lunedì 17 dicembre 2018

Books, Chocolate and Friends: prima tappa GDL "12 giorni a Natale" di Trisha Ashley


Salve avventori!
Eccoci giunti alla prima tappa del gruppo di lettura che ci vede impegnati, in questi giorni che precedono le feste, con il romanzo "12 giorni a Natale" di Trisha Ashley.
Abbiamo letto i primi 16 capitoli, e siamo finalmente pronti per dire ciò che ne pensiamo.
Ma prima di tutto ricapitoliamo grossomodo cosa è successo fino ad ora:

Holly Brown ha perso suo marito da otto anni, a causa di un tragico incidente, e da quel momento non fa che lavorare, evitando di ripensare alla vita da sposata.
In estate si occupa di ricevimenti privati, in qualità di chef, mentre in inverno si sposta di luogo in luogo per alcuni incarichi di house sitting, che prevedono essenzialmente che lei, per un periodo limitato, si prenda cura delle abitazioni e degli animali domestici, in assenza dei padroni di casa.
È quasi Natale e la nostra Holly accetta di sostituire all'ultimo minuto Mo e Jim, due colleghi in difficoltà, e rifugiarsi così al loro posto in una ricca dimora nell’East Lancashire, immersa nella neve: Old Place.
Inizialmente i suoi compiti sono semplici: controllare la casa e occuparsi di un vecchio levriero, Merlino, di una cavalla ancora più anziana, Lady, e di una capra irrequieta, Billy.
Ben presto però a questi si aggiungeranno incarichi ben più impegnativi, ovvero dedicarsi anima e corpo alla famiglia Martland - i vecchi zii e la loquace nipotina del proprietario assente - in quanto incapaci di sostentarsi autonomamente, ed aiutare anche gli anziani del villaggio vicino, abbandonati a loro stessi.
In più la protagonista, pur non volendo, si vedrà costretta ad organizzare per tutti il pranzo di Natale, proprio lei che, dalla morte del marito si è sempre rifiutata di festeggiarlo.
Ciò naturalmente farà crescere in lei sentimenti contrastanti: da una parte insofferenza per una situazione che le riporta alla mente tanti ricordi dolorosi - ed un certo astio nei confronti di chi, per lei, ne è la causa, ossia il proprietario di Old Place, Jude Martland - e d'altra parte un senso di appartenenza verso quella comunità bisognosa d'affetto e attenzioni.




Veniamo adesso alle mie impressioni.
Vorrei iniziare dai punti di forza del romanzo, prima di tutto l'atmosfera magica ed invernale e l'ambientazione da sogno.
Old Place sarebbe il posto perfetto per trascorrere delle vacanze in famiglia. Una grande casa riscaldata da un caldo focolare, isolata quanto basta per rilassarsi in tutta tranquillità, ma abbastanza vicina al villaggio per non sentirsi tagliati fuori dal mondo.
Il punto di partenza della storia ricalca grossomodo la trama de "Il tredicesimo dono", con una sostanziale differenza la quale rende la storia di Holly Brown decisamente più credibile.
Holly ha perso il marito da molti anni, va avanti con la sua vita (pur avendo scelto, da quel momento, di cambiare lavoro e abitudini) ma si rifiuta di festeggiare il Natale.
Per motivi religiosi per lei le festività sono sempre stati giorni come altri fino a quando, da sposata, non ha iniziato anche lei a coltivare delle piccole tradizioni natalizie: fare l'albero, disseminare addobbi per la casa, incartare regali, cucinare deliziosi manicaretti.

Lui amava gli addobbi, i pranzi natalizi e tutto il resto. 
Così, preparavo stelle di pan di zenzero glassate da appendere all'albero, il più grande che riuscivamo a trascinare a casa dal vivaio, insieme ad allegri bastoncini di zucchero a righe bianche e rosse, minuscoli Christmas cracker argentati e file di lucine scintillanti. Insieme costruivamo chilometri di festoni di carta da appendere insieme al vischio (anche se non abbiamo mai avuto bisogno di scuse per baciarci) e ci regalavamo calze natalizie piene di sorprese. 
Dopo il primo anno di matrimonio, decidemmo di rinunciare al tradizionale tacchino con i classici contorni in favore dell’anatra arrosto con la salsa di amarene fatta in casa, che sarebbe diventata il mio piatto forte (al tempo, ero aiuto-cuoca in un ristorante del posto). Davamo vita alle nostre tradizioni, fondendo il vecchio con il nuovo, come credo faccia la maggior parte delle famiglie…

Al contrario del libro della Smith, è quindi qui più che naturale il diniego della donna per tutto ciò che rappresentava un qualcosa di speciale e unico, nato e morto con il defunto Alan.
Tutta la prima parte perciò, fino ai primi giorni ad Old Place, risulta molto carina, piacevole da leggere e verosimile.
Purtroppo con l'andare avanti cominciano a prendere piede alcuni cliché che rendono meno interessante la lettura.
Ad iniziare dai continui battibecchi, per via telefonica, tra Holly Brown e Jude Martland, fuori luogo e anche poco veritieri.
Quale persona sana di mente metterebbe a repentaglio la sua carriera, offendendo la persona che in teoria dovrebbe pagarla, e che neppure conosce personalmente?
È vero che il datore è stato il primo ad attaccare su due piedi la protagonista, mettendone in dubbio l'esperienza, ma il comportamento successivo di lei diventa sempre più assurdo, oltre che poco professionale.

