Titolo: L'albero delle ossa
Titolo originale: Skeleton Tree
Autore: Kim Ventrella
Editore: Il Castoro
Data di pubblicazione: marzo 2018
Pagine: 256
Prezzo: 13,50 €
Quando Stanly trova un osso in giardino, non
potrebbe essere più felice. È una scoperta sensazionale, che gli farà vincere
di sicuro un importante concorso fotografico per giovani archeologi.
Certo, trovare un osso in giardino è piuttosto
strano. Ancora più strano è il fatto che l'osso cresca e in pochi giorni
diventi uno scheletro intero, capace di saltare fuori dal terreno, ballare e
fare numeri buffi.
Mentre Stanly è dubbioso, la sua sorellina, Miren,
è contentissima di avere uno scheletro per amico, e i due diventano presto
inseparabili. Soprattutto quando la salute di Miren comincia a peggiorare, e il
suo amico speciale è l'unico che riesca a farla stare meglio.
Stanly ha paura, e farebbe qualsiasi cosa per
allontanarlo dalla sorella, ma lo scheletro è lì per un motivo, e forse è
arrivato il momento di comprendere quale.
Recensione:
Kim Ventrella, con questo libro, ci racconta una
storia alquanto bizzarra che ha per protagonista un giovane appassionato di
videogiochi, Stanly, la sua vivace sorellina, Miren, ed uno scheletro che
cresce in giardino, quasi fosse un albero.
Ovviamente Stanly in un primo momento non sa come
reagire di fronte a questo evento straordinario, poi venuto a conoscenza di un
concorso fotografico per archeologi in erba, capisce che quella strana cosa che
cresce dinnanzi casa rappresenta in realtà la sua grande occasione!
Fotograferà lo scheletro, diverrà famoso,
convincerà suo padre a partire con lui per il viaggio premio e,
successivamente, a fare ritorno a casa. Riavrà così la sua famiglia unita,
proprio come prima.
Tuttavia le cose non vanno come lui aveva sperato:
in primo luogo perché lo scheletro non ama essere immortalato, ma anche perché
ha un comportamento non ben decifrabile.
Ebbene sì perché la singolare creatura, oltre a
crescere giorno per giorno e diventare sempre più forte e libera di muoversi,
pare aver instaurato un curioso rapporto d'amicizia con Miren, la piccola di
casa.
E se la cosa è strana di per sé, lo diventa ancora
di più quando la bambina, già di salute cagionevole, si ammala gravemente.
Lo scheletro, che Miren ha soprannominato Princy,
gioca con lei, le parla, la consola, la distrae quando sta troppo male, eppure
è proprio dal suo arrivo che la situazione è peggiorata.
Chi è quindi Princy? Un buon amico o un nemico
sotto mentite spoglie?
Per buona parte del libro noi lettori non
riusciamo a comprenderlo: se da una parte alcuni indizi ci portano a credere
che la presenza di quell'essere non sia propriamente amichevole, il suo aspetto
così bonario e giocoso, e soprattutto l'imperturbabilità della Tata Francine di
fronte a lui, ci spingono a pensare che non possa essere così cattivo.
Vediamo Stanly, assieme al suo fidato amico Jaxon,
cercare di venire a capo della faccenda, e noi stessi tentiamo di capire se il
dramma di Miren è legato o meno alla presenza di quella enigmatica entità.
Ma, accanto a questa questione spinosa, se ne
intrecciano tante altre: la partecipazione al concorso, l'assenza del papà dei
ragazzi, la situazione lavorativa della mamma.
E se devo dire la verità, è stata proprio questa
commistione di fattori a non convincermi del tutto.
Mi spiego meglio.
Inizialmente il quadro familiare descritto sembra
molto tranquillo. È vero, Miren pare già avere qualche difficoltà respiratoria,
ma nulla di preoccupante.
In un primo momento quindi il grande interesse di
Stanly per il concorso è più che giustificabile. Ma quando si va avanti con la
storia, e la sorellina viene ricoverata più e più volte in ospedale, il suo
continuo pensare alla possibile vittoria, al viaggio, o al ritorno del padre
non ha più senso. Di fronte alla malattia di una persona cara, tutti gli altri
fattori dovrebbero passare in secondo piano, eppure così non avviene in questo
libro.
Capisco tuttavia che, trattandosi di un romanzo
per ragazzi, l'autrice possa essersi sentita in dovere di fare questa scelta,
perché catalizzare l'attenzione su un tema così forte in maniera costante,
sarebbe potuto risultare un po' troppo deprimente.
