Titolo: Oltre il bosco
Titolo originale: The Hazel Wood
Autore: Melissa Albert
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 12
febbraio 2019
Pagine: 330
Prezzo: 17,00 €
Trama:
Alice non ha mai avuto
una casa. Lei e la madre Ella sono perennemente in fuga, sempre in cerca di
qualcuno che le ospiti, per sfuggire alla sfortuna nera che le perseguita.
Sullo sfondo la figura
affascinante di Althea Proserpine, la misteriosa e seducente autrice di una
raccolta di racconti neri fuori catalogo ma ricercatissimi dai collezionisti,
nonché la nonna che Alice non ha mai conosciuto.
La donna vive da anni
reclusa ad Hazel Wood, una villa celata in mezzo al bosco, sfuggendo alla
curiosità dei fan. Quando Ella viene rapita, ad Alice non resta che andare alla
disperata ricerca di quel posto ignoto, inconsapevole di quali pericoli esso
nasconda.
Recensione:
Con il romanzo
d'esordio "Oltre il bosco", Melissa Albert ci trasporta in un mondo
incantato, fatto di fiabe nere, principesse maledette, assassini spietati,
sirene fameliche, uomini vendicativi e tanto ancora.
Una storia
particolarissima che mescola luci ed ombre, a creare un confine sottilissimo
tra il bene e il male, e tra realtà e fantasia.
Tutto ha inizio con la
giovane Alice che, dopo aver cambiato indirizzo per tutta la vita, si ritrova a
condividere la casa non solo con la madre Ella, da sempre accanto a lei, ma
anche con il patrigno Harold e la sorellastra Audrey. Fino a quando la sfortuna,
che da anni insegue le donne Proserpine, arriva a tormentarle di nuovo, e nel
peggiore dei modi: facendo sparire nel nulla Ella.
Nessuna pista per
ritrovarla, se non una pagina strappata da un libro, quello fuori edizione
della nonna Althea, che parla di Hazel Wood, il luogo che non è segnato in
nessuna mappa, e che nessuno riesce a trovare.
Alice parte alla
ricerca di quel posto misterioso e, a quanto si dice, anche estremamente
pericoloso, ma non da sola. Insieme a lei Ellery Finch, uno dei più sfegatati
fans de "I Racconti dall'Oltremondo", la raccolta di fiabe nere della
famosa e irreperibile scrittrice Althea.
I due inizieranno un
viaggio avventuroso che porterà la ragazza a fare i conti con il passato e con
i segreti di famiglia. Lo stravagante Ellery, invece, scoprirà che alcuni
desideri meritano di rimanere inesauditi.
Non voglio rivelarvi di
più di ciò che accade nel corso delle pagine, anche perché la narrazione
prevede un paio di colpi di scena niente male.
Ci tengo però a
parlarvi un po' della struttura del libro che si articola in una prima parte
più ombrosa e indagatrice, e una seconda maggiormente improntata sull'azione e
lo svelamento della realtà dei fatti.
Una metà del romanzo
scorre veloce, risulta avvincente - in particolare per quanto riguarda la
questione malasorte - e coinvolgente dal punto di vista emotivo, principalmente
grazie alla descrizione della forte unione tra Ella e Alice.
Si suppone che ognuno di noi sia una combinazione di natura ed educazione, con il proprio sé modellato da anni di amicizie, litigi, genitori, sogni, cose fatte troppo da giovani, cose origliate che non si sarebbero dovute sentire, segreti custoditi e scappati, rimpianti, vittorie e silenziosi orgogli, un insieme di detriti ben compattati che diviene ciò che definiamo la nostra vita.
Ma ogni volta che lasciavamo un posto, avevo la sensazione che le cose avvenute lì fossero cancellate da una spugna, finché non rimaneva altro che Ella, le nostre liti, le nostre discussioni e le nostre strade tortuose. Scrivevo date e luoghi ai margini dei miei libri e li perdevo lungo la strada. Forse era mia madre che mi sussurrava all'orecchio. La sfortuna non ci seguirà nel prossimo posto. Non devi ricordare questo così. O forse era il taglio secco tra l’uno e l’altro, la nostra abitudine di non guardarci mai indietro.
Ma non credevo fosse questa la ragione. Ero convinta di essere io. La mia mente era una vecchia audiocassetta su cui si era registrato mille volte. Delle vecchie musiche non rimanevano che esitanti note fantasma. A volte mi domandavo che suono avrebbe avuto la registrazione originale, quale potesse essere il mio codice sorgente. Temevo fosse più cupo di quanto io desiderassi. Mi preoccupavo che non esistesse affatto. Ero come un palloncino legato al polso di Ella: se non c’era lei a ricordarmi chi ero, a ricordarmi perché ero importante, potevo volare via.
Ma ogni volta che lasciavamo un posto, avevo la sensazione che le cose avvenute lì fossero cancellate da una spugna, finché non rimaneva altro che Ella, le nostre liti, le nostre discussioni e le nostre strade tortuose. Scrivevo date e luoghi ai margini dei miei libri e li perdevo lungo la strada. Forse era mia madre che mi sussurrava all'orecchio. La sfortuna non ci seguirà nel prossimo posto. Non devi ricordare questo così. O forse era il taglio secco tra l’uno e l’altro, la nostra abitudine di non guardarci mai indietro.
Ma non credevo fosse questa la ragione. Ero convinta di essere io. La mia mente era una vecchia audiocassetta su cui si era registrato mille volte. Delle vecchie musiche non rimanevano che esitanti note fantasma. A volte mi domandavo che suono avrebbe avuto la registrazione originale, quale potesse essere il mio codice sorgente. Temevo fosse più cupo di quanto io desiderassi. Mi preoccupavo che non esistesse affatto. Ero come un palloncino legato al polso di Ella: se non c’era lei a ricordarmi chi ero, a ricordarmi perché ero importante, potevo volare via.