«Ho appena parlato con Noël e Tilda: prima la linea era terribile e non si sentiva niente». 
«Lo so, c’era vento». 
«Mi sembra di capire che lei ha acconsentito alla mia richiesta e preparerà il pranzo di Natale per la famiglia». 
 «Sì, ma solo perché era una situazione inaccettabile. Comunque ci tengo a sottolineare che non avrei dovuto essere io a dover mettere una pezza ai guai che ha provocato lei svignandosela»

Per non parlare poi di tutti gli altri personaggi. Continuano a ripetere ad oltranza le stesse battute, quasi fossero degli automi, dando talvolta risposte che poco hanno a che fare con la domanda in sé, ma che sembrano avere come obiettivo principale il suggerire a noi lettori alcuni indizi.
Inoltre se da una parte abbiamo i Martland che elemosinano aiuto e un invito per Natale, dall'altra abbiamo Holly che si rifiuta in ogni modo, fino a quando non viene messa alle strette.
Questo dovrebbe essere un libro sullo spirito natalizio che ci rende tutti più buoni e generosi, eppure qui sembra che i vari attori non facciano altro che tirare l'acqua al proprio mulino, fregandosene altamente delle condizioni del prossimo.
Mi aspettavo una storia più tenera con al centro una famiglia simpatica e calorosa che, a poco a poco, avrebbe spinto Holly a riabbracciare lo spirito natalizio e l'amore per la vita.
Invece nella storia immaginata dalla Ashley sembra di assistere ad un braccio di ferro tra la cuoca e tutti i Martland.
Addirittura, verso la fine dell'ultimo capitolo, anche il resto dei paesani inizia a pretendere dalla protagonista dei doveri nei confronti del villaggio, dimenticando che lei è solo un impiegata assunta.
Insomma, il tutto era partito con delle buone premesse: una bella ambientazione e alcune prelibatezze culinarie, e soprattutto un dramma sentimentale in cui era facile riconoscersi.
Purtroppo con il prosieguo la storia si sta perdendo in ripetizioni inutili (il rimarcare l'aspetto fisico della protagonista, l'egoismo e il disinteresse di Jude nei confronti della sua famiglia, o la descrizione delle mansioni quotidiane della donna) e in alcuni atteggiamenti irritanti, oltre che inverosimili, da parte un po' di tutti.

«Lo so che la nonna dice che cucina lei, ma in realtà è Edwina che fa tutto», ha detto Jess. 
«È per questo che vengono qui a Old Place quando lei torna a casa per Natale e Capodanno. Non oso immaginare come sarà il pranzo di Natale quest’anno!». 
Ho sentito un’altra inopportuna fitta alla coscienza, anche se non ne vedevo il motivo, dato che avrebbe dovuto averle Jude Martland, non io!

Ero già pronta ad imbattermi in più di uno stereotipo, trattandosi di una commedia romantica natalizia, e li avrei pure giustificati se avessero avuto come fine un'atmosfera di convivialità e calore. Ma purtroppo in questo caso mi sembra che l'obiettivo sia ben diverso o perlomeno lontano.
Potrei dilungarmi, evidenziando tante piccole cose che mi hanno infastidito o che non mi hanno convinto del tutto, ma ve lo risparmio.
Vi lascio invece con una cosa che ho apprezzato e che avrei voluto fosse sviluppata maggiormente.
La nostra Holly prima di partire per l'incarico aveva ritrovato un vecchio diario della nonna, morta da poco, che ripercorreva la sua giovinezza e l'amore per un uomo misterioso che, casualità, sembra appartenere proprio alla famiglia Martland.
Nonostante l'assurdità della cosa, che mi ha fatto storcere il naso non poco, ammetto che gli stralci delle confessioni della nonna risultano molto più interessanti della solita routine della protagonista.
Peccato solo che essi siano così rari e dallo sviluppo prevedibile. Sarebbe stato meglio saperne di più e sviluppare appieno lo schema del romanzo nel romanzo, utilizzando non solo quel tanto che serve ad inserire Holly nella vita dei Martland.
Ora, nei prossimi capitoli il Natale dovrebbe essere davvero alle porte. Spero che almeno questo grande evento porti un po' di amore e serenità ad Old Place, come è giusto che sia, e meno tira e molla.



E per ora è tutto. Vi ricordo che da oggi in poi leggeremo tre capitoli al giorno per ritrovarci sempre qui il 21 dicembre per la prossima tappa.
A presto!


3 commenti:

  1. Dai può darsi che andando avanti con la lettura possa migliorare, può darsi che la storia abbia preso questa piega proprio per arrivare ad un finale con il "botto"

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  2. L'ho preso proprio oggi in versione Kindle, insieme ad altri libri dello stesso genere che erano in offerta speciale. Non ho grandissime aspettative di solito, spero solo che siano abbastanza piacevoli e di compagnia per rilassarmi senza pensare troppo. Vedremo ^_^

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  3. A dir la verità sono rimasta un po' indietro a causa del lavoro, ma conto di recuperare nel weekend. Per ora lo trovo carino, soprattutto per la location invernale, in cui mi piacerebbe soggiornare per le vacanze (magari con il wi-fi).
    Ho notato anch'io parecchie ripetizioni, ad esempio quando Holly ripete quanto lei sia alta, ma per adesso non mi danno fastidio più di tanto, poi non so.
    Come dici tu, mi aspettavo un po' più di calore familiare, e anche più ricette, essendo lei una cuoca. Per quanto riguarda i battibecchi tra Holly e Jude ritengo anch'io sia poco credibile la sua sfrontatezza, però capisco anche l'irritazione nel veder scombinare tutti i suoi piani da un momento all'altro.
    Va beh, vedremo cosa succederà in futuro, spero però che i festeggiamenti natalizi diano alla storia un'atmosfera più intima e accogliente.

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