mercoledì 27 aprile 2016

Recensione: "Il profeta" di Kahlil Gibran

Titolo: Il profeta
Titolo originale: The Prophet
Autore: Kahlil Gibran
Editore: Edizioni San Paolo
Data di pubblicazione: 2006
Pagine: 142
Prezzo: 6,50 €

Trama:
Il profeta sta per abbandonare la città e i suoi abitanti che, per i pochi anni della sua presenza, nel suo peregrinare senza sosta, gli hanno dato rifugio.
Ma prima di dire loro addio, l'uomo si ferma ancora qualche ora per saziare la fame di risposte e di conoscenza di cui la gente di Orphalese è ancora paga.

Recensione:
Il profeta, pubblicato nel 1923, rappresenta una raccolta di poesie in prosa che lo scrittore, Kahlil Gibran, ha scelto di riunire insieme in un unico testo.
Le poesie, pur narrando di tematiche differenti, sono tutte unite dal filo conduttore del racconto.
La piccola storia che Gibran ci narra ne "Il profeta" non è che il pretesto per riunire in un'unica opera i suoi pensieri sull'esistenza umana, sul bene e il male, la gioia e il dolore, la giustizia, l'amore, la libertà e la morte.
La fede in Dio e in un'entità superiore che tutto ordina, governa e ammira è il fattore comune attorno al quale gira ogni singola argomentazione.
Il profeta, prima di abbandonare la terra che ha dato lui le estati della sua giovinezza, elargisce le ultime perle di saggezza ai suoi abitanti che l'anno saputo accogliere con generosità e affetto.
Ad ogni domanda segue un piccolo sermone, il libro ne conta ben ventisei, una predica più o meno contorta e più o meno banale, a seconda dei casi.
Poche sono le risposte che dicono davvero qualcosa di sensato e di veritiero su cui valga la pena riflettere, ma nulla di così straordinario a cui non fosse possibile arrivare da soli.
La maggior parte delle riflessioni viene argomentata in maniera scontata, cadendo spesso nel buonismo e nel timore reverenziale che fanno da padroni in tutta l'opera.
"Se fai il tuo lavoro con amore questo non ti peserà e darà i suoi frutti migliori"
"Non esiste gioia senza dolore"
"Non vi è differenza tra offensore e offeso, poiché entrambi hanno la loro parte di colpa" e così via...
Il tripudio del luogo comune esaltato a capolavoro immortale.

Considerazioni:
Avevo questo libro in libreria da diversi anni, ma non gli avevo mai prestato particolare attenzione, a dire la verità ne avevo persino rimosso l'esistenza.
La curiosità di leggerlo è nata dopo averlo visto nell'elenco dei cento libri da dover assolutamente leggere stilata dalla Bbc.
Letto il titolo in lista, il ragionamento che ne è seguito è stato più o meno questo: "Il profeta di Kahlil Gibran... dove l'ho già sentito? Sbaglio o dovrei averlo da qualche parte?" XD
E si, l'avevo in libreria!
Non l'ho preso e letto subito, se è questo che state pensando, ma l'ho lasciato ancora un po' di mesi lì, in attesa.
Il libro in effetti continuava a non attirarmi per niente.
Ora che l'ho letto posso senza dubbio confermare la mia idea, non solo su questo libro, ma in generale su molti dei libri presenti in quella classifica, a mio parere, troppo ruffiana e parziale (ma qui ci sarebbe da aprire tutto un altro discorso, quindi andiamo oltre).
Tornando a "Il profeta", posso dire che sono poche le cose che mi sono piaciute, alcune parole, alcune frasi e pensieri, primo fra tutti quello riguardante i figli, non a caso il più noto e diffuso di tutta l'opera.

"I vostri figli non sono figli vostri. 
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. 
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, 
E benché vivano con voi, ciononostante non vi appartengono. 
Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri. 
Perché essi hanno i propri pensieri. 
Potete dare alloggio ai loro corpi ma non alle loro anime, 
poiché le loro anime abitano la casa del domani, che neppure in sogno voi potrete visitare. 
Potrete cercare di essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi, 
perché la vita non procede a ritroso e non si attarda sul passato."

Fatta eccezione per qualche concetto interessante e per qualche bella metafora poetica, l'opera non è nulla di trascendentale e memorabile.
Esprime concetti semplici ed elementari alla portata di tutti, nulla di così elevato e filosofico da poter essere partorito esclusivamente da una mente eccelsa.
Il profeta alla fine dei conti non è che un opera di autocelebrazione, in cui l'autore si compiace delle sue teorie, dei suoi ragionamenti e dei suoi pensieri.
Essendo, infatti, una raccolta dei suoi testi, e quindi delle sue opinioni, ne consegue che il profeta tanto acclamato dalla gente di Orphalese, come sommo conoscitore di tutte le cose, non è altri che Kahlil Gibran.
Banale nei contenuti, pretenzioso nella forma, noioso e ripetitivo negli esempi, presuntuoso nel suo stesso essere. 
Una lettura di cui si potrebbe fare benissimo a meno e non lo dico per partito preso, ma semplicemente perché non ha aggiunto nulla, nessuna emozione, nessuna conoscenza, al mio bagaglio interiore.

il mio voto per questo libro

8 commenti:

  1. Alcuni brani sono molto belli, magari poco originali questo sì... io comunue lo vedo più come un punto di partenza per riflettere su vari temi.

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  2. Quando lo lessi, trovai molti brani molto belli, altri meno. ♥

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  3. Nooo!! me lo bocci così? Pensa che invece per me è un ritorno all'adolescenza, questo titolo... ricordo che al liceo insieme a Herman Hesse e Anthony De Mello era uno deli autori più trascritti nelle nostre amate Smemorande ^_^.
    Ne ho una copia abbondantemente consumata e sottolineata, che forse sarebbe interessante rileggere adesso, a distanza di venti anni, per vedere che effetto mi fa. Probabilmente avrà perso molto del suo fascino, come mi è successo rileggendo Hesse... ma questo è il bello della scrittura, no? Trasmetterci emozioni diverse a seconda dei momenti della nostra vita :-)
    Buona giornata!!

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    1. Si bocciato sicuramente. Odio chi si autocompiace e questo libro è principalmente quello. E come si dice chi si loda si sbroda XD

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    2. Meno male che questa è la TUA visione, quindi soggettiva e molto lontana dall' essere una verità assoluta e inconfutabile.
      In un mondo complesso, contorto e arrotolato su sé stesso ai limiti della perversione, trovo la semplicità qualcosa di molto prezioso e potente per apprendere ciò che ci permette di evolvere. D'altro canto servono una mente ed un cuore che la sappiano percepire correttamente.
      Non mi permetto di giudicare la recensione in quanto come tale personale (per fortuna) ma non posso nascondere lo sconcerto ad ogni riga e affermazione.

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  4. Ciao Muriomu!
    Strano... di questo libro ne ho sempre sentito parlare benissimo! Io però non mi sono mai presa la briga di inziarlo... credo ci vogliano il tempo e lo stato d'animo giusto per questo tipo di letture

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    1. A chi lo dici! Io l'ho letto soprattutto per curiosità dato che era tra i cento titoli "da leggere assolutamente" nella classifica stilata dalla Bbc.
      Alla fine il tutto non si riduce ad altro che ad una serie di massime scritte a mo' di poesie. Ma davvero, non è nulla di che.

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  5. Grazie per la recenzione ma non è il tipo di libro che adoro :D
    Buona lettura
    Buon 1 maggio Vero

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