Titolo: Qualcosa
Editore: Longanesi
Data di pubblicazione: 9 Febbraio 2017
Pagine: 180
Prezzo: 16,90 € (cartaceo) 9,99 € (ebook)
Trama:
La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa, ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma, quando sua madre muore, la Principessa si ritrova "un buco al posto del cuore".
Smarrita, prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a "non-fare qualcosa di importante". Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del "non-fare". E del silenzio, dell'immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita. Tanto che, dopo avere fatto amicizia con il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo gli si ribella e, pur di non fermarsi e di non sentire l'insopportabile "nostalgia di Niente" che la perseguita, vive tante, troppe avventure... Fino ad arrivare in un misterioso tempio color pistacchio e capire che "è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura".
Smarrita, prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a "non-fare qualcosa di importante". Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del "non-fare". E del silenzio, dell'immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita. Tanto che, dopo avere fatto amicizia con il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo gli si ribella e, pur di non fermarsi e di non sentire l'insopportabile "nostalgia di Niente" che la perseguita, vive tante, troppe avventure... Fino ad arrivare in un misterioso tempio color pistacchio e capire che "è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura".
Recensione:
Qualcosa di Troppo è una principessa, vive in un castello e, oltre a due amorevoli genitori, ha tate, cuochi e domestiche a sua completa disposizione. Queste sono le uniche cose che la rendono diversa da noi, o da come ognuno di noi si è qualche volta (diciamo anche spesso), sentito.
Qualcosa di Troppo non si accontenta di quello che è poco, o anche solo abbastanza, lei vuole tutto, lei vuole troppo.
Provare mille cose, sentire emozioni forti, vivere ogni giorno un'avventura diversa.
Nulla la soddisfa o appaga pienamente, c'è sempre spazio, troppo spazio, per qualcosa di nuovo.
Quando un triste giorno, sua madre, la regina Una di Noi, viene a mancare, Qualcosa di Troppo prova improvvisamente una sensazione nuova e sconosciuta. Per la prima volta non sente niente, fatta eccezione di un grosso buco nel cuore.
Buco che cercherà di riempire facendo mille e mille cose, tenendosi sempre in mille faccende affaccendata: cantando, cavalcando, imparando lingue diverse... tutto pur di non stare ferma, qualsiasi cosa possa impedirle di fermarsi a pensare, e sentire ancora quel terribile vuoto che ha nel cuore, lei la fa.
L'incontro con il Cavalier Niente sarà provvidenziale. Con lui la principessina impara a non fuggire ai pensieri e alla solitudine, comincia ad apprezzare quel vuoto, accettarlo e volergli anche un po' bene.
Tuttavia torna ben presto a bramare la vita frenetica e le mille cose che la tenevano occupata un tempo, perciò abbandona il fidato amico e riprende il suo trantran.
Questo, però, non porta sollievo nel suo cuore, tutt'altro. Il vuoto, che pareva non farle più tanto male quando era in compagnia di Niente, torna a tormentarla chiedendole di essere riempito.
Qualcosa di Troppo tenterà invano di dare risposta ai suoi problemi andando alla ricerca dell'amore, ma quando si è incompleti e insoddisfatti di sé è impossibile cercare in altri quello che vorremmo trovare in noi stessi.
Amare un altro non è sempre la risposta, ed è impensabile cercare di completarsi con qualcuno, se prima non si è consci del proprio essere e di ciò che davvero si vuole.
Chiara Gamberale, in queste pagine, traveste da favola quella che difatti è una severa critica alla società odierna, troppo superficiale e fatua.
Il bisogno spasmodico di riempire le nostre vite, infittire ogni singola ora di attività: uscire, muoversi, fare, guardare, spiare attraverso i social le vite degli altri, mostrare, apparire, collezionare mi piace sotto ad un post... tutto pur di non restare fermi un attimo, tutto per non rimanere soli con se stessi, tutto pur di non annoiarsi.
Eppure anche questo serve, è questa la morale della favola: il vuoto serve a conoscersi a capire chi siamo e cosa cerchiamo.
Chiara Gamberale dà vita ad una storia solo apparentemente leggera, ma pregna, in realtà, di amaro umorismo e riflessioni, ricca di metafore e paragoni, di spunti e appigli su cui riflettere.