Per il lettore è facile
immergersi nei capitoli e desiderare di saperne di più, anche a proposito della
figura silente, ma non per questo meno affascinante, di Althea.
Con l'ingresso del
personaggio di Ellery Finch la storia comincia a scricchiolare, al punto che
tutta la parte finale risulta meno convincente.
Il mondo di Hazel Wood
e del Bosco di Mezzo è davvero ammaliante, ma anche molto ricco di particolari,
talvolta fin troppi. In alcuni frangenti si finisce per far confusione o per
essere sopraffatti dalla sovrabbondanza di sovrastrutture.
Tuttavia, devo
ammettere che, nonostante il ritmo più lento degli ultimi capitoli, le vicende
di Alice non smettono di appassionare. Credo sia uno dei punti di forza del
romanzo, il riuscire a mantenere l'hype sempre alto.
Altro grande asso nella
manica è l'ambientazione dark e le tinte macabre che caratterizzano tutto il
libro, ed in particolare i "Racconti dall'Oltremondo" che, a mio
avviso, rappresentano il fiore all'occhiello dell'opera della Albert.
Ma non c'è rosa senza
spine, ecco perché "Oltre il bosco" presenta, ahimè, anche qualche
difetto, oltre a quelli cui accennavo prima.
In primo luogo la
caratterizzazione dei protagonisti, che non pare proprio riuscitissima. Alice,
ad esempio, risulta molto credibile nel suo rapporto con la madre - ed in
effetti tutte le parti che ricordano la loro vita insieme, e la quotidianità
improvvisata, paiono del tutto convincenti ed emozionanti - ma la sua
sensibilità e dolcezza svanisce ogni qual volta ha a che fare con il compagno
di scuola, per lasciare il posto ad una ragazza estremamente petulante,
arrogante, permalosa e prepotente.
Simpatizzare con lei
non è stato molto semplice. D'altro canto anche il comportamento del buon
Ellery Finch non sembra del tutto verosimile: abbandona una vita da
privilegiato che gli garantirebbe ogni sogno e possibilità, per cosa? Per
seguire una semisconosciuta e rischiare di morire a soli diciassette anni, il
tutto pur di poter incontrare i personaggi di una fiaba nera!
Non per dire, ma
immagino gli adolescenti, ricchi sfondati per di più, interessati a tutt'altro
che favole, scrittori misteriosi, e figure fantastiche.
Oltre alla questione
personaggi, anche il finale appare un po' troppo frettoloso, come se tutto il
cammino tortuoso venisse vanificato in poche pagine, e alla base ci fosse la
voglia di arrivare presto ad una qualche conclusione.
Tralasciando però
queste piccole note negative, per il resto il libro mi pare abbastanza ben
riuscito, caratterizzandosi per un uso smodato della fantasia, per la magnetica
ambientazione dark e l'intreccio di realtà e finzione. Un mix accattivante che
non può che lasciare con il fiato sospeso.
Considerazioni:
Avevo adocchiato questo
libro molto tempo fa, nella sua versione originale. Speravo ardentemente in una
traduzione perciò, una volta giunto nelle nostre librerie, non ho potuto
farmelo scappare.
Prima di cominciarlo,
avevo letto in giro opinioni discordanti, chi lo aveva apprezzato molto e chi
bocciato su due piedi.
Io, pur avendo notato
qualche difetto e alcuni margini di miglioramento, non mi sento affatto di
sconsigliarlo, anche perché questa lettura mi ha tenuta letteralmente incollata alle pagine, con la voglia di
conoscere il finale che attendeva la giovane Alice e sua madre.
Le uniche cose che mi
hanno irritato davvero sono stati l'effetto un po' troppo "Once upon a
time" (intendo la serie tv) della parte finale e, soprattutto, l'atteggiamento arrogante e
supponente della protagonista nei confronti di Ellery Finch. Il compagno di
scuola si mostra sin da subito gentile e premuroso, mette a disposizione le sue
ingenti risorse pur di aiutare l'amica a ritrovare sua madre, la segue ovunque
lei voglia, e cosa ottiene in cambio? Solo risposte indisponenti, lamentele,
rimproveri e accuse. Per tutto il tempo non ho fatto che pensare: "Ma chi
te lo fa fare a sopportarla? Prendi i tuoi soldi e fuggi il più lontano
possibile!"
Poi, alla luce dei
fatti, avrei da ridire anche sul comportamento assurdo di Ellery, e soprattutto
sulla sua malsana ossessione per le fiabe, ma lasciamo perdere.
In realtà nel libro si
alternano alcune figure affascinanti come quella di Ella e Althea, ad altre
prive di originalità come i due personaggi principali, o anche, Katherine
Uccisa-Due-Volte, che con il suo aspetto punk ha poco a che vedere con il mondo
delle fiabe.
Un'ultima
considerazione vorrei farla su "I Racconti dall'Oltremondo".
Purtroppo in "Oltre il bosco" ci vengono narrate solo due storie di
Althea, e neppure per intero. Un vero peccato perché, a mio avviso, grazie alle
forti tinte macabre, potevano rappresentare la parte più accattivante di tutta
l'opera. Già i titoli lasciavano ben presagire, per cui non mi resta che
lanciare un'idea: una pubblicazione indipendente che, un po' come "I racconti degli speciali" di Ransom Riggs, ci possa guidare nel brutale
mondo di Hazel Wood e del Bosco di Mezzo.
Voi che ne dite?
Ringrazio la casa editrice Rizzoli per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo
il mio voto per questo libro