giovedì 13 febbraio 2014

Recensione: "Lettera all'amato nel giorno del suo matrimonio" di Elena Marmiroli

Titolo: Lettera all'amato nel giorno del suo matrimonio
Autore: Elena Marmiroli
Editore: Miraviglia Editore
Collana: Nowhere
Data di pubblicazione: Novembre 2011
Pagine: 180
Prezzo: 10,80 €

Trama:
Un gelido pomeriggio d’inverno, una donna uccisa, il corpo abbandonato con la faccia a terra in un campo accanto a una villa disabitata. La donna, poco più di quarant'anni, era morta da tre o quattro giorni. Niente rapporti sessuali, nessun segno di colluttazione, niente lividi. Un'unica coltellata dritta al cuore, probabilmente con un coltello da cucina. Tre figure femminili molto diverse, ma legate da un filo sottile. Tutte vicine alla vittima e fra loro un uomo, un giovane intellettuale con belle maniere, disinvolto e con qualche pretesa di eleganza nei modi, che tutte le circostanze sembrano indicare come il perfetto colpevole. Fra gli oggetti personali della vittima viene ritrovato un manoscritto intitolato "Lettera all'amato nel giorno del suo matrimonio", la cui trama - l'amore impossibile e inconfessato di una nobildonna per un giovane maestro di cappella - forse racchiude, in un reticolo di analogie, la soluzione per un enigma, apparentemente troppo semplice.

Recensione: 
Piacevole e scorrevole, un giallo ben scritto capace di catturare l'attenzione.
La storia non è insolita: una donna trovata morta, il commissario intento ad indagare, la successione delle varie testimonianze rese dai conoscenti della vittima, e un principale sospettato su cui paiono convergere tutti i sospetti. 
Ciò che rende il racconto particolare rispetto ad altri, sta nell'esistenza di un manoscritto, ritrovato in bella mostra su di una scrivania, in casa della vittima.
Il commissario Lojacono ce lo legge rendendoci partecipi della storia in esso narrata.
Un racconto dentro il racconto.
Ed è il manoscritto il vero protagonista di questo libro, che difatti ne porta il titolo.
Il commissario lo intuisce e sembra confidare totalmente in questa lettura per la risoluzione del caso.
I personaggi con cui ci confrontiamo, e che impariamo a conoscere durante la lettura, sono diversi, e quasi tutti hanno il loro rispettivo all'interno del manoscritto.

Cecilia Lampridis: è la vittima, ritrovata morta sulla neve in un gelido pomeriggio d'inverno, uccisa con un'unica accoltellata al cuore. Di lei non sappiamo altro se non quello che ci viene raccontato da chi l'ha conosciuta.
Una donna che ha trascorso la vita ad occuparsi del padre, cercando di non essere per lui motivo di preoccupazione.
Ha per questo escluso il mondo fuori dalle mura di casa, ha posticipato, ha rimandato le occasioni e le ha irrimediabilmente perse.
È rimasta sola e se n'è resa conto quando ormai era troppo tardi.
La vita l'aveva esclusa e lei faceva altrettanto.

“«Ricordo che Cecilia mi aveva fatto dapprima un’impressione sgradevole: un tipo arcigno, scorbutico. Era l’impressione che faceva a tutti, di primo acchito, e per molti non cambiava più. C’era in lei, effettivamente, un grosso fondo di malinconia. Ma era anche allegra, conviviale, aveva il senso dell’umorismo; e poteva essere aperta: di una sincerità quasi infantile. Credo di aver capito, in seguito, le ragioni di quella prima impressione. Cecilia era convinta, o si era convinta con gli anni, di essere una persona poco interessante, una persona che non interessava nessuno. E si affrettava a prevenire l’indifferenza degli altri nei suoi confronti con la propria nei confronti del mondo.»”

“Ma la povera signora aveva un’aria così rassegnata... Come se avesse accettato il fatto che il suo destino era di passare di fianco alla vita, senza nemmeno sfiorarla...»”

Amalie von Lohnstein-Mühlendorf: è la protagonista del manoscritto, quindi l'alter ego della vittima, e come lei è afflitta dalle stesse insicurezze.
Come Cecilia è una donna matura, che sembra aver trascurato la vita, ed è per questo rimasta sola.
Non ha avuto relazioni, non si è sposata sebbene abbia superato l'età da matrimonio.
Nel manoscritto, una lettera dedicata al suo amato come dono per il suo matrimonio, (scritta più come un diario, dato che l'autrice non ha nessuna intenzione di consegnargliela davvero) Amalie racconta del suo amore per Johannes Nolting, nuovo maestro d'organo nella chiesa del paese.
La lettera, scritta in prima persona, è rivolta a lui, e a lui racconta il momento in cui si è innamorata.
Una confessione a cuore aperto in cui afferma che, all'inizio provava per lui solo ammirazione, ma decise di potersene addirittura innamorare, quando sentì che l'uomo era definito, dalla maggior parte della gente, di cattivo aspetto. 
Amalie si rivela in questo momento una donna talmente insicura delle proprie qualità, con così poca stima di sé stessa, da pensare di meritare solo l'attenzione di un uomo che le altre non vorrebbero.

