venerdì 5 settembre 2014

Recensione: "Doll Bones - La bambola di ossa" di Holly Black

Titolo: Doll Bones - La bambola di ossa
Autore: Holly Black
Copertina: Barbara Canepa
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 27 Maggio 2014
Pagine: 228
Prezzo: 17,00€

Trama:
A dodici anni, Zach passa i pomeriggi a inventare storie con le sue due migliori amiche, Poppy e Alice: i tre hanno affidato il dominio del loro regno immaginario all'enigmatica Regina, una bambola di porcellana così perfetta da sembrare viva. Un brutto giorno il padre affronta Zach intimandogli di crescere e di cominciare a interessarsi a cose "da grandi". Il mondo di Zach sembra andare in frantumi, finché una notte la Regina compare in sogno a Poppy, rivelandole di essere stata una bambina in carne e ossa di nome Eleanor, le cui ceneri si trovano ora all'interno della bambola; Eleanor non avrà pace finché non sarà seppellita nella sua tomba, in una lontana cittadina dall'altra parte degli Stati Uniti. 
I tre ragazzi partono nel cuore della notte, dormendo sotto le stelle, accampandosi nei cimiteri, incontrando bizzarri personaggi che parlano alla bambola scambiandola per una bambina vera, in un viaggio che cambierà per sempre le loro esistenze. 

Recensione:
Prima di dire qualsiasi cosa su questo libro c'è una premessa da fare, ovvero che già da prima di iniziarne la lettura sapevo di leggere qualcosa scritto per un pubblico molto giovane, sui 10-13 anni, che è poi l'età che hanno i protagonisti di questa storia.
Tuttavia io non ho mai disdegnato le storie per ragazzi, anzi, alcuni dei libri che tutt'ora considero tra i più belli sono indirizzati proprio a quella fascia di età.
Purtroppo questo non è riuscito a conquistarmi, non mi aspettavo certamente un horror in piena regola, ma dalle poche frasi riportate sul retro della copertina, avevo immaginato sicuramente qualcosa di più misterioso e inquietante.

"Non somigliava affatto a un sogno. Era seduta sul bordo del mio letto. Aveva i capelli biondi, come quelli della bambola, ma arruffati e sporchi. Mi ha detto di seppellirla. Mi ha detto che non avrebbe trovato riposo fino a che le sue ossa non fossero state nella tomba e che, se non l'avessi aiutata, me ne avrebbe fatto pentire."

In verità c'è ben poco mistero e ben poca oscurità in queste pagine.
Protagonisti di Doll Bones sono tre ragazzini di 12 anni, Zachary, Poppy e Alice.
I tre trascorrono ogni momento libero creando storie e avventure che hanno come protagonisti i loro giochi. Pupazzi, bambole e modellini, diventano pirati a caccia di tesori, ladre in cerca di fortuna, mostri feroci dai quali fuggire, e una preziosa e antica bambola di porcellana, gelosamente conservata sotto chiave, si trasforma, nella loro fantasia, in una pericolosa Regina rinchiusa nella sua torre di cristallo, sempre pronta a scagliare maledizioni.
Le loro storie non li abbandonano mai, anche quando sono a scuola i tre trovano sempre modo per accordarsi sugli sviluppi futuri dei loro personaggi.
Un giorno però il padre di Zach, desideroso di vederlo smettere di giocare come un bambino e dedicarsi totalmente ad attività più consone alla sua età, getta via tutti i suoi giochi.
Zach arrabbiato e deluso non trova il coraggio di dire alle amiche la verità e finge di non voler più giocare.
Poppy in un tentativo disperato di convincere Zach a tornare a far parte del gioco, libera la Regina, la preziosa bambola di porcellana dall'aspetto inquietante, dalla teca nella quale è rinchiusa. 
La bambola però, una volta liberata, rivelerà di essere molto più di quello che sembra, e porterà i tre ragazzini ad intraprendere la loro prima vera, grande avventura.
Quello che viene compiuto dai tre giovani protagonisti della storia, e quello che ci viene quindi narrato da Holly Black, più che una storia di terrore è il racconto di una goffa e mirabolante avventura.
L'avventato viaggio di tre ragazzini, il cui desiderio è si, quello di liberare il fantasma della bambola dalla sua prigionia, ma anche e forse soprattutto un tentativo di indipendenza, un modo per sentirsi grandi e liberi continuando pur sempre a giocare.
Il tema principale affrontato è proprio questo, il periodo di passaggio dall'età infantile a quella adulta, quando si è troppo grandi per continuare a giocare come si faceva da bambini, ma allo stesso tempo si è troppo piccoli per essere considerati adulti.
La voglia di crescere frenata dalla paura del cambiamento, di prendere strade diverse, scordarsi di chi si è stati, e degli amici. Crescere, prendere delle responsabilità, diventare adulti e lasciare appassire ogni briciolo di fantasia e spensieratezza.

