giovedì 27 luglio 2017

Recensione: "Bambole giapponesi" di Rumer Godden

Titolo: Bambole giapponesi
Titolo originale: Miss Happiness and Miss Flower
Autore: Rumer Godden
Editore: Bompiani
Data di pubblicazione: 29 marzo 2017
Pagine: 112
Prezzo: 12,00 € 

Trama:
Fiore e Felicità sono due bamboline giapponesi che dopo uno scomodo viaggio dentro una scatola finiscono tra le mani di Nona. Anche lei dopo uno scomodo viaggio è finita dall'India all'Inghilterra, e non è per niente contenta. Le mancano i colori e i profumi di quando era piccola; in Inghilterra fa sempre freddo; gli zii sono tanto gentili con lei, ma i cugini sono strani e un po' pungenti, soprattutto Belinda. Fiore e Felicità vorrebbero tanto che una bambina gentile e intelligente si prendesse cura di loro; e conversando in sussurri, come fanno le bambole giapponesi, si confidano la speranza che Nona sia la bambina giusta. È proprio così, e lo scopriranno a poco a poco, quando Nona deciderà di dar loro quello che meritano: una casa di bambole giapponese da costruire e arredare, complice il cugino Tom e via via anche il resto della nuova famiglia. Perché avere una casa è importante per tutti, bambini e bambole; e quando non c'è, o non c'è più, bisogna essere capaci di inventarsela.

Recensione:
Una storia tenera, che ci parla di come possa essere terribile sentirsi soli al mondo, catapultati di punto in bianco in un posto dove non conosci nessuno e dove nessuno conosce te.
Di come possa essere difficile fidarsi di qualcuno, e pensare di poter trovare degli amici anche in un posto che non è la tua casa.
Una storia che ha per protagonista Nona, una bambina di otto anni, costretta a lasciare il papà e l'amata India per trasferirsi dagli zii nella fredda Inghilterra, ma non solo lei. Perché se è dura essere bambini in un mondo sconosciuto e a tratti ostile, non è di certo meno arduo per le bambole, abituate a viaggiare di casa in casa, da una bimba ad un'altra, da un'amica ad un'altra.
Lo sanno bene Fiore e Felicità, alle prese con l'ennesimo viaggio della speranza, perché di questo si tratta. Chiuse in una scatola, non possono fare altro che augurarsi di trovare al di là del cartone una ragazzina buona e gentile, disposta a prendersi cura di loro.
Ogni volta per loro è un terno al lotto: troveranno qualcuno pronto a coprirle di attenzioni e affetto, o una persona che le ferisca come è già successo in passato?
Per loro fortuna, questa volta ad aprire la scatola c'è Nona, quella bambina timida e silenziosa che fatica ad ambientarsi in un Paese così diverso dal suo. Fiore e Felicità capiscono cosa lei stia passando, perché è proprio quello che provano loro.
Insieme le tre amiche riusciranno a superare le difficoltà. Le bambole troveranno nella bimba un'amica sincera, e Nona, del resto, farà di loro un porto sicuro, un appiglio cui aggrapparsi per non crollare.
La loro amicizia è dolce e delicata, ritratta splendidamente, senza troppi giri di parole.
Adorabile il modo in cui, in nome di questa, Nona sia disposta a compiere atti di coraggio e superare le sue paure.
Grazie alle viaggiatrici nipponiche, la piccola indiana imparerà anche a chiedere aiuto, e a fare affidamento sugli altri, in poche parole a fare nuove amicizie.
Senza nemmeno rendersene conto, così presa dal progetto di realizzare per le due bambole la casa giapponese dei loro sogni, la vita della protagonista comincia a cambiare e quelli che per lei erano solo estranei finiscono per diventare la sua nuova famiglia.
Questo per sommi capi la trama del libro, essenziale, ma non per questo priva di sentimenti.
Anzi, ciò che caratterizza la lettura, e che personalmente mi ha colpito, è la straordinaria naturalezza con cui vengono approfondite certe emozioni, che siano la solitudine, il senso di smarrimento, l'imbarazzo, il senso di colpa ma anche la gioia e la piena soddisfazione.
Impossibile per il lettore non identificarsi nelle piccole preoccupazioni della bimba e delle bambole, e impossibile non gioire nel vedere Nona diventare una piccola guerriera coraggiosa, pronta a tutto pur di proteggere Fiore e Felicità.
Perché è questo che fanno i veri amici, tirano fuori la nostra parte migliore, ci spingono a vedere quei pregi che non sappiamo neppure di avere.

