martedì 18 marzo 2014

Recensione: "Gli ingredienti segreti dell'amore" di Nicolas Barreau

Titolo: Gli ingredienti segreti dell'amore
Autore: Nicolas Barreau
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: Settembre 2011
Pagine: 240
Prezzo: 15,00 €

Trama:
Aurélie Bredin è una giovane cuoca che gestisce un piccolo ristorante di successo a Parigi, Le Temps des Cerises. La sua vita scorre lenta tra i menù che seleziona con il cuoco, e quasi secondo padre, Jacquie, le chiacchierate con la cara amica Bernadette, e le uscite con il fidanzato Claude. Ma una notte di novembre cambierà tutto. Un biglietto, un paio di frasi lette tutte d'un fiato, e la vita di Aurelie non sarà più la stessa. Ma il futuro non porta solo delusioni, e la bella cuoca francese sarà la prima a scoprirlo.

Recensione:
Questa è la storia di un mistero, di un equivoco, di un inganno, ma soprattutto la storia di un amore. 
Quella che vi sto per presentare infatti appare, sin dalle prime pagine, come la tipica commedia romantica. 
Una di quelle che si vede nei film, in cui sai che i protagonisti dovranno affrontare un bel po' di peripezie, ma alla fine avranno il loro lieto fine.
Se per molti questa mia affermazione può costituire la trama perfetta di un libro perfetto, per me purtroppo non è così.
In genere prediligo romanzi dai risvolti drammatici (in particolare i distopici che hanno il dramma già incluso nel pacchetto) che permettono, nel bene e nel male, di provare forti emozioni nel corso della lettura, ragion per cui mi riesce alquanto difficile apprezzare appieno romanzi di questo genere.
Ho bisogno di chiedermi cosa accadrà, come la storia andrà a finire, e nei libri come questo hai quasi la certezza che ciò che hai immaginato nei primi capitoli, accadrà per davvero.
Credo che questa sia la vera debolezza del romanzo, uno svolgimento dei fatti fin troppo prevedibile e ben poche sorprese.
E con questo non dico che non ce ne siano.
Una la troviamo già nel secondo capitolo, quando la narrazione si sposta da Aurélie ad André Chabanais, affascinante editor francese, che da questo momento diventerà il secondo protagonista della nostra storia.
Se il primo capitolo era dedicato a "Mademoiselle Bredin", ai suoi pensieri, alle sue parole e alle sue giornate (è narrato in prima persona), da quello successivo saranno equamente divisi ed alternati tra lei e il personaggio maschile, le cui vicende saranno destinate ad incontrarsi. 
Questa è una delle cose che ho apprezzato di più, ed intendo sia lo spostamento del punto di vista, sia il poter vedere gli stessi eventi narrati secondo due angolature differenti.
Un'altra cosa che mi ha piacevolmente colpito è la caratterizzazione dei personaggi e non mi riferisco solo a quelli principali. Difatti, sebbene Aurélie e André debbano, per ovvie ragioni, incarnare uno stereotipo, presentano alcuni aspetti che li rendono interessanti. In particolare la ragazza, che ammette candidamente di non aver mai letto un libro in vita sua, che colleziona pensieri da affiggere al muro, che nei momenti di sconforto pianta fiori.

Quando gli preparai le omelette, lui disse che a una ragazza capace di cucinare omelette del genere erano concesse tutte le manie che voleva. 
A proposito di manie: quando sono triste o inquieta compro dei fiori. 
Naturalmente i fiori mi piacciono anche quando sono felice, ma nelle giornate in cui va tutto storto i fiori segnano l’inizio di un nuovo ordine, un ordine che resta perfetto qualunque cosa accada. Metto qualche campanula in un vaso e sto meglio. Pianto fiori sul mio vecchio balcone di pietra che dà sul cortile e ho subito la gratificante sensazione di fare la cosa giusta. 
Con grande cura tolgo le piante dai fogli di giornale, le tiro fuori con delicatezza dai contenitori di plastica e le sistemo nei vasi. Quando affondo le mani nella terra umida e la sento tra le dita, tutto diventa più semplice: stempero le preoccupazioni con cascate di rose, ortensie e glicini.

