Titolo: La sirena e Mrs
Hancock
Autore: Imogen Hermes
Gowar
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: 19
febbraio 2019
Pagine: 472
Prezzo: 22,00 €
È il settembre del 1785
quando Jonah Hancock, mercante inglese, riceve in dono una sirena. Certo, non è
proprio un regalo e nemmeno una sirena nel senso piú romantico del termine: è
piú che altro un corpo mummificato di essere marino che gli è costato una nave.
Ma a rassicurare Mr Hancock del valore dell'investimento c'è il lungimirante
capitano Jones, responsabile della compravendita. E a trasformare quella
creatura in una fonte di lucro ci pensa Mrs Chappell, l'avveduta tenutaria di
un bordello di lusso: che abbia gambe o squame, una ragazza indifesa nuova in
città a lei non può sfuggire. Per la madama non è difficile convincere il mite
Mr Hancock ad affittarle la sirena come arredo per incuriosire i clienti della
sua casa di piacere.
Ed è proprio in quel
luogo di libidinosa perdizione che Jonah Hancock si perde, non tra le vie del
peccato, bensí negli occhi di Angelica Neal. Il suo corpo è senza segreti per
chi ha avuto l'onore di essere suo cliente, ma il suo cuore non è altrettanto
prodigo.
Spietata e
impertinente, Angelica promette a Mr Hancock che cederà alle sue avance solo in
cambio di un nuovo esemplare, suadente e fatale, di sirena. Ma i desideri hanno
spesso conseguenze impreviste. Per esempio, possono essere esauditi.
Recensione:
Con questo romanzo,
l'autrice ci regala un viaggio nel tempo e nello spazio, nella Londra georgiana
di fine Settecento, abitata da marinai, mercanti, donne di malaffare e uomini
di potere.
Protagonista è Jonah
Hancock, un quarantacinquenne che ha investito tutti i suoi averi nelle navi e
che, non avendo figli né una moglie cui provvedere, non trova altra occupazione
che sfidare quotidianamente le intemperie del mare alla ricerca di un po' di
fortuna.
E la fortuna non tarda
ad arrivare, grazie ad una rischiosa compravendita che ha come oggetto
nientepopodimeno che una sirena imbalsamata, catturata poco tempo prima in Giappone, nel bel mezzo di una tempesta.
La terrificante creatura, per quanto poco piacevole, diviene subito
l'attrazione della città, al punto che i ricavi per il mite signor Hancock,
divenutone ormai proprietario, si fanno fruttuosi.
Tutti i londinesi
accorrono per vederla, anche la stravagante Mrs Chappell, la mezzana che,
grazie alle sue doti persuasive, riesce ad accaparrarsi per qualche settimana
l'opportunità di ospitare quel fenomeno da baraccone nella sua casa di piacere.
Ed è lì che il mondo
pratico e speculativo dell'oculato Jonah viene a contatto con quello effimero e
vanitoso di Angelica Neal, una delle meretrici più in vista.
La giovane donna,
astuta come una volpe, riesce a strappare a quell'uomo credulone una promessa:
il suo tempo e soprattutto la sua compagnia, in cambio di una sirena nuova di
zecca tutta per lei, da tenere in bella mostra in soggiorno.
Questa provocazione,
per quanto assurda, rischia di avere conseguenze impreviste per entrambi,
soprattutto quando la fantasia finisce per collidere con la realtà.
L'arrivo della seconda
sirena, viva e vegeta, decisamente irrequieta e ben diversa da quel primo
orripilante esemplare, porterà inevitabilmente scompiglio in ben più di una
esistenza. Possiamo considerare la presente figura mitologica come uno
spartiacque, volta ad alterare irrimediabilmente gli equilibri precariamente
costruiti, palesando le paure, i sensi di colpa, i desideri più reconditi ed i
segreti inconfessabili.
Sono qui. Sono qui: non sei sola. Eccomi: sono il dolore, la creatura vivente del tuo soffrire. Sono il dolore che è dentro di te: sono il dolore che è tra voi due.
Mi sotterrerai ma io tornerò su.
Non mi riconoscerai, ma io mi farò riconoscere.
Un uso affascinante ed
insolito della donna-pesce, converrete con me, solitamente vista come un essere
seducente e ammaliante, e non come una calamita per le emozioni più forti e
debilitanti, come avviene invece in questo caso.
In realtà la sirena
entra in azione solo nell'ultima parte della storia - il romanzo è diviso in
tre libri, ragion per cui il titolo dell'opera non è del tutto congeniale - e
rappresenta l'acme di una vicenda ben più intricata e complessa.
Per tutta la narrazione
assistiamo a capitoli alternati, dedicati rispettivamente ora a Jonah Hancock,
ora ad Angelica Neal. I due vivono la loro quotidianità in modo diametralmente
opposto, l'uno sommerso da pratiche da sbrigare e l'altra in mondanità e lussi
sfrenati. I loro cammini ad un certo punto si incrociano, per poi dividersi e
ritrovarsi ancora.
