lunedì 10 novembre 2014

Recensione: "Resta anche domani" di Gayle Forman

Titolo: Resta anche domani
Titolo originale: If I stay
Autore: Gayle Forman
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 18 Luglio 2014
Pagine: 252
Prezzo: 15,00 € 

Trama:
Non ti aspetteresti di sentire anche dopo.
Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada priva di sensi.
Mia è in coma, ma la sua mente vede, soffre, ragiona e, soprattutto, ricorda. 
La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista, 
l'amicizia con Kim, e l'amore per quel ragazzo tra le cui mani si è sentita vibrare come un delicato strumento.
Ma tra questi pensieri felici ricorda anche quello che non troverà più al suo risveglio...
Cosa rimane di lei, adesso, per cui valga la pena restare anche domani?

Recensione:
Nelle prime pagine di questo libro veniamo catapultati nella vita della classica famiglia perfetta, riunita attorno al tavolo per la colazione, in una fredda giornata di neve.
Tra un pancake bruciacchiato e il profumo pungente di una pipa, leggiamo gli affettuosi dialoghi e battibecchi tra genitori e figli.
L'allerta neve ha immobilizzato la cittadina dell'Oregon, le scuole sono chiuse, non ci sono impegni in programma, è la giornata perfetta per fare qualcosa tutti insieme.
Mia è un'adolescente atipica, riservata e riflessiva, suona il violoncello sin da bambina e gli è completamente dedita. 
Si sente diversa rispetto ai coetanei e un po' estranea anche tra i suoi familiari. Così distante dai genitori e dal fratellino Teddy, sia per carattere, che per aspetto, ma così legata a loro che sono, di fatto, tutto il suo mondo.
Una giornata come tante, una famiglia come tante, stravolta da qualcosa di inaspettato.
La macchina ribaltata, distrutta, ma la radio che continua a suonare la sonata per violoncello numero 3 di Beethoven.
Leggere le prime pagine, così tranquille e serene, in cui viene descritto un delizioso siparietto familiare (a cui ci si affeziona immediatamente per come vengono caratterizzati i vari componenti: la madre pasticciona, il padre un gran simpaticone, e il fratello minore un tenero monello), e poi venire scaraventati tutt'un tratto nello scenario dell'incidente, è devastante.
La scena ha un forte impatto emotivo e, proprio come l'incidente che li ha colpiti, è inaspettata e sconvolgente.
Il lettore, come la stessa Mia, si rende conto che nulla sarà più come prima, ed è portato a porsi delle domande: Cosa è rimasto di quello che era? Cosa si è salvato? Chi si è salvato?
Mia non è morta, ma non può dirsi certo viva.
Il suo corpo è là, steso per terra, e non dà segni di vita. Eppure lei lo osserva dall'esterno, vede, sente e comprende tutto ciò che la circonda.
Se si dovesse salvare, avrebbe ancora un senso vivere?
Questo è ciò su cui si interroga.
E mentre il corpo di Mia è steso su un letto di ospedale, in coma, noi viaggiamo nei suoi ricordi.
Il primo giorno di violoncello, il provino alla Juilliard, l'amore per Adam, il primo scambio di sguardi e parole con lui, il primo bacio, l'amicizia con Kim nata da un'improbabile scazzottata.
È facile affezionarsi sempre di più ai protagonisti di questa storia, ed è difficile leggere di alcuni di loro, sapendo che sono ormai solo un ricordo.
Mia vive la stessa difficoltà. 
Lasciarsi andare o continuare a vivere, essendo consapevole del fardello che dovrà portare per tutta la vita?
La scelta se pur difficile non è vissuta nella maniera tormentata che ci si aspetterebbe da una situazione simile.
Mia, nella condizione sospesa in cui si trova, sente e vede tutto, ma non riesce a provare dolore, anche le sue emozioni sono sospese e perciò teme ancora di più il momento in cui queste si presenteranno.
Con questo espediente l'autrice evita di rendere il suo libro straziante, non inserisce crisi di pianto, e manifestazioni acute di dolore.
E in qualche modo il libro risente di questa scelta. 
Una bella storia, ben scritta, ben raccontata, ma che per la tensione, e l'importanza del tema trattato, avrebbe dovuto emozionare di più.