In fondo ognuno di noi ha le proprie complessità, le proprie idiosincrasie e fissazioni. 
Ci sono cose che facciamo e cose che non faremmo mai, o soltanto in determinate circostanze. Cose di cui gli altri ridono, o disapprovano, o se ne meravigliano. Cose stravaganti, che sono solo nostre. Io, per esempio, colleziono pensieri. 
Una delle pareti di camera mia è tappezzata di foglietti colorati pieni di pensieri fugaci, che ho fissato proprio perché non andassero perduti. 
Pensieri su conversazioni captate per caso al ristorante, su rituali e sui motivi per cui sono tanto importanti, pensieri su baci scambiati al parco di notte, sul cuore e sulle stanze d’albergo, sulle mani, le sedie da giardino, le fotografie, sui segreti e su quando vengono svelati, sulla luce tra le foglie degli alberi e sul tempo quando si ferma. 
Le mie brevi annotazioni sono appuntate alla carta da parati come farfalle tropicali, attimi catturati, che non hanno altro scopo se non quello di starmi vicino, e quando apro la portafinestra e un soffio d’aria entra nella stanza fremono leggermente, quasi potessero volare via.

Per quanto riguarda i cosiddetti personaggi secondari, ho letteralmente amato l'eccentrica Miss Dinsmore, Jean-Paul Monsignac, che sarebbe poi il capo di André, Madame Petit, la segretaria un po' troppo permalosa, Mademoiselle Mirabeau, l'insicura e gentile assistente, e ovviamente l'apprensiva Maman (credo che ognuno di noi possa facilmente rivedersi nelle telefonate tra lei e André XD).

Contrariamente a me, aveva molto tempo a disposizione e adorava telefonarmi in casa editrice perché rispondeva sempre qualcuno. Se io non ero reperibile, faceva quattro chiacchiere con Madame Petit, che considerava “proprio deliziosa”. 
Una volta avevo dato il mio numero a Maman, per le emergenze. Purtroppo però anche la sua idea di emergenza era molto diversa dalla mia e, con un fiuto infallibile, mi chiamava puntualmente quando stavo per correre a un appuntamento o dare l’okay a un libro che doveva andare in stampa entro il pomeriggio. 
“Pensa un po’, il vecchio Orban è caduto dalla scala mentre raccoglieva le ciliegie e ora è all’ospedale... Frattura del collo del femore! Che ne pensi? Cioè... uno alla sua età deve necessariamente arrampicarsi sugli alberi?” 
“Maman, per favore! Ora non ho tempo!” 
“Mon Dieu, André, sei sempre così nervoso,” commentava con una chiara nota di rimprovero nella voce. 
“Credevo ti interessasse, dopotutto da bambino andavi spesso dagli Orban...” 
In genere queste conversazioni si concludevano in modo sgradevole. Restavo seduto alla scrivania, sopportavo pazientemente la telefonata e intanto cercavo di continuare a lavorare, buttando là così tanti “Aha” e “Sissì” al momento sbagliato che alla fine mia madre urlava infuriata: “André, ma mi stai ascoltando?!”. Oppure le tappavo la bocca prima ancora che iniziasse a parlare esclamando irritato: “Ora non posso!”, e dovevo sorbirmi i suoi commenti su quanto fossi troppo nervoso e probabilmente non mangiassi come si deve.

Questo straordinario parterre di personaggi, a cui se ne aggiungono ovviamente anche altri, è la chiave che rende questo libro speciale. Se difatti ha una partenza lenta (o l'ha avuta nel mio caso), per i motivi che ho già specificato, perlomeno nel corso delle pagine cominci ad affezionarti alle figure che fanno parte della quotidianità di André e Aurélie. Man mano diventeranno anche tuoi amici fino a quando, come dice nella nota finale lo stesso Barreau, ti dispiacerà dir loro addio.
Nelle stesse parole dell'autore veniamo a conoscenza di un altro particolare che mi ha sorpreso: tutti i locali, le strade, le ricette citati e descritti nel libro (e chi l'ha letto sa che sono parecchi), esistono realmente.
Ho immaginato quindi come sarebbe bello ripercorrere il percorso di Aurelie nelle strade di Parigi, magari in una giornata di pioggia e accompagnate da un ombrello celeste a pois, giusto per ricreare la scena, e vedere tutto quello che lei osservava. Oppure cenare negli stessi ristoranti (ad eccezione de Le Temps des Cerises, ahimè di pura fantasia T_T) e ordinare gli stessi piatti. 
E se proprio non potete recarvi a Parigi, ma volete lo stesso provare il favoloso Curry d’agneau à l’indienne o un delizioso gataux al cioccolato, non disperate. Potete infatti trovare il famoso Menu d'Amour, quello che ha fatto innamorare i genitori di Aurélie, alla fine del libro, e replicarne le ricette anche a casa vostra.
Una bella idea, non vi pare? 
Io non ho proprio saputo resistere ed ho subito provato i tortini con il cuore caldo di cioccolato, e posso affermare che sono davvero buoni (e bravo il papà di Aurelie XD)!
Altra nota positiva, forse quella più importante, è costituita dalle atmosfere di Parigi, che sia in una giornata nuvolosa e di pioggia che con un tenero sole, costituisce sempre lo scenario perfetto per qualsiasi storia d'amore (non a caso è chiamata la città degli innamorati ^-^). Le ricette, le canzoni, le poesie, gli scrittori, i film francesi citati così spesso, fanno il resto.
Inoltre, nonostante la non grande simpatia di Aurelie per i libri (escludendo ovviamente i ricettari XD), proprio i romanzi costituiranno la chiave di volta della storia: daranno il via e metteranno il punto a tutto. E non voglio rivelarvi altro U_U
In conclusione se cercate una lettura leggera, senza troppe pretese, che vi faccia sorridere e anche un po' sognare, "Gli ingredienti segreti dell'amore" è quello che fa per voi.

