Titolo: Cime Tempestose
Autore: Emily Brontë
Illustratore: Fritz Eichenberg
Editore: Bur Rizzoli
Data di pubblicazione: 22 giugno 2017
Pagine: 384
Prezzo: 18,00 €
Trama:
Quando Mr Earnshaw torna a casa portando con sé l’orfano Heathcliff, la vita di Catherine cambia per sempre: il nuovo amico è prima il compagno di un’infanzia e di un’adolescenza scapestrata, poi il polo di un amore devastante, ma anche il fuoco di rancori, gelosie, liti violente. C’è tutto lo spirito romantico del XIX secolo nell’unico, preziosissimo romanzo di Emily Brontë, un sentimento perfettamente rappresentato in questo volume dalle preziose illustrazioni di Fritz Eichenberg, che con il suo tratto vigoroso, i volti drammatici e i paesaggi espressionistici, traduce in immagini l’atmosfera carica di tempesta e di contrasti che pervade il romanzo.
Recensione:
Cime tempestose è una storia di vendette, soprusi e rancori di lunga data.
E' la storia di due famiglie, o meglio di due residenze e delle persone che le abitano.
Da una parte vi è Wuthering Heights, da sempre casa degli Earnshaw, e dall'altra Thrushcross Grange, la ricca dimora dei Linton.
Le loro vicende si incroceranno con l'arrivo dagli Earnshaw di Heathcliff, un misterioso trovatello che il capofamiglia accoglie come un figlio.
Il ragazzo, dall'aspetto truce e l'indole selvaggia, se dal primo momento attira le antipatie del primogenito Hindley, diventerà invece il fedele compagno di giochi della secondogenita Catherine.
Questo almeno fino all'incontro dei due ragazzi con Edgar, figlio dei Linton, ragazzo dai capelli biondi e i modi gentili. Con Edgar, Catherine conosce un mondo diverso, fatto non solo di corse nelle lande e giochi infantili, ma di cene eleganti, buone maniere e vestiti da sera.
Con lui, la ragazza ha la possibilità di scegliere: un'esistenza fatta di istinti con Heathcliff, o una vita agiata con Edgar.
Questo bivio sarà il punto di svolta di tutto il romanzo: ci mostrerà la vera natura di Catherine, il suo egoismo e la sua presunzione.
E soprattutto questa scelta darà inizio al piano diabolico di Heathcliff, che da questo momento in poi non farà altro che aspirare al momento della resa dei conti, immaginando la più atroce delle vendette.
Attorno a questo triangolo amoroso - Heathcliff, Catherine e Edgar - ruoterà tutta la prima parte del libro. Tuttavia, la storia narrata dalla Brontë ha ben poco a che vedere con il romanticismo, come sarebbe plausibile immaginare.
I sentimenti che uniscono i tre, che siano di rivalità, ostilità e disprezzo - come nel caso dei due uomini - o di affetto - come nel caso della donna ed i suoi corteggiatori - sono spesso contaminati e sopraffatti dall'amor proprio.
Miss Earnshaw ad esempio, per quanto provi un legame viscerale per il suo vecchio compagno di giochi, al punto da considerarlo parte della sua stessa anima, mette sempre al primo posto la sua reputazione e la degradazione che subirebbe, qualora si unisse in matrimonio ad un selvaggio.
Allo stesso modo quest'ultimo, rimane così ferito e colpito nell'orgoglio dalle parole di lei, da rinunciare a combattere per la sua mano, con il solo scopo di dimostrarle un giorno di aver sbagliato nel non reputarlo un buon partito, ed aver preferito un altro a lui.
Solo Edgar Linton, uno dei pochi attori in scena senza macchia, pare animato da emozioni così profonde e sincere, da perdonare le mancanze di rispetto e l'ego smisurato di chi gli è accanto. Il suo amore rimane forte e stabile nelle intemperie, anche quando avrebbe dovuto vacillare.
