Salve avventori!
Il 13 dicembre è arrivato e, come annunciato nello scorso post, ha oggi inizio il gruppo di lettura che come lo scorso anno ci accompagna, a mo' di calendario dell'avvento, fino a Natale.
Oggi il nostro calendario prevede la lettura del primo capitolo del libro “Il tredicesimo dono”di Joanne Huirst Smith, le cui vicende cominciano il 13 dicembre del 1999.
Commentiamo qui insieme la prima tappa, per i prossimi giorni invece ci ritroviamo qui
Giorno 1
È il 1999 mancano pochi mesi a Natale quando la vita della famiglia Smith viene devastata da una perdita terribile.
Rick, il capofamiglia, la roccia di Joanne, il suo migliore amico, suo marito, il padre dei suoi tre figli, muore, mandando il progetto di una vita in frantumi.
Da allora nulla è più come prima.
Joanne, da sempre amante della vita, delle feste e del Natale, ha perso la gioia di vivere, la voglia di sognare e di sperare, di credere negli altri e nella felicità.
La sua felicità è sparita e ora tutto le appare incerto, sospeso su un filo troppo sottile.
“Lo cerco nelle ombre della casa, nelle ore tra i baci della buonanotte e la sveglia, pur sapendo che non c’è. Ho un continuo dolore alla schiena per le stilettate di una molla rotta del divano, ma non riesco a dormire di sopra, nel letto che dividevamo. Non mi sposto nemmeno dalla sua parte del divano.
Lo spazio che Rick occupava... è vuoto.”
Lo spazio che Rick occupava... è vuoto.”
È il 13 dicembre, mancano tredici giorni al Natale, e la piccola Megan, di dieci anni, inizia a richiedere, come ogni bambino della sua età, che anche in casa Smith si torni a respirare l'aria di Natale.
Ma le feste sono l'ultimo pensiero di Joanne, troppi ricordi riaffiorano a galla, ricordi che non è ancora pronta per rimpiazzare.
Ed è in quella caotica mattina che, alla porta, i componenti superstiti della famiglia trovano il primo dono misterioso proveniente da altrettanti misteriosi mittenti: una poinsettia, una stella di Natale.
Ciò che più mi ha colpito di questa storia è che, almeno da quanto mi è parso di capire, l'autrice ci stia raccontando la sua vera storia, quella della sua famiglia.
I suoi dolori e i suoi ricordi.
Così, tutto quello che, in altre circostanze avrebbe potuto rendere questo libro il frutto di un'idea carina, per un racconto adatto alle feste, assume invece tutt'altra valenza.
A partire dalla dedica iniziale, ai deliziosi aneddoti familiari, fino ai misteriosi doni, ora tutto è avvolto da un'aura di tristezza, dolore e malinconia.
“A Rick, il mio primo vero amico,
e ai nostri tre doni più preziosi,
Benjamin, Nicholas e Megan.”
Allo stesso modo suppongo che la rinascita scaturita dai tredici doni, acquisirà, via via, un valore aggiunto.
La forza vera che può dare una speranza. L'aiuto vero che può dare l'amicizia.
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