Cari lettori, sono felice di annunciarvi che il Café Littéraire ha avuto il piacere di intervistare Emanuela Valentini, l'autrice de "La bambina senza cuore", una bellissima fiaba gotica, ricca di mistero e fascino (potete trovare qui la mia recensione).
Il suo racconto mi è piaciuto così tanto, e ha suscitato in me una tale curiosità che ho deciso di contattarla proponendole l'intervista.
Lei è stata disponibilissima e colgo l'occasione per ringraziarla nuovamente.
E ora bando alle ciance, vi lascio all'intervista.
Buona lettura!
♥ Ciao Emanuela ti ringrazio per avermi concesso questa intervista!
Sono davvero contenta di poterti conoscere un po' meglio e di poterti fare anche quelle domande che avrei voluto porti mentre leggevo il tuo racconto "La bambina senza cuore".
E partiamo proprio da questo tuo lavoro, una favola gotica, ricca di mistero e magia...
Come è nata questa storia? Come la tua penna ha partorito la piccola Lola e l'universo attorno a lei?
Ciao cara, grazie a te per l’opportunità che mi concedi di parlare ancora un pochino di questo romanzo.
La storia di Lola nasce dal mio desiderio di creare una fiaba per adulti che contenesse al suo interno chiavi di lettura metaforiche e messaggi sul superamento dei blocchi emotivi legati alle ferite del passato.
Tutto questo ha preso forma lentamente nel tempo, dalle mie letture e dall'interesse per la psico genealogia e tutto il mondo che ruota attorno al fenomeno delle maledizioni familiari.
Da lunghe riflessioni è nata nella mia mente l’idea di scriverci su una fiaba: di raccontare cioè, in una forma narrativa vicina all'inconscio, una storia di maledizioni capace di parlare direttamente alla parte più intima di noi, e l’ho scritta per me, in verità. Per farmi un regalo e affrancarmi dalla mia personale maledizione.
La scrittura è stata, per me, la cura.
Il risultato pazzesco che poi la storia ha avuto in rete, è per me la conferma che moltissime creature hanno l’anima impigliata nella rete del passato, a comportamenti o problematiche irrisolte di genitori, o nonni, o avi più generici.
Sono problemi legati molto spesso all'emotività, difficili da comprendere, capire da cosa e da dove derivino; malesseri inspiegabili in vite all'apparenza perfette.
Questa è l’eredità “brutta” che molti di noi hanno vinto nascendo in determinati clan e di cui non sono a conoscenza. Questi blocchi frenano la realizzazione di quella che Coelho chiama la Leggenda Personale, disturbano l’energia, limitano la gioia.
E non è giusto.
Tutte le persone che hanno scaricato e letto la storia di Lola, quindi, presumo vi abbiano trovato qualcosa di utile. O anche soltanto si sono sentite meno sole. Il messaggio è arrivato, ne sono certa. Solo così mi spiego le innumerevoli manifestazioni d’affetto che giungono ogni giorno sotto forma di recensioni, email etc… quindi sono molto, molto felice.
L’intento era questo. Per questo l’ho regalata al mondo.
♥ La dedica iniziale del libro recita così: "A tutte le vittime delle maledizioni familiari invisibile origine di fobie e malanni - nei casi più gravi - e in tutti gli altri casi di infelicità", sono state queste poche righe a destare la mia curiosità per poi scoprire solo in un secondo momento che il tema delle maledizioni sarebbe stato il punto focale della storia. Com'è nato il tuo interesse a riguardo? Credi davvero in determinate influenze esterne?
Come spiegavo sommariamente nella domanda precedente, le maledizioni familiari sono il tema portante del romanzo. Le influenze di cui si parla, però, non sono esterne, come leggo nella domanda, bensì interne e proprie di ogni clan familiare. Si tratta di problemi legati alla psiche di nostri avi (nonni, bisnonni, genitori soprattutto) che, irrisolti da coloro che li hanno in qualche modo generati, hanno camminato per generazioni fino a incarnarsi in noi, come macabre eredità. Quasi fosse un fatto genetico.
La psico genealogia presenta casi che danno da pensare.
Gente che muore nello stesso modo in cui morì un bisnonno, o nello stesso giorno, alla stessa ora.
Destini tragici che si ripetono come copie stampate. Malesseri psichici, attacchi d’ansia apparentemente immotivati, paure.