Con la seconda parte del romanzo le vicende continuano a ruotare attorno alle due case, ma si arricchiscono di alcuni personaggi, la prole dei due nuclei familiari che finirà per ereditare anche i rancori e le antiche rivalità del casato.
Il triangolo originario avrà quindi nuove leve: Cathy (la figlia di Edgar e Catherine), Linton (il figlio di Heathcliff), e Hareton (figlio di Hindley e cugino della nuova bella di Trushcross Grange).
A muovere le fila ancora una volta Heathcliff che, dopo aver vestito in passato i ruoli di fratello bistrattato ed umiliato e di innamorato deriso e rifiutato, finirà per incarnare ciò che più gli è congeniale: il vendicatore spietato e implacabile, deciso a punire coloro che, a suo parere, hanno contrastato la vita con Catherine a cui era destinato.
Ebbene sì, il tempo può aver anche cambiato, seppur leggermente, l'aspetto dell'uomo, ma non ha affatto incrinato l'amore folle e tormentato che serba nel cuore, al punto da renderlo ossessivo ed insano.
Naturalmente, per quanto qualche scenario sembri destinato a ripetersi con i personaggi più giovani, molte reazioni invece si distaccano nettamente dal passato. Ad un certo punto pare quasi che gli eredi siano la versione rifinita e più apprezzabile dei genitori, quelli che sarebbero potuti essere anche loro, se avessero rinunciato all'orgoglio e alla rivalsa.
Ciò non toglie che "Cime tempestose" ci regala i protagonisti più crudeli di sempre, tra padri che provano piacere nel ferire, fisicamente e psicologicamente, i loro stessi figli, mariti che maltrattano brutalmente le mogli, mogli che disprezzano i rispettivi mariti, cugini che si odiano l'un l'altro e chi più ne ha, più ne metta.
È come se questo libro fosse il ricettacolo di quanto l'umanità possa essere bieca e spietata, quando cade nelle mani sbagliate e viene indirizzata lontana dal bene. Di come ogni persona può scegliere di incanalare il male che riceve e restituirlo al mondo, o al contrario dimostrare ad esso di essere migliore e saper perdonare.
Altro dono che ci fa la scrittrice con quest'opera è senza dubbio il fascino intramontabile della brughiera spossata dai venti impetuosi che, con il suo carico emotivo, funge da perfetta cornice agli animi dei personaggi. Le descrizioni dei paesaggi, del gelido vento invernale, delle bufere di neve, dei timidi fiori primaverili, o in generale di tutta la landa, non possono lasciare indifferenti, così come le atmosfere, cariche di presagi e spiriti inquieti.
Le "cime tempestose" sono il luogo in cui avviene tutto, eppure sono anche i veri motori della storia, il posto in cui trovano rifugio e ristoro gli Earnshaw e i Linton nel corso degli anni, ma anche il teatro degli incontri e degli scontri, delle fughe d'amore, delle notti di agonia, della speranza e della gioia più profonda.
Niente di tutto quello che avviene sarebbe potuto accadere lontano da lì e nulla avrebbe avuto lo stesso significato in un altro scenario. Perché le Wuthering Heights vivono e vibrano come chi abita in esse, sono aspre e selvagge come chi non le hai mai lasciate per davvero.
Considerazioni:
"Cime tempestose" è uno di quei libri che, vuoi o non vuoi, non può lasciare certo indifferenti. Ha un ritmo serrato, un susseguirsi di intrecci e di azione, personaggi unici nel loro genere, e meravigliose descrizioni: il mix perfetto per tenere incollati i lettori dalla prima all'ultima pagina.
Questa edizione poi, grazie alle drammatiche e angoscianti illustrazioni, opera dell'artista tedesco Fritz Eichenberg, riesce nell'impossibile intento di rendere la storia ancora più forte di quanto non sia in realtà.
