Titolo: La sinistra segheria - Una serie di sfortunati eventi
Titolo originale: The Miserable Mill
Autore: Lemony Snicket
Illustrazioni: Brett Helquist
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 26 agosto 2010
Pagine: 160
Prezzo: 9,35 € (cartaceo) 5,99 € (ebook)
Trama:
Spero, per la vostra salute, che non vi aspettiate da questo libro un'esperienza piacevole. In questo caso vi consiglio di metterlo via, all'istante, perché tra tutti i libri sulla sfortunata vita degli orfani Baudelaire, "La sinistra segheria" è probabilmente quello che racconta le vicende più infelici. Violet, Klaus e Sunny sono spediti a lavorare in una segheria a Meschinopoli. dove incontrano sciagure e disgrazie dietro ogni tronco d'albero.
Sono spiacente di informarvi che le pagine di questo libro contengono cose assai sgradevoli, come ad esempio una gigantesca sega circolare, una pentola assordante, un uomo con una nuvola di fumo al posto della testa, un ipnotizzatore, un terribile incidente con feriti, e tanti buoni sconto.
Io ho giurato di scrivere l'intera storia di questi tre poveri ragazzi, ma voi non siete obbligati a leggerla, e se preferite storie più piacevoli, sentitevi assolutamente liberi di sceglierne un'altra.
Recensione:
Nel capitolo precedente
"La funesta finestra", avevamo lasciato gli orfani Baudelaire alle prese con un altro lutto. Dopo la morte dei genitori e del loro primo tutore, zio Monty, anche il secondo tutore al quale erano stati affidati, zia Josephine, ha trovato la morte sempre per mano del terribile Conte Olaf.
Così Violet, Klaus e Sunny lasciano le gelide e tetre rive del Lago Lacrimoso e, assieme al signor Poe, prendono il treno che li condurrà a Meschinopoli, dove si trova la loro nuova casa.
"Casa" però è un temine abbastanza inappropriato per definire la loro nuova sistemazione, perché i tre, ancora non lo sanno, vivranno e lavoreranno alla Segheria Ciocco Fortunato di proprietà del loro nuovo tutore, personaggio di cui non conosceremo mai il nome - perché impronunciabile secondo il signor Poe (tutti si limitano a chiamarlo semplicemente Signore) - né il volto, che sarà costantemente avvolto dalla nuvola di fumo emanata dal suo sigaro.
Al loro arrivo alla segheria i tre ragazzi sono immediatamente colti da un terribile presentimento. Si sentono stranamente osservati, e il raccapricciante edificio a forma di occhio, situato in fondo alla strada, fa pericolosamente presagire la presenza infausta del loro acerrimo nemico.
Ma, una volta entrati all'interno della segheria, i pensieri sul Conte verranno momentaneamente accantonati per far fronte alla deprimente realtà. Nessun tutore si prenderà amorevolmente cura di loro, alla segheria i tre fratelli sono trattati alla stregua degli altri operai, che a loro volta sono trattati peggio delle bestie.
Lavori faticosi ed estenuanti, macchinari rumorosi e pericolosi, un alloggio polveroso e angusto senza finestre, niente pranzo se non una gomma da masticare e per cena il solito stufato stantio.
E questo è solo l'inizio, perché questa quarta avventura è, almeno per il momento, la più tremenda che i Baudelaire abbiano dovuto affrontare sin ora.
Lemony Snicket, ancora una volta, riesce a raccontarci le loro drammatiche vicende e con l'umorismo e con lo stesso sarcasmo che ha contraddistinto i volumi precedenti, evidenzia le incongruenze degli adulti, e quanto essi possano, in certi casi, rivelarsi sordi alle richieste di aiuto.
I tre giovani Baudelaire in questo capitolo non solo hanno, come sempre, avuto a che fare con i piani malvagi del Conte Olaf, ma non hanno ricevuto neanche una piccola dimostrazione di affetto da parte di chi doveva provvedere loro.
Hanno affrontato pericoli spaventosi, personaggi crudeli e rischiato la vita e, come sempre, hanno trovato la forza di reagire facendo affidamento, solo ed esclusivamente sulle proprie capacità. Una serie di sventure come queste scoraggerebbe chiunque, ma i tre orfani riescono, con una grande forza d'animo, a trarre qualcosa di positivo anche da quest'ultima orribile avventura. Dopotutto, essere ancora tutti insieme, vivi, è una vera fortuna.
Considerazioni:
La storia dei tre orfani Baudelaire, con l'andare avanti dei capitoli, pare diventare sempre più cupa, costellata da eventi tragici e da personaggi sempre più meschini e privi di scrupoli.
Tristemente Violet, Klaus e Sunny scoprono che devono imparare a guardarsi le spalle non solo dal Conte Olaf e dalla sua cerchia di scagnozzi, ma anche da persone apparentemente insospettabili, come la spietata oculista, la Dottoressa Orwell, una donna pronta a tutto, anche a tramare con il perfido Olaf, per la promessa di ricevere metà del patrimonio dei Baudelaire.
I tre ragazzi si sentono perciò ancora più tristi e soli, ora sanno davvero di non potersi fidare di nessuno, fuorché di loro stessi.
Per quanto riguarda gli altri adulti presenti in queste pagine, o sono crudeli come il caposquadra della Segheria Ciocco Fortunato, o avidi e insensibili come Signore (il padrone della segheria e nuovo tutore dei Baudelaire), o codardi come Charles (socio - solo a parole - di Signore) o fastidiosamente ottimisti come nel caso dell'operaio Phil.
E poi c'è il signor Poe, che con la sua ottusità e indolenza, in questo capitolo, dà il meglio del peggio di sé. Lui, a cui è affidata la tutela legale dei ragazzi, lui che sa perfettamente ciò che i tre sfortunati hanno subito, si libera di loro come fossero un pacco regalo (e non tre orfani reduci da più e più lutti), mollandoli alla stazione senza nemmeno accertarsi del posto e delle mani a cui li ha affidati.
Per non parare di quando, nel momento dello smascheramento del Conte Olaf dal suo ennesimo travestimento, dubita ancora della parola dei tre ragazzi. Ma a questo, ahimè, ero già preparata...
Per quanto riguarda Violet, Klaus e Sunny, li ho trovati più spenti in questo capitolo, più arrendevoli e meno ingegnosi rispetto al solito.
Violet, ad esempio, ci mette una vita a capire che il fratello è stato ipnotizzato, e decisamente troppo per capire quali fossero le paroline magiche per controllare il suo stato di ipnosi. Da una mente arguta come la sua mi aspettavo una reazione più immediata.
Spero che nel capitolo successivo i tre Baudelaire ritrovino la grinta necessaria per affrontare le nuove minacce che li attenderanno, perché, da quanto Snicket lascia presagire, ne avranno davvero bisogno.
il mio voto per questo libro