martedì 4 agosto 2020

Review party "Sorelle Brontë" - Recensione in anteprima: "Agnes Grey" di Anne Brontë


Chi non conosce le sorelle Brontë? 
Immagino che tutti sappiano, almeno a grandi linee, chi fossero queste donne talentuose e a quali capolavori hanno dato vita. 
Ma se sentite l'esigenza di approfondire la loro storia, o leggere per la prima volta, ma anche per la seconda o la terza, le loro grandi opere, la Mondadori vi viene incontro con una nuova straordinaria uscita, tutta dedicata alle sorelle più famose della letteratura.
Il libro, che porta il nome di "Sorelle Brontë - I capolavori delle impareggiabili penne sororali" ed è caratterizzato da una bellissima copertina verde e oro, sarà pubblicato il 25 agosto, ma già da adesso ci è possibile osservarne da vicino il contenuto.
In particolare oggi vi parlerò di "Agnes Grey", l'opera di Anne Brontë, che inaugura il volume.

Titolo: I capolavori delle impareggiabili penne sororali
Autori: Sorelle Brontë 
Illustrazioni: Malleus
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 25 agosto 2020
Pagine: 780
Prezzo: 28,00 €

Trama:
Agnes Grey conduce un'esistenza tranquilla e felice assieme agli amorevoli genitori e alla sorella maggiore Mary. Ma quando la sua famiglia cade in disgrazia, la ragazza sceglie di abbandonare la casa paterna per poter contribuire al sostentamento e dare prova di sé, offendo i suoi servigi in qualità di istitutrice. 
Prendersi cura dei figli ricchi, indisciplinati e viziati di due famiglie della facoltosa borghesia inglese di età vittoriana, è l'unica scelta rispettabile che la ragazza possa fare per sopravvivere. Una volta lì avrà l'occasione di conoscere le gioie e i turbamenti dell'amore, ma soprattutto avrà la possibilità di osservare la vacuità e la corruzione della buona società, smascherando, lucidamente e spietatamente, il lato oscuro delle persone "rispettabili e perbene". 

