Titolo: La voce della pietra
Autore: Silvio Raffo
Editore: Elliot
Data di pubblicazione: settembre 2018
Pagine: 160
Prezzo: 16,50 €
Trama:
Nella lugubre
solitudine di un’antica dimora di campagna il giovane Jakob, che dalla morte
della madre si rifiuta di parlare e affida a un diario i suoi tenebrosi
pensieri, ascolta una voce ultraterrena che sussurra arcani messaggi dal grembo
della pietra.
Verena, l’indifesa infermiera sensitiva che arriva alla villa per
prendersi cura di lui, orfana anch’essa e donna dal turbolento passato, cade
vittima dello stesso incantesimo maligno.
Che cosa vogliono i morti dai vivi?
Qual è la vera misura del loro potere?
Recensione:
Muriel Spark ha detto
di questo libro «Un gotico d’avanguardia di intensa potenza visionaria che
avrebbe voluto scrivere Edgar Allan Poe».
A dispetto dell'autrice
scozzese, non me la sento di parlare a nome del celebre scrittore americano,
posso però confessarvi, senza mezzi termini, che mi piacerebbe tanto poter dire
di esser stata io l'artefice di un romanzo così avvincente e ben scritto.
Perché? Abbiate un po'
di pazienza e lo scoprirete.
Come si evince dalla
trama, la storia - se escludiamo le prime scene dedicate all'infermiera Verena
- si svolge interamente in una maestosa villa d'epoca circondata da un muro di
pietra e da bellissime statue. Lì vive Jakob assieme a sua zia.
Il ragazzo è sempre
stato di indole introversa e poco incline ai contatti sociali. L'unico vero e
saldo rapporto lo aveva con la madre, Malvina, un'eterea pianista di salute
cagionevole.
Dopo la morte della
figura materna, avvenuta l'anno precedente ai fatti raccontati, Jakob sceglie
di chiudersi nel silenzio e non proferire parola alcuna.
Tutti i suoi pensieri
li affida a dei misteriosi taccuini, su cui annota, giorno per giorno, i
messaggi che la pietra desidera comunicargli.
Proprio così.
Accostando l'orecchio a precisi punti della cinta muraria, a determinate statue
e alla lapide di Malvina, l'adolescente riesce a ricevere alcune rilevanti
informazioni e, talvolta, a conoscere e modificare il futuro.
So che detto così può
sembrare una cosa alquanto astrusa e surreale, ma vi assicuro che nel libro
questa straordinaria dote è descritta con tale naturalezza e con un linguaggio
così accattivante (a metà strada tra il metafisico e il filosofico) che non si può
fare altro che accettarla come un fatto certo, indubitabile e del tutto
regolare.
Jakob ha pertanto
un'importante missione da compiere, ovvero raggiungere, mediante l'isolamento e
l'assenza di comunicazione, lo status di puro pensiero e la capacità di
alterare, a suo favore, la realtà circostante. Purtroppo per lui, l'arrivo di
Verena costituirà un enorme ostacolo al suo obiettivo.
La giovane donna, che
arriva da una devastante sconfitta in campo medico, non può che vedere nel
ragazzo chiuso in se stesso una sfida da vincere assolutamente.
Tra i due quindi si
instaura subito un duello senza sconti, che si riflette direttamente nella
struttura del libro, articolata in capitoli alternati che danno voce equamente
ai due protagonisti.
Da una parte vediamo il
ragazzo architettare un piano dopo l'altro per liberarsi una volta per tutte
dell'infermiera - da lui soprannominata Serpente - e dall'altra l'agguerrita
signorina la quale, dopo aver schivato ogni colpo, persevera nella sua ricerca
di un legame.
La presenza del Serpente alla Rocciosa non può e non deve in alcun modo turbarmi.
L’attaccherò solo in caso di provocazione. Può anche darsi che non ci sarà. Anzi, il mio desiderio è che non ci sia nulla di nulla fra me e il Serpente.
Devo semplicemente neutralizzarla, non permetterle di entrare in contatto con me. E se ne andrà.
Così ho scritto. E lo scrivo di nuovo.
Se ne andrà.
L’attaccherò solo in caso di provocazione. Può anche darsi che non ci sarà. Anzi, il mio desiderio è che non ci sia nulla di nulla fra me e il Serpente.
Devo semplicemente neutralizzarla, non permetterle di entrare in contatto con me. E se ne andrà.
Così ho scritto. E lo scrivo di nuovo.
Se ne andrà.
Ad esempio le voci
della pietra sono reali o rappresentano solo una qualche bizzarra elaborazione
del lutto?
E chi sono i mandanti
di questi messaggi? Cosa vogliono davvero?
Oggi la voce della mia Colomba m’è sembrata triste: era forse il frullare delle ali nel cuore della pietra, come un lievissimo arpeggio intermittente, che ottundeva le parole in un lamento indistinto.
Il tono del Pastore invece era più deciso, e più esplicito il messaggio: fedele al suo credo pragmatico, mi invitava al lavoro, esortava a concludere il più presto possibile.
Non penso di deluderlo. Non lo merita.
Il tono del Pastore invece era più deciso, e più esplicito il messaggio: fedele al suo credo pragmatico, mi invitava al lavoro, esortava a concludere il più presto possibile.
Non penso di deluderlo. Non lo merita.
Jakob, poi, è
l'artefice di un piano ingegnoso o solo una pedina inconsapevole di qualcosa di
molto pericoloso?
E Verena? Quali sono le
sue reali intenzioni?
Queste sono solo alcune
delle domande che sorgono spontanee con il procedere delle pagine. Inoltre i
personaggi, i due principali ma anche la indecifrabile zia a dire il vero, sono
così enigmatici, pieni di segreti e di sfumature, da risultare estremamente
affascinanti e ammalianti.