Entrambi, per quanto
diversi, sono alla ricerca di qualcosa che dia loro un senso di completezza,
quello stato di pace e sicurezza che è stato loro a lungo negato.
Entrambi
finiranno per scoprire che a volte ciò che cerchiamo alacremente non è quel che
davvero ci occorre, e che la felicità è molto più vicina di quanto pensiamo.
Lui guarda fuori dalla finestra. Ha la sensazione di essere su una nave in mezzo a un grande oceano, troppo lontano da casa per invertire la rotta, ma così distante dai lidi sconosciuti davanti a lui che la sua imbarcazione finirà per sfasciarsi sotto l’impeto delle onde prima di affondare.
Non vi dirò di più
della trama, non temete, mi piacerebbe però accennare alla scrittura
dell'autrice, particolarissima, densa di minuziose descrizioni, al punto da
avere quasi un taglio cinematografico. Per il lettore non è difficile
immergersi nella lettura ed immaginare ogni particolare.
Credo che, in buona
parte, questa cosa possa essere considerata un pregio, in quanto aiuta chi
legge a sentirsi al centro della scena, quasi fosse lì mentre gli eventi prendono
vita. Tuttavia, soprattutto nella parte iniziale, l'attenzione mostrata ai
dettagli risulta così predominante da rendere, in alcuni frangenti, la
narrazione eccessivamente prolissa, a discapito dell'azione. Da circa metà
libro in poi fortunatamente il problema non si pone più, in quanto le vicende
scorrono più velocemente, in un rincorrersi di intrecci e di momenti
emozionanti.
Altro aspetto
fondamentale di quest'opera è la forte componente psicologica di tutti i
personaggi, ed in particolare quelli principali, e la metamorfosi che questi
stessi subiscono nel corso del tempo.
Ad esempio sin dai
primi capitoli si pone l'attenzione sul grande dolore di Mr Hancock, la
tragedia che l'ha colpito molti anni prima ed il senso di vuoto che lo
accompagna quotidianamente, ma solo quando si va avanti, emerge davvero il
bisogno dell'uomo di avere una famiglia da amare. Allo stesso modo, anche la
signorina Neal, nonostante le apparenze, l'aspetto impeccabile ed i grandi
sorrisi, nasconde un passato turbolento, fatto di assenze, abbandono, violenze
subite e cattive compagnie. Una specie di Holly Golightly per intenderci (la
protagonista di "Colazione da Tiffany"), estremamente sicura di sé
eppure fragile come cristallo.
E come lei tante altre sue "colleghe",
come l'esotica Miss Polly che non ha visto altra via di fuga alla povertà, se
non la mercificazione del suo corpo.
«Quando una donna è povera, e senza nessuno a proteggerla, è quasi una sgualdrina, anche se non ha ancora peccato. Se solo la più piccola cosa va di traverso, è naturale cadere in tentazione. Tutti sanno che un giorno quel momento arriverà: pur rispettabile che sia, la macchia è già su di lei. A un certo punto sente di non avere scelta»
Le loro vicende
personali e i loro drammi ci vengono svelati poco a poco, facendo cadere l'aura
di superficialità e fierezza che inizialmente contraddistingueva quelle donne
di facili costumi.
L'ambientazione del
bordello infatti viene indagata a fondo, con le sue luci ed ombre. È descritta
ogni scena, anche la più peccaminosa, con dovizia di particolari, ma senza
scadere mai nella volgarità. Questo mondo, lussuoso e sfavillante dall'esterno,
nasconde molte crepe, più di quante si riesca ad ipotizzare. L'ostentazione e
lo sperpero di denari, il potere della bellezza femminile e della sorellanza,
ma anche le invidie ed i pettegolezzi, lo strapotere delle mezzane (quelle che
oggi chiameremmo protettrici), e lo squallore dei clienti bavosi.
Anche in questa
circostanza si nota la grande maestria della scrittrice nel saper ricreare gli
usi e i costumi di un tempo, dagli abiti ai cosmetici, dal cibo da servire in
tavola alle esibizioni, sino ai mezzi di locomozione o agli arredamenti. Nulla
è lasciato al caso, anzi ogni particolare sembra attentamente studiato, al fine
di rendere questo romanzo quasi un quadro da ammirare.
In generale il libro,
nonostante la partenza lenta, coinvolge, stupisce e convince. Grazie
soprattutto ai personaggi in cui è facile immedesimarsi, i quali, con le loro
emozioni, le delusioni e le sofferenze, ci fanno tribolare e sperare in un
lieto fine.
Poi ovviamente le
ambientazioni seducenti, l'atmosfera, il mistero, e la commistione di storia e
mitologia fanno la loro parte, rendendo le vicende di Jonah e Angelica una
tempesta perfetta in cui è facile perdersi e navigare.
Ringrazio la casa editrice Einaudi per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo
il mio voto per questo libro