Ma tornando al romanzo, come dicevo prima, ha come punto di forza la personalità ben definita di tutti gli attori protagonisti, evidente già dalle prime battute.
Se infatti, nella maggior parte dei libri, assistiamo ad una metamorfosi dei personaggi, così non accade con "Cime tempestose".
Per quanto il carattere di Heathcliff si inasprisca, per quanto lui diventi sempre più spinoso, rancoroso e vendicativo, non risulta mai troppo lontano dall'immagine che già avevamo di lui all'inizio.
Questa è una delle particolarità della narrazione: personaggi crudeli ed egoisti, così concentrati sui propri desideri, da non considerare minimamente il male che seminano attorno con i loro comportamenti scellerati. In questa storia non ci sono innocenti. Solo carnefici e vittime, a loro volta carnefici di altre vittime.
Così Heathcliff, ripetutamente maltrattato e offeso da Hindley, diventa il diabolico oppressore di chiunque gli capiti a tiro. Allo stesso modo, anche se per diverse motivazioni, agisce il figlio di Heathcliff, Linton, il quale, disprezzato dal padre, si prende gioco anche di chi ha davvero cura di lui, come la piccola Cathy.
Se alcuni personaggi possono avere una blanda giustificazione ai loro comportamenti, in considerazione del tormentato passato (vedi Hareton, Hindley, Linton e lo stesso Heathcliff), altri invece sono essenzialmente negativi.
E' il caso di Catherine, amata da tutti, eppure sempre desiderosa di maggiori attenzioni. Il suo egoismo non conosce limiti, la sua crudeltà è un'edera rampicante che finisce per intrappolare chi le sta vicino.
Per quanto possa aver amato Heathcliff ed Edgar, quell'affetto non è minimamente paragonabile al suo amor proprio.
Anche il lasciarsi morire non è altro che l'ennesima dimostrazione del suo orgoglio ferito. Non il cuore spezzato, ma la consapevolezza che il mondo non gira attorno a lei, che Edgar e Heathcliff non sono disposti a sopportare ogni cosa (giustamente), pur di vederla felice. Non il troppo amore, ma il desiderio di infliggere la pena maggiore a chi, pur lusingandola, non ha osato metterla sempre al primo posto.
Un amore vero è invece (e aggiungerei purtroppo) quello di Edgar per Catherine: nonostante la moglie non faccia altro che deluderlo, addirittura schernendolo e prendendosi gioco di lui, Edgar non smette mai di aver cura di lei.
Altrettanto veri sono i sentimenti di Heathcliff, un affetto indirizzato solo ad esclusivamente a Catherine.
Un amore malato, un'ossessione, un tormento, ma un amore vero.
Heathcliff la ama così tanto da non aver altro scopo nella vita se non riaverla, da sperare, dopo averla perduta, di poter almeno esser perseguitato dalla sua anima, di non aver pace, di diventare pazzo, tutto pur di tenerla ancora con sé.
Persino il suo assurdo ed ingiustificato piano di vendetta, la sua bramosia, non è altro che un mondo di punire quelli che, a suo parere, sono responsabili della morte della sua amata. Forse per questo motivo, pur essendo Heathcliff il personaggio più crudele e senza scrupoli di cui abbia mai letto, non sono riuscita a detestarlo.
Al contrario più andavo avanti con la lettura e più il personaggio di Nelly, la governante degli Earnshaw, mi risultava insopportabile. Finge ripetutamente di tenere ad ogni persona cui viene in contatto, per poi dimenticarsene alla prima difficoltà. Comportamento tenuto con Heathcliff, Catherine, Hareton, Isabella, Linton e talvolta anche con la piccola Cathy. Ogni volta dice di amarli e poi li lascia al loro crudele destino, senza curarsene oltre, arrivando addirittura a disprezzarli e persino mentire, come nel caso di Linton, pur di eliminare un problema, o almeno quello che lei considera tale.
