata estratta dal sorteggio, si offre come volontaria.
Per la parte maschile viene estratto Peeta Mellark, ragazzo che Katniss conosce perché anni prima, inconsapevolmente, le ha salvato la vita, la sua e quella della sua famiglia.
I due ragazzi vengono portati a Capitol City dove subiscono un restyling dell'immagine e successivamente, dopo la sfilata d'apertura dei giochi, partecipano a tre giorni di allenamento intensivo.
Qui hanno occasione di osservare gli altri tributi e farsi un'idea su di loro.
Molti, in particolar modo quelli provenienti dai distretti più poveri, appaiono intimoriti e impreparati, esattamente, forse anche più, di loro, ma c'è un gruppo, quello dei favoriti, che sembra allenarsi a questo da tutta la vita.
Quante speranze ha Katniss di farcela?
Sarà riuscita ad impressionare gli strateghi?
E Peeta? Può davvero fidarsi di lui?
Qual è la vera storia della ragazza senza voce?
Queste sono le domande con cui ci lascia il capitolo sette.

Recensione:
Hunger Games è ambientato nel futuro, in un epoca indefinita, a Panem, una nazione sorta dopo la distruzione quasi totale del pianeta avvenuta in seguito a numerosi cataclismi.
Il racconto è narrato in prima persona, esattamente nel momento in cui si svolge, come se fossimo nella testa della ragazza. 
Gli eventi non ci sono descritti secondo una linearità temporale, ma come accade anche nella realtà, ci sono particolari osservati, odori percepiti e sensazioni che fanno rivolgere la mente della protagonista ai ricordi, e sono proprio questi ricordi che permettono al lettore di conoscere man mano vari episodi del suo passato.
La sua vita, la sua famiglia, la storia di Capitol City, dei tributi, degli Hunger Games ci vengono svelate poco a poco, quando i ricordi riaffiorano.
Un modo di raccontare che coinvolge e non annoia, anzi permette di porsi sempre e continuamente delle domande, dato che non ci è tutto servito sul piatto d'argento.
Il racconto non manca di note sarcastiche e anche spiritose, come possono essere i pensieri della protagonista soprattutto nei riguardi di Effie Trinket e degli abitanti di Capitol City.
Una lettura che per ora non ha deluso, anzi mi ha coinvolto così tanto che non vedo l'ora di proseguire.

Considerazioni:
Inizio col dire che leggere un libro avendone già visto il film ha i suoi pro e i suoi contro.
A mio parere uno dei pro è riuscire a dare un volto ben definito ai personaggi e poter avere in mente in modo altrettanto definito l'ambientazione in cui siamo immersi.
Tra i contro, questi decisamente maggiori per rilevanza, c'è purtroppo il conoscere già la storia, non essere troppo soggetti alla suspense o alle sorprese, (anche se i film comunque non rispecchiano mai in maniera assolutamente veritiera la realtà, quindi qualche sorpresa c'è sempre, anche in questo caso) aspettarsi che le cose vadano in un certo modo, e restare storditi nel rilevare discordanze nel confronto.
Ed è forse proprio il confronto l'aspetto più negativo.
Pensare costantemente "questo era reso meglio nel film", "questo si capisce molto meglio nel libro", "questa cosa nel film era diversa, perché l'hanno cambiata?" ecc distrae e disturba un po' la lettura e il conseguente immergersi nel racconto.
Così ho letto questi primi sette capitoli provando a dimenticare di aver già visto il film, e ho pensato che leggendo per la prima volta le parole "mietitura", "tributo", "Hunger Games" non avrei proprio saputo cosa immaginarmi! 
E scoprirlo pagina per pagina sarebbe stato decisamente più avvincente. 
Ad ogni modo a mio parere il libro riesce a coinvolgere così tanto che per tutto il tempo ho desiderato di non aver visto il film per poter riuscire a godermelo a pieno.

Mentre leggevo segnavo i passaggi che più mi colpivano e ho piacere a condividerli con voi.


* 
"Poi accade qualcosa di inaspettato. O almeno sono io che non me l'aspetto, perché penso che il Distretto 12 non sia un luogo in cui ci si preoccupa per me. Ma qualcosa è cambiato, dopo che mi sono fatta avanti per prendere il posto di Prim, e adesso sembra che io sia diventata una persona cara.
Prima uno, poi un altro, poi quasi tutti i componenti del pubblico portano le tre dita di mezzo della mano sinistra alle labbra e le tendono verso di me. È un antico gesto del nostro distretto, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta ai funerali. Significa grazie, significa ammirazione, significa dire addio a una persona a cui vuoi bene."
* 
Qui viene descritto il saluto che il Distretto 12 rivolge a Katniss, un modo per dimostrarle riconoscenza e gratitudine, un modo per salutarla. Un passaggio particolarmente toccante.


