Titolo: Ogni stella lo stesso desiderio
Autore: Laura Bonalumi
Editore: Piemme
Collana: Il Battello a Vapore
Data di pubblicazione: 4 settembre 2018
Pagine: 200
Prezzo: 13,00 € (cartaceo)
Per Amelia le ore
scorrono tutte uguali, addormentate come le foglie che osserva cadere dalla
finestra della terza B. Finché un giorno di fine ottobre arriva Guido e gli
equilibri si rompono, i banchi si spostano e i pensieri di Amelia volano sempre
più sul nuovo, misterioso compagno. Il suo strano silenzio, il distacco da
tutti e le continue inspiegate assenze le accendono un interesse mai provato
prima. Nasce così un'amicizia speciale, fatta di email, poesie rubate e
confidenze a cuore aperto.
Ma Guido custodisce un
segreto che si allunga come un'ombra su un amore appena sbocciato e già
minacciato dallo scorrere del tempo. O forse reso ancora più prezioso dal suo
essere così diverso.
Recensione:
Laura Bonalumi, con
questo libro, ci fa entrare nella vita di Amelia, una diciassettenne come tante
che si divide tra lo studio, il nuoto e i pomeriggi con le amiche.
Tutto cambia un giorno
qualunque, con l'arrivo in classe di Guido, un ragazzo affetto da una malattia
molto debilitante, la fibrosi cistica.
Inizialmente Amelia non
sa nulla di lui, come del resto anche i suoi compagni. Lo osservano a distanza,
lui così diverso, così silenzioso e così distaccato.
Non cerca di attirare
attenzioni e simpatie, di essere accettato forzatamente da un gruppo che lo vede
come un estraneo, arrivato di punto in bianco, a mo' di missile, e pronto a
scombinare la loro quotidianità.
Tutti tranne la nostra
protagonista. Lei, per chissà quale motivo, è incuriosita da quel giovane
misterioso, con cui ha scambiato sì e no quattro parole.
Tra i due inizia un
alternarsi di battute via chat (la malattia di Guido lo costringe spesso a
periodi di riposo a casa, o peggio, a lunghi ricoveri in ospedale), che li
porterà giorno dopo giorno ad aprire i loro cuori e rivelarsi vicendevolmente
sogni e speranze.
L'autrice ci porta alla
scoperta di questa storia d'amore, fatta di confidenze, poesie, pelle d'oca ma
anche tanta paura.
Sì perché, ovviamente,
il legame tra i due personaggi ha qualcosa di speciale e terribile allo stesso
tempo. Speciale in quanto, a causa della sua precarietà, si nutre di attimi
fugaci, sorrisi rubati al tempo, sogni ad occhi aperti e una buona dose di
imprudenza. Terribile perché la realtà torna, con i suoi funesti presagi e i
suoi fardelli, a ricordare ai due innamorati che non potranno mai essere felici
fino in fondo, perché la malattia ricomincerà a colpire Guido quando meno se lo
aspetta.
Questo libro ci
racconta i grandi sacrifici e compromessi a cui vanno incontro coloro che
sono affetti da una malattia devastante quale la fibrosi cistica, ma anche i
loro familiari ed amici. Ci guida in questo mondo di luci e ombre in modo
delicato, senza scadere in inutili patetismi.
Più che sugli effetti
fisici, che vengono sì raccontati ma in maniera sommaria, pone l'attenzione su
quelli emotivi, il senso di precarietà perenne, il presagio di una tragedia
imminente, l'impotenza di fronte all'inevitabile.
E mentre Guido incarna
il coraggio inarrestabile, la forza di volontà e la voglia di vivere nonostante
tutto, attraverso il personaggio di Amelia, l'autrice dà voce, invece a chi
cerca di dare serenità al partner, nascondendo sotto il tappeto tutte le paure
e i timori che puntualmente affiorano, a notte fonda, quando si è soli.
Una storia intima che
ha il pregio di avvicinare un pubblico giovane ad una tematica molto
importante, e spesso sottovalutata.
Tuttavia il romanzo ha
anche dei difetti, in primo luogo la storia d'amore tra i due ragazzi che
risulta troppo affrettata e perciò poco credibile. Guido e Amelia si conoscono
a malapena eppure cominciano, sin da subito, e via chat, a rivelarsi paure,
sogni e segreti, oltre che a scambiarsi grandi dichiarazioni d'amore.
Le loro conversazioni
virtuali, mi spiace dirlo, sono spesso un susseguirsi di frasi fatte e luoghi
comuni, al limite del mieloso, che danno a noi lettori, almeno in tutta la
prima parte, l'impressione di una conoscenza approssimativa e superficiale.
