lunedì 4 dicembre 2017

Recensione: "L'oca della Neve" di Vittorio Bocchi



Titolo: L'oca della Neve
Autore: Vittorio Bocchi
Illustrazioni: Marzia Roversi
Editore: MnM Print
Data di pubblicazione: 30 aprile 2017
Pagine: 100
Prezzo: 12,00 € 


Trama:
Benandanti, stregoneria e animali chimerici. Credete sia solo una fiaba? Non siatene troppo sicuri. L'oscurità che si cela sotto la neve potrebbe carpire i vostri sogni più ancestrali.

Recensione:
"L'oca della neve" è una bella favola dal sapore antico e arcano, in cui superstizione,  fede e magia si mescolano e intrecciano dando vita a una storia ricca di suggestioni.
In una valle florida e suggestiva, lambita da un lato da un lago incantato e dall'altra da una verdeggiante foresta, trovano scontro bene e male, stregoneria e timore reverenziale.
Il villaggio, da sempre sovrastato e sorvegliato dal castello e dal suo signore, viene ogni anno, nel giorno della Pentecoste, protetto e purificato dalla benedizione del vescovo.
Anche il lago magico, le sue meravigliose sponde e il vecchio mulino beneficiano del sacro rito che ogni anno, per volere del signore della contea, si ripete.
È difatti grazie al mulino e a Giovanni il suo rude, ma benevolo, proprietario, che il villaggio e le sue terre non sono mai cadute in malora. È merito suo se la valle è ancora prospera e piena di vita, e questo non è solo grazie alla sua buona farina e alle deliziose focacce che il mugnaio sforna, egli nasconde un segreto che lo lega ancora più intimamente a quella valle incantata.
E mentre la vita scorre uguale a sempre, un potere antico sembra tornare dal passato a turbare la vita del paese, in particolare quella di Giovanni e di sua figlia Lucinda.
"L'oca della neve" è una favola che contiene tanti ingredienti che la rendono misteriosa e affascinante: leggende, segreti, incantesimi e premonizioni, ma la cosa che più colpisce è con quanta poesia e delicatezza racconta il mondo in cui la storia si svolge. Lo scrittore fa percepire la bellezza del posto, l'affetto che lega i protagonisti alle sue terre, ma anche il timore per ciò che non riescono a comprendere.
I personaggi che si muovono in queste pagine, seppur brevemente raccontati, assumono tratti che li definiscono perfettamente e li fanno apprezzare o meno al lettore.
Passato e presente rivivono e si intrecciano in un misto di racconti e ricordi.
Vittorio Bocchi riesce a trasportarci in poche pagine in un luogo e in un tempo lontano, dove tutto ha l'irresistibile e seducente sapore della magia.

Considerazioni:
"L'oca della neve", è un piccolo libro, dalla copertina deliziosa che nasconde tra le sue pagine una favola che mescola insieme realtà e magia, e ad aiutarci ad entrare nel clima della storia le raffinate illustrazioni di Marzia Roversi, che mi hanno ricordato nello stile e nelle sensazioni evocate i ritratti del periodo preraffaellita. 
È stata una piacevole sorpresa leggere e immergermi in questa storia scritta con poesia e umorismo. 
Pur essendo una favola non parla di situazioni inconcepibili nella realtà perché affronta questioni assai comuni al nostro passato.
Stregoneria, superstizione e fede religiosa sono i temi cardini, pertanto nulla di così fantasioso o irrealistico.
La cosa che più mi ha convinto è il modo incantevole e sognante in cui il paesaggio e i fatti sono descritti, senza mancare però di ironia e umorismo quando serve. 
Anche i personaggi hanno sfumature che li rendono speciali, così come speciale è il rapporto che lega Ofelia (la figlia del signore della contea) a Lucinda.
Una ragazza di alto rango e un'umile popolana legate da un rapporto di sana e fedele amicizia. Le due ragazze sono cresciute insieme condividendo (nonostante il ceto diverso), scherzi, sogni, paure e speranze.
Non c'è invidia o ostentazione a caratterizzare il loro rapporto, esso è semplice, sincero e bellissimo come la vera amicizia dovrebbe essere.
Per quanto riguarda la storia in sé per sé ne ho apprezzato molto l'atmosfera e l'intreccio tra credenze religiose e soprannaturali, e come il tutto viene raccontato facendo, di tanto in tanto, ricorso ai ricordi o a misteriosi sogni premonitori.
Unico neo che posso trovarci è l'epilogo, un po' troppo affrettato per i miei gusti, difatti quello che inizialmente poteva sembrare un finale aperto, che lasciava spazio ad un possibile seguito (ci sarebbe stato tutto il materiale per svilupparne uno) viene poi invece concluso in fretta e furia nelle ultime righe. Ma il grande enigma resta e non ha trovato ancora risposta, della strega Gertrude cosa ne è stato? Tornerà prima o poi a insidiare la valle con il suo inverno eterno?
Non so, ma io non voglio arrendermi a questo finale, non posso pensare che la temibile strega smetterà di soggiogare il mondo al suo volere, secondo me il suo personaggio  così inquietante e allo stesso tempo accattivante ha ancora moltissimo da raccontarci. 

Ringrazio l'autore per avermi inviato una copia cartacea del libro

il mio voto per questo libro

2 commenti:

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