* * 
"Lentamente, mia madre si riprese. Cominciò a pulire e a cucinare e a mettere via per l'inverno un po' del cibo che portavo a casa. La gente faceva baratti con noi oppure pagava in denaro i medicinali di nostra madre. Un giorno la sentii persino cantare.
Prim era eccitatissima di riaverla con sé, ma io la osservavo aspettando che ci svanisse sotto il naso un'altra volta.
Non mi fidavo di lei. E qualche piccola e contorta parte di me la odiava per la sua debolezza, per il suo cedimento, per i mesi che ci aveva fatto passare.
Prim la perdonò, ma io mi ero allontanata da mia madre, avevo eretto un muro per proteggermi dal bisogno che avevo di lei, e nulla tra noi era più come prima.
E ora sarei morta senza avere rimesso a posto le cose.
Ho pensato a come oggi me l'ero presa con lei, nel Palazzo di Giustizia.
Le avevo anche detto che le volevo bene, però. Magari quello avrebbe sistemato tutto."


* * 
In questo passo viene descritta la guarigione della mamma, che lentamente esce dal tunnel buio in cui si era isolata e torna ad esserci per le sue figlie. Katniss, non l'ha mai perdonata fino in fondo e ora che potrebbe morire è colta dal senso di colpa. Forse poteva essere più indulgente nei suoi confronti, le voleva bene e forse non gliel'ha mai dimostrato abbastanza.

* * * 
"Finora ho assaggiato un'arancia una sola volta, un Capodanno, quando mio padre ne comprò una come prelibatezza speciale. 
Una tazza di caffè. Mia madre adora il caffè, che però non potevamo permetterci quasi mai, ma per me ha un gusto amaro e insignificante. 
C'è anche una tazza piena di una cosa densa, di un bel marrone intenso, che non ho mai visto.
—La chiamano cioccolata calda — dice Peeta. — È buona.
Prendo un sorso del liquido cremoso, dolce e caldo, e un brivido mi percorre. Anche se il resto del pasto è invitante, lo ignoro finché non ho vuotato la tazza. 
Poi mi ficco in bocca tutto quello che posso, che è tanto, stando attenta a non esagerare con la roba più sostanziosa. Una volta mia madre mi disse che mangiavo come se non avessi mai più dovuto rivedere del cibo. Io le risposi: — E non lo rivedrò, infatti, a meno che non sia io a portarlo a casa. — Questo le chiuse la bocca."
* * * 
E infine questo paragrafo in cui emergono tutte le ristrettezze a cui gli abitanti del Distretto 12 sono abituati.
Katniss ha sedici anni e ha assaggiato un'arancia solo una volta, per un'occasione di festa come può essere il Capodanno. Non ha mai assaggiato la cioccolata, anzi ne ignora addirittura l'esistenza. 
E' stato bello condividere assieme a lei la sua prima tazza di cioccolata, me ne ha fatto venire anche il desiderio.
Ho sorriso quando Katniss nota Peeta intento ad intingerci dentro il pane, e ho immaginato i suoi pensieri, o meglio quelli che sarebbero stati i miei in quel momento, una cosa tipo "uffa perché non ci ho pensato anch'io?"
E non mi sono sbagliata, perché appena le si presenta l'occasione, alla colazione successiva, Katniss fa proprio quella cosa, intinge il pane nella cioccolata *-* 
Poverina era rimasta con il desiderio... la capisco T^T

E ora passiamo all'analisi dei personaggi così come mi sono apparsi ora, in questi primi sette capitoli.

Katniss:
È una ragazza sensibile, ma allo stesso tempo determinata.
Quando ha soli undici anni suo padre muore in un incidente in miniera e lei è costretta, nonostante sia ancora una bambina, a sobbarcarsi il peso di una famiglia da mantenere: una madre troppo scossa dal dolore per reagire, e una sorellina troppo fragile, da proteggere da qualsiasi cosa, ad ogni costo.
Katniss mette da parte la sua sofferenza e la nasconde con una maschera d'indifferenza.
Impara a controllare le emozioni e lo fa anche quando è sul palco della cerimonia di mietitura.
Non permetterà a nessuno di leggere le sue debolezze, e non permetterà a se stessa di mostrarle.
Deve vincere, o almeno deve provarci, deve farlo per Prim.

Rapporto tra Katniss e suo padre:
In queste pagine si può leggere la tenerezza del rapporto padre-figlia.
Un padre che le ha insegnato tutto quello che ora potrebbe portare Katniss alla salvezza.
Loro erano uniti, con lui Katniss ha imparato a non aver paura dei boschi, a cacciare, a riconoscere le piante commestibili da quelle velenose, a mercanteggiare.
Lui era il sostegno suo e della sua famiglia, ma ora Katniss ha imparato a sorreggersi da sola e a provvedere a quello che resta della sua sgangherata famiglia.

Rapporto tra Katniss e sua madre: 
Nonostante le voglia bene, Katniss prova per sua madre una sorta di delusione e di rancore.
Non le perdona di essere stata così debole, di non aver lottato, di aver abbandonato lei e la sorella proprio nel momento in cui avrebbero avuto più bisogno della sua forza e della sua presenza.
Dopo l'incidente in miniera Katniss ha la consapevolezza di aver perso non solo suo padre, ma anche sua madre, e ora che si trova lontano da casa, al centro addestramento, si rammarica di essere stata troppo dura con lei, di non aver espresso maggiore affetto nei suoi riguardi.

