lunedì 18 marzo 2019

Recensione: “La casa dei sogni” di Marzia Bisognin

Titolo: La casa dei sogni
Titolo originale: Dream House
Autore: Marzia Bisognin
Editore: Newton Compton
Data di pubblicazione: 25 giugno 2015
Pagine: 217
Prezzo: 7,90 € (cartaceo) 5,99 € (ebook) 

Trama:
Amethys si ritrova davanti a una bellissima casa in stile neoclassico che, inspiegabilmente esercita un'attrazione magnetica su di lei, è la casa in cui avrebbe sempre voluto abitare, elegante, maestosa e circondata da giardini perfetti. Non sa cosa fare, non riesce a suonare il campanello né si decide ad andarsene, ma improvvisamente dalla porta appare una coppia di anziani che la invita a entrare. Inizia così il soggiorno della protagonista nella casa del mistero, un luogo in cui, giorno dopo giorno, avvengono fatti curiosi e incomprensibili, ma da cui Amethys non riesce proprio a distaccarsi.

Recensione:
Avevo letto l’anteprima di questo libro qualche anno fa - l’anno in cui uscii, se non erro - incuriosita più dal titolo che dal nome dell’autrice che, confesso, non avevo mai sentito nominare. Tuttavia il fatto che quel nome, che mi era del tutto nuovo, appartenesse "alla più famosa YouTuber italiana nel mondo", mi ha incuriosito ancora di più e, lo ammetto, con aria decisamente critica, pensando che fosse il solito libro scritto dal personaggio famoso, incapace di scrivere, mi sono accinta alla lettura delle poche pagine che iBook forniva come disponibili alla prova.
Ora vi aspetterete il classico ripensamento del tipo, "e invece no! Mi sbagliavo ad avere pregiudizi, è stata una lettura meravigliosa". E invece, no.
Allora, quei primi capitoli, non mi spinsero all'acquisto del libro, anzi, notai subito quei difetti sia nella trama, che nella scrittura (refusi inclusi) che fanno storcere il naso e palesano la poca credibilità dell’autrice e del libro stesso.
Giorni fa mi sono però ritrovata il libro tra le mani, e dato che non mi piace lasciare le cose incompiute, l’ho ripreso.
Nonostante non mi fosse piaciuto, ammetto che le cose lette mi erano rimaste bene a mente, ricordavo bene l’incipit dell’libro e la poca credibilità della situazione narrata.
Una ragazza, di cui non sappiamo nulla - e solo molto più avanti scopriremo chiamarsi Amethys - si ritrova improvvisamente davanti ad una casa da cui resta inspiegabilmente ammaliata. Non c’è un motivo specifico che giustifichi quest’attrazione, la casa - almeno da come viene descritta - non è particolarmente bella o particolare. E’ una normalissima villetta con porticato in stile americano.
Tuttavia Amethys ne è talmente attratta che è spinta ad entrarci.
Mentre titubante pensa al da farsi, viene anticipata dai proprietari, due anziani signori che, guarda caso, la invitano ad entrare, senza chiederle nulla. E ancora senza chiederle nulla, con la scusa di un’improvvisa tempesta che starebbe arrivando da un momento all'altro, le dicono di restare per la notte.
Così la ragazza, senza proferire né una parola, né un pensiero, si reca nella stanza che le è stata assegnata.
Amethys come un automa agisce senza pensare. Non si chiede perché quei due signori l’abbiano invitata ad entrare, non domanda a se stessa “perché ho accettato questo invito così imprevisto e anomalo, senza muovere opposizioni”, non pensa mai a cose come “devo avvisare a casa”, “i miei saranno in pensiero”. No, la questione è proprio che Amethys non pensa, mai.
E se questo non fosse già di per sé senza senso, la faccenda assume contorni ancora più assurdi quando Amethys si sveglia il giorno seguente non trovando più nessuno in casa, ma anziché lasciare un bigliettino di ringraziamento e pensare di andare via, come ci si aspetterebbe da una qualsiasi persona “normale”, lei decide di restare, giorno dopo giorno, nonostante il verificarsi di episodi inquietanti e a volte anche spaventosi.
Decide di restare per ringraziare i due signori personalmente -.-
Così rimane in casa di estranei per 31 giorni, continuando a mettere naso in casa loro, continuando a mangiare il loro cibo, a dormire nel loro letto, solo per ringraziarli di averla ospitata per una notte -,-
Sembra anche a voi che la storia non abbia fondamenta o che faccia acqua da tutte le parti?
Dati i presupposti non sono molte le opzioni che si possono immaginare...
Be’ già dalle prime pagine io ho fatto le mie considerazioni, e le mie ipotesi (fatte solo nel primo capitolo, di poche pagine) che si sono rivelate esatte. E non perché io sia un genio, ma perché gli avvenimenti, i comportamenti dei personaggi, sono così assurdi da non poter spingere a pensare ad altro.
Ora, non sto a dirvi la ovvia spiegazione - anche se sono certa che chiunque ci sarebbe arrivato, o ci arriverebbe, come ho fatto io, e se non nel primo capitolo lo avrebbe fatto subito dopo, perché l’autrice pare proprio fare di tutto per svelare il “mistero” prima del tempo, sembra che proprio non le piaccia mantenere un minimo di suspense - ma non si possono giustificare le scelte dell’autrice solo per il fine che voleva raggiungere, anzi quelle scelte sono da condannare proprio per quel fine.
Il finale in un libro del genere dovrebbe essere imprevisto, (penso, ad esempio, a come mi hanno lasciato di stucco i finali dei film “The Others” o de “Il sesto senso”) inaspettato, un vero e proprio colpo di scena, invece la Bisognin sembra voler spingere il lettore a non aver alternativa se non quella di indovinare subito il tutto.
Avrebbe dovuto fuorviare il lettore, costruire una trama più solida, dare alla sua protagonista un cervello pensante, dei ricordi diversi, renderla reale e non solo uno un abbozzo fatto male per raccontare la sua storia.
Insomma la sua protagonista per trentuno giorni non si cambia nemmeno gli indumenti intimi e non si pone problemi a riguardo, come può un personaggio del genere apparire reale?
Cos'è dunque “La casa dei sogni”? Solo l’ennesimo caso in cui l’editoria mira ad arricchirsi con la fama di un personaggio, che non ha evidentemente le qualità per scrivere, e non lo dico solo per il libro in sé per sé - ci sta che un romanzo d’esordio non sia un capolavoro - ma in queste pagine non si legge alcuna passione per la scrittura che è estremamente banale e infantile. Nessun amore per i personaggi e le loro vicende, nessun sentimento viene espresso dai protagonisti né trasmesso al lettore.

il mio voto per questo libro

1 commento:

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