Titolo: La straordinaria invenzione di Hugo Cabret
Titolo originale: The Invention of Hugo Cabret
Autore: Brian Selznick
Editore: Mondadori
Data di Pubblicazione: 11 Ottobre 2011
Pagine: 592
Prezzo: 16,00 €
Trama:
La luna, le luci di una città, una stazione affollata, due occhi spaventati. Le immagini a carboncino scorrono come in un cinema di carta fino a inquadrare il volto di Hugo Cabret, l'orfano che vive nella stazione di Parigi. Nel suo nascondiglio segreto, Hugo coltiva il sogno di diventare un grande illusionista e di portare a termine una missione: riparare l'automa prodigioso che il padre gli ha lasciato prima di morire. Ma, sorpreso a rubare nella bottega di un giocattolaio, Hugo si vedrà sottrarre il prezioso taccuino regalatogli dal padre, in cui questi aveva pazientemente annotato le istruzioni per riportare in vita l'automa.
Nel mentre Hugo si imbatterà in Isabelle, una ragazza che lo aiuterà a risolvere un affascinante mistero in cui identità segrete verranno svelate e un grande, dimenticato maestro del cinema tornerà in vita.
Recensione:
Come dice la stessa copertina (che personalmente non ho trovato particolarmente bella, soprattutto se paragonata alle bellissime illustrazioni interne e al retro che è decisamente più bello del fronte) questo è un libro in cui sono le immagini ad illustrare le parole anziché viceversa.
Leggendolo si ha come l'impressione (ed è proprio questa l'illusione che immagino abbia voluto dare lo scrittore) di essere davanti ad una vecchia cinepresa e vedere scorrere, davanti ai nostri occhi, una serie di diapositive, a voler formare una sorta di film.
Centocinquantotto illustrazioni a matita e carboncino impressionate tra le pagine, come se fossero attimi catturati da una lunga pellicola.
Riusciamo non solo ad immaginare la storia, come sempre si fa quando si legge un libro, ma a osservarla svilupparsi di fronte ai nostri occhi.
Siamo spettatori, e questa è un'illusione magistrale in una storia che ha come protagonista il cinema.
Nei ringraziamenti a fine libro scopriamo che il sogno dell'autore era da sempre stato quello di scrivere un libro sul cineasta e illusionista Georges Méliès.
“Ho atteso a lungo di scrivere una storia su Georges Méliès, ma questa storia ha iniziato a prendere davvero forma solo quando ho letto un libro intitolato Edison's Eve: A Magical History of the Quest for Mechanical Life di Gaby Wood.
Il libro parlava della collezione di automi di Méliès, che fu donata a un museo, dove venne dimenticata in una soffitta umida per essere infine buttata via.
Ho immaginato un ragazzo che trovava le macchine nella spazzatura e in quel momento sono nati Hugo e questa storia.”
Il libro parlava della collezione di automi di Méliès, che fu donata a un museo, dove venne dimenticata in una soffitta umida per essere infine buttata via.
Ho immaginato un ragazzo che trovava le macchine nella spazzatura e in quel momento sono nati Hugo e questa storia.”
Il personaggio di Hugo Cabret nasce dunque come pretesto per raccontare una sua grande passione.
Attraverso questo ragazzino e il suo desiderio di rendere fede ad una promessa del padre, scopriamo la storia e la vita del cinema e di uno dei suoi più grandi protagonisti.
Ma questa è anche una storia fatta di sentimenti, leggiamo l'amore di Hugo per suo padre e per il mestiere che egli gli ha insegnato, assieme alla passione per il cinema che entrambi avevano in comune.
“L'idea di andare al cinema fece tornare in mente a Hugo una cosa che gli aveva detto il padre, su quando ci era andato da bambino e i film erano ancora una novità. Il padre di Hugo era entrato in una sala buia e aveva visto su uno schermo bianco un razzo che volava dritto in un occhio della luna. Gli aveva detto di non avere mai provato una cosa del genere. Era stato come vedere un sogno in pieno giorno.”
Leggiamo la diffidenza di questo ragazzino che non si fida di nessuno all'infuori di se stesso e di quel taccuino, unico ricordo di suo padre, che di tanto in tanto accarezza, quasi per voler trovare, in quell'oggetto inanimato, un appoggio e una sicurezza.
