lunedì 11 giugno 2018

Recensione: "Capriole sotto il temporale" di Katherine Rundell

Titolo: Capriole sotto il temporale
Titolo originale: Cartwheeling in Thunderstorms
Autore: Katherine Rundell
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 20 marzo 2018 
Pagine: 268
Prezzo: 15,00 €

Trama:
Wilhelmina ha una vita libera e felice in Zimbabwe. Con il suo cavallo Shumba e il migliore amico Simon percorre spesso l’immensa distesa del bush. Non va a scuola, mangia con le mani e in tasca ha sempre una fionda. La sua vita cambia all’improvviso quando è costretta a trasferirsi nella fredda Inghilterra: un mondo ostile, dove Will è soltanto una selvaggia da addomesticare. Ma è possibile cambiare se questo significa tradire se stessi e le proprie radici? 

Recensione:
Tutti i libri di Katherine Rundell che ho letto fino ad ora hanno come comune denominatore la presenza di una protagonista femminile forte e determinata, ma soprattutto libera e fiera.
Infatti, se dovessi dire di cosa sa questo romanzo, direi proprio di libertà, spensieratezza e felicità.
Perlomeno nella prima parte.
Il ritratto della vita di Wilhelmina nello Zimbabwe è un qualcosa di unico, un tripudio di emozioni, di giornate spensierate, senza preoccupazioni, inutili pensieri, scadenze da rispettare.
Un eterno stato di pace, fatto di cavalcate selvagge nel bush, arrampicate sugli alberi, spuntini accanto al fuoco, e riposini sull'erba.
Un mondo incontaminato in cui la civiltà non ha ancora messo piede, in cui esiste il duro lavoro ma anche la siesta, e si trascorre il tempo immersi nella natura, e tra le braccia delle persone care.

Per vedere il mondo di Will nel suo momento di massimo splendore bisogna uscire al tramonto. A quell'ora ci sono nugoli di zanzare, questo è vero, ma c'è anche il canto dei rospi, e nell'aria si sente l'euforia. In Africa la chiamano l'ora delle streghe. 
Mentre guardava gli stallieri in cerchio e le pannocchie arrostite sparse a terra, Will pensava che fosse proprio vero: era tutto strano sotto quella luce. Anche gli uomini che bevevano la birra avanzata della festa di due giorni prima sembravano più forti e selvatici del solito. 
Il mondo pareva fatto di trepido silenzio. 
Will annusò l'aria e si portò le gambe sotto il mento. Le sue ginocchia avevano lo stesso odore dell'aria, un misto di terra e fumo della legna. C'era mai stato qualcuno più felice di lei?

Un vero paradiso per la piccola Will che, improvvisamente, vede tremarle la terra sotto i piedi. Tutto ciò che conosce e che ha sempre amato rischia di esserle portato via, senza una precisa ragione.
Lei è la vittima di un infausto destino e della meschinità di alcuni. Lei che si era imbattuta solo nell'amicizia più vera, nell'amore paterno, nelle coccole dei suoi animali, si ritrova catapultata in un mondo freddo e desolato, che ti rifiuta se non rientri in certi standard, che ti umilia se sei diversa.
Will, per quanto nel suo posto natio fosse per tutti un punto di riferimento, nella grigia Inghilterra è soltanto una selvaggia, vestita di stracci e senza buone maniere, un animale da ammaestrare, un soldato da mettere in riga.
A nessuno importa dei suoi sentimenti, di ciò che prova nell'essere in una terra straniera senza nessuno accanto.
Ha qui inizio la seconda parte del libro, quello della sofferenza e della contrizione, del sogno che si tramuta in incubo.

Will guardò Mrs Browne, poi la lettera, poi Mrs Browne. Fu uno sguardo lungo: c'era dentro tutta la vita di Will fino a quel momento, tutto quello che avrebbe potuto essere, e tutto quello che invece sarebbe stata. 
Era uno sguardo intenso e orgoglioso, uno sguardo che aveva dentro le corse a piedi nudi sotto la pioggia torrenziale, la crema al limone mangiata dal barattolo, e ora gli aeroplani e il freddo dell'aria inglese. 
Per qualche giorno Cynthia Browne non riuscì a scacciare quello sguardo della memoria. Era come un quadro appeso alle pareti della sua testa.

