Titolo: La figlia del dottor Baudoin
Titolo originale: La fille du docteur Baudoin
Autore: Marie Aude Murail
Editore: Camelozampa
Data di pubblicazione: ottobre 2017
Pagine: 208
Prezzo: 15,90 €
Trama:
Sono in due a spartirsi l'ambulatorio: uno è l'affascinante Jean Baudoin, il fondatore, in piena crisi dei cinquant'anni, che non dedica mai a ciascun paziente più di dieci minuti, distribuendo sguardi sprezzanti e medicinali a pioggia.
L'altro è Vianney Chasseloup, medico alle prime armi, dagli occhi dolci e l'aria arruffata, pieno di ideali e buoni propositi. Lui cura tutti quelli che Baudoin non vuole più: gli anziani, i derelitti, i poveracci, i casi disperati.
Ma ecco che un giorno, tra i pazienti del dottor Chasseloup, si intrufola una ragazza dagli occhi blu, quasi viola. Violaine.
Una ragazza così carina, avrebbe tutto per essere felice.
È la figlia del dottor Baudoin. Ma allora, che ci fa lì?
Recensione:
Marie Aude Murail, in questo suo romanzo, torna a parlare ai ragazzi, il suo pubblico prediletto, con garbo e leggerezza, di temi difficili e spinosi.
Qui, la sua protagonista, Violaine, una diciassettenne di buona famiglia, molto graziosa, ma un po' frivola e superficiale, sospetta di essere rimasta incinta.
La osserviamo e assistiamo da spettatori silenziosi al progredire della cosa, i primi malori, la decisione di fare il test di gravidanza, il risultato positivo, i dubbi e le paure sul da farsi.
Le emozioni altalenanti in continuo bilico tra il bisogno di disfarsi al più presto del "problema", e il desiderio di proteggere il suo girino, a cui ben presto, e quasi senza accorgersene, si ritrova a dare un nome.
Il viaggio di poche settimane in cui accompagniamo Violaine porterà ad una scelta, ma anche ad una crescita, ad una maturazione profonda e visibile.
In concomitanza con i patemi della giovane Baudoin assistiamo alla crisi esistenziale di suo padre.
L'affascinante e distaccato dottor Baudoin, medico generico che da anni presta servizio, nel suo laboratorio, ai soliti lamentosi pazienti, si rende improvvisamente conto di averne abbastanza.
Per questo ha assunto un giovane assistente, il dottor Vianney Chasseloup, al quale affida i suoi pazienti più fastidiosi.
Notiamo dunque il forte contrasto tra un dottore con una lunga carriera alle spalle, abituato a trattare i pazienti come fossero numeri da spuntare da una lunga lista che ha fretta di terminare, e un giovane medico alle prime armi, che tratta ogni paziente come se fosse il solo nome del suo elenco.
Così, alle visite frettolose, che non durano che qualche minuto, di Baudoin si contrappongono quelle infinite di Chasseloup; alla lunga lista di analisi prescritta per incrementare le casse dell'ambulatorio medico della signora Baudoin, si contrappongono i consigli "paterni", le raccomandazioni e i dolci ammonimenti del giovane Chasseloup.
Marie-Aude Murail così affronta un altro tema delicato quello della professionalità e della dedizione che, specialmente nel campo medico, sono fondamentali.
Lo notiamo anche quando Violaine si reca al consultorio per decidere se interrompere o meno la gravidanza. Non tutto il personale medico la tratta con la delicatezza che vorrebbe la circostanza, e molti non si preoccupano neanche di nascondere il proprio giudizio a riguardo.
Argomenti delicati trattati con garbo, con lo spirito giusto che il tipo di tematica e di pubblico richiedono.
Marie-Aude Murail non emette giudizi o sentenze, non ci impone alcuna opinione, si limita a narrarci una storia. Ovviamente essendo questa rivolta ad un pubblico di ragazzi è trattata con leggerezza, ma non per questo viene meno al suo scopo, che è quello di far riflettere.
Invita i giovani ad utilizzare sempre la testa e li mette di fronte alle conseguenze di quelle loro azioni spesso avventate.
