Titolo: Io sono febbraio. Storia dell'inverno che non voleva finire mai
Titolo originale: Light Boxes, a fantasia about a war waged by a group of balloonists against the seemingly endless month of February
Titolo originale: Light Boxes, a fantasia about a war waged by a group of balloonists against the seemingly endless month of February
Autore: Shane Jones
Editore: Isbn Edizioni
Data di pubblicazione: 7 giugno 2012
Pagine: 176
Prezzo: 7,99 € (ebook)
Trama:
In un luogo e in un tempo imprecisato, una piccola cittadina vive un incubo infinito: da mesi gli abitanti sono immersi in un inverno che sembra non voler finire mai, la luce del sole è un lontano ricordo, ovunque solo freddo e neve. Mentre gli adulti cadono in una profonda depressione, uno spirito misterioso di nome Febbraio si accanisce contro la popolazione, vietando il volo degli aquiloni e delle mongolfiere. Ed è quando i bambini della città iniziano a scomparire che Thaddeus Lowe decide di ribellarsi, dichiarando guerra a Febbraio.
Recensione:
Quello che Shane Jones costruisce in queste pagine è un lavoro insolito.
"Originale" forse è il termine che lo descrive meglio, poiché atipici sono sia la storia che ci viene narrata, che il modo in cui essa ci viene presentata.
Un racconto allegorico in cui Febbraio rappresenta l'inverno e tutti i disagi che esso comporta.
Ma Febbraio non è solo una stagione, è una vera e propria presenza in carne ed ossa, che sceglie e agisce volontariamente.
Come una persona normale ha sentimenti e le sue decisioni sono influenzate dallo stato d'animo del momento.
A differenza di un qualsiasi essere umano, però, ogni sua azione influenza il destino degli uomini che sono, di fatto, in mano a quella che è la sua volontà.
Febbraio è quindi una sorta di Creatore che, in base ai suoi umori, gioca con le vite degli altri.
Li tormenta, toglie loro la gioia, rapisce i loro figli e, di tanto in tanto, si pente delle sue azioni.
Non c'è dubbio che Shane Jones abbia dato vita ad un'ambientazione molto suggestiva.
Egli riesce, con le sue parole, a far percepire al lettore un forte senso di angoscia e tristezza.
Egli riesce, con le sue parole, a far percepire al lettore un forte senso di angoscia e tristezza.
Ci fa avvertire il freddo, la paura, gli odori di menta, di miele e di fumo.
Riesce a far sentire l'impotenza dell'uomo di fronte ad un destino, che pare incaponirsi con forza contro di lui.
Ci mostra la sofferenza che si prova di fronte alla perdita di tutto ciò che si ama, ma la forza che spinge l'essere umano, sempre e nonostante tutto, a lottare per il raggiungimento della felicità.
Molte cose positive dunque, ciò che stranisce, però, è la maniera contorta con cui lo scrittore trasmette questi messaggi.
Come se tutto il libro fosse un rebus da decifrare.
Sin dalle prime righe si fa fatica a capire il senso del tutto.
E più si va avanti con la lettura, più la situazione si complica. Tutto diventa una rete di doppi sensi da tradurre, interpretare e comprendere.
Anche il modo in cui il testo è scritto non aiuta.
L'autore compie una scelta stilistica (probabilmente in nome dell'originalità) che non fa che creare ancor più un senso di confusione.
Sceglie di non mettere i virgolettati ai dialoghi e i punti interrogativi alle domande.
Ma qual è il senso di questa scelta? Non saprei proprio dirlo.
Interessante è invece il modo in cui l'autore gioca con le parole, sottolineandone l'importanza variando la misura del font.
Nel complesso si tratta di un libro originale che, forse, avrebbe emozionato e coinvolto di più se l'autore avesse messo da parte un po' d'estro in favore del contenuto.
Considerazioni:
Sicuramente questo non è un libro per tutti.
Credo che in molti lo abbandonerebbero dopo aver cercato, invano, di decifrarne la prima pagina.
Ciò che è certo è che è un libro molto evocativo.
Le parole sono il mezzo attraverso il quale, Shane Jones, ci mostra uno scenario lugubre e affascinante, facendolo percepire in modo vivido e quasi reale.
Ci trascina in questa cittadina imprigionata in un inverno senza fine e, piano piano, in maniera molto contorta, ci fa capire qualcosa delle persone che la abitano.
Thaddeus Lowe, visto da tutti come l'eroe che guiderà la battaglia e sconfiggerà Febbraio.
Bianca, sua figlia, che viene rapita da Febbraio nel bel mezzo della notte.
I preti, gli unici alleati di Febbraio in città, e così via...
Febbraio è un uomo triste e solo. Ama la sua ragazza che sa di miele e di fumo, ma forse è consapevole di non essere più corrisposto.
È annoiato ed infelice e sfoga le sue frustrazioni distruggendo la vita degli altri.
“Volevo scriverti una storia sulla magia. Volevo conigli che spuntassero dai cappelli. Volevo palloni che ti sollevassero fino al cielo. Ma è diventato tutto nient’altro che tristezza, guerra, afflizione. Non l’hai mai visto, ma dentro di me c’è un giardino.”
Da come ci vengono descritti, i due sembrano vivere in un universo parallelo a quello degli uomini, due mondi che non si incontrano, ma che possono essere influenzati l'uno dall'altro.
Febbraio ha un lavoro, degli amici, una ragazza, dei genitori.
Vive da loro, nel loro seminterrato.
Va in bici e quando è a casa scrive le sue storie, scrive il destino di Thaddeus Lowe e dei suoi concittadini.
Ho trovato divertenti alcuni piani attraverso i quali i cittadini cercano di sconfiggere Febbraio, come il vestirsi con abiti leggeri e far finta di essere in primavera XD
Inoltre, ho trovato molto significativa la parte finale in cui Febbraio e la ragazza che sa di miele e di fumo lottano, a colpi di pergamena, per cambiare il destino degli uomini.
Il tutto mi ha fatto pensare al giochino "Pocket God" in cui si deve impersonare, per l'appunto, un Dio che con un dito può distruggere chiunque e qualsiasi cosa. Per un capriccio disgregare intere civiltà.
Tuttavia c'è qualcosa che non riesco a mandar giù.
Se da un lato ci ho visto poesia e originalità, dall'altro, però, mi è parso un libro scritto appositamente in maniera insensata e stravagante, per far apparire "artistico" un lavoro e una storia che in realtà ha ben poco senso.
Un racconto che, se raccontato in maniera ordinaria, non avrebbe stupito nessuno e probabilmente non avrebbe ottenuto il medesimo successo.
Se da un lato ci ho visto poesia e originalità, dall'altro, però, mi è parso un libro scritto appositamente in maniera insensata e stravagante, per far apparire "artistico" un lavoro e una storia che in realtà ha ben poco senso.
Un racconto che, se raccontato in maniera ordinaria, non avrebbe stupito nessuno e probabilmente non avrebbe ottenuto il medesimo successo.
Ottima recensione come sempre!^_^..è un libro che non conoscevo....un libro molto curioso..sicuramente stuzzica la mai curiosità..e mi paicerebbe leggerlo per farmi una mia opinione..^_*
RispondiEliminaUn bacione...
L'ho letto tempo fa e, sinceramente, a me era piaciuto :) Non che non sia d'accordo su molte delle cose che hai detto, però avevo apprezzato lo stile e l'originalità :)
RispondiElimina