Rapporto tra Katniss e Prim: 
Ho letto in questo affetto un'estrema dolcezza, e mi sono immedesimata in Katniss e nel suo desiderio di proteggere la sorellina da ogni pericolo e nella sua preoccupazione costante. 
L'ho compresa, l'ho capita e l'ho compatita. 
Leggere di questo rapporto, assieme al coraggio, alla fierezza, al rifiuto di essere commiserata e compatita mi hanno portato a stimare la protagonista di questo libro.

Peeta:
Un personaggio difficile da decifrare.
Inizialmente appare un ragazzo buono come il pane XD, dolce, timido e insicuro. 
Ho provato subito affetto e tenerezza per il suo personaggio, mi sono ritrovata leggendo a pensare "che dolce Peeta", "che carino Peeta".
Si, perché penso che lui abbia volontariamente buttato il pane nel fuoco, andando incontro alle ire e alle percosse della madre, per poterlo offrire a Katniss della quale, immagino, fosse già in po' infatuato.
Andando avanti nella lettura emergono alcune discordanze, che portano Katniss e di conseguenza il lettore a dubitare un po' dei reali fini dei suoi contraddittori atteggiamenti.
Sarà la sua solo una strategia? La sua intenzione è quella di fingersi amico per poi poterla pugnalare più facilmente alle spalle? 
Lo scopriremo solo leggendo...

Rapporto Katniss/Peeta: 
Un po' d'imbarazzo aleggia sin dall'inizio fra i due. 
Katniss si sente da sempre in debito con il ragazzo, lui l'ha aiutata nel momento più brutto della sua vita e lei non ha mai avuto modo di ringraziarlo.
Lei resta colpita dalla bontà che il ragazzo manifesta con i suoi gesti e temendo di affezionarsi a lui decide di ignorarlo. Un cuore buono per lei è più pericoloso di un cuore cattivo, e un affetto sul campo di guerra rappresenterebbe per lei solo un punto debole.
Successivamente, alcuni comportamenti del ragazzo fanno sorgere in lei mille dubbi.
Forse Peeta si finge suo amico, forse il suo è un meschino piano architettato per indurla a fidarsi di lui per poi ucciderla con maggior facilità.
Con questi sospetti il rapporto fra i due si raffredda. 
Si parlano solo perché è necessario solo perché gli è imposto dai loro preparatori.
Loro devono apparire uniti.
Uniti nella battaglia, uniti nella protesta, uniti per catturare l'attenzione del pubblico e degli sponsors.

Effie Trinket:
È il ritratto più fedele, che abbiamo modo di analizzare, di quella che è la personalità tipica degli abitanti di Capitol City.
Stravaganti, eccentrici, quasi alieni. 
Vestono con colori esageratamente accesi e artificiali, indossano parrucche acconciate nei modi più strambi e colorate di qualsiasi colore. 
Si truccano indistintamente che siano essi uomini o donne, e non si limitano a truccare il viso, tingono tutto il loro corpo nelle tinte più disparate. 
Una realtà estremamente diversa da quella del Distretto 12
Capitol City è una città immensa, lussuosa, colorata, super tecnologica, fredda e insensibile e i suoi abitanti ne rappresentano il riflesso perfetto.
Persone che non hanno mai dovuto lavorare un giorno nella loro vita, a cui basta spingere un bottone per avere un lauto banchetto a disposizione, a cui il cibo nello stomaco non è mai mancato un solo giorno nella vita.
Katniss riflette su questo e ne è disgustata, ma ancor più è disgustata dal modo in cui questa gente guarda agli "Hunger Games".
Per loro sono occasione di intrattenimento e divertimento. Li attendono con gioia e ansia e non si fanno scrupoli a esternare i propri entusiastici sentimenti anche di fronte ai tributi, le vittime sacrificali.
Katniss non crede alle sue orecchie quando Effie descrive entusiasta quello che li attende, e la frase "Cerco di immaginare per un istante cosa deve esserci dentro la testa di quella donna. Quali pensieri riempiono le sue ore di veglia? Che sogni fa, la notte? Non ne ho idea" esprime bene quelli che sono stati i miei stessi pensieri durante la lettura.
Un personaggio così assurdo e incomprensibile alla coscienza umana che non si riesce nemmeno ad odiare.
Una pazza esaltata come la città in cui vive, dove i tributi non sono visti come persone, ma solo come insignificanti pedine da muovere sul campo da gioco. Pedine da far risplendere, da mettere in luce agli occhi del pubblico, pedine su cui scommettere e da mandare a morire.
Nessun senso di colpa, nessun richiamo di coscienza, solo lo show ha importanza.