Leggiamo di un'amicizia, timida inizialmente, fatta di sospetto e di segreti, di cose taciute e omesse, comportamento dovuto soprattutto alla diffidenza che contraddistingue Hugo.
Leggiamo della delusione di un sogno andato in frantumi.
Méliès ha chiuso il suo passato fatto di cineprese, costumi di scena e pellicole, in casse chiuse a chiave in enormi armadi di legno e nei cassetti, ancora più inespugnabili, della memoria, deciso a lasciare quel tempo alle spalle e a tornare nell'anonimato del suo chiosco di giochi.
Leggiamo infine della speranza: di come Hugo con la sua ostinazione, che lo vuole veder risolvere a tutti i costi il mistero dell'automa, riesce a riportare il sogno del cinema nella mente del suo creatore, e a trovare finalmente il suo posto nel mondo.
“Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Cosi io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu”
Il libro ci lascia con un'ultima illusione, quella che sia stato un automa, costruito da un ormai adulto Hugo Cabret, a scrivere la storia che abbiamo letto.
Considerazioni:
Ho visto il film tratto da questo racconto, se non erro, un paio d'anni fa, quindi, quando mi sono approcciata a questo libro, conoscevo già la storia, e seppur non ricordando benissimo il film nei particolari, la trama nella mia testa era ben delineata.
Quello che più mi ha colpito del libro, sono state le bellissime illustrazioni, sfogliare le pagine è stato un po' come vedere un vecchio film fatto di fotogrammi in successione.
I disegni hanno sicuramente aggiunto moltissimo alla narrazione, e hanno in un certo senso rivoluzionato il concetto del libro, ampliandolo, in modo da non essere soltanto qualcosa da leggere e immaginare, ma anche qualcosa da vedere.
Per quanto riguarda la storia in sé, come ho già detto, non ricordo bene il film, ma da quello che mi è rimasto, posso dire di ricordarlo un po' più incentrato sul lato sentimentale della storia.
Viene data più importanza al rapporto padre e figlio, la perdita della figura paterna da parte di Hugo è vissuta con maggior strazio e sofferenza.
Vari aspetti nelle reazioni, e nei comportamenti del ragazzino le ho trovate più convincenti e più verosimili nella versione in pellicola.
Anche la storia del cinematografo Georges Méliès, nel film, acquista corposità in quanto possiamo vedere pezzi delle sue pellicole, i suoi schizzi, le scenografie ecc.
Un libro sul cinema che, forse proprio per questo, acquista più valore nella versione cinematografica che in quella cartacea.
Tornando all'affascinante figura di Georges Méliès, non è la prima volta che leggo di lui in un libro, l'uomo infatti è uno dei protagonisti de "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu e già in quella recensione, se lo ricordate, avevo accennato a questo film (allora potevo fare il paragone solo con il film poiché il libro non l'avevo ancora letto).
Le storie effettivamente hanno più di un punto in comune: oltre al personaggio di Méliès, in entrambe, il protagonista è un ragazzino che ha a che fare con gli orologi, qui Hugo è un orologiaio, nel racconto di Malzieu, Jack ha un orologio a cucù collegato al cuore, senza il quale non potrebbe vivere.
Probabilmente entrambi gli autori sono grandi conoscitori e sostenitori del lavoro dell'illusionista e cineasta, e hanno voluto rendergli omaggio tramite le loro opere, così uno ha riportato in vita un suo vecchio automa dimenticato, illustrandocene le doti e le capacità, l'altro ci ha fatto sognare attraverso un bambino dal cuore automatizzato a cui, lo stesso Méliès, cerca in ogni modo di ridare la vita.
il mio voto per questo libro
Lo avevo visto in libreria e volevo comprarlo con la card di compleanno, però sforavo il budjet (compresi anche gli altri libri ovviamente) e quindi lo ho posato sullo scaffale. Però lo comprerò , quello è certo!
RispondiEliminaè da tempo che volgio leggerlo!!..il film non l'ho visto ma mi ispirerebbe leggere il libro..^_^...
RispondiEliminaLho letto anch'io ^^ ammetto che all'inizio le immagini mi infastidi vano non poco ma poi hanno iniziato ad accompagnare le parole *-*
RispondiEliminaSe non avessi già comprato il libro, lo comprerei dopo aver letto la tua recensione. Io sono innamorata di questa storia e adoro il film tanto quanto il libro!
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