Come festeggerete il vostro Halloween? Andrete a qualche festa travestiti? Organizzerete cene a tema, o vedrete un film dell'orrore?
E che modo migliore di concludere la serata se non leggendo un racconto da brivido? >__<
Allora per voi ho scelto un classico, che forse conoscerete, è un racconto breve di Edgar Allan Poe, che io lessi per la prima volta un po' di anni fa, e ho scelto questa particolare occasione per proporlo a voi.
Buona lettura e non fatevi spaventare troppo XDDD Muhahahahahahah!!!
* * * * * *
Mi sposai giovane, e fui felice di trovare in mia moglie una indole congeniale alla mia. Osservando la mia predilezione per gli animali domestici, non perdeva occasione di procurarmi quelli delle specie più piacevoli. Avevamo uccelli, pesci dorati, un bellissimo cane, conigli, una scimmietta e un gatto.
Quest'ultimo era un animale eccezionalmente forte e bello, tutto nero, e straordinariamente sagace.
Quest'ultimo era un animale eccezionalmente forte e bello, tutto nero, e straordinariamente sagace.
Quando parlava della sua intelligenza, mia moglie, che in cuor suo era non poco imbevuta di superstizione, alludeva spesso all'antica credenza popolare che considerava tutti i gatti neri streghe travestite. Non che ne parlasse seriamente: se accenno alla cosa, è solo perché proprio ora mi è capitato di rammentarmene.
Pluto ‐ era questo il nome del gatto ‐ era il mio beniamino, il mio compagno di giochi. Io solo gli davo da mangiare, e in casa lui mi seguiva dovunque andassi, anzi, a fatica riuscivo a impedirgli di accompagnarmi per la strada.
La nostra amicizia durò a questo modo per parecchi anni, durante i quali il mio temperamento, il mio carattere (arrossisco a confessarlo) avevano subito, ad opera del demone dell'intemperanza, un radicale peggioramento.
Giorno dopo giorno divenni più lunatico, più irritabile, più indifferente ai sentimenti altrui.
Giorno dopo giorno divenni più lunatico, più irritabile, più indifferente ai sentimenti altrui.
M lasciai andare al punto di usare con mia moglie un linguaggio brutale. Alla fine, arrivai anche a picchiarla. I miei animali, naturalmente, risentirono di questo mutamento d'umore.
Non solo li trascurai, ma li maltrattai.
Per Pluto, tuttavia, conservavo ancora quel tanto di riguardo che bastava a impedirmi di malmenarlo come, senza scrupolo alcuno, malmenavo i conigli, la scimmia o anche il cane,quando per caso o per affetto mi venivano tra i piedi. Ma la mia malattia mi divorava sempre più (e quale malattia è paragonabile all'alcool?), e alla fine anche Pluto, che si faceva vecchio e di conseguenza un po' fastidioso, anche Pluto cominciò a provare gli effetti del mio malumore.
Una notte, tornando a casa, ubriaco fradicio, da uno dei ritrovi che frequentavo in città, ebbi l'impressione che il gatto evitasse la mia presenza. Lo afferrai; e allora, impaurito dalla mia violenza, coi denti mi ferì lievemente alla mano. Subito la furia di un demone si impadronì di me.Non mi conoscevo più.
Sembrava che di colpo la mia anima originaria fosse fuggita via dal mio corpo; e una malignità più che diabolica, alimentata dal gin, eccitava ogni fibra del mio essere.
Trassi dal taschino del panciotto un temperino, lo aprii, afferrai la povera bestia per la gola, e deliberatamente con la lama le cavai un occhio dall'orbita!
Quando, al mattino, ritornò la ragione ‐ svaporati nel sonno i fumi dell'orgia notturna ‐ provai un sentimento in parte d'orrore, in parte di rimorso per il delitto di cui m'ero reso colpevole; ma era tutt'al più un sentimento debole ed equivoco, e l'anima non ne fu toccata. Di nuovo mi diedi agli stravizi, e ben presto affogai nel vino ogni ricordo del mio atto.
Nel frattempo, il gatto lentamente guarì. L'orbita dell'occhio perduto era, è vero, spaventosa a vedersi, ma pareva che non ne soffrisse più. Girava per la casa come al solito ma, come ben mi potevo aspettare, fuggiva in preda al terrore ogni qualvolta mi avvicinavo.
Tanto m'era rimasto ancora del mio vecchio cuore, che da principio mi afflisse quell'evidente ripugnanza da parte di una creatura che una volta mi aveva tanto amato, ma a questo sentimento subentrò ben presto l'irritazione.
