lunedì 8 luglio 2019

Recensione: "L'evoluzione di Calpurnia" di Jacqueline Kelly

Titolo: L'evoluzione di Calpurnia
Autore: Jacqueline Kelly
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 15 maggio 2014
Pagine: 290
Prezzo: 12,00 €

Trama:
Nei prati riarsi della calda stagione texana, Calpurnia non può fare a meno di notare che le cavallette gialle sono molto, molto più grandi delle cavallette verdi. Perché? Sono di due specie diverse? Calpurnia ha sentito parlare del libro di un certo Darwin, in cui si spiega l'origine delle specie animali. Forse può trovare quel libro nella biblioteca pubblica? Sì, ma la bibliotecaria non glielo vuole mostrare. Poco male, quel libro si trova anche a casa sua: nello studio del nonno, il libero pensatore della famiglia. Accompagnata dal nonno e dal libro proibito, Calpurnia riuscirà a scoprire i segreti delle diverse specie di animali, dell'acqua e della terra. E scoprirà anche se stessa.

Recensione:
Siamo alla fine dell'Ottocento, e il mondo si prepara ad entrare nel nuovo secolo. Non fa eccezione la famiglia Tate, che vanta ben sette figli scalmanati, l'uno più eccitato degli altri alla sola idea di una qualche novità. Tra loro la ribelle Calpurnia. Lei sì che è una dodicenne speciale: non ama trascorrere il tempo con le comuni faccende femminili. Merlettare, rammendare, cucinare, governare la casa non fanno proprio per lei, con grande dispiacere della mamma che vede per la giovane, ed unica figlia, un brillante futuro da splendida debuttante prima, e da brava moglie e madre poi.

Su sette tentativi, mia madre aveva avuto una sola bambina. E non ero venuta fuori proprio come si immaginava lei, credo, una deliziosa ragazzina che la aiutasse a liberarsi dalla crescente ondata di energia di un branco di ragazzi turbolenti che minacciava sempre di sommergere la casa. Non mi era mai passata per la mente che lei avesse sperato in un’alleata e non l’avesse trovata. Insomma, a me non piaceva parlare di modelli e di ricette, e versare il tè in salotto. Questo mi rendeva egoista? Mi rendeva diversa?

Ma non è questo che desidera Calpurnia. Lei non sogna un principe azzurro pronto a traghettarla nel suo magico castello, lei vuole scoprire il mondo, studiare ogni suo piccolo aspetto, analizzarlo e sperimentarlo fino a capire il perché di ogni cosa.
Per raggiungere il suo obiettivo, o perlomeno per avere anche solo la possibilità di perseguirlo, la determinata protagonista dovrà affrontare molte sfide, non solo la ritrosia dei familiari, ma anche i pregiudizi dell'epoca che non vedevano di buon occhio l'emancipazione femminile.
Questo libro infatti, se da una parte si potrebbe considerare un inno alla vita, un ritratto entusiastico della natura e dei suoi insondabili misteri, dall'altra rappresenta anche una lezione di vita per le ragazze di tutti i tempi, un invito a seguire i propri sogni con tenacia.

Io e i miei fratelli, all'unanimità, ritirammo il Premio delle Lucciole di Fentress all'ora di andare a letto, dichiarando ufficialmente chiusa la stagione del 1899. 
In realtà la lucciola di Travis fu l’unica che vedemmo, quella sera. Nonostante sapessi che le lucciole sarebbero tornate l’anno dopo, sembrava l’estinzione di una specie. Che tristezza essere l’ultimo individuo della tua specie, emettere i tuoi segnali nel buio, da solo, al nulla. Ma io non ero sola, giusto? 
Avevo imparato che ne esistevano altre della mia specie, là fuori.

Questo messaggio, dapprima sibillino, diventa sempre più incisivo man mano che si va avanti con la storia. Mentre la stessa Calpurnia prende confidenza con microscopi, metodi scientifici, esperimenti, annotazioni, e tutto ciò che concerne il mestiere di naturalista, noi lettori veniamo sempre più a conoscenza dell'ambiente ostico in cui si trova a vivere e delle sfide che dovrà affrontare pur di coltivare la sua più grande passione.
Ma badate bene, "L'evoluzione di Calpurnia" non è solo questo: la scienza e la natura fanno sì da nota di fondo un po' a tutto, ma al centro della narrazione vi sono soprattutto quotidianità, amici, famiglia, avventure e disastri.
I piccoli di casa ne combinano una dopo l'altra, con buona pace dei loro genitori che tentano, come possono, di rimettere tutti in riga. Mentre si legge non si può non affezionarsi a quella banda di indisciplinati, sempre pronti a battersi per ciò che ritengono importante, che sia il cuore di una ragazza, come nel caso di Harry o Lamar, o dei tacchini da salvare, come succede, ahimè, con il povero Travis. I fratelli Tate sono diversi l'uno dell'altro, e proprio per questo speciali, a loro modo, ed insostituibili. 
E che dire poi del capofamiglia, il misterioso Walter?
Dapprima solitario e taciturno, diviene poi il vero motore dell'azione. È lui a trainare Calpurnia nel magico mondo dell'esplorazione, ricevendo in cambio stima e affetto incondizionato. Il rapporto tra i due è la base che regge l'intero romanzo, come se il legame tra nonno e nipote fosse il fulcro dello stesso amore per la scienza. Senza di esso la protagonista non si sarebbe mai posta le domande più importanti, e non sarebbe mai arrivata a formulare le risposte.

