Salve avventori!
Siamo arrivati alla tappa conclusiva di questo gruppo di lettura che ci ha tenuto compagnia per tutto dicembre.
Come ogni calendario dell'avvento, il 24 di questo mese abbiamo aperto l'ultima finestrella e letto l'ultima lettera. È quindi giunto il momento di fare un bilancio finale.
Come sapete, io e Muriomu conoscevamo già il libro in questione (che avevamo letto insieme nel corso delle scorse vacanze natalizie) e proprio per questo motivo avevamo scelto di condividerne con voi la lettura. A nostro parere l'opera illustrata di Tolkien poteva essere quella giusta per creare quel clima magico che fa tanto Natale.
Non ci pentiamo della decisione, anche se avremmo preferito, e ci saremmo anche aspettate a dir la verità, una maggiore partecipazione.
Va beh, sarà per la prossima volta, se mai ci sarà.
Magari l'anno venturo sarà nostra premura avvisarvi parecchio tempo prima e assicurarci così di avere un numero copioso di partecipanti (sperando non disertino all'ultimo). Solo dopo, eventualmente, inaugureremo il consueto gruppo di lettura-calendario dell'avvento.
Tralasciando queste considerazioni generali, veniamo ora all'ultima parte di "Lettere di Babbo Natale". Non mi dilungherò rimarcando concetti già espressi nelle tappe passate, anzi cercherò di essere breve e concisa.
In queste lettere finali abbiamo avuto modo di conoscere un altro personaggio: l'elfo Ilbereth, ovvero l'assistente di Babbo Natale. Ora si inserisce anche lui a pieno ritmo nelle dinamiche familiari, e chi poteva essere il suo bersaglio preferito, se non il povero Orso Bianco del Nord?
Ebbene sì, non bastava il simpatico vecchietto a burlarsi di lui!
Però devo ammettere che, con tutto il rispetto per Orso, che adoro, i botta e risposta tra i due mi hanno proprio divertito. Avrei voluto saperne ancora di più, peccato aver conosciuto il simpatico elfo così tardi.
Ma non preoccuparti Ilbereth, ho trovato un posticino nel mio cuore tutto per te ♥
Ma la chiusura di questa lettura non è stata tutta sorrisi, e no, non mi riferisco all'ennesimo attacco dei Goblin, se è quello che pensate.
Le ultime lettere sono ambientate nel periodo della Seconda Guerra Mondiale (l'ultima è datata 1943, a ben ventitré anni di distanza dalla prima) e anche nelle parole di Babbo Natale emerge, seppur solo in parte, il clima di tristezza e difficoltà che caratterizza l'epoca.
Molti bambini sono stati costretti a trasferirsi, chissà dove, e l'anziano benefattore non sa come far recapitare a tutti i regali. Inoltre anche per lui non è più così semplice fare rifornimento di doni.
E poi come se non bastasse Babbo Natale deve fare i conti con il tempo che passa. I figli di Tolkien sono ormai cresciuti, e anche la più piccola, Priscilla, sta diventando grandicella.
È ora per lui di prepararsi e dire addio. Conservare le lettere e i ricordi e vivere con la consapevolezza che i suoi aneddoti, i disegni e le confidenze dovranno trovare ben presto altri destinatari. Altri bimbi curiosi, ansiosi di conoscere il leggendario Polo Nord e tutti i suoi abitanti.
Non serve dirvi che le ultime pagine ci hanno lasciato uno stato d'animo malinconico e nostalgico. Un po' perché ci siamo identificate nei simpatici protagonisti costretti ad affezionarsi a tanti bambini, pur consapevoli di dover rinunciare a loro prima o poi, ed un po' perché noi per prime non siamo riuscite a non amare questa splendida dolcissima illusione.
Abbandonare la Casa delle Vette e tornare alla realtà è stato decisamente triste, ci consola solo il pensiero che tante altre avventure ci aspettano e che, se sentiremo la mancanza del Villaggio di Babbo Natale, basterà riaprire il libro e farci una capatina.
Ma adesso che il viaggio è concluso, vorremmo sapere il vostro pensiero.
Che vi è parso di questo libro? Vi mancherà il gelido e allo stesso tempo caloroso Polo Nord?