mercoledì 30 marzo 2022

Recensione: "A casa prima di sera" di Riley Sager

Titolo: A casa prima di sera
Titolo originale: Home before dark
Autore: Riley Sager
Editore: Fanucci Time Crime 
Data di pubblicazione: 8 aprile 2021
Pagine: 360
Prezzo: 16,90 €

Trama:
Com’era vivere in quella casa?
Maggie Holt è abituata a questa domanda. Venticinque anni fa, lei e i suoi genitori, Ewan e Jess, si trasferirono a Baneberry Hall, una sconfinata tenuta vittoriana nei boschi del Vermont. Trascorsero lì tre settimane prima di fuggire nel cuore della notte, un calvario che Ewan raccontò in seguito in un libro intitolato "La casa degli orrori", divenuto inaspettatamente un bestseller. 
Oggi, Maggie è una restauratrice e crede che gli eventi menzionati nel libro da suo padre non siano altro che menzogne. Quando eredita Baneberry Hall, torna in quella casa per ristrutturarla e venderla. 
Ma il suo ritorno nasconde delle amare sorprese. Forse Baneberry Hall è meno ospitale di quanto crede, forse le presenze misteriose descritte nel Libro sono più vere di quanto lei abbia mai immaginato.

Recensione:
Diciamoci la verità, scrivere un horror di questi tempi è un lavoro estremamente difficile.
Da anni ormai siamo sommersi da storie di case infestate, presenze maligne, fantasmi, e chi più ne ha, più ne metta. Sia grazie alla letteratura che al cinema e alla televisione, tutto sembra ormai già sentito, letto e visto.
Come si fa quindi a scrivere un'opera completamente originale? Beh, non si può, o almeno non credo.
Questo per dire che anche "A casa prima di sera", come altri romanzi del genere, non ha dalla sua parte una trama inedita e peculiare, tuttavia a mio parere, un buon libro horror deve prima di tutto tenere il lettore incollato alle pagine, intrigare, alludere e allo stesso tempo nascondere.
Deve far percepire e allo stesso tempo far dubitare. I fantasmi sono reali oppure no?
C'è una spiegazione razionale alla base di tutto o l'unica via è affidarsi al paranormale?
Bene, il libro di Riley Sager tutto questo lo fa.
Per tutta la lettura riceviamo input contrastanti, qualcosa di anomalo ed inspiegabile ma anche poi la possibile scappatoia razionale. L'unica cosa da chiedersi è a quale delle due ipotesi credere?
Questo è bene o male quello che succede nei capitoli dedicati a Maggie Holt.
In realtà il romanzo alterna la voce narrante della protagonista - la designer d'interni, che deve la sua popolarità e ricchezza a Baneberry Hall - alla versione del padre contenuta ne "La casa degli orrori".
I capitoli di Ewan Holt sono un crescendo che, giorno dopo giorno, ci avvicinano a quell'evento così spaventoso e catastrofico, che ha spinto l'intera famiglia a fuggire dalla loro abitazione senza voltarsi indietro.

Non avevo idea di cosa Baneberry Hall avesse in serbo per noi. Come la sua storia, malgrado i nostri sforzi, avrebbe minacciato di soffocarci. Come venti giorni dentro le sue mura sarebbero diventati un incubo a occhi aperti. 
Se avessimo saputo anche una sola di queste cose, avremmo girato i tacchi, e lasciato Baneberry Hall per non tornare mai più.

Queste parti sono quelle che appassionano di più, la vera componente horror. 
Tragedie pregresse, morti inspiegabili, rumori sinistri, presenze inquietanti, influenze negative, lettere dal passato, quadri sconcertanti e minacce di morte. Non c'è nulla che manchi, neppure un finale mozzafiato.
La versione di Maggie invece risente molto dell'hype creato da quella del padre e dagli aneddoti di quando lei era bambina. Inizialmente il suo ruolo pare finalizzato solo a smontare il Libro, facendo affidamento sulla razionalità.
Tuttavia più si va avanti, più affiorano i ricordi del passato, gli amici immaginari che tanto amici non erano - il signor Ombra che la terrorizzava, la signora Pennyface che la osservava e la strana bimba che giocava con lei - i testimoni che confermano che qualcosa di oscuro lì accadeva davvero, gli oggetti che spariscono, quelli che si azionano da soli, la paura che si insidia dentro di lei.
Man mano che proseguiamo con la storia, anche gli avvenimenti del presente diventano più coinvolgenti, grazie alle continue nuove rivelazioni, sulla casa, sul passato, sulla sua famiglia e su lei stessa.

Sua figlia vede ancora delle cose, vero?» 
«Sì» risposi. 
«Il suo medico dice che ha un’immaginazione molto attiva.» 
«Se solo fosse vero.» 
Guardai Elsa, sorpreso. 
«Pensa che Maggie stia mentendo?» 
«Al contrario. Credo che riesca a vedere cose che la maggior parte di noi non riesce a vedere.»