Considerazioni:
Cercherò di essere più breve possibile. Tenterò anche di parlare in maniera generica, tuttavia potrebbero sfuggirmi alcuni spoiler, per cui a vostro rischio e pericolo XD 
Avevo accennato prima all'importanza dei romanzi in questo racconto. E' difatti la stessa Aurélie, sin dalla prima pagina, ad affermare che è stato proprio un libro a salvarle la vita. La ragazza infatti si imbatterà per caso in una piccola libreria, e in un volume scritto da un certo Robert Miller, intitolato "Il sorriso delle donne" (tra l'altro il titolo originale di quest'opera di Barreau), che pare ambientato proprio nel suo ristorante, con protagonista una ragazza che sembra proprio essere lei.
Una casuale coincidenza o qualcosa di più? 
Se volete scoprirlo vi toccherà leggere il libro XD
In entrambi i casi "Gli ingredienti segreti dell'amore" gioca su uno dei sogni di quasi tutte le accanite lettrici: ritrovarsi improvvisamente ed inspiegabilmente ad essere una musa ispiratrice, e leggere pagine intere che parlano solo di te. Indipendentemente da ciò, ho trovato davvero carina l'idea di un libro nel libro.
Tornando invece all'atmosfera parigina che fa da padrona in quasi ogni pagina, essa appare tanto gradevole nella penna dell'autore, quanto forzata dall'opera di traduzione. Leggendo vi ritroverete di fronte ad intere frasi lasciate in francese, non so per quale strano motivo, e poi una sfilza di nomi di ricette, sempre solo in originale, senza neppure il nome tradotto in nota. 
Ciò che può sembrare naturalissimo per un francese, che riconosce specialità culinarie, strade e canzoni, riesce difficile in questo modo per un qualsiasi lettore, che cerca di immaginare ogni singolo particolare, dai colori ai profumi. 
Questo eccesso di francesismi, che potrei anche giustificare per quanto riguarda i piatti, risulta invece superfluo per quelle frasi piazzate così in originale, quasi a ricordarci in continuazione che ci troviamo a Parigi, e che a parlare è proprio un francese.
E la cosa peggiora con l'entrata in scena dei fratelli Goldberg: da quel momento in poi ogni loro discorso sarà un miscuglio di italiano, francese e inglese. Non sia mai ci dimenticassimo anche la loro nazionalità. U_U

“Cerca di capire, Adam,” dissi infine. “Non è una donna qualunque. Lei è la donna! The one and only. E non è strange, ha semplicemente troppa fantasia e crede nelle forze superiori. Kismet, il destino.”

Anche sulla storia d'amore avrei qualcosa da ridire: troppo affrettata, per cui poco coinvincente.
Inoltre Aurélie nel corso della narrazione subisce una vera e propria trasformazione ai nostri occhi, o perlomeno ai miei. 
Dov'è finita la tenera ragazza che coltivava fiori e viveva di romanticismo?
Perché questa insensata ossessione per Robert Miller? Perché tormentare fino allo sfinimento quel povero di André che si limita a fare il suo lavoro? 
E soprattutto come fa lui ad innamorarsi di una che lo tratta in malo modo? E poi come si può parlare già d'amore solo dopo aver visto un bel sorriso un paio di volte?
In realtà l'amore tra André e Aurélie per me non ha né capo né coda. Lei rincorre Miller solo sulla base di una sensazione (essere davvero la protagonista del suo libro), arrivando ai limiti della follia. Lui rincorre lei, dichiarando a noi di essere già pazzamente innamorato, dopo averla vista solo due volte, ed essere stato in quelle uniche occasioni anche da lei velatamente insultato. Non so voi ma per me il romanticismo è ben altro.
Tuttavia questo gioco del gatto col topo, e gli stravaganti tentativi di André di raggiungere il suo obiettivo, riescono a strappare qualche sorriso.
Il finale, prevedibile, è invece racchiuso in un ultimo capitolo che per molti versi, che non posso indicare, mi è piaciuto.
In tutto il libro comunque sono disseminate alcune riflessioni sulla vita, o sul mestiere dello scrittore, sulla morte e la solitudine, che varrebbe la pena di appendere al muro come era solita fare la bella Aurélie. 

