Titolo: Papà era un bandito
Autore: Maria Chiara Perri
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Data di pubblicazione: 5 febbraio 2015
Pagine: 180
Trama:
Jude ha diciannove anni, origini irlandesi, cappuccio della felpa calato sulla fronte. Se ne va in giro con la sua bici, All Star viola ai piedi e zaino in spalla. Lo accompagna Michan, un bimbo color latte macchiato con una testa piena di riccioli. Sono papà e figlio.
La loro è una famiglia sull'orlo di una crisi di nervi, con un nonno irascibile che nasconde un passato turbolento e uno zio metallaro alle prese con paturnie adolescenziali.
Basta una bravata di Jude per sconvolgerne i già precari equilibri familiari.
Basta una bravata di Jude per sconvolgerne i già precari equilibri familiari.
Tra streghe, suore e biberon alla Coca-Cola, è il piccolo Michan che ci racconta con ironia la storia di un Papà Bandito.
Recensione:
Maria Chiara Perri, in questa sua prima pubblicazione, racconta una storia inaspettatamente profonda e piacevole.
Narrata dalla voce del piccolo Michan, un bambino di soli quattro anni, la storia, seppur raccontando una realtà dura e difficile, come può essere quella di una famiglia in difficoltà economiche che fatica ad arrivare alla fine del mese, assume dei contorni buffi e teneri.
Per Michan, suo padre è l'eroe che lo difende dalle streghe cattive, e le uniche brutture della vita sono gli incubi da scacciare rifugiandosi tra le braccia del suo papà, sotto la capannina creata tra un letto a castello e una coperta posta a mo' di tenda.
I soldi non sono un problema per lui, come ogni bambino che si rispetti non si chiede cosa facciano i grandi per guadagnare quei pezzi di carta, con cui si comprano le meraviglie che vede tra gli scaffali del supermarket.
Jude però lo sa. Ha diciannove anni, è un ragazzo padre senza diploma e senza lavoro. Cresce il suo bambino assieme a suo padre e a suo fratello in un piccolo appartamento in affitto, in un quartiere che non si potrebbe definire per bene.
Jude, come molti ragazzi che vivono una realtà simile alla sua, sceglie la via più facile per procurarsi denaro con poco sforzo e massima resa.
Così diventa un ladro.
Quando però, una mattina, scippa la moglie di un pezzo grosso della città, tutto cambia.
Sarà infatti costretto a fare i conti con le sue scelte e a pensare ad un futuro diverso per sé e per la sua famiglia.
Mentre si consuma questo dramma, altre questioni vengono al pettine.
Viene affrontato il rapporto conflittuale tra Jude e suo padre Mario e quello forzato tra Mario e Seanie, il figlio che la sua ex moglie ha avuto da un altro.
È sempre la vocina di Michan che, con una dolcezza e ingenuità disarmante, ci racconta le vicende che hanno caratterizzato questo periodo della sua infanzia, voce alla quale, di tanto in tanto, si aggiungono considerazioni di un Michan adulto, segno che quella che ci viene narrata è una storia che fa ormai parte di un passato lontano.
Una lettura che sicuramente mi sento di consigliere, perché affronta tematiche importanti e delicate emozionando ma, allo stesso tempo, facendo sorridere.
Considerazioni:
Confesso che dopo aver letto la trama non mi aspettavo un granché da questo libro, invece mi sono dovuta ricredere.
La lettura si è rivelata più piacevole e interessante del previsto, inoltre ammetto di essermi affezionata molto ai suoi protagonisti.
Michan è un bambino monello, un po' capriccioso, ma comunque dolcissimo e acuto.
Jude è un ragazzo padre un po' irresponsabile, lo si può definire una testa calda che agisce prima di pensare alle conseguenze delle sue azioni, ma non si può negare l'amore sconfinato che prova per il suo bambino.
Un amore assoluto e viscerale, che impressiona se si pensa che a provarlo è un ragazzino di soli diciannove anni, e spiazza ancor più se si pensa a che tipo di ragazzo è Jude, al suo presente e al suo passato altrettanto difficile.
L'amore che prova per suo figlio è lo stesso che provava per sua madre, prematuramente scomparsa. Solo quando era con lei Jude si poteva dire felice, solo con lei si era sentito davvero amato, protetto e al sicuro.
Lo stesso vale per suo fratello Seanie, costretto ora a vivere con Mario, l'ex marito di sua madre, un uomo burbero e spesso irascibile, che pur avendogli dato una casa, non lo ha mai fatto sentire accettato.
Mario vede in lui il frutto del tradimento di sua moglie e, nonostante il nobile gesto di prenderlo sotto la sua ala, non riesce a farlo sentire benvoluto e desiderato.
Seanie è forse il personaggio che mi ha fatto più tenerezza.
Ho compreso il suo bisogno di sentirsi amato e parte integrante della famiglia, e non solo un obbligo a cui dover adempire.
Ho capito il suo desiderio di essere sgridato per gli sbagli ed apprezzato per i meriti, di avere le attenzioni e i rimproveri che un genitore dovrebbe elargire al proprio figlio.
Seanie invece in quella casa si sente un ospite non troppo gradito, che come tale deve occuparsi solo di dare meno problemi possibili al ménage familiare.
In conclusione posso dire che Maria Chiara Perri ha dato vita a dei bei personaggi, complessi ma allo stesso tempo simpatici, a cui risulta facile affezionarsi.
A fine lettura, infatti, mi è spiaciuto non sapere di più del loro futuro, e se i protagonisti riusciranno o meno a lasciarsi alle spalle gli errori commessi in passato.
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