Salve avventori!
Quello che vi propongo oggi è un estratto molto esplicativo tratto da "La morte delle api" di Lisa O'Donnell.
Chi parla è Marnie, una delle protagoniste della storia.
I suoi genitori, Izzy e Gene, sono morti e lei e sua sorella Nelly sono rimaste sole al mondo e nessuno lo sa.
Nessuno che si occupi di loro, nessuno a cui importi.
Ho scelto questo passo, perché mi ha toccato molto, soprattutto nel leggere l'ultima frase.
Colpisce leggere di una ragazzina così trascurata dai suoi genitori da aver provveduto a se stessa e a sua sorella, quando avrebbe dovuto giocare, studiare e divertirsi.
E ancor più, sentirla dire che per lei e sua sorella i genitori non ci sono mai stati e almeno ora, che sono morti, sanno dove sono.
Quello che vi propongo oggi è un estratto molto esplicativo tratto da "La morte delle api" di Lisa O'Donnell.
Chi parla è Marnie, una delle protagoniste della storia.
I suoi genitori, Izzy e Gene, sono morti e lei e sua sorella Nelly sono rimaste sole al mondo e nessuno lo sa.
Nessuno che si occupi di loro, nessuno a cui importi.
Ho scelto questo passo, perché mi ha toccato molto, soprattutto nel leggere l'ultima frase.
Colpisce leggere di una ragazzina così trascurata dai suoi genitori da aver provveduto a se stessa e a sua sorella, quando avrebbe dovuto giocare, studiare e divertirsi.
E ancor più, sentirla dire che per lei e sua sorella i genitori non ci sono mai stati e almeno ora, che sono morti, sanno dove sono.
“Quando Nelly si mette a leggere non esiste nient’altro, neppure io.
Adoro quando legge, adoro non esistere, anche se è solo per un’ora. Penso che Harry Potter le ricordi nonna Lou. Le lesse un paio di libri quando si prese cura di noi, per l’ultima volta, ma quei giorni sono finiti. Adesso siamo sole.
Izzy e Gene sono morti e nessuno sa cosa abbiamo fatto di loro. Sicuramente ci separeranno, mi metteranno in una casa e Dio sa cosa faranno a Nelly. In ogni caso, fra un anno avrò sedici anni. Non possono farmi niente. A sedici anni posso avere un bambino e sposarmi, vengo considerata un’adulta e per la legge sono in grado di prendermi cura di tutte e due.
In realtà credo di essermi sempre presa cura di noi. A cinque anni cambiavo i pannolini e a sette andavo a fare la spesa, pulivo casa e a sei anni ho cominciato a fare il bucato non appena ho imparato la strada per la lavanderia e a spingere Nelly nel passeggino.
Lei prese a chiamarmi “Ma’” quando vivevamo nel comprensorio, per dire quanto erano inutili Gene e Izzy. Non si facevano mai vedere e lasciavano tutto sulle spalle mie e di Nelly, non appena fu grande abbastanza. Non c’erano mai per noi, erano assenti. Almeno adesso sappiamo dove sono.”
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