E ora tocca a voi, ditemi tutto quello che vi è passato per la testa leggendo questo libro, cosa ne pensate della storia e dei personaggi?
P.S: Molte di voi hanno aderito all'iniziativa seppur abbiano già letto il libro, in questo caso state attente a non spoilerare nulla a noi altre! Atteniamoci a quello che abbiamo letto in questi sette capitoli! Grazie ^__^

Ah ecco cosa dimenticavo!!
Il blog risultato estratto dalla mia personale cerimonia della mietitura XD, quindi il blog che ospiterà la settimana prossima questo gruppo di lettura è... Il profumo delle pagine stampate potete vedere il risultato dell'estrazione (effettuata con random.org) cliccando QUI
Sperando che man mano la partecipazione da parte di altri blog aumenti vi lascio, se volete aggiungetevi QUI così ci teniamo in contatto, anche all'infuori di questo spazio.
Aspetto curiosa le vostre impressioni. ^__^


domenica 20 ottobre 2013

Estratto: "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu

Quello che vi propongo oggi è un breve estratto tratto dal libro "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu, uno dei passi che mi è capitato di segnare mentre lo leggevo, uno dei più significativi, a mio parere.
Un breve dialogo tra il signor Méliès e il piccolo Jack, in cui l'uomo prova ad esortare il ragazzino a  lasciarsi andare ai sentimenti, ad essere imprudente e a non vivere con la costante paura di soffrire.
Insomma ci mette di fronte al'eterno quesito: è meglio amare e soffrire o non soffrire, ma non amare mai?
A voi la risposta.

...Georges Méliès scuote la testa lisciandosi i baffi. 
Cerca le parole come un chirurgo sceglierebbe gli strumenti. 
-“Se hai paura di farti male, aumenti le probabilità di fartene sul serio. Guarda i funamboli: secondo te, quando camminano sulla corda tesa pensano che potrebbero cadere? No, accettano il rischio, e assaporano il gusto che procura scampare al pericolo. Se passi la vita cercando di non romperti niente, ti annoierai tantissimo, credimi... Non conosco nulla di più divertente dell’imprudenza! Guardati! Dico‘imprudenza’ e ti si illuminano gli occhi! Ah! Ah! Quando a quattordici anni si decide di attraversare l’Europa per una ragazza, vuol dire che si propende seriamente per l’imprudenza, o sbaglio?” 
-“Sì, sì... Ma lei non avrebbe qualcosa per irrobustire un po’ il mio cuore?” 
-“Ma certo... Ascoltami bene, sei pronto? Ascoltami con molta attenzione: l’unica cosa, come dici tu, che ti permetterà di sedurre la donna dei tuoi sogni è proprio il tuo cuore. Non quello a forma di orologio che ti hanno aggiunto alla nascita. Parlo di quello vero, quello che sta sotto, fatto di carne e sangue, quello che palpita. È con quello che devi lavorare. Dimentica i tuoi problemi di meccanica, così li renderai meno importanti. Sii imprudente e soprattutto dona, dona te stesso senza pensare!”




venerdì 18 ottobre 2013

Chi ben comincia... #1

Oggi con questo primo appuntamento anch'io inauguro la tanto apprezzata rubrica "Chi ben comincia"
Questa rubrica molto simpatica e utile è stata creata da Alessia de "Il profumo dei libri"


Poche e semplici le regole:
Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
Aspettate i commenti

Ho scelto l'incipit del primo capitolo della saga "Hunger Games" di Suzanne Collins, che ho iniziato da poco e che commenteremo con altre blogghine nel gruppo di lettura "Books, Chocolate and... Friends ♥"


"Hunger Games" di Suzanne Collins

*   *   *  

"Quando mi sveglio, l'altro lato del letto è freddo. Allungo le dita per cercare il calore di Prim, ma trovo solo la tela grezza della fodera del materasso. Avrà fatto un brutto sogno e si sarà infilata nel  letto della mamma. Ma certo. Oggi è il giorno della mietitura.
Mi sollevo su un gomito. Nella stanza c'è abbastanza luce per vederle. Prim, la mia sorella minore, è sdraiata su un fianco, rannicchiata contro il corpo di nostra madre, le guance vicinissime.
Nel sonno la mamma sembra più giovane, un po' consumata, ma non troppo male in arnese.
Il viso di Prim è fresco come una goccia di pioggia e incantevole come la primula da cui ha preso il nome.
Una volta anche mia madre era bellissima. O almeno così dicono.
Seduto, di guardia accanto alle ginocchia di Prim, c'è il gatto più brutto del mondo.
Naso schiacciato, un orecchio mozzo, occhi color purè andato a male.
Prim l'ha chiamato Ranuncolo perché dice che il suo pelo giallastro ha lo stesso colore di quel fiore.
Mi odia. O almeno non si fida di me.
Anche se sono passati anni, credo che si ricordi ancora di quando Prim lo portò a casa e io
cercai di affogarlo dentro un secchio.
Un gattino rognoso, la pancia gonfia di vermi, pieno di pulci.
L'ultima cosa che mi serviva era un'altra bocca da sfamare.
Ma Prim iniziò a implorare e si mise anche a piangere e dovetti farlo restare.
Alla fine fu meno peggio del previsto.
Dopo che mia madre l'ebbe sverminato, scoprimmo che era un cacciatore di topi di prima categoria.
Ogni tanto prende anche qualche grosso ratto.
Certe volte, quando pulisco la preda, lascio a Ranuncolo le interiora. E lui ha smesso di soffiarmi contro.
Interiora e niente soffi. È la cosa più vicina all'amore che ci sarà mai tra noi."