E poi, a mia definitiva e irrevocabile rovina, sopraggiunse lo spirito della perversità.
Di tale spirito la filosofia non tiene conto. E tuttavia, così come sono certo che la mia anima vive, sono certo che la perversità è uno degli impulsi primitivi del cuore umano, una delle indivisibili facoltà primarie, o sentimenti, che
danno un indirizzo al carattere dell'uomo.
Chi non si è sorpreso cento volte nell'atto di commettere un'azione spregevole o stolta per la sola ragione che sapeva di non doverla commettere?
Non abbiamo forse, a dispetto del nostro miglior consiglio, una perpetua inclinazione a violare ciò che è legge, solo perché la riconosciamo come tale? A mia definitiva rovina, ripeto, sopraggiunse questo spirito di perversità.
Fu questa insondabile brama dell'anima di tormentare se stessa, di far violenza alla propria natura, di fare il male per puro amore del male, che mi spinse a continuare e infine a consumare l'offesa che avevo inflitto all'inoffensiva bestiola.
Una mattina, a sangue freddo, le infilai un cappio al collo e la appesi al ramo d'un albero; l'impiccai con gli occhi colmi di lacrime e col più amaro rimorso nel cuore; l'impiccai perché sapevo che mi aveva amato, e perché sentivo che non mi aveva dato ragione alcuna per farle del male; l'impiccai perché sapevo che così facendo commettevo un peccato, un peccato mortale che avrebbe compromesso la mia anima immortale al punto da porla ‐ se ciò fosse possibile ‐ al di là della misericordia senza fine, di un Dio infinitamente pietoso e terribile.
La notte che seguì il giorno in cui fu commesso quell'atto crudele, mi destò dal sonno il grido «Al fuoco!». Le cortine del mio letto erano in fiamme. Tutta la casa ardeva. Con grande difficoltà sfuggimmo all'incendio: mia moglie, un domestico, e io. La distruzione fu completa. Tutte le mie ricchezze terrene vennero divorate dal fuoco, e da allora mi abbandonai alla disperazione.
La notte che seguì il giorno in cui fu commesso quell'atto crudele, mi destò dal sonno il grido «Al fuoco!». Le cortine del mio letto erano in fiamme. Tutta la casa ardeva. Con grande difficoltà sfuggimmo all'incendio: mia moglie, un domestico, e io. La distruzione fu completa. Tutte le mie ricchezze terrene vennero divorate dal fuoco, e da allora mi abbandonai alla disperazione.
Non cerco di stabilire un rapporto di causa ed effetto tra il sinistro e l'atrocità: sono superiore a queste debolezze, ma ora sto descrivendo una catena di eventi, e non voglio che nessun anello risulti imperfetto. All'indomani dell'incendio,
ispezionai le rovine. Con una sola eccezione, i muri erano crollati. L'eccezione riguardava un muro divisorio, non molto spesso, che stava, più o meno, nel mezzo della casa, e contro il quale prima poggiava la testata del mio letto. Qui l'intonaco
aveva resistito in gran parte all'azione del fuoco, giacché ‐ a questo attribuii il fatto ‐ era stato steso di recente. Intorno a questo muro si era raccolta una fitta folla, e molte persone sembravano esaminare una certa parte con minuziosa e viva
attenzione.
Le parole «strano!» «singolare!» e altre espressioni analoghe destarono la mia curiosità. Mi avvicinai e vidi, come scolpita a bassorilievo sulla superficie bianca, la figura di un gigantesco gatto. L'immagine era resa con stupefacente
esattezza.
Intorno al collo dell'animale, c'era una corda [...]
Vi lascio con un cocktail a tema ^__<
ispezionai le rovine. Con una sola eccezione, i muri erano crollati. L'eccezione riguardava un muro divisorio, non molto spesso, che stava, più o meno, nel mezzo della casa, e contro il quale prima poggiava la testata del mio letto. Qui l'intonaco
aveva resistito in gran parte all'azione del fuoco, giacché ‐ a questo attribuii il fatto ‐ era stato steso di recente. Intorno a questo muro si era raccolta una fitta folla, e molte persone sembravano esaminare una certa parte con minuziosa e viva
attenzione.
Le parole «strano!» «singolare!» e altre espressioni analoghe destarono la mia curiosità. Mi avvicinai e vidi, come scolpita a bassorilievo sulla superficie bianca, la figura di un gigantesco gatto. L'immagine era resa con stupefacente
esattezza.
Intorno al collo dell'animale, c'era una corda [...]
Vi lascio con un cocktail a tema ^__<
Buon Halloween a tutti!!