Questi sono i pregi di questo ultimo suo lavoro. Dopotutto non ci dice nulla a cui non arriveremmo da soli, pensandoci. Però è questo il bello, ci invita a farlo, riflettere sulle sue parole, e sulle nostre vite, perché, purtroppo, in molti non si ritagliano più nemmeno il tempo di pensare.
Considerazioni:
Confesso che quando ho iniziato a leggere questa storia, dopo le prime pagine mi sono detta "Oddio ma che è? Chiara ti sei ridotta a scrivere di principesse capricciose?", però poi, andando avanti ho iniziato ad apprezzare sempre più la storia di questa principessina insoddisfatta, perché un po' mi sono riconosciuta in lei.
Su, diciamocelo, chi può dire in cuor suo di non avere in sé Qualcosa di Troppo?
L'essere umano è insoddisfatto per natura, siamo tutti sempre alla ricerca di qualcosa che ci tenga vivi, di un sogno da desiderare, di un desiderio da realizzare, e quando finalmente lo scopo è raggiunto la soddisfazione non dura che un istante, e già siamo alla ricerca di qualcosa di nuovo.
È sbagliato? No, è semplicemente umano, e l'essere umano cerca un modo per tenere la mente sempre impegnata, altrimenti finiremmo tutti depressi al pensiero costante dell'ineluttabilità della vita.
Come diceva Schopenhauer: "la vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e di gioia."
Ma Schopenhauer era un filosofo, ed era ovvio che pensasse, mentre, come giustamente dice la Gamberale, la noia è qualcosa a cui, al giorno d'oggi, in molti rifuggono, come fosse il più grande dei mali.
Invece la solitudine ci è necessaria, molto più di quanto pensiamo, per migliorarci, crescere, vedere le cose da diversi punti di vista, ampliare le vedute ed evitare di diventare freddi e superficiali.
In questo atteggiamento di critica mi sono ritrovata anche a riconoscermi tantissimo in Cavalier Niente perché, come lui, spesso mi ritrovo a pensare a quanto tutto sia inutile, provo a vedermi e vedere il mondo con gli occhi di un ipotetico osservatore esterno. Sicuramente quel qualcuno penserebbe a quanto tutto il nostro affannarci in conflitti, alla ricerca del potere o della ricchezza, sia sciocco e insensato.
Penso a quanto, in realtà, siamo insignificanti: piccoli puntini nell'universo che si credono importanti, come se il mondo iniziasse e finisse con noi.
Penso a quanto, in realtà, siamo insignificanti: piccoli puntini nell'universo che si credono importanti, come se il mondo iniziasse e finisse con noi.
In me convivono le due parti. Sono Troppo e sono Niente. In definitiva sono anch'io Qualcosa.
Infine mi ha divertito, e fatto molta tenerezza, leggere le peripezie della principessa alla ricerca di Qualcuno che la completasse. Quando in ogni pretendente crede di aver trovato l'amore, ma solo perché, tramite quei Qualcosa, ella si ritrova, ogni volta, a conoscere diverse parti di se stessa, che ama e apprezza e che scopre possono esistere indipendentemente da chi ha accanto.
Mi è piaciuto quello che la Gamberale dice, ma soprattutto il modo in cui lo fa.
Attraverso questi buffi e repentini fidanzamenti e innamoramenti lampo, ci fa capire dove vuole andare a parare. L'autrice come Cavalier Niente non dà la soluzione, ma lascia a noi il compito di arrivare alle nostre deduzioni.
Ringrazio la casa editrice Longanesi per avermi fornito una copia di questo libro
il mio voto per questo libro
Ciao, non ho mai letto nulla di quest'autrice, ma leggendo la tua recensione il libro mi sembra molto bello, soprattutto per le riflessioni affrontate, buona giornata :-)
RispondiEliminaAdoro i "libri-metafora": non ho mai letto nulla della Gamberale e sinceramente ho sempre avuto un po' di pregiudizi nei suoi confronti ma questo è il mio genere, devo assolutamente leggerlo!
RispondiEliminaPerfetta recensione ^_^
RispondiEliminaCiao, ho tutti i suoi Ebook, comprati dopo aver letto proprio Qualcosa cartaceo. Mi è piaciuto molto tanto che sono andata alla ricerca di un libro simile per la mia bimba, Giusi, di 3 anni. Ho trovato "Il buco di Anna Llenas" conosci? carino anche questo.
RispondiEliminaPassa da me Se fosse per sempre , mi farai felice.
Un bacio, Ale