Un ultimo dato, per
nulla irrilevante, è la scrittura dell'autore, elaborata e ricercata, capace di
rapire, intrigare e lasciare stupefatti. Il libro, grazie allo stile raffinato
di Raffo, si presenta indubbiamente come un elaborato di pregevole fattura, che
spicca per il suo carattere roboante ma mai inopportuno. Inoltre le parti
assegnate a Jakob si distinguono in maniera netta da quelle di Verena,
caratterizzandosi per scelte stilistiche differenti: le prime più ampollose,
meditabonde, ed invase di segretezza, e le altre ugualmente eleganti, ma più
descrittive e meno oscure.
In definitiva non posso
che consigliare fortemente questo romanzo che, nonostante le dimensioni
ridotte, riesce a dar vita ad una storia accattivante, inquietante e
soprattutto originale, a delle figure enigmatiche e profonde, e a dei colpi di
scena mozzafiato.
Considerazioni:
"La voce della
pietra" è uno di quei libri che ti rapisce già dalle prime pagine. Sin da
subito ci si ritrova immersi nel mondo di Jakob, fatto di silenzi, rigide
regole e ferree convinzioni, ma anche in quello, ben più comune, di Verena, una
giovane infermiera in cerca di un'occupazione.
Le due strade, benché
apparentemente lontane, finiscono per incrociarsi, influenzandosi a vicenda.
Verena, delusa e smarrita, con l'approdo alla villa ritrova uno scopo, mentre
il ragazzo, così chiuso in se stesso, comincia a vacillare di fronte
all'ostinazione della donna.
Se in un primo momento
quindi la storia appare originale e stravagante - grazie al escamotage della
pietra messaggera - più si va avanti, più il tutto diventa inquietante e
angosciante.
Jakob è sì un ragazzo
introverso e diffidente, ma nel corso della narrazione rivela anche un animo
crudele che non ammette ostacoli alla realizzazione del suo piano.
Verena invece suscita
già dal principio un certo senso di tenerezza: è facile identificarsi in lei,
sia nella fase iniziale di rassegnazione (dovuta all'estenuante ricerca di un
lavoro) che nella veste di crocerossina che rivestirà da un certo punto in poi.
Il fronteggiarsi
continuo dei due personaggi principali - il lupo cacciatore e l'ignara preda -
fa sì che il libro assuma un carattere gotico e nero, e conquisti pagina dopo
pagina il lettore, tenendolo incollato fino all'ultimo, con la curiosità e la
voglia di sapere come andrà a finire.
Ma se pensate che
"La voce della pietra" sia solo un romanzo capace di intrigare, vi
sbagliate, perché invece grandi protagonisti sono, a sorpresa, i sentimenti.
Basti prendere ad
esempio il ragazzo di ghiaccio che, in ogni sua mossa, anche la più spregevole,
è animato in realtà dal grande amore mai sopito per la madre, dal rapporto
simbiotico che li univa, dalla speranza di poterla riavere accanto.
Ancora una volta m’è parso di sentire la voce della Colomba: chiamava fioca il mio nome, come quel giorno sulla scarpata, l’ultimo giorno in cui la sua voce e la mia hanno risuonato insieme.
In verità, noi due comunicavamo anche senza parlare, nelle nostre lunghe passeggiate, o suonando a quattro mani il pianoforte, o immersi nella lettura fino a tarda sera, vicina al camino d’inverno, sotto il portico o il pergolato nella stagione estiva.
La parola, il silenzio, la musica erano tutte forme di comunicazione ugualmente significanti.
Quando si parlava, nessuna parola era superflua, ma ciascuna nasceva dall'interno con una sua necessità e saliva a incontrarsi con quella dell’altro per confermare ogni volta l’esistenza del mondo e dell’amore.
In verità, noi due comunicavamo anche senza parlare, nelle nostre lunghe passeggiate, o suonando a quattro mani il pianoforte, o immersi nella lettura fino a tarda sera, vicina al camino d’inverno, sotto il portico o il pergolato nella stagione estiva.
La parola, il silenzio, la musica erano tutte forme di comunicazione ugualmente significanti.
Quando si parlava, nessuna parola era superflua, ma ciascuna nasceva dall'interno con una sua necessità e saliva a incontrarsi con quella dell’altro per confermare ogni volta l’esistenza del mondo e dell’amore.
In definitiva, per
quanto tutta la vicenda sia appassionante, sono proprio gli attori in scena, i
loro comportamenti, le emozioni e i pensieri a rendere il racconto memorabile.
C'è poi il mistero che
fa da padrone in ogni istante. Chi parla per mezzo della pietra?
Devo confessarvi che,
considerando la natura ambigua e talvolta divergente dei consigli, verso la
fine ho cominciato a pensare che i mandanti fossero due: Malvina, la voce più
rassicurante, e lo Scultore - il padre di Jakob nonché l'autore delle numerose
statue - quella più insidiosa.
Non vi dirò se avevo
ragione oppure no, posso però sbottonarmi un pochino rivelandovi che il finale
è stato per me inaspettato, sconcertante ed elettrizzante. Perfetto per un
romanzo del genere, che fa del turbamento emotivo e della suspense la sua
perfetta colonna sonora.
Ringrazio la casa editrice Elliot per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo
il mio voto per questo libro
La tua recensione è coinvolgente e mi piacerebbe ascoltare la voce della pietra. Amo i personaggi dalle mille sfumature e mi piace interpretare gli eventi facendo supposizioni. L'idea di un romanzo dal fascino nero mi intriga molto :)
RispondiEliminaSuper misterioso, mi piacciono i libri di questo genere! Probabilmente non lo avrei mai notato se non mi fossi soffermata a leggere la tua recensione
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