La seconda parte, che
prevede finalmente una frequentazione vera e propria, pare più verosimile in
quanto focalizzata principalmente sugli stati d'animo di Amelia, il suo istinto
di protezione e la paura di perdere l'innamorato.
Il finale è commovente,
come anche la nota conclusiva della Bonalumi che ha il merito di ricordare la
vita e la forza del vero Guido Passini che, con il suo alter ego letterario,
condivideva la passione per la poesia e per la bellezza delle piccole cose.
In generale "Ogni
stella lo stesso desiderio" è un libro che consiglierei soprattutto ai più
giovani, che potrebbero da un lato riconoscersi nella passione che divampa tra
i due adolescenti, ma dall'altro riflettere sul peso che la malattia e la paura
della morte giocano nella realtà di chi è costretto a convivere con esse ogni
giorno.
Considerazioni:
Io ed il genere
"sick lit" non abbiamo un buon rapporto, ormai è risaputo.
Di tutti i libri basati
sul binomio malattia/storia romantica, che ho letto in questi anni - non
tantissimi a dire il vero -, l'unico che ho promosso a pieni voti è stato
"Svegliami quando tutto sarà finito" di Robyn Schneider.
Per i restanti c'è
sempre stato qualcosa che non mi ha convinto fino in fondo.
Nel caso del romanzo
della Bonalumi è stata la fretta che l'ha portata a descrivere un legame
indissolubile già alle prime interazioni virtuali. Avrei preferito che i
ragazzi si fossero conosciuti un minimo a scuola, prima di cominciare ad
immaginare un futuro insieme via computer.
Amelia e Guido saltano
molti passaggi, si dichiarano amore, provano gelosia l'uno per l'altra,
fantasticano sul loro essere coppia, dopo essersi parlati solo un paio di volte
dal vivo. Un po' poco non credete? Soprattutto se consideriamo che ad un certo
punto la diciassettenne, che passa le sue giornate ad aggiornare la casella di
posta, dichiara addirittura di non ricordare precisamente neppure le fattezze
dell'interlocutore di cui afferma di essere cotta.
In più, come dicevo prima,
buona parte delle loro conversazioni sono un agglomerato di complimenti, frasi
romantiche ad effetto (enfatizzate ancor di più da una sovrabbondanza di punti
esclamativi), poesie o riflessioni sulla malattia.
Nessun argomento di
vita quotidiana, tipo interessi, amici, o quelle cose banali che dovrebbero
riguardare due persone di quell'età. Capisco che, data la circostanza, il tema
fibrosi cistica catalizzi l'attenzione, eppure se almeno di Guido sappiamo
qualcosa della sua infanzia fatta di lunghe degenze in ospedale, per quanto
riguarda il passato di Amelia la nostra conoscenza è pressoché nulla.
Mi spiace perché
l'autrice, come già ho avuto modo di sperimentare, ha una grande abilità nello
scrivere, eppure sembra che in questo caso, pur di rendere fruibile questa
storia ad un pubblico molto giovane, abbia semplificato eccessivamente le cose,
quando maggiori particolari avrebbero reso tutta la vicenda più verosimile, e
quindi anche più coinvolgente.
Come ho evidenziato
poc'anzi, progressivamente la narrazione si riprende, fino ad arrivare alla
conclusione che, invece, ho apprezzato molto.
Poetica, fatta di
immagini e sensazioni, intensa e allo stesso tempo evanescente.
Ho adorato l'idea di un
finale aperto che, come il gatto di Schrödinger, può essere interpretato in due
differenti modi.
Un'ultima cosa vorrei
dirla sulla postfazione che ha rivelato come, alla base di questo racconto
romanzato, ci fosse l'esistenza reale di un uomo coraggioso che ha combattuto
con tenacia e forza d'animo la sua battaglia.
Mi ha commosso leggere
di lui, di come sia nata l'idea di questo libro, della sofferenza patita da
tutti coloro che lo conoscevano, dinnanzi alla tragica notizia della sua
dipartita.
Per chi non lo sapesse, io stessa l'ho appreso solo pochi giorni fa, esiste una raccolta di
poesie, chiamata "Io, lei e la Romagna", ed edita Fara Editore, che
porta proprio la firma di Guido Passini. Non credo ci sia modo migliore per
onorare la sua vita, che leggere i versi che lui stesso ha creato, giorno dopo
giorno, non grazie alla malattia che per anni l'ha tenuto ostaggio, ma malgrado
essa.
Ringrazio l'autrice per avermi fornito una copia cartacea del romanzo
il mio voto per questo libro
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