*   *   *  

Come da regole del gruppo di lettura per ora ho letto solo i primi sette capitoli, che ho divorato in mezza giornata.
Mi sta davvero prendendo molto e non vedo l'ora di proseguirlo.
Voi l'avete già letto?

giovedì 17 ottobre 2013

Recensione: "Emma" di Jane Austen

Titolo: Emma
Autore: Jane Austen
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 2010
Pagine: 576
Prezzo:  8,90 €

Trama:
Emma Woodhouse racchiude in sé quelle che possono essere le migliori qualità che si possono augurare ad una giovane donna di quasi ventun anni, è bella, intelligente, e ricca.
Vive sola con suo padre Mr. Woodhouse, un uomo affettuoso ed indulgente, in una casa confortevole e sino ad ora ha avuto ben poche cose di cui affliggersi o contrariarsi.
Sua madre è morta quando lei era ancora una bambina e sua sorella maggiore Isabella si è sposata anni prima abbandonando la casa paterna. 
Dalla morte della madre fu affidata alle cure di Mrs Taylor, la sua amorevole istitutrice e amica.
Quando anche Mrs. Taylor si sposa, Emma ha un momento di sconforto e rimasta sola, impegna la sua mente combinando tra i suoi conoscenti quelle che, nella sua fantasia, sono le unioni più auspicabili di sempre.
La sua amica Harriet Smith diventa la sua cavia preferita, e fantastica per lei, un eccellente matrimonio con Mr. Elton, il vicario del villaggio.
A nulla servono le continue prediche di  Mr. Knightley amico di famiglia e cognato di Isabella, unico che cerca, con le sue osservazioni, di riportarla alla realtà.
Emma è cresciuta essendo continuamente adulata, innalzata, e lodata, è perciò fortemente convinta dei suoi meriti e della propria capacità di giudizio, ed il vero lato negativo della sua personalità è proprio la sua presunzione, assieme ad  un'inclinazione a pensare un po' troppo bene di se stessa e a vedere negli altri difetti che appartengono a sé.
La stima nel proprio intelletto la porta spesso a far troppo a modo suo, a commettere innumerevoli errori di valutazione e a ferire gli altri.
Riuscirà Emma a capire i suoi limiti prima di perdere tutto quanto? 

Recensione:
Emma è il solito romanzo Austeniano, caratterizzato dalle solite tematiche, le solite ambientazioni, le solite personalità a cui la scrittrice ci ha abituato.
A differenza di altri suoi romanzi, questo, non ha la capacità di appassionare e coinvolgere.
Sono stata più volte sul punto di abbandonarlo, una lettura noiosa, ripetitiva, e prevedibile.
Uno svolgimento delle vicissitudini sentimentali troppo scontato, soprattutto se si ha avuto modo di leggere qualche altro romanzo della stessa autrice, in questo caso già dalle prime descrizioni e dalle prime battute fra i personaggi è ben prevedibile dove l'autrice vuole andare a parare, e di conseguenza lo svolgersi di tutta la storia.
Sin dai primi botta e risposta tra Emma e Mr. Knightley, si vede una somiglianza con i dialoghi (anche se qui decisamente più spenti e insipidi) letti tra Elizabeth e Mr. Darcy in "Orgoglio e Pregiudizio".
A differenza di quest'ultimo però, qui  i personaggi sono privi di qualsiasi attrattiva, non coinvolgono né spingono ad affezionarsi a loro.
La protagonista, Emma, è di un'arroganza, una presunzione e antipatia più unica che rara, e tutti gli altri personaggi sono totalmente privi di brio, simpatia e sarcasmo.
La parola più adeguata a descrivere il tutto è: Noia!
Emma è antipatica, ma non tanto da odiarla, Harriet è ingenua, ma così sciocca che non si può compatirla, Jane Fairfax è il personaggio più degno di stima fra tutti, ma non tanto simpatica da amarla. 
A Mrs. Elton è affidato il ruolo della "cattiva" del romanzo, ma si finisce per essere spesso d'accordo con lei tanto la protagonista, Emma, è insopportabile.
Stesso discorso vale per i personaggi maschili, nessuno è capace di suscitare sentimenti forti e decisi, e un romanzo, nel bene o nel male, deve emozionare.
Se a fine lettura non ti lascia niente, come in questo caso, significa che leggendolo hai solo sprecato tempo. 