“Certo che il nuovo organista, il signor Nolting, è proprio brutto, poverino, con quella gobba”. Non mi ero accorta della gobba. Non l’avevo vista. Quando la marescialla Steglin disse: “È proprio brutto, poverino”, capii che quel modo di guardare, tenendo il capo un po’ reclinato e la spalla destra rialzata, quello era la gobba, era dovuto alla gobba. Le signore presenti commiserarono: certo, era un peccato, una persona così di valore; mio fratello aggiunse che questa disgrazia fisica avrebbe probabilmente compromesso la presentazione a corte, “senza contare – continuò la marescialla – che riduce enormemente le possibilità di un matrimonio vantaggioso”. Non li ascoltavo più. Una grande luce di speranza mi illuminava, mi mozzava il fiato: se nessuna ti voleva io ti avrei voluto, ti avrei accolto, ti avrei amato. E tu avresti capito, saresti stato capace di vedere, di andare oltre le apparenze.”

“Vidi la gobba, la schiena storta. Le assaporai lungamente; ammisi dentro di me che ti deturpavano, riconobbi che eri brutto. Pensai proprio così: “È davvero brutto” e questo pensiero mi dava l’audacia di trattenerti, di continuare a parlarti.”

Edoardo Colajanni: è l'uomo di cui Cecilia Lampridis (la vittima) era stata segretamente innamorata, e anche il massimo sospettato del suo omicidio.
Descritto da tutti come un uomo piuttosto brutto, strabico, con occhiali dalle lenti spesse, ma allo stesso tempo, dotato di un carisma fuori dal comune, tale da renderlo piacevole e attraente agli occhi dei più.
Una specie di latin lover da cui tutte si fanno ammaliare.

Johannes Nolting: rappresenta nel manoscritto quello che pare essere l'alter ego di Edoardo.
Anche lui brutto, ma affascinante e stimato da tutti.
È colui al quale è rivolto il manoscritto, che per lui rappresenta allo stesso tempo una sorta di testimonianza d'amore e un messaggio d'addio.

Dottoressa Sgarbi: a lei è affidato il caso, e con lei è ampiamente espressa quella che è la tipica immagine della "giustizia all'italiana": invece che cercare le prove per avere IL colpevole, si indirizzano le prove in modo da avere UN colpevole. 
Quello più probabile, non necessariamente quello effettivo.

“la Sgarbi era convinta della colpevolezza del Colajanni e avrebbe condotto le cose in modo da far dire a Carlotta quello che voleva sentire.”

Commissario Lojacono: simpatico, e con un grande spirito d'osservazione.
Il freddo è il suo grande nemico a causa di una brutta sinusite che lo tormenta da mesi. Separato dalla moglie, per quella che viene comunemente definita "una pausa di riflessione" si tuffa anima e corpo nel lavoro. È convinto dell'innocenza del Colajanni, perché tutte le prove portano a lui, e un caso non può essere così semplice.

In conclusione, un giallo non avvincente, ma particolare, con personaggi interessanti e ben approfonditi e una serie di citazioni e frasi su cui riflettere.

Considerazioni: 
Leggendo questo libro mi è capitato di paragonarlo ad un altro giallo da me letto recentemente, ovvero: "Il Richiamo del cuculo" di Robert Galbraith alias J.K.Rowling
Le similitudini sono a mio parere molte, a partire dal cadavere di una donna ritrovato sulla neve.
Nel commissario Lojacono poi, mi è parso di rivedere qualcosa del detective Cormoran Strike.
Entrambi i personaggi sono separati dalle loro mogli ed entrambi schiavi di un problema di salute che li affligge: per Lojacono la sinusite, per Cormoran i dolori causati dalla protesi della gamba persa in guerra. 
Cormoran abituale frequentatore di bar, Lojacono invece di ristoranti e trattorie.
Entrambi i racconti non puntano sul fattore "fiato sospeso", o su continui colpi di scena, ma sono basati soprattutto sulle indagini, gli interrogatori e l'analisi delle testimonianze e dei personaggi.
Entrambi si concludono con quello che può essere considerato un finale spiazzante.
L'originalità di questo giallo però sta tutta nel manoscritto, e nella sua storia parallela intrinsecamente legata a quella principale.
Un libro che mi sento di consigliare a tutti, anche a chi non ama particolarmente i gialli, perché in questa storia c'è molto più di questo.
È principalmente la storia di una donna sola, con poca fiducia in se stessa, che quasi senza accorgersene, si è negata le esperienze, le amicizie e la vita. Ha pian piano escluso se stessa dal mondo.

“Io credo che possa succedere, posso capirlo. Riesco a vedermi come una figlia di mezza età che ha fatto il proprio dovere, è rimasta a casa, pensando che un giorno sarebbe arrivata la grande occasione, finché ha aperto gli occhi e ha capito che non sarebbe andata così. Ora legge tutta la notte, non apre la porta a nessuno, e viene fuori soltanto per dare il fieno alle pecore in una specie di catalessi scorbutica." 
Alice Munro, La vista da Castle Rock

Ringrazio la casa editrice Miraviglia Editore per avermi dato modo di conoscere e apprezzare questo libro.

il mio voto per questo libro

5 commenti:

  1. La trama sembra assolutamente interessante!

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  2. I "libri dentro i libri" mi han sempre affascinata, e questo sembra molto carino.

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  3. Ciao Muriomu! Ti scrivo qui per informarti che c'è un premio per te sul mio blog!
    Sei stata nominata nei Liebster Award, passa a dare un occhiata! :D

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  4. Ciao! C'è il Liebster Award per te anche sul mio blog!! ;-D
    http://my-lovely-addictions.blogspot.it/2014/02/liebster-award-ovvero-questo-blog-non-e.html#more

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