Ecco, non è una vera e propria scienza, ma tutto porta a supporre che la maggior parte degli squilibri di cui soffriamo provengano dal nostro passato.
E’ nostro compito lavorarci e superarli per bloccare la maledizione. Ma soprattutto per recuperare il normale corso della nostra vita senza le influenze degli avi. A chi avesse voglia di approfondire il discorso consiglio "La Danza della Realtà" di Alejandro Jodorowsky e "Il Potere delle Radici" di Anastasia Miszczyszyn.
♥ A quale dei personaggi narrati ne "La bambina senza cuore" ti senti più legata? Ce n'è uno che ti rappresenta più degli altri?
Il mio alter ego all'interno della storia è Rosie Maud. Anche io come lei sono stata privata dell’affetto di cui avevo bisogno. Anche io come lei ho soppresso a lungo la mia vera essenza fin quasi a esplodere. Anche io, come lei, ho covato tanta rabbia. Ma ora è tutto passato.
♥ Mentre leggevo la tua storia non nego che avrei voluto saperne di più sul trio familiare composto dalla piccola Rosie Maud, da sua madre Emily e dal suo papà Lester, metà uomo e metà spirito del bosco, ma anche di Fioranna e di tutta la gente che abitava quel passato bigotto e superstizioso. È possibile sperare in un prequel della storia?
Se me lo chiedono lo farò volentieri. Il passato è stato sviluppato in maniera tale da dare al lettore info base, ma senza entrare nel vivo, perché altrimenti sarebbe diventato un tomo immenso. E non ti nego che mi sarebbe tanto piaciuto dirvi tutto!
♥ Parlando di inizi, come è iniziata in te la passione per la scrittura? Quando hai capito che sarebbe stata questa la tua strada?
Da bimba lo sapevo con certezza. Poi, sai, ci si perde. Bisogna studiare, trovare un lavoro, sistemarsi nelle cellette di questa società a porte stagne e la scrittura è sempre rimasta in un angolo del mio cuore come rifugio, come sfogo personale. Sono solo pochi anni che mi sono messa seriamente in gioco. Ma perché la scrittura era diventata il mondo parallelo dove fuggire a rintanarmi dall'abbrutimento della vita esterna, non pensavo più a lei come attività. Fortuna che ho aperto gli occhi.
♥ Quali sono stati, (se ce ne sono stati) gli autori e/o i libri che hanno influenzato la tua scrittura o addirittura la tua vita?
Io leggo e ho sempre letto di tutto. Certamente i classici inglesi e francesi (Dickens e Hugo su tutti) hanno avuto un peso nella mia testolina di adolescente, e così i grandi romanzieri italiani del novecento. Tutti loro hanno influenzato il mio approccio alla scrittura. Se parliamo di vita devo citare altri magnifici autori che sono Ende, Mary Shelley, Poe. Più tardi Lovecraft. Murakami. I giganti della beat generation. Più tardi ancora Pullman. Gaiman. Wow! E’ una cosa in divenire.
♥ Ognuno di noi ha un bagaglio culturale che ci aiuta in qualche caso ad esprimere quello che siamo.
C'è una personalità artistica, che sia uno scrittore, un pittore, un musicista o un regista che ammiri in modo particolare e al quale, anche inconsciamente, attingi per evocare le atmosfere dei tuoi racconti?
Nessuno in particolare, pur apprezzando da matti, cinematograficamente, i lavori di Guillermo del Toro, dei fratelli Cohen e ovviamente Tim Burton. Nella musica i miei idoli (sempre parlando di personalità artistiche eccellenti) sono Battiato e Ennio Morricone. Diciamo che io sono una specie di spugna. Dalle cose che amo attingo inconsciamente e rimescolo rimescolo rimescolo… fino a fare mie le sfumature che maggiormente mi hanno colpita. Degli autori che stimo ho già parlato prima, ma ve ne sarebbero molti altri.
♥ "La bambina senza cuore" è un fiaba gotica, un po' macabra e allo stesso tempo romantica, come solo le vecchie fiabe sanno essere, pensi che questo racconto definisca il tuo stile o è solo una delle tante sfaccettature della tua penna?
Fino a poco tempo fa ero convinta che Lola definisse il mio stile. Poi ho scritto tutt’altro (Ophelia appunto) e mi sono resa conto che la sfumatura decadente romantica è solo una delle tante sfaccettature della mia penna, che, però, resta ricercata e legata a schemi molto classici. Un po’ questa cosa mi scoccia. Un giorno non lontano tenterò l’approccio a una narrativa diretta, sintetica, cruda. Mi voglio mettere in gioco. Chissà che schifezza uscirà fuori.