Considerazioni:
Se non hai letto il libro e hai intenzione di farlo fermati qui!
Mi aspettavo di uscire distrutta da questa lettura, straziata dalle lacrime e dai singhiozzi. Invece così non è stato.
L'ho trovato comunque un bel libro, mi sono affezionata ai suoi protagonisti, in particolar modo mi ha conquistato il papà di Mia... e leggere di lui conoscendo quello che gli era successo è stato molto triste :(
Sin dalle prime pagine mi è venuto spontaneo il paragone con un libro che avevo letto in precedenza, ovvero "Amabili resti" di Alice Sebold.
E durante il prosieguo della lettura non ho potuto che confermare le mie impressioni, perché i toni, il modo in cui è narrato (il salto da un ricordo all'altro, intervallato dai pensieri della protagonista), sono molto simili, e entrambe le letture le ho trovate meno "disperate" di quanto mi sarei aspettata.
Come ho detto nella recensione, la mancanza di veemenza nelle reazioni di Mia è giustificata dal fatto che a lei, nella forma incorporea in cui si trova, è impedito di provare certe emozioni.
Ma questo non è un comportamento giustificabile nei parenti e negli amici, che paiono reagire all'incidente, e alla conseguente morte di alcuni componenti della famiglia, come se nulla fosse.
In ospedale, in sala d'attesa, assistiamo a chi chiacchiera, chi sferruzza, chi mangia, chi addirittura gioca con dei videogiochi!!! 
E tutto ciò avviene a poche ore dall'incidente che ha sterminato i propri cari! L'ho trovata una descrizione incomprensibile.
Per non parlare del fatto che l'intera famiglia (nonni, zii, cugini e amici), fosse riunita nell'ospedale dove era ricoverata Mia e che nessuno fosse invece presente al capezzale del piccolo Teddy! 
Non so davvero secondo quale logica la scrittrice abbia potuto concepire delle situazioni di questo tipo! Mah...
Comunque, a parte queste circostanze che mi hanno lasciato interdetta, ho apprezzato il libro, che finalmente, racconta di personaggi che possono quantomeno apparire reali!!!
E dopo tante porcherie adolescenziali, scritte appositamente per conquistare quella fetta di pubblico che si lascia imbambolare dalle storie più sciocche, confondendo il romanticismo con ciò che in realtà è solo squallore, un po' di realismo nei rapporti ci voleva proprio!
E qui non abbiamo la ragazzina disagiata che si innamora a prima vista del belloccio (o del vampiro di turno), non abbiamo due malati terminali che partono per un'improbabile viaggio alla ricerca del loro scrittore preferito, ma abbiamo una coppia che (udite, udite) sta insieme già da due anni!!! 
Un vero evento!!!
Attraverso i ricordi, leggiamo di come il loro sentimento sia nato piano piano, poco per volta e di come man mano sia cresciuto, affrontando piccoli diverbi consoni all'età dei protagonisti.
Pare strano pensare che un libro che, fondamentalmente, parla di un'esperienza extra corporea (quindi un tema che rientra più nella sfera della fantascienza, che in quella del realismo), sia più realistico di molti libri che si professano tali... eppure è così.
Nonostante questo, ammetto che mi sarei aspettata più emozione da questa lettura, più disperazione.
Anche il finale mi ha un po' deluso, l'ho trovato un po' banale e probabilmente avrei preferito una scelta diversa da quella fatta dalla protagonista.
Perché il dolore della perdita della propria famiglia dubito possa essere superato con tanta facilità.
E forse, anche questa volta si è preferito cadere nel solito cliché e cedere al desiderio di accontentare il pubblico delle eterne romantiche. 
Rinunciare alla vita, per la consapevolezza di non riuscire a sopportare un così grande dolore, sarebbe stato invece quel genere di romanticismo che piace a me.

il mio voto per questo libro

7 commenti:

  1. Condivido la tua opinione: mi aspettavo un maggiore coinvolgimento emotivo e, invece, non è arrivato. Anch'io sono rimasta un po' interdetta dalle scene della sala di attesa, essere forti e positivi è certamente utile, ma davanti alle altre perdite? Mi è sembrato un po' carente.
    Ho trovato molto piacevoli i ricordi di Mia e sicuramente più emozionanti del resto della storia.
    Mi trovo d'accordo anche sulla novità che la relazione d'amore tra Mia e Adam porta: sono due ragazzi normali! Evviva!

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    1. Grazie per il tuo commento.
      Per quanto riguarda il seguito "Where She Went", non so se lo leggerò... sicuramente non a breve.

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  2. voglio proprio leggerlo questo libro <3 ne ho sentito parlare benissimo... quindi spero possa piacere anche a me!

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  3. Mi piacciono i libri in grado di emozionarmi, di sconvolgermi se vogliamo. Preferisco finire un libro con le lacrime agli occhi piuttosto che con un "si vabbè, avrebbe potuto emozionare di più". VOGLIO finire un libro simile con le lacrime agli occhi. Peccato, all'inizio della tua recensione prometteva davvero bene.

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  4. Io il libro non l'ho letto ne ho visto il film....ma mi incuriosisce molto sono curiosa di sapere che snesazioni provo leggendolo e di farm iuna mia opinione..^_^

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  5. Il libro l'avevo adocchiato da un po'...prima o poi dovrò leggerlo! :D.

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  6. Mi è piaciuto, ma non quanto avrei sperato.. invece ho trovato incredibilmente dolce il film, che forse ho apprezzato un po' di più :)

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