“— No, hai ragione — disse Poppy, alzando la voce e parlando più rapida, come se avesse paura di essere interrotta prima di aver finito. — Non è giusto. Avevamo una storia ed era importante. Non sopporto il fatto che uno di voi due può andarsene e portarsi via una parte della mia storia come se niente fosse. Non sopporto che facciate quello che ci si aspetta da voi e io no. Non sopporto l’idea che mi abbandonerete. Non sopporto che tutti lo chiamino crescere, quando assomiglia più a morire. Sembra che siate posseduti e che lo stesso destino tocchi anche a me.”

I tre ragazzi, protagonisti della storia, sono ben caratterizzati.
Zachary ha sempre amato giocare con le sue amiche d'infanzia, ma nell'ultimo anno qualcosa in lui è cambiato, è cresciuto anche fisicamente e l'idea che i suoi compagni di classe vengano a sapere della sua passione per i giocattoli e le storie lo terrorizza.
Quando suo padre lo spinge a crescere gettandogli via tutti i suoi giochi, lui preferisce non parlarne con le amiche e fingere che la decisione di smettere con il loro gioco sia dettata dalla propria volontà.
Alice, volente o nolente, è la saggia del gruppo. Costretta a rispettare i numerosi divieti imposti dalla nonna iperprotettiva che si occupa di lei, è quella che durante il viaggio mostra più perplessità, ma la voglia di evadere e di essere libera è forte anche in lei.
Poppy è quella più legata al passato, non ha voglia di crescere e di cambiare, ed è terrorizzata dal fatto che gli amici possano farlo, per questo fino alla fine del racconto si ha il dubbio: la sua versione della storia è vera, o è soltanto un suo disperato tentativo di vivere un'ultima avventura?
Un libro carino che se da un punto di vista ha meno di quello che mi aspettavo, dall'altro ha più di quello che mi sarei aspettata di trovarci.
Meno horror, più sentimento.

Considerazioni:
Quello che mi ha conquistato di questo libro è stata la copertina, ma non l'ho comprato solo per quello, anche se ammetto che riposto in libreria ha il suo perché XD
Ho letto la trama e mi ha incuriosito, mi ha fatto pensare un po' a "La bambina senza cuore" di Emanuela Valentini, una lettura di cui conservo ancora un bel ricordo.
Nonostante questo non ero ancora convinta, ho letto alcune recensioni positive e dopo circa un mesetto ho ceduto alla tentazione.
Leggendolo, più che "La bambina senza cuore", mi ha ricordato i libri della serie piccoli brividi, ve li ricordate? Solo che quelli erano forse un po' più spaventosi.
Come ho detto nella recensione, sono rimasta da una parte un po' delusa, e dall'altra invece stupita positivamente.
Delusa perché mi aspettavo di leggere una storia un po' più tendente al genere horror, si insomma, in copertina viene descritta una storia di tristezza e paura, in bilico tra Stephen King e Neil Gaiman, ma di paura secondo me non ce n'è nemmeno l'ombra. 
So che il libro è rivolto ad un pubblico di undicenni, e per questo ho provato ad immedesimarmi nella me bambina, ma dubito che anche lei ne avrebbe provata leggendolo.
La storia di Eleanor Kerchner, la bambina morta misteriosamente, le cui ceneri sono state trasformate in una bambola di porcellana finissima, è affascinante, suggestiva se vogliamo, ma non fa certo paura ( e, a meno che voi non vi spaventiate vedendo un film come Casper, non ne farà nemmeno a voi).
Stupita positivamente invece, perché questo libro è più profondo di quanto mi aspettassi.
La dedica iniziale, voglio dirlo, è molto bella, e già quella mi ha conquistato:

“A Katherine Rudden,
che ha giocato con me
quando eravamo già
troppo grandi per farlo.”