Parlando in linea generale, posso dunque dirvi che
la storia è molto scorrevole, si viene subito catturati dal mistero dello
scheletro e si ha sempre più voglia di conoscere la verità su di lui e,
soprattutto sulle sorti della povera Miren. Inoltre tutti i personaggi sono ben
caratterizzati, con i loro pregi e difetti. Alcuni si lasciano andare a sfoghi
eccessivi ma giustificabili (come accade nella realtà del resto), altri
riportano la calma con saggi consigli (ad esempio la dolcissima Francine).
Una cosa davvero apprezzabilissima, ci terrei a
sottolinearlo, è la grande attenzione prestata all'analisi dei diversi stati
d'animo, dei vari personaggi, ma soprattutto del protagonista.
Dopo un po’, i singhiozzi si trasformarono in conati di vomito e lei smise di tremare. Stanly pensò che si sentisse meglio, visto che non piangeva più, ma proprio in quel momento le uscì dai polmoni un respiro crepitante. Sbiancò in volto e cominciò ad annaspare in cerca di aria. Con un gesto fulmineo, tata Francine rimise i tubicini al loro posto.
Il respiro crepitante si placò. Stanly strofinò le spalle di sua sorella e desiderò che tutto tornasse come quando era piccola e i suoi grandi problemi erano i pannolini sporchi e le ginocchia sbucciate. Si sedettero tutti e tre sul pavimento della cucina e rimasero lì per un po’, finché Miren non riprese colore e il suo respiro non si normalizzò. Stanly giocherellò con un pezzo di resina che si stava sollevando da una piastrella. Ricordava ancora il giorno in cui Miren era inciampata proprio lì e, cadendo, si era rotta il mignolo.
Stanly aveva pensato che non le sarebbe più capitata una cosa tanto orribile, ma adesso… adesso non sapeva più cosa pensare.
Il respiro crepitante si placò. Stanly strofinò le spalle di sua sorella e desiderò che tutto tornasse come quando era piccola e i suoi grandi problemi erano i pannolini sporchi e le ginocchia sbucciate. Si sedettero tutti e tre sul pavimento della cucina e rimasero lì per un po’, finché Miren non riprese colore e il suo respiro non si normalizzò. Stanly giocherellò con un pezzo di resina che si stava sollevando da una piastrella. Ricordava ancora il giorno in cui Miren era inciampata proprio lì e, cadendo, si era rotta il mignolo.
Stanly aveva pensato che non le sarebbe più capitata una cosa tanto orribile, ma adesso… adesso non sapeva più cosa pensare.
Se nei primi capitoli Stanly ci descrive il peso
dell'essere un fratello maggiore, responsabile tra l'altro dello stato di
salute della piccola di casa, più si va avanti, più viene fuori il suo senso di
protezione, l'amore e l'affetto profondo, la paura di fronte agli eventi
incontrollabili.
Da un certo punto in poi, come avrete intuito, la
vicenda assume toni drammatici, tristi e commoventi. Credo sia questo il punto
di forza del libro, il riuscire a coinvolgere il lettore e farlo sentire parte
integrante del quadretto familiare, il fargli sentire sulla sua pelle il
destino di Miren, il destino di tutti quanti.
Considerazioni:
Se non hai letto il libro, e hai intenzione di
farlo, fermati qui!
Quando ho iniziato il libro, ero convinta di
leggere una storia carina e misteriosa, in stile Halloween. Non immaginavo
minimamente di ritrovarmi ad affrontare tematiche importanti come la malattia,
la morte, il divorzio o i disturbi ossessivo-compulsivi, questi ultimi
incarnati dalla figura dell'amico Jaxon.
Credevo che la storia narrata fosse più leggera e
meno tragica. Come avrete già capito dalla recensione, ho apprezzato molto
questa scelta di sfruttare l'escamotage dello scheletro per dare un messaggio
costruttivo ai più giovani, in questo caso il tema della perdita, tuttavia
avrei preferito che, una volta intrapreso questo arduo cammino, si fosse
portato avanti fino in fondo e senza distrazioni.
Anche perché, devo ammetterlo, per me è stato
davvero frustrante leggere, quasi fino alla fine, sempre del concorso e dei
risvolti positivi che la vittoria avrebbe comportato.
Mi chiedevo: come è possibile che, con la sorella
in gravi condizioni, lui riesca a pensare a come sarebbe bello andare in
vacanza con il suo papà. Come fa a non rendersi conto di cosa sta accadendo?
