Titolo: Harry Potter e la pietra filosofale
Autore: J.K. Rowling
Illustrazioni: Serena Riglietti
Editore: Salani
Data di pubblicazione: giugno 2009
Pagine: 293
Prezzo: 16,80 €
Trama:
Harry Potter sembra un ragazzino come tanti, se non teniamo conto della strana cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e della ancora più sorprendente abitudine di provocare fenomeni inspiegabili, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli, inesorabilmente tagliati dai perfidi zii.
Ma, in occasione del suo undicesimo compleanno, gli si rivelano la sua vera natura, il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Un mondo dove regna la magia; un universo popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles, ritratti che scappano e tanto altro ancora.
Recensione:
Chi non ha mai sentito parlare del maghetto occhialuto, uscito dalla penna di J.K. Rowling? Vuoi o non vuoi, la sua storia è nota a tutti, che sia merito dei libri stessi, dei film, del merchandising, o semplicemente del passaparola. Fatto sta che il magico mondo che si apre al di là del Binario 9 e 3/4, fa ormai parte dell'immaginario collettivo, che da tempo alimenta la fantasia di intere generazioni.
Tutto ciò per dire che sfuggire al radar di Harry Potter è quasi impossibile. Potevo quindi io, dopo tutti questi anni, rinunciare ad intraprendere il viaggio alla volta del castello di Hogwarts?
Certo che no!
Mi rendo conto pienamente che questa lettura, a vent'anni circa dalla sua pubblicazione, possa sembrare a molti anacronistica, ed il mio parere superfluo, tuttavia sono dell'opinione che ogni goccia nel mare abbia una sua utilità, seppur minima, e che non è mai troppo tardi per fare qualcosa che ci fa stare bene.
Anche perché, a mio parere, questo libro, sicuramente brillante e piacevole per più punti di vista, ha tra i suoi maggiori pregi, quello di riuscire a regalare, sia ai bambini che agli adulti, alcune ore di spensieratezza ed incanto.
Mentre si legge non si può non sognare di ritrovarsi catapultati lì, sul treno pieno di strampalati dolciumi; nei corridoi ricchi di segreti, fantasmi e quadri parlanti; nelle aule che racchiudono pozioni, artifici, e saggezza e, soprattutto, nella Sala Grande tempestata di gufi portalettere, squisite prelibatezze e banchetti festosi.
Naturalmente più si va avanti, più ci si inoltra in una spirale di mistero, azione e pericoli, questi ultimi non proprio desiderabili, tuttavia già dalle prime pagine, noi lettori non possiamo che sentirci coinvolti nel tragico destino del piccolo Harry Potter, costretto a vivere con gli odiosi zii e l'ancor più detestabile cugino, i quali non fanno che maltrattarlo o ignorarlo, nel migliore dei casi.
Noi, quanto il ragazzino, non facciamo che sperare in un salvatore misterioso che arrivi improvvisamente a portarlo via da quell'incubo, fino a quando, fortunatamente, le nostre preghiere vengono esaudite.
Che emozione veder atterrare la magica lettera non una, ma decine e decine di volte, e che fastidio nel leggere le macchinazioni di zio Vernon per evitare che il maghetto venisse a sapere la verità!
Finalmente l'omone buono, Hagrid, approda nella vita di Harry, e dà inizio all'affascinante viaggio che voi tutti certamente conoscete.
Prima tappa Diagon Alley, perché nessuno può entrare nella prestigiosa scuola di magia di Hogwarts senza avere l'occorrente richiesto.
Devo ammetterlo, questa parte è quella che mi ha divertito di più. Cosa darei per poter scegliere la mia bacchetta (anche se in realtà è lei a scegliere il mago), conoscere il mio animale da compagnia, comprare il primo calderone e tutti gli ingredienti per preparare scoppiettanti intrugli.
Per non parlare poi della quotidianità al castello, con serate tranquille passate nell'accogliente sala comune, magari davanti al caloroso camino; pomeriggi trascorsi sulle rive del lago; partite di Quidditch, lezioni di magia, ed incursioni notturne nei passaggi segreti.
Già adesso, pur essendo adulta, sento il richiamo di Hogwarts forte e chiaro, immagino se, come tanti, lo avessi letto da bambina!
Tralasciando questa digressione un po' troppo personale e leggermente imbarazzante, il romanzo, come dicevo, ha come carta vincente la profusione di dettagli fantastici che ci permettono di sognare ad occhi aperti, ma non solo. La Rowling si è prodigata nel conferire una caratterizzazione profonda ai personaggi, i quali, con le loro personalità ben definite, i loro pregi e le debolezze, ci aiutano ad immergerci nella storia. A partire dal protagonista, sempre così modesto ed insicuro, incapace di raffigurarsi come un eroe, ma anche il simpatico Ron, la giudiziosa Hermione ed il tenerissimo ed ingenuo Hagrid (uno dei miei preferiti).
E che dire di Silente? Con i suoi saggi consigli, le sue burle e soprattutto il suo "pigna, pizzicotto, manicotto, tigre" mi ha conquistato!
Al contrario, come immaginerete, i Dursley, Gazza, Draco Malfoy e i suoi scagnozzi non hanno suscitato affatto le mie simpatie, i tipici bulletti che vorresti far sparire con una formuletta magica! Però, c'è da dirlo, senza di loro la storia non sarebbe stata la stessa.
In generale, più si avanti, più la trama si fa fitta, e all'atmosfera estatica dei primi capitoli, si accompagna un mood più misterioso che prevede maggior azione. Inoltre con il passare del tempo, anche i rapporti personali tra i vari attori in scena si solidificano, diventando progressivamente più forti e più credibili ai nostri occhi.