Il cielo di un blu cupo si stendeva sopra Parigi come una stola di velluto. Mancava poco alle sei, stava spiovendo e mi appoggiai esausta al parapetto in pietra del vecchio ponte. 
Fissai assorta la Senna: il luccichio tremolante dei lampioni si rifletteva sull'acqua scura, magico e fragile come ogni cosa bella. Dopo otto ore, migliaia di passi e migliaia di pensieri ero approdata in quel posto silenzioso. 
Ci avevo messo molto a capire che l’abisso di tristezza che pesava come piombo sul mio cuore non dipendeva soltanto da Claude che mi aveva lasciata. Avevo trentadue anni, e non era la prima volta che vedevo finire un amore. Me n’ero andata io, se n’erano andati loro, uomini migliori di Claude, lo schizzato. 
Stavo realizzando che tutto cambia, tutto si dissolve, che uomini che mi avevano tenuta per mano a un tratto sparivano per sempre, che stavo perdendo il contatto con la realtà e tra me e l’universo infinito non c’era che un ombrello celeste a pois bianchi.

Curiosità:
Ufficialmente Nicolas Barreau è uno scrittore bilingue (francese-tedesco), che ha studiato Lingue e letterature romanze alla Sorbonne di Parigi, dove è nato nel 1980, da madre tedesca. Ha lavorato in una piccola libreria, ha una passione per la cucina, e come il misterioso Robert Miller non ama mostrarsi in pubblico, e godere del suo successo.
Tuttavia a detta del quotidiano tedesco Die Welt e del giornalista Elmar Krekeler, Barreau sarebbe in realtà uno scrittore fittizio, dietro il quale si celerebbe la casa editrice tedesca Thiele & Brandstätter, che ne ha pubblicato i romanzi, sfruttando il favore del pubblico tedesco verso gli autori francesi.
Un'altra curiosità, stavolta totalmente italiana, riguarda un'iniziativa promossa dalla Feltrinelli, nata per raccogliere le appetitose ricette inviate dai lettori, i quali dovevano ricreare il proprio personalissimo Menu d'Amour. 
Queste ricette sono confluite poi in un ebook scaricabile gratuitamente dal sito web dedicato al romanzo.

il mio voto per questo libro

5 commenti:

  1. ciao Muriomu, bella recensione(anche se un pò troppo lunghetta hehehe) ammetto di aver saltato la parte delle considerazioni, perchè hai accennato alla possibile presenza di spoiler e non volevo anticiparmi nulla^_^.
    Anche io, come te, di solito non amo molto i libri di questo genere, sullo stile commediale romantico, ma preferisco i distopici, i thriller, i libri, insomma, meno scontati e con più colpi di scena ed, infatti, non ho letto tantissimi di questi libri romantici, proprio perchè in genere non mi colpiscono. Ma ammetto che comprerei questo libro soltanto per le ricette che ci sono alla fine XD anche io ho assaggiato i tortini col cuore cioccolatoso e sono buonissimi *.*
    un bacione e buona giornata^_^

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    1. Ciao, in realtà la recensione l'ho scritta io (puoi vedere a fine post il timbro con il mio nome ^-^) in quanto collaboratrice, nonché sorella, di Muriomu.
      In effetti se hai intenzione di leggere il libro hai fatto bene a fermarti. Avevo anche considerato di eliminare alcune considerazioni per non rendere la recensione eccessivamente lunga, ma poi ho pensato che ogni particolare può essere utile al lettore che vuole capire se questo libro possa o meno interessargli.
      Se il mio parere può quindi essere d'aiuto, perché no? Io stessa prima di acquistare un romanzo leggo a grandi linee i pareri degli altri.
      Inoltre non costringo nessuno a leggerla per intero, ma offro la possibilità a chi vuole di sapere cosa ne penso e magari, se ha già letto il libro in questione, di condividere anche la sua opinione.
      Anche stavolta mi sono dilungata un po' troppo XD
      Ti auguro una buona serata!

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  2. bella recensione! ho questo libro in ebook ed ancora non mi sono decisa a leggerlo, ma ci proverò e ti farò sapere!

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  3. davvero bella questa recensione!!!!!!!!!!!!!^_^.....voglio proprio leggerlo!!!!!!

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