Capisco che il viaggio in realtà non era altro che
un'esca per spingere il padre a riabbracciare la sua famiglia (e riavere così
la felicità perduta), ma in ogni caso chi sprecherebbe tempo con qualcuno
volutamente assente, quando c'è chi ami che scivola sempre più in basso ogni
instante che passa?
Un'altra cosa che mi ha lasciato allibita è il
comportamento di Tata Francine.
Partendo dal presupposto che ho adorato il suo
personaggio, i suoi ricordi della vita in Kirghizistan, i dolci e le capre (a
proposito vorrei un romanzo tutto incentrato sulla sua infanzia XD), non ho
però capito la sua leggerezza di fronte all'apparizione dello scheletro in
giardino.
Per esperienza sa già che essi sono presagi di
morte, per cui dovrebbe aver capito istantaneamente che alla piccola Miren, già
malata, rimaneva poco tempo da vivere.
Eppure non si scompone, anzi appare tutta
entusiasta di questa grande scoperta, quando qualsiasi persona con un po' di
sale in zucca, sarebbe scoppiata in lacrime già alla prima vista delle ossa nella terra.
«Fate i bravi, caprette mie.» Tata Francine schioccò la lingua. «Perché siete arrabbiati? C’è il sole, una brezza fresca… e…» Si premette un dito sulla tempia. «Se non sbaglio, il vostro segreto è cresciuto ancora.»
Anche perché, diciamoci la verità, la figura dello
scheletro come tristo mietitore non è poi così originale (come anche la
rappresentazione di esso con mantello e falce che viene qui ripresa dalla
Ventrella). Ed è stato proprio il perenne atteggiamento tranquillo di Francine
a spingermi a credere che Princy nascondesse in realtà una diversa identità
rispetto a quella facilmente prevedibile.
Se proprio lo volete sapere - e se non lo volete
sapere, ve lo dico lo stesso - le mie ipotesi erano essenzialmente due:
1) Princy è in realtà il padre dei ragazzi,
assente da tempo da casa e morto misteriosamente
Motivazioni:
Non li vede da più di un anno e non comunica con
loro neppure per telefono. La madre non passa più le sue chiamate ai figli,
neppure quando afferma di essere impegnata in una conversazione con lui.
Cosa ben più importante, non torna a casa neppure
quando le condizioni di salute di Miren diventano gravi, cosa impensabile per
un genitore.
Per di più Princy è estremamente affettuoso con
Miren, riesce a farla ridere anche quando sta male; si emoziona quando vede
Stanly; consola la madre mentre dorme, anche se lei non può vederlo.
2) Princy è davvero il tristo mietitore, ma è lì
non per Miren, come sembrerebbe, ma per Francine
Motivazioni:
Lo scheletro in certi frangenti appare con il
tipico abbigliamento dell'angelo della morte. Tata Francine appare sempre
tranquilla, come una che ha accettato il suo destino con serenità. In effetti
non ci sarebbe nulla di strano se una donna anziana non avesse timore della
morte, ma se la cosa riguarda una bambina, è ben più difficile non scomporsi!
Immaginate la mia reazione quando ho scoperto non
solo di aver fatto un buco nell'acqua, ma che la spiegazione più banale (ovvero
lo scheletro porta morte, e a morire è proprio il personaggio già malato in
partenza) si è rivelata essere in effetti quella giusta!
Inutile dire che avrei preferito le mie due
opzioni, la prima perché avrebbe svelato un inedito risvolto affettuoso (il
padre che non vuole abbandonare la sua famiglia *-*) e la seconda perché, a mio
avviso, sarebbe stata più originale e meno tragica (con tutto il rispetto per
la simpaticissima tata).
Per tutta la lettura infatti, da una parte ho
temuto per Miren, dopo essermi affezionata a lei, ma dall'altra ero certa della
sua guarigione. Quando ho letto del funerale sono rimasta senza parole!
Le ultime pagine le ho trovate molto commoventi
nella loro semplicità: il dolore di una madre, il senso di vuoto di un
fratello, l'accettazione dell'inevitabile.
Una chiusa di poche parole perché il dolore non
conosce spiegazioni, e non si può descrivere ciò che non si vorrebbe mai
provare.
Ringrazio la casa editrice Il Castoro per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo
Ringrazio la casa editrice Il Castoro per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo
il mio voto per questo libro
Altro libro accattivante da aggiungere alla lista dei desideri :)
RispondiElimina