Titolo: Dieci estati
Autore: Giulia Menegatti
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di pubblicazione: 21 novembre 2014
Pagine: 60
Prezzo: 0,99 € (ebook)
Trama:
Viola, ragazza introversa e insicura, trascorre come sempre le sue estati al mare, nella casa di famiglia. Una sera, quando ha soli undici anni, conosce Riccardo, uno dei fratelli Frontini. Non immagina che quell'incontro speciale sta per cambiare la sua vita per sempre. Non sa ancora che Riccardo diventerà il suo primo grande amore, l'unico ragazzo che, nonostante il passare del tempo, non smetterà mai di cercare, e di aspettare, anno dopo anno.
Un viaggio attraverso le dieci estati più significative della vita della ragazza, dall'infanzia all'età adulta, tra primi viaggi, primi baci ma anche prime delusioni.
Un vero e proprio percorso di formazione e di educazione affettiva che vedrà Viola cercare incessantemente la sua strada. Riuscirà a superare la nostalgia e a farsi finalmente capire, dagli altri e da se stessa?
Recensione:
In apparenza il libro di Giulia Menegatti potrebbe sembrare il tipico libro adolescenziale, incentrato sul solito amore tormentato e impossibile.
In realtà, pur avendo le vicende sentimentali di Viola un peso importante nella storia, non rappresentano però (e per fortuna aggiungerei) il fulcro di questa.
Al centro di tutto c'è la fragilità di una ragazza, la sua insicurezza, il suo bisogno di essere capita.
Al centro di tutto c'è Viola, che non riesce a non sentirsi inadeguata.
Vissuta all'ombra della sorella maggiore, Stella, e cresciuta nel totale disinteresse dei suoi genitori, non fa che cercare in altri l'amore che non hai mai ricevuto.
Ed è qui che entra in gioco Riccardo, un ragazzo come tanti che una sera d'estate regalerà alla protagonista il suo primo batticuore. Da questo momento Viola, forse troppo abituata a non provare emozioni, svilupperà una sorta di dipendenza nei confronti del compagno di vacanze.
Non farà che attendere i mesi estivi, non farà che anelare uno sguardo furtivo, una parola gentile, un'attenzione in più.
Non farà che sperare che Riccardo la veda, non più come la bambina con cui giocava un tempo, ma come una donna.
Non fa che aspettare, anno dopo anno, che lui capisca che la persona giusta è sempre stata lì, in silenzio, a pochi passi da lui.
Nel frattempo Viola cresce e cambia, nell'aspetto e nella personalità.
Non è più la ragazzina insicura che desiderava solo passare inosservata, ora è bella e affascinante, una fotografa indipendente, che non crede affatto all'amore eterno o al matrimonio.
Ma qualcosa in lei rimane inalterato: la continua sfiducia nel prossimo, la paura dell'abbandono, la perenne sensazione di non poter essere davvero amata, la convinzione di non poter amare a sua volta.
Il male di vivere, che crede di aver ereditato dalla madre, la rende indifferente a tutto e a tutti e le impedisce di avere una vita normale.
Non le importa di essere lì. Non le importa di niente. E' diventata come sua madre, ha ereditato la sua malattia, il suo male di vivere, solo che ha imparato a nasconderlo bene. Ha imparato che le persone non ascoltano mai la risposta alla domanda "Come stai?", a loro basta un sorriso accennato, basta sapere che sei lì, ad ascoltare le loro chiacchere vuote.
In un certo senso tutto il libro non è altro che un percorso di riabilitazione, la cura da una malattia che sembra non lasciare via d'uscita.
Viola, che non è mai riuscita a vivere un rapporto sincero, che ha cercato affetto nelle braccia sbagliate, che non ha mai avuto una vera famiglia, deve tentare in tutti i modi di guarire.
Questo suo dolore è il leitmotiv di tutta la storia: se nei primi capitoli affiora raramente, solo quando si parla dell'indifferenza della madre, con il proseguire della lettura diverrà sempre più preponderante.
Anche i toni, dapprima più leggeri, diventano seri quando si affrontano temi più importanti come il lutto, la depressione, il matrimonio e i figli.
Come ovvio, con l'andare avanti dei capitoli (e quindi delle estati) gli interessi di Viola cambiano, così come i suoi pensieri e le sue aspirazioni.
