lunedì 26 settembre 2016

Recensione: "Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali" di Ransom Riggs

Titolo: Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali
Autore: Ransom Riggs
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 30 giugno 2016
Pagine: 384
Prezzo: 18,00 € 


Trama:
Immaginate una casa immersa nel verde, dove splende sempre il sole, dove uno stuolo di bambini gioca felice giorno dopo giorno, senza cambiare mai, senza invecchiare mai.
Immaginate poi che questi bambini nascondano un potere che non possono rivelare al mondo, che devono custodire come il più pericoloso dei segreti.
Immaginate ora di essere Jacob, combattuto tra la tentazione di credere ai racconti del nonno che parlano di ragazzi speciali e pericoli in agguato, e la consapevolezza che in quelle parole ripetute più e più volte non può esserci nulla di vero.
Solo quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l'oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all'orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d'epoca che Abraham custodiva gelosamente.
Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi?

Recensione:
C'è chi è abituato a sentire dalla voce di mamma e papà favole di draghi e principesse da salvare, di cavalieri valorosi a bordo di nobili destrieri, di streghe cattive e demoni malvagi.
E poi c'è Jacob, un ragazzo solitario che vede nel nonno Abraham tutto il suo mondo. Nella sua fantasia lui è l'eroe che combatte mostri e porta in salvo povere vittime indifese.
Perché è così che accade quando si è piccoli, si cerca sempre di vedere nelle persone amate solo il meglio, solo quello che ci fa sentire al sicuro.
Jacob ascolta le storie del nonno, della sua infanzia su un'isola felice, dei suoi amici strampalati e dei loro bizzarri poteri, e del falco pellegrino che li ha sempre protetti dai mostri in agguato.
Jacob impara queste favole a memoria, diventano per lui dei miti fino a quando l'età e la ragione lo portano a vedere la realtà: Abraham non è altri che un uomo anziano che ha perso il lume della ragione.
Solo quando il nonno trova la morte in circostanze misteriose, ed esalando l'ultimo respiro chiede al nipote di cercare l'isola, Jacob inizia a temere che i pericoli narrati non siano solo frutto della fantasia di un povero vecchio.
Da poche parole criptiche e dal bisogno di superare il dolore e l'orrore della tragedia subita, prende il via l'avventura che porterà Jacob a indagare il passato del nonno.

“Era vero, ovviamente. Veneravo il nonno. C’erano cose di lui che dovevano essere vere, avevo bisogno che fossero vere, e il fatto che tradisse sua moglie non era una di queste. 
Quand’ero bambino, le sue storie fantastiche mi dicevano che una vita magica era possibile. Anche dopo aver smesso di crederci, percepivo ancora qualcosa di magico in lui. Avere sopportato tutti quegli orrori, avere visto il lato peggiore dell’umanità e ritrovarsi con una vita irriconoscibile, e nonostante questo restare la persona perbene e buona e coraggiosa che conoscevo. 
Sì, quella era magia. Quindi no, non gli avrei dato del bugiardo, del traditore o del cattivo padre. Perché se lui non era un uomo perbene, forse nessun altro poteva esserlo.”