Mi sono immedesimata tantissimo in Zach, perché anch'io come lui, da bambina, amavo i miei giochi e pupazzi e mi divertivo tanto a creare storie e avventure fantastiche, che avevano loro come protagonisti. 
Era il mio modo di giocare, di passare il tempo e di dare sfogo alla fantasia.
Come Zach, poi, ho perso la mia compagna di giochi preferita, in modo simile al suo T_T (per conoscere la triste storia di Bollicina andate qui!).
Ho inoltre compreso le paure di Poppy: perché dobbiamo crescere necessariamente tutti nello stesso modo?
E perché crescere deve sempre significare smettere di sognare, fare e creare?
Come dice Poppy "perché lo chiamano crescere se somiglia molto più a morire?"

Curiosità:
Più che una curiosità questa è una piccola polemica.
Ho scoperto, dopo una piccola ricerca, che la versione originale (anche questa dotata di una bellissima copertina, realizzata dall'illustratrice americana Eliza Wheeler) è arricchita da delle carinissime illustrazioni, realizzate sempre dalla Wheeler, che a mio parere hanno aggiunto valore all'intero libro. 
Perché la versione italiana manca di tutta questa fase creativa? Eppure anche in Italia abbiamo dei bravissimi illustratori a cui ci si sarebbe potuti rivolgere, sempre se l'intenzione era quella di non mantenere intatto il progetto iniziale. 
Insomma sono davvero delusa per questo! Anche perché il costo del libro (17 euro non sono pochi), sarebbe stato certamente più giustificato se si fosse trattato di un volume illustrato.

Il mio voto per questo libro

13 commenti:

  1. Ciao Muriomu, era da un pò che non passavo di qui >.<
    Doll bones l'ho letto, e sono d'accordo con te, non c'è nulla che fa paura alla Stephen King, ma mi è piaciuto lo stesso, perchè la Black è riuscita a descrivere davvero bene quella particolare età in cui non si è ancora adolescenti/adulti e neanche più bambini. E poi mi è piaciuto il messaggio di fondo che suggerisce che l'immaginazione e la fantasia dovrebbero essere qualcosa che tutti, anche e forse soprattutto gli adulti, non dovremmo mai smettere di usare. ^-^

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    1. Si, infatti ho trovato anch'io molto più profondo di quanto mi aspettassi, solo che avrei voluto leggere un horror e questo libro prometteva di esserlo... avrei solo preferito rispondesse più alle mie aspettative.

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  2. Questo libro c'è l'ho in lista!!!!!!!!non vedo l'ora di leggerlo!!!!!!^_^

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  3. mi attira un po', chissà... Comunque hai ragione: la cover ha il suo fascino XD

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  4. Molto caro, per essere un libro da ragazzi. Ammetto che non mi piacciono le storie per ragazzi, ma comunque a 13 anni o giù di lì non avrei mai preso in considerazione un libro con quel prezzo...

    http://langolodellacasalinga.blogspot.it/

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  5. Ecco uno dei libri che ho accumulato nei mesi scorsi ^^! Ovviamente ad attirarmi è stata la meravigliosa cover... confermata dalla trama, un romanzo di formazione dalle tinte un po' dark. Ho già letto recensioni di lettori che si lamentano del fatto che sia in realtà ben poco misterioso... Lo leggerò comunque, che peccato però. Il prezzo in ogni caso è scandaloso considerato quant'è sottile... e per quanto riguarda le illustrazioni mancanti... che vergogna.

    p.s: I piccoli brividi *_* ah, che ricordi!

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    1. Anche tu come me sei una vittima delle belle cover!? XDDD
      Vero, prezzo troppo alto.
      Ovviamente fai bene a leggerlo perché ogni persona ha i suoi gusti ed è sempre meglio farsi una propria idea ^_^

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  6. Ho amato questo libro.. ma forse sono di parte, la Black è una delle mie autrici preferite ♥

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  7. Ciao, ho appena scoperto il tuo blog e mi piace moltissimo. Sono diventata una follower fissa :)

    Comunque ho appena finito di leggere Doll Bones e in effetti mi trovo d'accordo con molto di quello che hai detto. Sicuramente non è un romanzo che riesca a trasmettere terrore, però sono affrontati dei temi importanti in modo molto semplice ma, allo stesso tempo, profondo.

    Se hai voglia di dare un'occhiata alla mia recensione la trovi qui: http://ilraccontofantastico.blogspot.it/2016/03/recensione-doll-bones-di-holly-black.html

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