Considerazioni:
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Comincio col dire che più vado avanti leggendo i romanzi di Jane Austen più capisco che non è il mio genere.
Non è una scrittrice che riesce a farmi appassionare e innamorare, e più leggo i suoi lavori più mi sento di affermare che: "letto uno, letti tutti".
Ho apprezzato "Ragione e Sentimento" anche se ne ho odiato il finale. 
Mi è piaciuto "Orgoglio e Pregiudizio", di cui, rispetto al primo, ho preferito i dialoghi e il finale, anche se come storia e personaggi continuo a preferire "R&S", di cui, "Orgoglio e Pregiudizio" mi è parso essere una brutta copia.
Con "Mansfield Park" ho capito che il suo stile e le sue scelte non mi avrebbero mai soddisfatto del tutto.
I suoi personaggi, o meglio quelli che la stessa scrittrice sembra prediligere, e a cui riserva i finali migliori, sono, il più delle volte, quelli che meno approvo.
Ma non è certo solo per i finali deludenti che sento di poter dire che non è la scrittrice che più rispecchia i miei gusti, anzi proprio per smentire questo dico che "Ragione e Sentimento" è, tra quelli che ho letto, quello che più ho preferito, nonostante abbia il finale che più mi ha deluso.
Tornando ad Emma, Jane Austen ci descrive una protagonista insopportabile, viziata, egocentrica e presuntuosa.
Emma è convinta delle sue stupide idee e convinzioni, manipola le persone, prima fra tutte la sua amica Harriet,  affinché tutto vada secondo i suoi piani, ovvero secondo quello che è meglio per sé.
Ha perso la sua amica e confidente, Miss Taylor, e avendo bisogno di un rimpiazzo, per alleviare la sua solitudine, decide che sarà Miss Smith (Hariett) che avrà quel ruolo.
Ne fa la sua prescelta poiché, essendo questa in tutto inferiore a lei, in un confronto ne sarebbe sempre uscita vittoriosa.
La preferisce ad una Jane Fairfax contro la quale invece, in un eventuale paragone, sarebbe sicuramente uscita sconfitta, la superiorità d'intelletto, di carattere, di sentimenti e dei modi di Jane l'avrebbe fatta sfigurare rivelando la sua reale pochezza.
Ed è per questo che Emma mal vede Jane, la invidia, e quindi l'allontana e inventa voci e chiacchiere sul suo conto senza farsi troppi scrupoli e, cosa più grave, giustificando sempre se stessa, ritenendosi sempre nel giusto.

"continuò a camminare, divertendosi a riflettere sugli equivoci che spesso nascono da una conoscenza parziale delle circostanze, sugli errori in cui cadono sempre persone che hanno la pretesa di essere infallibili"

Il classico caso del bue che dice cornuto all'asino.
È questo in realtà che rende Emma così antipatica, lei crede sempre di avere ragione, di fare quello che è bene per chi le sta attorno, quando invece, dall'inizio alla fine, non pensa ad altro che a se stessa e al proprio benessere.
Allontana Harriet da quelle che sono le sue vere amiche, le sorelle Martin, e la convince a non sposare un ragazzo di cui palesemente è innamorata, millantando una preservazione dei suoi diritti, ma agendo in realtà solo perché il matrimonio avrebbe fatto conseguentemente scendere Harriet di rango sociale, dunque lei avrebbe perso un'amica.
In seguito, quando Harriet s'innamora dell'uomo di cui lei stessa si scopre innamorata, cambia tutto.
Harriet non è più degna di un buon matrimonio come lo era prima, non è più la ragazza che chiunque sarebbe stato fiero di prendere in moglie, ma è solo troppo stupida e presuntuosa da aspirare a tanto.
Emma per tutto il tempo l'ha illusa, le ha fatto credere di poter aspirare al meglio, ma quando l'idea del meglio di Harriet va contro i propri interessi, non si è fa scrupoli a sminuirla e ad allontanarla da sé e dalla sua cerchia privilegiata. 
Emma prova un leggero senso di colpa per tutto quello che ha fatto, ma nulla le impedisce di coronare il suo capriccio improvviso d'amore.
Per non parlare di quando Mrs. Taylor le fa presente l'ipotesi di un eventuale matrimonio tra Mr. Knightley e Miss Fairfax.
In quell'occasione lei si oppone fortemente, non può sopportare che il nipotino perda l'eredità in favore di una futura Mrs. Knightley... no,  Mr. Knightley non può assolutamente sposarsi!
Quando realizza che sarà proprio lei la futura Mr. Knightley, del nipotino se ne infischia bellamente, anzi ci si fa anche una risata su! È odiosa!
Jane Austen le regala un immeritato lieto fine, che non ho assolutamente apprezzato.
La fine da zitella attaccata alla gonna di suo padre, come lei stessa si era divertita a definire la povera Miss Bates, sbeffeggiandola e prendendosi gioco di lei, era quella che più si sarebbe meritata!
Invece la Austen ne premia la stupidità facendole avere addirittura il matrimonio migliore, quello più invidiabile.
Non ho affatto amato questo romanzo, perché oltre ad avere una protagonista in tutto e per tutto detestabile, è caratterizzato da una storia e da personaggi terribilmente noiosi.
Harriet, una sciocca altamente manipolabile. Non ha personalità e s'innamora di chiunque le mostri un minimo di gentilezza.
Mr. Woodhouse lamentoso e noioso.
Miss Bates chiacchierona e sciocca.
Frank Churchill pessimo nei confronti della sua amata.
Mr. e Mrs. Elton villani a cui piace esclusivamente pavoneggiarsi. 
Nessun personaggio brilla d'ironia come quella che ha caratterizzato ad esempio Mr.Bennet (padre di Elizabeth in Orgoglio e Pregiudizio)
I pochi personaggi che ho apprezzato sono stati:
Miss Jane Firefax e i due fratelli Knightley.
Jane Firefax mi è piaciuta sin dall'inizio, e sicuramente l'avrei preferita ad Emma come protagonista di un romanzo.
Unica cosa che non ho amato in lei è stato il chiarimento finale con Emma, in cui senza motivo si sottomette a lei, lodandone le (inesistenti) doti (cosa che fanno un po' tutti i personaggi in questo romanzo, fatta eccezione solo di Mrs. Elton, unica ragione per cui ho apprezzato un po' quest'ultima XD) e chiedendole addirittura scusa... 
Ma scusa per cosa? Dopo che Emma l'ha infangata senza nessuna prova! 
Io l'avrei mandata al suo paesino bello U_U
E a proposito, ci tengo a ricordare il ragionamento che "Santa Emma" fa tra sé e sé accusando Jane Firefax di cose di cui nemmeno ha le prove, accuse che dovrebbe rivolgere invece a se stessa.