In generale è improbabile provare dei sentimenti d'affetto per alcun personaggio (fanno eccezione solo Edgar e Hareton).
È il caso della piccola Cathy, così amabile con il padre e con Linton, ma supponente e sdegnosa con il cugino Hareton. O dello stesso Linton che non riusciamo a non compatire quando ha a che fare con Heathcliff, il suo aguzzino, ma che dimostra tutto il suo essere abietto e vile, in ogni altra circostanza.
Tutti gli altri presentano luci ed ombre, risultando apprezzabili in molte occasioni e detestabili in altrettante.
Ma credo che questo sia uno dei punti a favore del libro, una delle ragioni che lo rende così coinvolgente.
Se Heathcliff, Catherine, Hindley e Hareton non fossero stati animati da un vento così impetuoso, non avrebbero impresso dentro di noi in ricordo così indelebile. Non ci avrebbero spinto a condannarli o a parteggiare per loro, non avrebbero reso questa storia così vera e crudele, ma anche così straordinariamente umana.
il mio voto per questo libro
Io ahimè ho avuto un sacco di problemi con questo libro a causa della sua protagonista, per me assolutamente odiosa... Magari gli darò un'altra possibilità però!
RispondiEliminaBeh sì, Catherine è davvero odiosa, su questo non posso darti torto. Però io in generale preferisco i libri con personaggi dalle personalità ben definite, seppur non amabilissime, piuttosto che quelli scialbi e senza carattere.
EliminaVedo che ti è piaciuto tantissimo... Ti capisco; è uno dei miei romanzi preferiti ❤️🤗📖
RispondiEliminaMi è piaciuto così tanto che questa recensione nasce da una rilettura. In realtà lo avevo già letto tanti anni fa, ma ho approfittato di questa edizione deluxe per rispolverare i miei ricordi.
EliminaQuando l'ho letto la prima volta, confesso di aver pensato "ma che roba eh?!"; infatti- come penso molti- ero stata attirata dal libro perchè pubblicizzato come una delle più belle storie d'amore di tutti i tempi. E in questo senso di amore ne ho trovato ben poco, se non quello di Heathcliff pur discutibilissimo. Ma a una seconda lettura quello che mi ha fatto innamorare del ibro è stata proprio la forza della sua scrittura, delle sue immagini; qui i sentimenti e le passioni sembrano davvero uscire dalla pagina e vivere di vita propria, toccando corde molto intime nel lettore. Concord con il vostro giudizio su Catherine, e tra l'altro non so se ci avete badato: se non ce lo dicesse l'autrice non lo sapremmo nemmeno che è incinta poco prima di morire, da parte sua non dedica una sola parola a questo fatto o alla creatura che porta in grembo. Penso non le importasse nemmeno di quella.
RispondiEliminaSu Edgar il mio giudizio è positivo ma solo in parte, nella seconda parte della storia pur sapendo di cosa è capace Heatcliff pur di non avere rogne nella sua vita gli lascia portare via come nulla fosse il nipote Linton (che comunque era stato a lui affidato da Isabella) e la figlia Cathy.
Hai ragione Tiziana, concordo su tutto. Per il fatto della gravidanza di Catherine, anche da parte della scrittrice vi è solo un vago accenno, sembra quasi una mossa inevitabile giusto per farci intuire l'ingresso del nuovo personaggio, la piccola Cathy.
EliminaE anche Edgar, come dici tu, ha la sua parte di colpe, sembra viva unicamente per la moglie e la figlia, null'altro lo tocca, né il destino dell'amata sorella né quello del nipote Linton, quando è evidente che entrambi avrebbero beneficiato del suo affetto e della sua protezione.
Uno dei pochi classici che non mi è piaciuto :(
RispondiEliminaIn effetti "Cime tempestose" si distingue nettamente da tutti gli altri classici, ed è proprio per questo che mi è piaciuto così tanto. Tra tutti i classici è l'unico che mi ha convinto pienamente.
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