La nostra protagonista fa fatica a comprendere quel mondo così diverso, fortemente dominato dalle regole, e non riesce a sua volta a farsi capire, ad aprire il suo cuore, brutalmente martoriato, a qualcun altro. 
Il suo soggiorno nella nemica Inghilterra sarà molto insidioso, un susseguirsi di cadute e di delusioni, sino a quando, la piccola Wilhelmina non arriverà alla consapevolezza che anche i percorsi difficili e tortuosi possono riservare non solo delle lezioni da imparare ma anche delle dolci sorprese. 
Se la prima metà del libro è quindi quella che ruba il cuore, che affascina e fa sognare, i capitoli finali sono quelli che ci fanno simpatizzare con Will ed il suo dolore. La piccola guerriera senza paura diventa ai nostri occhi una bimba fragile come tante altre, un uccellino da proteggere che, lontano dal suo nido, non può che farsi forza e tentare di sopravvivere, come meglio può.
L'opera di Katherine Rundell ha il fascino delle cose vere, pure e incontaminate. Riesce a dipingere nel migliore dei modi i paesaggi sconfinati, i tramonti mozzafiato ma anche sentimenti forti come l'euforia, la sofferenza, la paura e la delusione. 
Il romanzo è in parte autobiografico, in quanto la vita nello Zimbabwe si ispira direttamente all'infanzia spensierata dell'autrice, e la cosa è evidente per chi legge. Non solo per il vocabolario shona inserito qua e là, ma anche perché alcune scene paiono così vivide che solo chi le ha veramente vissute potrebbe raccontarle.

«Cerca di essere felice, mattana!» 
E Will, sporgendosi dal finestrino per salutare, rispose gridando: «Faranuka! Simon, faranuka! Lazarus, faranuka! Lucian Mazarotti! Peter, Tedias, faranuka!». 
L'automobile prese velocità, e una schiera di ragazzi a piedi nudi inseguì la polvere sollevata dalle gomme, battendo le mani sul bagagliaio e poi rotolando a terra, tra risa e ululati. 
Poi il taxi si lasciò alle spalle la fattoria, la luminosa infanzia di Will e l'unico modo di vivere che avesse mai conosciuto. 
"Faranuka" vuol dire "sii felice." E come si poteva non esserlo in un mondo come quello?

Passare il tempo con Will è stato come fare un viaggio avventuroso, lontano, dove c'è sempre luce, dove la pace non è un miraggio ma un perenne stato d'animo. Dove si può essere felici, solo con un cavallo, una scimmietta, un amico e qualche crostata di latte. Dove si può essere liberi e vivi.

Considerazioni:
Ho adorato "Sophie sui tetti di Parigi" per l'aria di libertà che si respirava in quelle pagine, e anche "La ragazza dei lupi" mi ha colpito proprio per l'indipendenza, la fierezza e il coraggio della sua protagonista.
Con questo libro, che è cronologicamente il primo romanzo scritto dalla Rundell, anche se pubblicato in Italia solo ora, tutti gli aspetti positivi che avevo riscontrato nelle scorse letture sono stati sviluppati maggiormente, evitando invece quei piccoli difettucci di cui vi avevo parlato nelle precedenti review.
Uno di questi è la struttura ad anello che aveva contraddistinto tutti i libri della scrittrice inglese, ovvero una trama iniziale, uno sviluppo decisamente diverso da quello originariamente prefissato, ed un finale che si riaggancia all'incipit. 
Così era accaduto sia con la storia di Sophie che con quella di Feo (e nel secondo caso questo meccanismo mi aveva infastidito non poco), ma non con le vicende di Wilhelmina che, fortunatamente hanno uno sviluppo più lineare e coerente. Tutto ruota continuamente intorno al destino della ragazzina e l'attenzione non si sposta mai su altri scenari che non vedano lei come attrice principale.
Inoltre, come avrete capito, leggendo "Capriole sotto il temporale" si riesce proprio ad immergersi nella storia, a percepirne le sensazioni, le atmosfere ed i profumi. Soprattutto le scene ambientate nello Zimbabwe rimangono impresse nella mente e nel cuore, così perfette nella loro semplicità, nell'assenza di fronzoli e sovrastrutture. Più leggevo di quella terra, più sognavo di visitarla. L'unica pecca è che avrei voluto che quello stupore durasse di più. 

