domenica 7 giugno 2020

Recensione: "La baia" di Kate Rhodes

Titolo: La baia
Titolo originale: Hell Bay
Autore: Kate Rhodes
Editore:  La Corte Editore
Data di pubblicazione: 25 luglio 2019
Pagine: 335
Prezzo: 18,90 €


Trama:
Dopo dieci anni trascorsi a Londra nella squadra omicidi, il detective Ben Kitto decide di dare le proprie dimissioni: la sua partner, Clare, è morta e lui non riesce a darsi pace per non essere riuscito a salvarla. 
Sceglie così di rifugiarsi sull’isola di Bryher, dove è nato e cresciuto. Si tratta della più piccola isola abitata dell’arcipelago delle Scilly, a largo della Cornovaglia. Ha appena novantotto abitanti, che per la maggior parte si mantengono con la pesca, la costruzione di barche o il turismo estivo lavorando al pub o nell’unico hotel. 
Anche Ben vorrebbe dedicarsi, insieme allo zio Ray, al lavoro nel cantiere navale, per dimenticarsi in fretta del suo passato. Quello che non sa è che i suoi piani verranno totalmente stravolti quando il corpo della sedicenne Laura Trescothick viene trovato sulla spiaggia di Hell Bay. 
Il suo aggressore si trova sicuramente ancora sull'isola dato che nessun traghetto ha potuto navigare a causa di una tempesta che dura da giorni. Tutti sull'isola sono sospettati. Segreti oscuri stanno per riaffiorare. E l'assassino potrebbe colpire di nuovo, in qualsiasi momento.