Dall'arrivo sull'isolotto nebbioso di Cairnholm nulla sarà più lo stesso.
Quella casa felice immersa nel verde esiste davvero?
E le foto che ritraggono ragazzini fluttuanti, invisibili o forzuti sono autentiche proprio come diceva nonno Abe?
Jacob, giunto per sapere qualcosa di più su Abraham e i famosi bambini speciali, troverà le risposte a queste domande e ad altre che non sapeva neanche di cercare.
Assieme a lui noi lettori compieremo un viaggio nell'ignoto, seguendo tracce perse nel tempo, alla ricerca di chi probabilmente non vuole essere trovato.
Conosceremo personalità forti ed eccentriche, che aiuteranno il nostro protagonista a prendere in mano la sua vita con coraggio.
Prima fra tutti Emma Bloom, la ragazzina orgogliosa e determinata che dietro una scorza dura nasconde un animo fragile e un cuore tenero, e poi la dolce e temeraria Bronwyn Bruntley, l'ironico Millard Nullings e tanti altri ancora.
Non importa che abbiano o meno un potere segreto, ciò che conta è che loro saranno per Jacob gli amici che non aveva mai avuto, la famiglia che non lo aveva compreso fino in fondo.
Il ragazzino dovrà affrontare la sfida più grande, vincere le paure più profonde e iniziare a credere in se stesso e nelle sue potenzialità.
Questa è una delle caratteristiche più importanti del libro a mio parere: per quanto l'impianto narrativo, il misto di magia e mistero, sia affascinante, fondamentali sono i messaggi di cui il romanzo è portatore.
Essere diversi non significa essere sbagliati ma avere dentro di sé delle particolarità che ti rendono speciale.
E poi il romanzo ci pone di fronte ad uno dei più importanti dilemmi di sempre: sopravvivere per sempre senza vivere mai per davvero, o affrontare la vita giorno per giorno, senza pensare al domani?
Oltre all'impatto psicologico che la lettura può offrire, e di cui quello appena detto è solo una misera prova, importante è anche lo stile narrativo di Riggs, improntato ad un graduale dissipamento del mistero iniziale.
Tutti i dubbi e le perplessità riguardo ad Abe, al suo passato e al destino dell'amato nipote, troveranno man mano una risposta. Tuttavia, devo ammettere, proprio a causa di queste rivelazioni la storia sembra perdere nelle fasi finali buona parte del suo pathos, per poi riprendersi nelle ultime pagine.
Ciononostante tutto il romanzo pare ben calibrato, con una buona dose di creatività e un ottimo ricorso ad espedienti fantascientifici. Non mancano poi le emozioni, soprattutto incentrate sul dissidio interiore del povero, e giustamente confuso, Jacob.
Una nota a parte le meritano le foto d'epoca, inserite nel libro a mo' di illustrazioni, che non fungono da meri orpelli ornamentali ma dimostrano di essere parte integrante della trama. Inoltre con il loro innegabile fascino impreziosiscono e rendono ancor più speciale un romanzo che fortunatamente di ordinario ha ben poco.

Considerazioni:
Se non hai letto il libro, e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Ho apprezzato il libro sin dalle pagine iniziali, sia per il modo in cui è scritto (linguaggio semplice ma non banale) che per il rapporto d'affetto tra Jacob ed Abraham, delineatosi nei primi momenti. Ho subito provato una certa simpatia per quel bambino che credeva alle storie più inverosimili, che ammirava suo nonno, che sognava di essere un giorno un grande esploratore come lui. E devo ammettere che sono stata molto dispiaciuta quando ha scelto di non ascoltarle più.
Andando avanti con lettura ho trovato molto interessante l'ambientazione, sia quella reale dell'isola, talmente cupa e isolata, che quella creata da Miss Peregrine, sempre soleggiata e rigogliosa.
L'anello spazio-temporale, ovvero la realtà immobile con cui la donna-falco pellegrino protegge gli allievi dotati di poteri, ha infatti le sembianze di un eterno paradiso.

“Quel posto mi faceva l’effetto di un narcotico; l’anello stesso agiva come una droga – un antidepressivo e un sedativo combinati insieme – e avevo l’impressione che se fossi rimasto troppo a lungo non avrei più voluto andarmene. 
Se questo era vero, pensai, spiegava un sacco di cose. Per esempio, perché quei ragazzi riuscissero a rivivere lo stesso giorno in continuazione, per decenni, senza impazzire. 
Sì, era tutto bellissimo, si stava bene, ma se ogni giorno era identico ai precedenti, e se davvero i bambini non potevano andarsene come aveva detto Miss Peregrine, allora quel luogo era allo stesso tempo un paradiso e una prigione. Era così piacevolmente ipnotico che uno ci poteva mettere anni a capirlo, e a quel punto era troppo tardi. Andarsene sarebbe stato pericoloso. 
Quindi non era neppure una decisione, in realtà. Rimani e basta. Solo dopo – anni dopo – inizi a chiederti cosa sarebbe successo in caso contrario.”