Avevano in programma un rapido assalto all'albero di mango e un picnic alla pozza tra le rocce: era il momento di andare, Will lo sapeva. 
Ma era difficile imporsi a se stessa perché le cose piccole - le libellule, le forbicine, i pezzi di corteccia caduti dai bastoni, la pioggia tiepida, quei meravigliosi riccioli dietro le orecchie dei cani - avevano uno strano modo di cancellare il tempo. Si era chiesta spesso se capitava anche agli altri, ma non era mai riuscita a spiegare a nessuno quell'intensa sensazione di pienezza.

Altra cosa che mi ha piacevolmente sorpreso, e che distingue questo libro dai precedenti, è la maggiore verosimiglianza: tutto ciò che viene descritto, per quanto sicuramente romanzato ed enfatizzato, non pare mai così lontano dalla verità. È vero, Will è senza dubbio una ragazza fuori dagli schemi, più coraggiosa, determinata e fisicamente forte rispetto alla norma, ma la sua avventura non perde di credibilità, e non è cosa da poco.
Ultima cosa di cui vorrei parlarvi e il grande spazio dato non solo all'emotività, ma anche ai legami, in particolare al bellissimo rapporto di amicizia tra Wilhelmina e Simon, suo amico d'infanzia, e soprattutto all'amore tra la ragazzina ed il padre William Silver. Ho adorato le loro scene, gli abbracci, i giochi, i linguaggi in codice. Ho amato come lui lasciasse la figlia libera di essere solo se stessa, senza imporle limiti o schemi. 
Ho apprezzato molto anche il rapporto tra la piccola Will ed il capitano Browne, il proprietario della fattoria in cui vive, ma solo fino ad un certo punto. Il voltafaccia del padrone di casa, il suo preferire una donna boriosa e conosciuta da poco alla bimba che ha cresciuto e amato come una figlia, mi ha spiazzato e deluso.
E sono rimasta anche parecchio interdetta dal comportamento di Will nei confronti del suo vecchio benefattore: non lo biasima per il suo tradimento, e continua a preoccuparsi per lui.
Io al posto della protagonista, considerando che il capitano e la novella moglie sono la causa di tutte le sue sofferenze, gliene avrei dette di cotte e di crude, e gli avrei concesso il mio perdono solo nel duemila mai.
Ora, tralasciando questo piccolo particolare che mi ha infastidito parecchio, per il resto non riesco a trovare difetti in questo libro. 
È una di quelle letture che regala tanto, togliendo solo qualche ora di tempo. Che ti fa viaggiare senza l'impiccio dei bagagli, che ti fa sognare anche con la luce accesa. Che regala anche preziosi consigli, perché a fare le capriole sotto il sole siamo buoni tutti, ma continuare a vivere con ottimismo anche quando imperversa la tempesta, è cosa da pochi.

Ringrazio la casa editrice Rizzoli per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo

il mio voto per questo libro

4 commenti:

  1. Ciao! Non conosco affatto l'autrice. La tua recensione però mi ha incuriosito :-)

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    1. Io invece amo molto quest'autrice. Se ti interessa, qui sul blog puoi trovare altre recensioni dei suoi libri, due dei quali sono linkati anche in questa recensione.

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  2. Non conosco l'autrice, ma tra la copertina e la tua recensione ci sto facendo un pensierino *^*

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    1. Io consiglio tutti i libri di quest'autrice, in quanto sono molto originali, ma se dovessi indicartene uno solo, direi proprio questo.

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