E poi arriviamo all'epilogo, inaspettato e ben costruito. Ne ho apprezzato molto l'originalità, tuttavia devo ammettere che una parte di me avrebbe preferito rimanere più sulla strada dell'horror-mystery, piuttosto che virare sulle tinte thriller, come effettivamente succede nelle battute finali.
In ogni caso "A casa prima di sera" rimane uno dei romanzi horror migliori che abbia letto negli ultimi anni, grazie alla sua trama avvincente, a tutta la storia - anzi le storie - della casa e dei suoi precedenti inquilini, ai segreti della famiglia Holt, al passato che spinge per tornare a galla.

Considerazioni:
Come accennavo prima, per me la cosa più importante in un libro horror è l'atmosfera che riesce a creare, e quella sensazione di attesa che cresce man mano, la certezza che qualcosa di molto forte è lì lì per avvenire. Non sai cosa, non sai quando, ma avverrà.
In questo romanzo i protagonisti principali sono due: Maggie che ha sempre dovuto convivere, suo malgrado, con la fama che le avevano procurato le vicissitudini nell'ipotetica casa infestata, e suo padre Ewan, quello che aveva raccontato tutto prima alla polizia, poi alla stampa e, con la pubblicazione de "La casa degli orrori", al mondo intero.
Le loro due versioni, che noi leggiamo in modo alternato, inizialmente non potrebbero essere più diverse, tuttavia più si va avanti, più finiscono per somigliarsi.
Erano davvero tutte menzogne, solo un escamotage per arricchirsi, come crede la giovane donna, o è Maggie a non ricordare ciò che è successo realmente?
Poco alla volta, ogni pezzo sembra tornare al suo posto, anche se solo nelle pagine finali scopriremo cosa ha spinto gli Holt a scappare nel bel mezzo della notte.
In ogni caso, per quanto i due punti di vista siano essenziali per far luce sulle vicende, il fulcro di tutto è sempre lei: la misteriosa Baneberry Hall.
La casa con il suo retaggio di tragedie alle spalle, tra cui l'omicidio-suicidio dei Carver, e soprattutto la morte misteriosa della sedicenne Indigo Garson, la figlia del primo proprietario, colei che voleva fuggire da suo padre, a qualunque costo.
La casa che sembra non voler dimenticare, e che fa di tutto per riportare in superficie tutto quel dolore.

«Vuoi la verità? Te la darò. Sono successe delle cose in quella casa. Cose terribili. Sì, Indigo Garson e la famiglia Carver, ma anche altre cose. E tutte quelle cose, beh... restano» 
Quella parola mi fece salire un brivido lungo la schiena. Probabilmente per il modo in cui Hibbs la pronunciò, lentamente, tendendola come se fosse un elastico che sta per rompersi. 
«Mi stai dicendo che Baneberry Hall è infestata?» 
«Sto dicendo che Baneberry Hall ricorda» disse Hibbs. 
«Ricorda tutto ciò che è accaduto sin da quando Indigo Garson ingurgitò quelle bacche. E a volte la storia ha modo di ripetersi.» 
Ci volle un attimo per assorbire l’informazione. Era così incredibilmente assurda che ebbi problemi a comprenderla. Quando finalmente si assestò tutto, mi sentii così stordito che pensai che anch’io sarei caduto e avrei sbattuto la testa sulla tomba di William Garson. 
«Non sto dicendo che succederà anche a voi» disse Hibbs. 
«Ti sto solo dicendo che è una possibilità. Proprio come è una possibilità che la casa sia colpita da un fulmine. Il mio consiglio? Cerca di essere più felice che puoi in quella casa. Ama la tua famiglia. Abbraccia tua figlia. Bacia tua moglie. Da quel che ho sentito, quella casa non ha visto molto amore. Essa ricorda quel dolore. Ciò che devi fare è farglielo dimenticare.»

In questo l'opera di Riley Sager mi ha ricordato "The Amityville Horror" di Jay Anson, come l'ancor più noto "Shining" di Stephen King, ovvero l'idea della casa come un'entità viva, capace di emozioni e ricordi, quasi una creatura in grado di influenzare gli abitanti e spingerli ad azioni empie.
Per il crescendo di pathos e mistero invece mi ha riportato alla mente "Gli amici silenziosi" di Laura Purcell, altro libro che consiglio e che spicca per originalità e atmosfera.
Il finale invece si allontana molto da quest'ultimo, per avvicinarsi di più al clima thriller e all'inaspettato colpo di scena de "La casa delle voci" di Donato Carrisi, romanzo che avevo sottovalutato e che mi ha piacevolmente sorpreso.
Avrei preferito preservare il mood di tensione e paura che ruotava attorno alla famiglia Garson? Sì.
Ho apprezzato in ogni caso l'epilogo anche se con l'horror c'entra poco? Sì.
Quindi, se amate i thriller che non sono proprio thriller e gli horror che non sono del tutto horror, ma soprattutto amate le storie che vi tengono col fiato sospeso dall'inizio alla fine, questo è il libro che fa per voi.
Che aspettate? Controllate ogni stanza e ogni armadio - soprattutto gli armadi - per assicurarvi non vi sia nessun intruso, chiudete le porte, e leggete. 
Trasferitevi a Baneberry Hall, solo per un giorno o due. Chissà, magari non vorrete venir più via, magari vorrete restarci per sempre.

Ringrazio la casa editrice Fanucci per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo

il mio voto per questo libro