Perfino le ambientazioni, descritte in modo vivido ed incantevole, via via si fanno più tenebrose, in special modo con l'ingresso nella Foresta Proibita, ma anche nelle battute finali.
Insomma, più caratteristiche che messe insieme, fanno sì che la storia scorra liscia come l'olio e che una volta iniziato il libro, non si riesca più a staccarsi dalle pagine.
Un'ultima cosa importantissima, uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente, è la capacità di veicolare, anche attraverso vicende apparentemente infantili come possono essere quelle degli aspiranti maghi, piccole lezioni di vita e preziosi consigli, oltre che valori imprescindibili quali l'amicizia, la lealtà, la fiducia in se stessi e negli altri.
In conclusione, dopo aver terminato "Harry Potter e la pietra filosofale", non fatico a capire come questa saga abbia dato vita ad un intero mondo di appassionati, che ad anni di distanza dalla prima pubblicazione, non riescono a dimenticare le emozioni provate la prima volta, e che ciclicamente si rituffano in quelle pagine sognanti, sperando di riviverle, oggi come allora.
Considerazioni:
Confesso, sono una delle poche persone al mondo a non aver letto ancora la saga di Harry Potter! E sia chiaro, non per mancanza di interesse, o snobismo, ma più che altro per la scarsa disponibilità di tempo e opportunità.
Mi spiego meglio: ho sempre desiderato leggerli, anche perché non mi sono persa un film (gli ultimi due li ho perfino visti al cinema), tuttavia ci tenevo a leggerli se non proprio consecutivamente, almeno a poche settimane di distanza l'uno dall'altra, ma l'impegno scolastico prima, e universitario dopo, non me l'ha mai permesso.
In realtà, due o tre anni fa iniziai proprio questo stesso romanzo per terminarlo un paio di giorni dopo, in tutta fretta. Scelsi questa lettura in piena sessione invernale, per svagarmi tra la preparazione di un esame e l'altro, un'idea non proprio geniale, a dir il vero, perché per tutto il tempo non ho fatto che pensare che stavo perdendo ore preziose che avrei potuto impiegare studiando (sì, sono sempre stata parecchio ansiosa), e perciò non mi sono goduta affatto la lettura.
Perché vi sto raccontando questo? Solo per dirvi che della prima lettura non ricordavo praticamente nulla, e per me, rituffarmi nelle pagine è stato un continuo di emozioni e sorprese (beh, se escludiamo la trama principale, che grossomodo ricordavo, a causa del film).
Mi sono gustata ogni secondo, dall'arrivo alla scuola, alle lezioni iniziali, sino ad arrivare al mistero della pietra filosofale. Credo che la Rowling sia stata geniale nell'ideare tutti quei piccoli particolari, come le cioccorane provviste di figurine mobili, le gelatine ai gusti più disparati, la ricordella, le scope volanti, i gufi postini, i passaggi segreti, che ci aiutano ad immaginare di essere davvero lì sulla scena, con i nostri piccoli amici.
Tuttavia, a mio parere, non proprio tutto è stato reso perfettamente. Alcuni dettagli, niente di importante sia chiaro, sono un tantino contraddittori.
Un esempio? Gli allievi Harry, Hermione, Draco e Neville vengono puniti per essere stati trovati nei pressi della torre d'astronomia, di notte. E qual è la punizione giusta per chi, con ogni probabilità, è sceso dal letto per guardare le stelle?
Ovvio, un giretto nella Foresta Proibita, sempre in notturna, e proprio nel momento in cui è assediata da una o più creature misteriose, intente ad assassinare unicorni.
Ci rendiamo conto? I ragazzi che andavano spontaneamente in giro in una struttura, almeno teoricamente, sicura come Hogwarts, vengono poi trascinati contro la loro volontà in uno scenario indubbiamente pericoloso, per di più con una supervisione quasi del tutto assente. Mah!
E sempre parlando di sicurezza, che dire della pietra filosofale che viene trasferita da una camera blindata della rinomata Gringott (protetta da un percorso a labirinto, mille incantesimi e fiamme di drago), ad una semplice botola sorvegliata da un cane?
Beh, lo so, ora mi direte che il cane aveva tre teste e che, dopo la botola, erano previste durissime prove, ovvero:
1) la prova della Sprite, il cui controincantesimo veniva insegnato persino agli allievi del primo anno, come ci riferisce Hermione;
2) la prova di Vitious, che non solo contemplava nella stanza l'effettiva presenza della chiave giusta per proseguire, ma anche dei manici di scopa per poterla afferrare. Un po' come se dei proprietari di una residenza prestigiosa, ti lasciassero le chiavi in giro, ed un biglietto con le indicazioni per recuperarle!
Che poi è in sostanza quello che fa Piton con la prova successiva, quella di pozioni, ma perlomeno in quella serviva un po' di ingegno e di logica. Beh diciamo che gli unici che si sono sprecati un minimo sono stati la McGrannitt e Silente che, con lo stratagemma dello Specchio delle Brame, si dimostra il solo con un po' di sale in zucca XD
Naturalmente so benissimo che non stiamo parlando di un romanzo storico in cui ogni minuzia deve essere perfettamente in linea con la verità dei fatti, però un po' di attenzione in più non ci sarebbe stata male.
Ciò non toglie che quando un libro è coinvolgente, come in questo caso, gli errori sì si notano, ma fino ad un certo punto. Perché se si è molto presi dalla storia, dai personaggi e le loro tribolazioni, dalle avventure ed i pericoli, le contraddizioni pesano effettivamente poco, perché ciò che conta davvero è solo l'emozione che il libro sa darti, e ciò che rimane con te, una volta chiuse le pagine.
il mio voto per questo libro