♥ Ophelia e le Officine del Tempo è un altro tuo lavoro, scritto per la partecipazione ad un concorso. Cosa puoi dirci a riguardo?
IoScrittore 2012. Le Officine del Tempo arriva in finale su 1200 partecipanti e viene pubblicato in digitale da GeMS a Marzo 2013. Romanzo fantastorico con derive steampunk nelle atmosfere.
Una storia avventurosa, molto diversa dai toni aulici di Lola eppure lontana dallo Sci-fi tradizionale.
E’ la storia di Ophelia e del suo sogno di diventare aviatrice.
Sullo sfondo una grande scoperta scientifica legata alla compravendita di tempo.
Leggendo si scoprirà che le attività illecite dello scienziato Eleazar Borislav Budimir sono strettamente legate al passato di Ophelia che, dopo una rocambolesca indagine verrà a capo di segreti politici, etici e filosofici straordinari, oltre a fare luce su un periodo molto buio della sua infanzia.
♥ A chi, come te, sogna di far vedere la luce ad un proprio lavoro, che consiglio daresti?
Mi piacerebbe conoscere la ricetta. Non è così. Anche perché la mia strada si è aperta giorno per giorno e in maniere del tutto inattese, dopo errori, persone sbagliate, esperienze più dannose che utili, e poi ancora concorsi, amicizie positive e interessanti (vedi Alessandra Zengo) che mi hanno aperto mondi sino a quel momento chiusi a sei giri di chiave.
Io sono partita da zero e di una cosa sono certa: bisogna crederci. Essere disposti a investire su se stessi, farsi leggere, non tenere le cose nel cassetto o non mostrarle per paura o qualche strana forma di gelosia. Negativo. Farsi leggere ci aiuta a capire se siamo capaci, se arriviamo al lettore e apre strade davvero sorprendenti da percorrere con coraggio e fiducia. E’ faticoso. Sono più le batoste che le soddisfazioni. Tutto comunque fa brodo, nella vita come nel percorso di autore. Io sono qui, adesso. Ci credo, e solo questo conta.
♥ In ultimo, quali sono i tuoi prossimi progetti? Ci sono, immagino, storie e mondi che fremi dalla voglia di poterci raccontare... cosa ci dobbiamo aspettare dai tuoi lavori futuri?
Ho quattro trame pronte da elaborare e trasformare in romanzi. Quella alla quale sto attualmente lavorando è top secret ancora per circa un mese. Da me avrete sempre storie originali. Storie dove cercherò di creare all'infinito la magia della lettura, quell'incantesimo che genera meraviglia in chi legge. Questa è una promessa. Le trame non ve le posso raccontare.
♥ Ti ringrazio per il tempo che hai dedicato a me, al mio blog e a tutti i lettori del Café Littéraire!
Un grosso in bocca al lupo per la tua carriera!
Evviva il Lupo, animale in estinzione e quindi da proteggere. Tra le sue fauci io scriverò storie. Grazie a te per l’accoglienza e un abbraccio a tutti i lettori!
Un saluto ad Emanuela e se voi non vi siete ancora immersi nel mondo de "La bambina senza cuore" vi invito a visitare il sito a lei dedicato ^__^/
Meraviglia! Un libro stupendo che sto finendo di leggere tutto d'un fiato, un'autrice bravissima e un'intervista perfetta!
RispondiEliminaGrazie Muriomu per questo post <3
grazie per l'ospitalità! Un Blog che sembra più un salotto per dame d'altri tempi. .. bellissima atmosfera. buon lavoro e un abbraccio!
RispondiEliminaemanuela v.
Ho letto anche io il racconto, mi è molto piaciuto il modo di raccontare di questa scrittrice, fa entrare nella storia.
RispondiEliminaComplimenti per l'intervista Muriomu, leggerla è stato molto interessante, e complimenti anche per il blog, è uno dei più belli e accoglienti in cui mi sia mai imbattuta *-*
@Lady Draculia: Grazie mille ^__^ ho letto la tua recensione, mi è piaciuta molto.
RispondiElimina@Manoo: Grazie mille a te per la disponibilità! Sono contenta che il blog sia di tuo gradimento ^///^
RispondiElimina@Patty: Oddio grazie! Sono davvero felice!
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