"Sarebbe meglio veder preferire un'estranea che un'amica intima; con un'estranea la cosa non si ripeterebbe, ma la sofferenza di avere un'amica molto intima sempre tra i piedi, che fa tutto meglio di te! Povera Miss Dixon..." "....c'era una persona, credo, che doveva rendersene conto: la stessa Miss Fairfax. Lei doveva rendersi conto di quella predilezione così inappropriata e pericolosa"

Ovvero esattamente quello che ha fatto con Harriet, non rendendosi conto di essere lei la protagonista delle attenzioni di Mr. Elton.
Di John Knightley ho apprezzato la sprezzante ironia, ero totalmente concorde con lui quando andava contro alle stramberie di Mr. Woodhouse.
E sia in lui che nel fratello George ho apprezzato la capacità di giudizio.
George Knightley unica figura maschile capace di discorsi sensati, e che apprezzavo mi è poi caduto sulla scelta della sua amata. 
L'avrei preferito innamorato non corrisposto di Jane Firefax o in un matrimonio con Harriet, che però sin dall'inizio avevo intuito sarebbe finita tra le braccia di Mr. Martin.
E la banalità è l'ultimo motivo per cui non riesco a dir bene di questo romanzo, e ormai a tutti quelli scritti da Jane Austen, che, come ho detto all'inizio delle mie considerazioni: "letto uno, letti tutti".
E dopo aver letto il primo vi assicuro che i successivi sono di una prevedibilità assoluta.
I meccanismi sono sempre i medesimi, e non riesco ad apprezzare pienamente una scrittrice che non fa altro che scrivere la stessa storia cambiando solo ambientazioni e nomi dei personaggi.
Qui già dai primi dialoghi tra Emma e Mr. Knightley si capisce che andranno a finire insieme, poiché (come ho già espresso), nei loro botta e risposta si legge lo stesso sarcasmo, le stesse frasi pungenti che si sono già lette tra Mr. Darcy e Elizabeth in Orgoglio e Pregiudizio.
La fine di Harriet con Mr. Martin è altrettanto prevedibile già dalle prime opposizioni della protagonista a quell'unione. 
E anche la tanto nascosta storia tra Frank Churchill e Miss Fairfax, per me, non è stata affatto una sorpresa, anzi, l'ho sospetta sin dal principio, come da principio era palese che Mr. Elton avesse individuato in Emma, e non in Harriet, la degna destinataria del suo amore.
La Austen ha dei meccanismi dai quali difficilmente si scosta, e dopo quattro libri fotocopia posso affermare di averne abbastanza, per ora... 


Il mio voto a questo libro

giovedì 10 ottobre 2013

Books, Chocolate and... Friends ♥ Il libro scelto è..

Il sondaggio per il primo gruppo di lettura di "Books, Chocolate and... Friends ♥" è chiuso!
Il libro da voi più votato è stato: la saga "Hunger Games" di Suzanne Collins.



Cosa resta da fare?
  Se hai un blog e hai intenzione di partecipare lascia un commento qua sotto e indica il blog con cui parteciperai all'iniziativa.
 (Se non hai un blog, non sentirti escluso, potrai commentare ugualmente sotto i post relativi).
  Procurati il libro!
 Naturalmente inizieremo con il primo capitolo della saga, ovvero: "The Hunger Games"
  Per indicare ai tuoi lettori che stai partecipando a "Books, Chocolate and... Friends ♥" aggiungi il banner dell'iniziativa sul tuo blog.



Come si svolgerà?
Da Lunedì potremo considerare avviata l'iniziativa, leggeremo i primi 7 capitoli del libro, che è composto in tutto da 27 capitoli.
Ci incontreremo qui Martedì 22 e sotto al post in cui scriverò le mie considerazioni relative ai primi 7 capitoli letti scriverete le vostre opinioni.
Successivamente (se vorrete) potrete scrivere il post delle vostre considerazioni anche sul vostro blog.
Il Martedì ancora successivo ci incontreremo "a casa", quindi nel blog, di una blogghina tra quelle di voi che indicheranno qui sotto di partecipare al gruppo. E così via... (il blog successivo verrà scelto tramite un'estrazione, la blogghina successiva farà altrettanto).