Recensione:
La minore e meno nota delle sorelle Brontë, nel 1845 comincia a lavorare a quello che diventerà il suo primo lavoro in prosa, "Agnes Grey". 
Il romanzo sarà pubblicato solo due anni dopo, sotto lo pseudonimo di Acton Bell, in un unico volume assieme a "Cime tempestose" della, oggi più celebre, Emily. 
Questo particolare non è da sottovalutare in quanto la povera Anne, a causa del forte impatto emotivo che la storia d'amore tra Heathcliff e Catherine genera nel pubblico e nella critica, è stata, da allora, spesso sminuita nelle sue abilità di scrittrice.
In realtà "Agnes Grey", per quanto si discosti nettamente dai sentimenti impetuosi delineati dalla sorella, non è poi così lontana né da "Jane Eyre" di Charlotte Brontë - almeno per tematica - né dall'altrettanto famosa Jane Austen, cui l'accomuna la narrazione elegante e raffinata ed i modi pacati ed equilibrati.
L'opera in questione nasce sotto forma di diario, come se fosse una confessione intima della protagonista che, tramite le pagine, intende raccontare la sua storia, il suo passato, i suoi pensieri più profondi.
Il racconto ha inizio con una Agnes diciottenne che vive tranquilla e beata nella casa della canonica, assieme ai genitori, da anni felicemente sposati ed innamorati, e alla sorella maggiore Mary. Ma il destino, che sa sempre come scompigliare le carte, troverà il modo di rompere l'idillio, così un investimento sbagliato provoca la perdita del patrimonio familiare e la conseguente depressione del capofamiglia.
La giovane Agnes, tuttavia, non si abbatte e, sfidando le rimostranze dei suoi cari, riesce a lasciare per la prima volta il nido, per tentare la carriera di istitutrice presso i Bloomfield, una famiglia abbiente.
Ha così iniziò il difficilissimo mestiere di Agnes, la quale si ritroverà ad avere a che fare con tre bambini viziati e pestiferi, talvolta pervasi addirittura da un'indole selvaggia e sadica, e soprattutto con dei datori di lavoro pretenziosi, ostili e sprezzanti.
In questa prima parte del libro è molto facile identificarsi con il personaggio principale e simpatizzare con lei. La piccola di casa Grey, per quanto volenterosa, ci appare sperduta ed inesperta, non preparata ad affrontare una situazione così difficile, e per giunta da sola.
L'autrice in questo è molto abile, riesce benissimo a far venir fuori la solitudine e la paura della giovane, finita inavvertitamente in trappola nella gabbia del nemico, che le sembra ogni giorno più fredda ed inospitale. Così come è una maestra nel ritrarre l'amore familiare, ben visibile sia nei capitoli iniziali - dove si respira proprio la felicità domestica - sia nella mancanza che si avverte successivamente, nel corso di tutto il romanzo, quando la giovane Agnes è costretta a stare lontana da casa e dagli affetti.
Purtroppo con il secondo impiego della signorina Grey, stavolta presso i ben più abbienti Murray, la situazione sembra cambiare, così come la personalità della protagonista.
Se infatti prima pareva inesperta, fragile e per questo umana, con il trasferimento la ragazza ci appare sempre più fredda, altera e distaccata. Nonostante le sue nuove allieve non siano tremende e moleste come i piccoli Tom e Mary Ann Bloomfield, e cerchino anche di instaurare un legame, lei si ritrae, ponendosi quasi su un piedistallo fatto di moralità e severità di giudizio.
Bacchetta in continuazione la spigliata e vivace Rosalie così come la poco aggraziata Matilda, e neanche il resto della famiglia fugge alla sua censura.
E certo, i Murray non sono affatto perfetti (anche se decisamente meno odiosi dei precedenti datori), i loro difetti e la loro ostentata alterigia risulta evidente agli occhi del lettore, eppure le continue opinioni velate di sdegno e supponenza di Agnes, non la rendono meno biasimevole dei suoi conviventi.
Per fortuna nella storia fa il suo ingresso il signor Weston, l'uomo che diventerà il centro delle attenzioni e dei pensieri della donna.
La storia d'amore dei due, come spesso accade, risulta prevedibile già dalle prime battute, tuttavia, al contrario di altri libri, essa si basa non sulle apparenze e sul bell'aspetto, ma sul fascino di un bel carattere e di un'anima buona e pia.
Inoltre Edward Weston ha anche il grande pregio di riuscire a tirar fuori la dolcezza e la sensibilità che la Grey sembrava aver perso del tutto.
Davanti ad ogni suo minimo gesto amorevole, la giovane si scioglie come neve al sole, e trascorre la maggior parte del tempo libero in balia delle emozioni, a chiedersi se il suo sentimento possa essere ricambiato o meno, a dubitare dell'interesse altrui, a costruire castelli in aria, immaginando un futuro roseo.
Per dirla in breve, Agnes Grey è il ritratto dell'innamorata persa, che non fa che analizzare le parole dell'amato, in cerca di qualche profondo significato.
Impossibile non provare empatia per lei, leggendo dei suoi patemi d'animo!
Altra nota decisamente positiva sono le ambientazioni e i paesaggi, rese sempre con estrema eleganza ma anche con pregnanza. Per quanto però le descrizioni siano affascinanti e suggestive, tutto il libro ha in generale un andamento lento, privo di colpi di scena o di momenti culminanti. In alcuni punti, in cui l'emotività di Agnes affiora maggiormente, si ha quasi l'impressione di sentir parlare un'amica, purtroppo poi il piglio bacchettone della donna prende il sopravvento, spegnendo il clima di familiarità ed il coinvolgimento.
In definitiva un buon libro che si inserisce benissimo nella letteratura del suo tempo, ma che non brilla per originalità o fantasia. Una storia però che riesce a dar voce alle intime confessioni di una giovane donna, divisa tra il desiderio di affermarsi, il bisogno di rimanere ancorata ai suoi affetti, e la voglia di trovare qualcuno cui affidare il suo cuore.