Considerazioni:
Questo libro mi è stato consigliato qui sul blog proprio da una di voi che, vedendolo tra le nuove uscite, ha pensato potesse piacere sia a me che a Muriomu. E devo ringraziarla (sto parlando di te Emy), perché ci ha visto proprio giusto.
Già la trama mi aveva incuriosito, anche grazie al connubio Inghilterra-India, che mi ha riportato alla mente due dei libri che hanno caratterizzato la mia infanzia, ovvero "La piccola principessa" e "Il giardino segreto", tra i più famosi romanzi di Frances Hodgson Burnett.
Iniziando poi la lettura, sono rimasta piacevolmente sorpresa dal modo in cui la Godden riesce a penetrare non solo nelle profondità del cuore umano, ma anche di quelli di porcellana.
I dialoghi tra Fiore e Felicità, le differenti personalità delle due (la prima apprensiva e la seconda decisamente più speranzosa), il senso di protezione che hanno l'una verso l'altra, sono le cose che più mi hanno colpito.
Mentre leggevo, non riuscivo a non pensare che solo una persona dall'animo buono e particolarmente sensibile poteva deliberatamente scegliere di dare voce ad essere inanimati, figurandoli alla stregua di normali persone con sentimenti. Tuttavia particolare attenzione viene prestata proprio alla loro condizione di bambole, che, in quanto tali, non possono fare altro che subire le decisioni degli altri (dal vivere con persone che non hanno scelto al non potersi spostare o fare movimenti autonomamente).

Potete immaginare come si sentirono spaventate e smarrite Fiore e Felicità quando si ritrovarono sul grande tavolo liscio, lì stese a guardare Nona e Belinda sopra di loro. Se Nona e Belinda fossero state bambine giapponesi, una delle due, Fiore ne era certa, avrebbe fatto fare un inchino a lei e a Felicità. 
"Non possiamo nemmeno essere educate" disse Fiore disperata, e gridò: "Una di loro può essere la bambina gentile e intelligente?" 
"Spero di sì" disse Felicità "lo desidero tanto." 
Come vi ho già detto spesso, i desideri sono cose molto potenti, persino i desideri delle bambole, e proprio mentre Felicità esprimeva il suo, Nona allungò un dito e accarezzò dolcemente i capelli di Fiore. Il suo dito incontrò la scheggia, e Nona disse: "Povera bambolina."

Per quanto riguarda invece gli altri personaggi, mi ha fatto molto tenerezza Nona. L'ho compresa, e mi sono affezionata a lei come fosse un'amica.
Il resto della famiglia rimane un po' in sordina, risulta però evidente il tentativo di tutti, ed in particolare della mamma e del cugino Tom, di mettere quanto più possibile a suo agio l'ospite venuta da lontano.
Fa eccezione Belinda, la piccola di casa, la quale, vedendosi privata delle attenzioni che tutti fino a poco prima riservavano esclusivamente a lei, inizia a nutrire gelosia e risentimento per la povera Nona.
Devo ammettere che non si è guadagnata la mia simpatia, ma ho comunque capito il suo sentirsi messa da parte e la paura di essere dimenticata.
È proprio questo il bello di questo lettura, l'essere sincera e genuina e il dare sfogo agli stati d'animo così come sono, senza troppi sotterfugi e senza filtri.
C'è un'unica critica che mi sento in dovere di fare. Da un certo punto in poi il libro si incentra sulla missione di Nona, ossia il creare una perfetta casa delle bambole in stile giapponese.
L'avanzamento dei lavori, la descrizione degli interni, e delle tradizioni nipponiche, è senza dubbio interessante, ma ciò non toglie che, così facendo, l'autrice finisce per dedicarsi sempre meno al progressivo ambientamento dell'indiana nel nuovo nucleo familiare, sottraendo, per giunta, spazio alle due bambole, la cui voce diviene man mano sempre meno udibile per noi lettori.
Un vero peccato perché nelle prime fasi il libro era oserei dire perfetto e, se fossi stata al posto della Godden, avrei senza dubbio continuato su questa linea.
Detto ciò, non posso che consigliare questo libriccino, piccolo ma profondo. Una di quelle letture capace di comunicare tanto con poche parole, e condensare in un centinaio di pagine una splendida storia ed un bellissimo messaggio d'amore.

Ringrazio la casa editrice Bompiani per avermi fornito una copia di questo libro

il mio voto per il libro

2 commenti:

  1. Sono davvero contenta di averci visto giusto :-D Mi è sembrato bello ricambiare visto che grazie a te e Muriomu ho scoperto vari gioiellini. Dopo averne segnalato l'uscita, l'ho letto anch'io e sono rimasta deliziata da questo piccolo romanzo così delicato e profondo. La voglio pure io una casa di bambole giapponese! Inquiline comprese, naturalmente *_*

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    Risposte
    1. Anch'io la voglio, soprattutto il giardino!
      Io e Muriomu siamo felici di esserti state utili in qualche modo, e di averti fatto scoprire nuovi libri. Grazie ancora per il tuo suggerimento... e qualora avessi altri consigli letterari, condividili pure con noi ^^

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