Un libro che consiglio, soprattutto lo vorrei vedere come lettura nelle scuole medie e superiori, perché affrontare determinati argomenti in modo così naturale e semplice potrebbe servire molto più di una ramanzina.
Considerazioni:
Una storia che parla di aborto, ma non lo fa con i toni gravi, esistenziali e filosofeggianti a cui, ad esempio, ci ha abituato
Oriana Fallaci nel suo "Lettera ad un bambino mai nato", ma attraverso gli occhi, i pensieri e le paure di una ragazzina di diciassette anni, decisamente immatura e con la testa fra le nuvole.
Ora, è normale pensare (l'ho fatto io stessa) che il modo giusto per parlare di un tema come l'aborto non può che essere grave, poiché trattasi di una decisione tremendamente difficile per qualsiasi donna, di qualunque età, e risulta perciò impensabile trattarlo diversamente.
Concordo con voi, eppure ritengo che la chiave che l'autrice ha scelto possa essere quella giusta per catturare l'attenzione di un certo tipo di pubblico, quel pubblico che, come Violaine - la giovane protagonista di queste pagine - risulta essere decisamente immaturo e spesso superficiale anche nelle azioni che in un attimo possono compromettere la propria (e non solo la propria) vita.
Tuttavia, il libro non è sicuramente realistico per molti aspetti, o forse non è realistico per il mio punto di vista...
Ho trovato, ad esempio, estremamente fredda e distaccata la reazione dei genitori alla scoperta della gravidanza della loro figlia.
Mi sarei aspettata reazioni molto più forti, più drammatiche, perché se a una ragazzina un po' sciocca posso giustificare e comprendere pensieri infantili (non si matura certo di colpo, non appena si scopre di essere incinta) da dei genitori mi aspetto, e pretendo, un comportamento da genitori!
Però non è detto che al mondo non ci sia chi abbia reagito proprio come il signor e la signora Baudoin. Anzi, c'è sicuramente, solo che è una reazione che fatico a comprendere e trovare credibile.
Violaine invece l'ho trovata estremamente credibile. Alterna pensieri adolescenziali, a pensieri estremamente profondi e materni, il che è sensato, poiché, come dicevo poc'anzi, non si matura all'improvviso, e dunque non si può pretendere che una ragazzina si trasformi in donna matura al solo vedere un test di gravidanza risultare positivo.
Eppure Violaine matura, lo fa giorno per giorno, pensiero dopo pensiero, e lo fa a voce alta, parlando con un linguaggio che i giovani potranno capire e con pensieri in cui potranno immedesimarsi.
Per quanto riguarda, invece, lo storyline dedicato allo scontro tra i due dottori, posso dire che è sicuramente la parte più divertente e briosa del libro.
Ho trovato adorabile e tenero il giovane dottor Chasseloup e dolcissima la sua storia con il suo scontroso gattino Cassonetto, pelosone che ha conquistato tutto il mio cuore!
Con il dottor Baudoin, la Murail, sempre nel suo tono leggero, e con il suo fare che non vuole essere mai accusatorio, ci mette davanti ad un altro dramma, quello dei dottori (e del personale medico in generale) che lavorando senza passione finiscono per trattare i pazienti come fossero cose di poca importanza. Chi non ne ha mai incontrato uno?
Certo, ogni lavoro con l'andare del tempo diventa ripetitivo e può venire a noia. Un pizzaiolo alla sua prima pizza proverà ansia ed emozione, il desidero di servire una pizza perfetta, e la promessa di fare sempre la stessa cosa con la stessa dedizione.
Poi però, alla milionesima pizza può essere che, quello stesso pizzaiolo, si ritrovi a servirne di poco cotte o bruciate. Anche questo, a chi non è capitato?
*Con questo discorso non voglio certo paragonare le persone alle pizze eh! (meglio specificarlo) però, purtroppo per qualcuno alla fine anche i pazienti diventano cose, numeri*.
La Murail con lo scontro generazionale tra i due dottori, quello con anni di carriera alle spalle e il principiante, ci mostra esattamente lo stesso fenomeno, raccontato con ironia, eppure credibile.
Ringrazio la casa editrice Camelozampa per avermi fornito una copia cartacea di questo libro
il mio voto per questo libro