«Sono riuscito a prendere delle noci pecan sanissime e a farle fermentare ricavandone una cosa che grosso modo è pipì di gatto». 
Rimasi a bocca spalancata. 
«E qual è la lezione che possiamo ricavarne?» continuò. 
Io me ne stavo lì, guardandolo a bocca aperta. 
Disse: «La lezione di oggi è questa: meglio viaggiare con la speranza in cuore che arrivare in salvo. Lo capisci?» 
«No, signore». 
«Significa che dobbiamo festeggiare il fallimento di oggi, perché è un chiaro segno che il nostro viaggio di scoperta non è ancora finito. Il giorno in cui l’esperimento ha successo è il giorno in cui l’esperimento finisce. E io trovo inevitabile che la tristezza di aver finito superi la gioia di esserci riusciti».

In definitiva non posso che consigliare vivamente questo libro, capace di intrattenere ed istruire con semplicità e tenerezza. Con quest'opera Jacqueline Kelly ci ha regalato un viaggio nel tempo e nello spazio, nell'atmosfera torrida del Texas di più di un secolo fa, ma anche nel cuore di una famiglia bizzarra ma allo stesso tempo così comune.

Considerazioni:
Questo è uno di quei libri che, parte in sordina, per diventare poi sempre più appassionante e coinvolgente. Inizialmente ci troviamo catapultati nella vita di una comune ragazzina che, non sapendo come sopravvivere al caldo infernale, si rifugia al fiume. Lì inizia le prime osservazioni del mondo attorno a sé, che giungeranno a pieno compimento, solo grazie al nonno Walter, che farà di lei la sua prima allieva.
La prima parte è quindi più concentrata sullo studio del mondo naturale e sull'approfondimento del rapporto d'affetto che lega l'anziano signore a sua nipote. 
Da un certo punto in poi l'attenzione si sposta sulle vicende familiari e sugli spaccati di vita quotidiana: la fiera di paese, il saggio di pianoforte, le prime cotte dei fratelli, gli esperimenti culinari e domestici di Calpurnia, l'amicizia della stessa con la dolce Lula.
Pur non dimenticando l'amore per la scienza, che è sempre presente, dall'incirca metà libro, la narrazione assume un taglio più intimo, ironico ed autoironico, che spinge il lettore a sentirsi pienamente coinvolto nelle vicende, e nelle disavventure, dei Tate.

Tutta la gioia di quella mattinata si era prosciugata. 
Mamma stava aprendo gli occhi sulla triste realtà: i miei biscotti erano come sassi, i miei saggi di ricamo sbilenchi, le mie cuciture a zigzag. 
Riflettei sulla vita di mia madre: il cesto della roba da rammendare che non si svuotava mai, le lenzuola, i colletti e i polsini da rivoltare, le venti forme di pane da impastare ogni settimana. E’ vero che non doveva fare tutte le pulizie pesanti da sola, aveva San Juanna per quello. E di lunedì veniva una lavandaia che passava l’intera giornata a bollire i vestiti nel grondante capanno della lavanderia sul retro. Viola uccideva, spennava e cucinava i polli. Alberto uccideva e macellaia i maiali. 
Ma la vita di mia madre era un turno di manutenzione senza fine. Non otteneva mai nulla, tranne di dover rifare di nuovo tutto daccapo, un giorno o una settimana o una stagione dopo.

Questo anche grazie alle descrizioni semplici e accurate dell'autrice che fanno percepire il caldo torrido, la bellezza dei campi di cotone, il sapore delle noci pecan o del terribile olio di merluzzo, il rombo delle prime auto, il trillo del telefono municipale, l'arrivo di una nuova era.
Negli ultimi capitoli i toni diventano più seri e meditabondi, incentrati maggiormente sul sogno di diventare scienziata, e sullo sconforto nel veder la propria passione sminuita o ridicolizzata. Grazie a questo giro di boa finale, il libro, oltre a trasmettere un'importante lezione per le giovani menti e un invito a non arrendersi alle prime difficoltà, è capace di coinvolgere emotivamente anche un pubblico più adulto che non potrà che simpatizzare con la ribelle Calpurnia.

il mio voto per questo libro

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