E a proposito della ymbryne Miss Peregrine, e della scelta di creare un rifugio sicuro per i suoi bambini, non ho potuto non immedesimarmi in quei ragazzini speciali, divisi tra la voglia di scoprire il mondo che è là fuori e il bisogno di rimanere dove non hanno nulla da temere.
Se adesso possiamo considerarli in trappola, in quanto una loro eventuale fuga ne decreterebbe la morte, non possiamo dimenticare che hanno avuto tutto il tempo di decidere di andare via e costruirsi una vita normale, come del resto ha fatto Abe.
Proprio in base a queste considerazioni, se da una parte invidio la loro eterna infanzia felice, d'altra parte non posso non pensare che dietro i loro giovani corpi si celano persone che hanno vissuto tutta una vita, che hanno passato anni a fare sempre le stesse cose, e che alla fine non possono che desiderare qualcosa di diverso dalla loro realtà (spontaneo sorge il confronto con il libro "La fonte magica" di Natalie Babbitt).
Ho provato un bel po' di tristezza nel sapere che Emma ha aspettato tutta la vita il ritorno di Abe (come lei stessa confessa tutta la sua vita sentimentale è racchiusa in una scatola), come anche nel vederla tentare di sostituire quel vuoto con un ragazzino che somiglia tanto al suo unico amore.
Allo stesso modo ho provato compassione e tenerezza, nel leggere l'emozione dei bambini all'arrivo di Jacob, le loro frequenti domande e la speranza che lui decidesse di restare con loro. Non potendo vivere il futuro, si limitano a sperare che il futuro vada a vivere con loro.
Riguardo ai personaggi, come dicevo prima, mi è piaciuta molto la determinazione di Miss Peregrine ed il modo severo con cui mette in riga i suoi allievi. Più che una direttrice pare una buona mamma che sa come dosare rimproveri e carezze. Anche Emma, ha attirato le mie simpatie, già dall'attacco iniziale a Jacob. Come la sua ymbryne, sembra pronta a tutto pur di salvare quello che ha.
Tuttavia non ho apprezzato il suo tentativo di ristabilire con Jacob il legame che ha perduto. Ho avuto più volte l'impressione che lo stesse solo usando, pur non essendone lei stessa del tutto consapevole. Poi al momento del fatidico bacio non ho potuto non pensare alla loro effettiva differenza di età, al fatto che Jacob stava dando il suo primo (almeno credo) bacio alla fidanzata di suo nonno, ad una ragazzina che poteva effettivamente essere sua nonna!
Una cosa alquanto bizzarra, non vi pare? XD
Anche tutti gli altri speciali sono caratterizzati non solo dalle differenti abilità ma anche dalle personalità più disparate, da quelle tenere e gentili, come nel caso di Olive, Bronwyn e Claire, fino a quelle più decise e, talvolta petulanti, come Emma, Millard ed Enoch.
Questo scenario variopinto rende anche più facile ricordare i vari personaggi e proseguire senza difficoltà la lettura.
Interessante poi la teoria dei vacui e degli spettri, e la spiegazione degli anelli temporali, che riescono in tal modo a dar vita ad un affascinante connubio magia-scienza.
Ultima cosa di cui vorrei parlarvi è la nuova scelta editoriale che nella ristampa ha previsto un titolo differente: non più "La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" ma, a ripresa del film in uscita prossimamente, "Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali".
Devo ammettere che preferivo il titolo precedente, per quanto non così diverso dall'attuale, che puntava l'attenzione sull'eterna giovinezza dei protagonisti. Al contrario ho valutato positivamente la decisione di non sostituire la cover originale (che vede in primo piano una splendida foto d'epoca) con la locandina del film, come si è soliti fare da un po' di tempo a questa parte, dopo una trasposizione cinematografica.
La Rizzoli ha invece scelto di realizzare delle fascette, dedicate al film, che si sovrappongono come un vestito alla copertina rigida, che rimane così immutata. 

Ringrazio la casa editrice Rizzoli per avermi fornito una copia di questo romanzo

il mio voto per questo libro

8 commenti:

  1. Ciao! devo assolutamente recuperarlo prima di andare a vedere il film! ^^

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  2. Anche io devo proprio sbrigarmi a recuperare questa lettura, non voglio neanche perdermi il film di Tim Burton <3

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  3. Lo confesso: ho amato questo libro, dalla prima pagina, ma soprattutto verso la fine dove il talento di Riggs si è rivelato in tutta la sua meraviglia *-*
    Per quanto mi riguarda è un'idea geniale e non vedo l'ora di andare a vedere il film!

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  4. mi è piaciuto, non ved l'ora che esca il film!!

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  5. Anch'io non vedo l'ora di leggerlo, anche se lo ho adocchiato quasi un annetto fa però le vecchie copertine non mi sconfinferavano molto anche se ora ha voglia di leggerlo grazie anche alle nunerose recensioni positive.

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  6. Lo leggerò sicuramente, e poi mi vedrò anche il film. Spero che mi conquistino entrambi :)

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  7. Anch'io non vedo l'ora di vedere il film, anche se sto già storcendo il naso per alcuni cambiamenti che ho notato nel trailer >_<

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  8. Ho letto questo libro proprio il mese scorso e nonostante qualche perplessità (soprattutto non mi ha convinta molto Jacob), mi è piaciuto molto. Adesso devo procurarmi assolutamente il secondo volume!

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