Se da ragazzina il suo sogno era somigliare all'affascinante e aggraziata Stella, a trent'anni tutto ciò che vuole è non essere più come sua madre.
Interessante per il lettore è assistere proprio a questa sua trasformazione, seguirla passo dopo passo. Affascinante soprattutto è il viaggio emotivo della protagonista, il poter vedere le cadute ma sperare comunque in un lieto fine.
Considerazioni:
Se non hai letto il libro, e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Ho iniziato questo libro con poche pretese, credendo di trovarmi davanti ad una lettura estiva, senza particolari contenuti.
Ammetto di essere stata piacevolmente sorpresa nello scoprire che non era per nulla così.
"Dieci estati" è senza dubbio la storia d'amore tra Viola e Riccardo, ma è soprattutto il percorso personale della ragazza alla ricerca di se stessa.
Crede di aver sempre desiderato solo e soltanto una vita con il suo primo amore, ma quando riesce ad ottenerlo capisce che non è abbastanza, che ha bisogno di altro.
Eppure, per quanto si sforzi, non riesce ad individuare uno scopo, una strada per la felicità.
Si tuffa così in un matrimonio infelice con un uomo che non ama, ricerca il brivido in un rapporto clandestino, tenta infine l'ultima strada, la maternità.
Tutto pur di non sentire il vuoto che fa da costante alla sua vita da fin troppo tempo.
Infatti, per quanto molti comportamenti di Viola, non siano condivisibili (tipo la relazione extraconiugale o l'insensata ossessione per Riccardo) paiono più giustificabili, se osserviamo la situazione ad ampio raggio. Se ci sforziamo di vedere nella protagonista non solo la donna viziata che non apprezza ciò che ha, ma l'adolescente abbandonata a se stessa.
In ogni caso ho apprezzato davvero il tentativo dell'autrice di affrontare tematiche anche difficili, con un certo tatto.
Particolarmente toccanti paiono infatti i pensieri incentrati sulla madre di Viola, l'inascoltata ricerca d'aiuto della ragazza, il suo bisogno di essere considerata, anche solo una volta.
Vorrebbe che sua madre la vedesse, ora, conciata in quel modo, con i vestiti di sua sorella. Vorrebbe sentirla urlarle, di
andare subito in bagno a sciacquarsi la faccia, che è troppo piccola per andare in discoteca, che Stella ha dovuto
aspettare di compiere sedici anni. Ma Viola sa che sentirebbe solo silenzio, e freddo, e quella ormai familiare morsa allo
stomaco. Sa che sua madre si volterebbe dall'altra parte, con la sua solita espressione stanca. Stanca di lei, di Stella,
di loro padre, della vita.
Il perdono finale che Viola le concede è non solo il simbolo di una riconciliazione tra le due (e forse anche l'inizio di un vero rapporto) ma anche, e soprattutto, il perdono che la donna riserva a se stessa.
Solo riconciliandosi con il passato può pensare per la prima volta, e senza paura, al futuro.
Può finalmente essere la moglie e la madre che la sua famiglia merita.
A tal proposito ho valutato positivamente anche il modo con cui la Menegatti ha affrontato la maternità della protagonista.
Dapprima solo un gesto d'egoismo e poi l'espressione dell'unico puro amore che si possa provare.
L'interesse smodato rivolto inizialmente al suo amore adolescenziale, poi alla vecchia casa sul mare, e in generale ai ricordi d'infanzia, trova infine il suo giusto referente in quella creatura innocente che dipende in tutto e per tutto da lei.
Viola, che ha sempre disperatamente cercato solo una cura alla sua malattia, trova l'inatteso rimedio proprio nella bambina che non pensava neppure di volere.
Lei è il pezzo del puzzle mancante, il tassello che mette tutto al proprio posto.
Curiosità:
Vincitore tra gli oltre ottanta racconti partecipanti al concorso “Storie d’Estate” sulla community di scrittori THe iNCIPIT, “Dieci Estati” è stato rivisitato ed ampliato, nella forma di romanzo breve, conservando però l’attenzione sugli stessi temi: la nostalgia per un passato idealizzato, le difficoltà nei rapporti tra le persone, ma anche l’entusiasmo per le piccole gioie della vita.
il mio voto per questo libro