Considerazioni:
Anne Brontë è da sempre considerata la sorella meno talentuosa tra le tre, e per quanto io abbia apprezzato per diversi aspetti questo libro, non posso non ammettere che in lei, o perlomeno in questa storia, manca il brio, la passione e il tormento dei romanzi di Emily e di Charlotte. Il giudizio della critica quindi non mi stupisce.
Ed è un peccato perché inizialmente "Agnes Grey" sembrava avere tutte le carte in regola per farsi notare e lasciare il segno. I personaggi della famiglia sono ben caratterizzati, ed è difficile non affezionarsi ai genitori e alla loro travagliata storia d'amore, come sarebbe stato arduo non identificarsi nell'insicurezza e nella voglia di rivalsa della diciottenne Agnes, da sempre trattata come un fiore fragile e delicato.
Con l'arrivo presso i Bloomfield, come dicevo prima, la situazione non cambia molto. Anzi, per me che ho avuto il piacere di cimentarmi nel ruolo di educatrice, sebbene per breve tempo, è stato facile riconoscermi nell'infinita pazienza della protagonista, alle prese con dei bimbi pestiferi ed insensibili, e con dei genitori estremamente indulgenti verso i figli e per nulla comprensivi con chi aveva il compito di istruirli.
Per questo motivo mi è molto dispiaciuto, non rivedere la stessa dolcezza e fragilità, andando avanti con la storia. È stato come se, da un certo punto in poi, Anne Brontë fosse stata fagocitata da Jane Austen. Non a caso, con il trasferimento dai Murray, vi è un continuo ricorso al confronto tra la moralità inossidabile della protagonista e la frivolezza e la superficialità dell'allieva Rosalie (un po' come Elizabeth e Lydia Bennet in "Orgoglio e pregiudizio").
Fortunatamente almeno la storia d'amore tra Agnes e il signor Weston appare più credibile rispetto a quella tra Lizzie e Mr Darcy, perché la prima si basa sulla stima reciproca, sull'affinità dei caratteri, su una comune visione della vita, del futuro e sulla stessa idea di felicità (non sulla bellezza della residenza e dei giardini, sull'ingente patrimonio, e sulla generosità nel servirsene, come per la Austen).
In definitiva non posso dire di aver amato questo libro, ma ho apprezzato molto sia il modo di scrivere dell'autrice che alcune delle sfaccettature donate ai diversi personaggi. Non mancherò di leggere anche "La signora di Wildfell Hall" per capire definitivamente chi era Anne, la più giovane delle Brontë.

Ringrazio la casa editrice per avermi fornito una copia del volume

il mio voto per questo libro

6 commenti:

  1. Sia di Anne che di Agnes non ne ho quasi mai sentito parlare ma leggendo la tua analisi mi sembra molto interessante..chissà che non sarà uno dei prossimi classici che leggerò :)

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    1. Ha qualche piccola pecca, ma tutto sommato è un bel libro.

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  2. Questo romanzo mi manca. Sono curiosa di leggerlo e di confrontarlo con Jane Eyre che ho riletto qualche anno fa!

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    1. Io non ho ancora letto Jane Eyre (che ha recensito Muriomu) ma rimedierò prossimamente. Mi è sembrato di capire che, a livello di trama, si somiglino, anche se credo che quello di Anne Brontë abbia toni più pacati.

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  3. È una raccolta davvero bellissima, che amio avviso dovremmo avere tutti nelle nostre librerie 🤗🤗

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    1. Vero, davvero una bella raccolta, sia esteticamente che a livello di contenuto.

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