Ultime delucidazioni:
Per leggere 7 capitoli ho preso come tempo una settimana, spero che questo tempo limite vada bene per voi.
Gli impegni sono per tutti diversi, quindi come per qualcuno il tempo a disposizione potrebbe essere troppo, per altri forse potrà essere non abbastanza  :(
Spero che la mia scelta vada bene per tutti, ho pensato che un capitolo al giorno non sia poi un impegno esagerato.

All'estrazione per scegliere quale blog ospiterà il secondo appuntamento dell' iniziativa parteciperanno solo i blog che avranno confermato qui sotto la partecipazione prima di Martedì 22 (giorno in cui io pubblicherò il mio post e indicherò anche il risultato dell'estrazione).

Alle estrazioni successive parteciperanno solo i blog che ancora non avranno ospitato l'iniziativa, così da permettere la partecipazione di tutti in egual modo.

Di settimana in settimana, se altri blog, venuti a conoscenza dell'iniziativa vorranno partecipare, ovviamente potranno farlo.

Tutti potranno commentare i post, ma per ospitare l'iniziativa nel loro blog (quindi per poter partecipare all'estrazione) sarà necessario comunicarlo a chi, in quella settimana, la ospiterà.

 Spero di essere stata chiara a sufficienza, sembra in realtà più complicato a dirsi che a farsi XD

 Allora? Chi partecipa?


lunedì 7 ottobre 2013

Recensione: "Il Quidditch attraverso i secoli" di J.K.Rowling

Titolo: Il Quidditch attraverso i secoli
Autore: J.K.Rowling
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 2010
Pagine: 96
Prezzo:  9,90€

Trama: 
La storia del Quidditch, lo sport magico più popolare nel mondo, l'esperto Kennilworthy Whisp ne narra l'evoluzione, dalla sua nascita sino ai giorni nostri. Mediante l'analisi di antiche corrispondenze, di dipinti e ritrovamenti, la storia dello sport che più di tutti ha appassionato il mondo magico viene ricostruita, con l'aggiunta di piccole e divertenti curiosità.

Recensione: 
Come un vero libro da studiare prima di dare un esame, ricco di nomi e date da ricordare, ricco di storia. Leggendolo si ha quasi l'impressione di essere uno studente di Hogwarts, intento a preparare un esame con oggetto il Quidditch appunto.
Come ogni libro di scuola che si rispetti anche questo alterna parti interessanti a parti più noiose. 
Interessante è stato soprattutto scoprire la storia del boccino d'oro!
La Rowling ha saputo creare un mondo a tutto tondo, non ha solo scritto la storia del famoso bambino
sopravvissuto, ma ha ideato attorno a lui un intero universo, ha inventato uno sport e ne ha scritto secoli di storia.
Una fantasia che non ha limiti e che non smette di far sognare.

Considerazioni:
Aprire un libro legato al mondo di Harry Potter, ha sempre il medesimo risultato, riesce a trasportare in una dimensione magica. 
Ho letto tutti i libri di Harry Potter, per la prima volta, più o meno due anni fa, e li ho letti uno dietro l'altro. Finiti i sette che ne completano la saga ho comperato "Le Fiabe di Beda il bardo" (che tra l'altro ho voglia di rileggere) e la sensazione è stata la stessa, ancora una volta immersa nel mondo magico, leggevo le stesse fiabe con cui intere generazioni di maghi e streghe erano cresciuti. 
Insomma vi rendete conto dell'intero mondo che la Rowling è stata capace di costruire?
Tornando a noi, ho comprato ovviamente anche gli altri due titoli rimasti, questo e "Gli animali fantastici dove trovarli".
Ma non li ho letti, volevo lasciarmi ancora qualcosa da scoprire di quel mondo.
Il Quidditch in realtà non mi attirava particolarmente, anche mentre leggevo i libri della Saga, le descrizioni delle varie partite erano sempre la cosa che mi piaceva meno leggere. 
Così avevo messo da parte questo libricino senza troppi rimorsi.
Poi la "necessità" di una lettura leggera prima di passare ad un qualcosa di più impegnativo (ora sto leggendo "Emma" di Jane Austen) mi ha spinto a leggere questo libricino che avevo volontariamente trascurato.
Ed è stata alla fine una bella sorpresa, perché come è vero che quando ti fai tante aspettative hai maggior possibilità di restare delusa (vedi "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu), è vero anche il contrario.
Mi aspettavo un libro incentrato sul Quidditch visto come competizione, quindi la descrizione di varie partite storiche, e invece mi sono ritrovata a leggere un vero e proprio libro di storia.
La parte più interessante è stata sicuramente quella che narra la storia del boccino d'oro, chi si sarebbe mai aspettato tutta quella storia costruita attorno ad una piccola pallina da gioco?
Solo la Rowling poteva riuscire in questo. 


il mio voto per questo libro