Recensione:
Una piccola isola al largo della Cornovaglia fa da teatro ad un avvincente thriller che vede come protagonisti un agente della polizia in crisi; una vivace ragazza, uccisa proprio mentre era sul punto di spiccare il volo; e uno scaltro assassino che si aggira indisturbato, mescolandosi al resto degli abitanti.
Tutto ha inizio una mattina presto. Il detective Ben Kitto è da poco tornato nella sua terra natale per superare un lutto improvviso, ma soprattutto per capire se sia il caso di mettere fine una volta per tutte alla carriera nella polizia, quando giunge a lui la notizia della scomparsa della giovane e affascinante Laura Trescothick, figlia di due popolari ex compagni del liceo. La sedicenne, che sognava di abbandonare la piccola Bryher alla fine dell'estate, viene ritrovata esanime sulla spiaggia di Hell Bay, con evidenti lesioni riconducibili ad una pugnalata.
Ma chi poteva voler tanto male a quella ragazza al punto da ucciderla così brutalmente? Chi desiderava porre fine alle sue speranze, ai sogni di gloria, alla spensieratezza dei suoi giovani anni?
Il nostro protagonista, nonostante i dubbi che aleggiano sul suo futuro, si rende conto dell'importanza di scovare il colpevole il più tempestivamente possibile, ed inizia sin da subito ad interrogare i suoi ritrovati concittadini, per verificare gli alibi ed individuare gli eventuali passi falsi. Da una parte c'è l'amico di infanzia, il professore di un tempo, la confidente fidata, lo zio solitario, l'artista estroso, dall'altra tutti gli ipotetici sospettati di un efferato omicidio, i potenziali mostri travestiti da agnelli.
Ben Kitto quindi riveste un duplice ruolo in questo romanzo in quanto è sia il soggetto incaricato delle operazioni, colui che deve risolvere il mistero, ma è anche il figliol prodigo tornato all'ovile, quello che conosce da sempre gli isolani e che fatica ad immaginarli come dei sanguinari aguzzini.
Il contrasto, come immaginerete, risulta interessante proprio perché permette a noi lettori di calarci ancora di più nei panni dell'investigatore, che mai avrebbe pensato che la sua piccola oasi di pace potesse diventare teatro di tanto orrore.
Per quanto riguarda il ritmo, devo dire che parte un po' lento per diventare progressivamente più serrato, come è ovvio che sia. Infatti, se in principio tutti gli attori in scena sono additati come possibili/probabili colpevoli, senza distinzioni, con il prosieguo delle indagini si assiste ad una scrematura, sebbene parziale. Chi legge, fino alla fine, non ha mai la certezza su chi sia davvero l'assassino, tuttavia da un certo punto in poi i sospetti cominciano a circolare attorno a pochi sospettati, quelli con un determinato movente (tra cui l'effettivo responsabile).
Man mano che si va avanti si scoprono nuovi dettagli sui vari personaggi, e dietro la facciata perfetta, iniziano a venir fuori le debolezze, le crepe, gli errori commessi e nascostamente sepolti. 
La ridente cittadina è meno amichevole di quanto si pensi. Oltre ai negozietti caratteristici, le barche da pesca, i sentieri campestri, le gite al mare e le passeggiate sulla spiaggia, c'è molto altro: storie di violenza domestica, traffici di droga, truffe e ricatti. Tutti hanno dei segreti inconfessabili che rischiano di essere portati a galla, tutti hanno qualcosa da nascondere o da proteggere, o perlomeno qualcosa da perdere. L'indagine, indipendentemente dall'epilogo finale, porterà alla luce la vera anima dell'isola, quella che affiora solo dopo aver raschiato a lungo la patina bianca di perfezione e spensieratezza.
Ovviamente, oltre alla personalità dei vari indagati, l'autrice pone molta attenzione anche alle emozioni del protagonista, sia nell'analisi del suo dramma passato (la morte dell'adorata collega ed il conseguente senso di colpa), sia nelle nuove questioni di cuore che lo terranno impegnato a Bryher. 
Ebbene sì, in questo libro c'è anche spazio per una storia d'amore, o per dirla meglio, per l'inizio di una relazione. Personalmente la scelta di contaminare con il romance, anche se solo in minima parte, non mi ha convinta del tutto, tuttavia immagino che tanti altri, al contrario mio, potranno apprezzare questo punto di vista più sentimentale e meno asettico.
Per il resto, come dicevo, la trama è ben congegnata, non rivela troppo e troppo presto, ma accompagna gradualmente il lettore verso la verità. Per alcuni particolari ricorda vagamente "La verità sul caso Harry Quebert" (l'età e la personalità della vittima, l'amicizia di questa con un'artista e il suo ruolo di musa ispiratrice, il rapporto conflittuale con i genitori, la piccola cittadina ricca di segreti), tuttavia, al contrario dell'opera di Joël Dicker, qui non si parte da un principale indiziato, ed il punto di vista prescelto è quello classico, quello che vede la scena con gli occhi di chi cura le indagini.
Ciò che invece contraddistingue "La baia" da molti altri libri del genere, ciò che rende quindi questa lettura speciale e particolarmente intensa e coinvolgente, è invece l'ambientazione. L'isola offre un'atmosfera da sogno che, al calare delle tenebre, si tramuta in un incubo ad occhi aperti. Onde che si infrangono sulle scogliere acuminate, marea che si alza e si abbassa di ora in ora, venti impetuosi, e sentieri ricchi di rovi, ma anche albe splendenti, tramonti rifulgenti e distese di sabbia immacolata. Un misto di calma apparente ma anche di tempesta in agguato, un turbinio di emozioni che rispecchiano in tutto e per tutto sia la realtà sfaccettata e misteriosa che è Bryher, sia la trama delittuosa e violenta che si snoda nelle pagine.

Ringrazio La Corte Editore per avermi fornito una copia cartacea di questo romanzo

il mio voto per questo libro

3 commenti:

  1. Mi sembra veramente interessante questo libro, grazie per la tua recensione.

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  2. Ottima recensione! Sembra molto interessante, gli darò sicuramente una chance!

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  3. Questo libro mi ispira. I gialli ambientati in luoghi isolati, poi, hanno sempre un loro fascino.

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