Come vi avevo già annunciato con il precedente post dedicato a questo volume (lo trovate QUI) , in cui mi sono divertita ad analizzare la crescita delle tre eroine Alice, Dorothy e Wendy durante i loro magnifici viaggi così pazzeschi e surreali, oggi, per il Review Party recensirò la sezione del libro dedicata a Wendy, la diligente ragazzina londinese che ha ceduto alle promesse di divertimento e avventure del ragazzino che non voleva mai crescere.
La sezione dedicata a Wendy comprende le seguenti storie:
♥ Peter Pan nei giardini di Kensington
♥ Peter e Wendy
Di seguito la mia recensione :)
Titolo: Alice, Dorothy & Wendy
Autore: Lewis Carroll, J.M Barrie, L. Frank Baum
Editore: Oscar Mondadori
Data di pubblicazione: 17 novembre 2020
Pagine: 540
Prezzo: 25,00€
Trama:
Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz.
Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita.
"Peter Pan nei giardini di Kensington" e "Peter e "Wendy":
L’indimenticabile figura dell’orfano Peter, il bambino che non vuole crescere e che sa volare, nasce dalla fantasia di James Matthew Barrie che nel 1906 pubblica le storie di Peter Pan nei Giardini di Kensington.
Ma è nel famosissimo Peter e Wendy del 1911 che fa la sua comparsa il ragazzino che tutti conosciamo: è in questo romanzo che si raccontano le straordinarie avventure di Peter e dei Bimbi Sperduti sull’Isolachenoncè, in un mondo popolato di pirati, sirene, fate, indiani. Eroe di avventure ricche di colpi di scena, tra epici combattimenti e atmosfere sognanti, Peter Pan è diventato il simbolo dell’infanzia come momento di infinita libertà creativa della fantasia e di ribaldo rifiuto degli adulti e delle loro bizzarre convenzioni.
Recensione:
Come già detto, questa meravigliosa raccolta contiene, al suo interno, i grandi classici per ragazzi scritti dalle penne di Lewis Carroll, J.M Barrie e L. Frank Baum.
La sezione dedicata a Wendy racchiude sia il libro "Peter Pan nei Giardini di Kensington", che lo scritto successivo "Peter e Wendy".
Ma andiamo con ordine.
Il personaggio di Peter Pan appare per la prima volta nel 1902, nella raccolta di racconti intitolata "L'uccellino bianco".
Le storie narrate in quel volume sono ambientate nei Giardini di Kensington, e in queste Peter, non è che un personaggio minore tra i vari narrati.
Il libro non ebbe un vasto seguito, ma successivamente andò in scena l'opera teatrale che metteva in scena il Peter Pan che tutti noi conosciamo, l'eterno ragazzino indisponente che non vuole proprio saperne di crescere. Ed è da quest'opera teatrale che, successivamente, Barrie ha tratto il romanzo "Peter e Wendy", il suo più grande successo.
Ed è proprio in seguito a questo gran successo, che l‘autore, raccolse i capitoli che interessavano la storia del neonato Peter Pan, presenti nel già pubblicato "L'uccellino bianco" (dal cap. 13 al 18) e li ripubblicò in un'opera autonoma e indipendente, dal titolo "Peter Pan nei giardini di Kensington".
Il libro in questione è antecedente a quello che narra del più noto Peter Pan, il bambino che viveva nell’Isolachenoncè, e nonostante le somiglianze fra i due personaggi, non si tratta di un prequel.
Pur presentando un personaggio con lo stesso nome e con molte caratteristiche simili (tra cui il desiderio di non voler crescere), e riprendendo parecchi spunti dai quei racconti ambientati nei Giardini, le due storie sono separate e indipendenti.
"Peter Pan nei Giardini di Kensington" è una storia suddivisa in sei capitoli, in cui protagonisti sono soprattutto i Giardini stessi, che non ne costituiscono solo l'ambientazione, ma hanno una parte fondamentale all'interno delle storie.
Parlo di storie perché, effettivamente, ogni capitolo si potrebbe considerare una piccola storia a sé, ognuna focalizzata su un aspetto diverso, ognuna che aggiunge un piccolo pezzo al puzzle, che si ricompone, via via, sotto ai nostro occhi.
Il racconto si apre con una passeggiata nei Giardini che vengono presentati e descritti al lettore in tutta la loro straordinaria bellezza e a cui, capitolo dopo capitolo, vengono aggiunti dettagli e/o personaggi, che abitano il parco o che lo hanno abitato in passato.
Ed ecco che facciamo la conoscenza di Peter, un bimbo che, quando aveva appena una settimana di vita, ha preferito la libertà e l'incertezza di una finestra aperta a mille possibilità, alla confortevole - ma forse troppo noiosa - nursery da poppante.
Così, senza pensare troppo alle conseguenze, e con non poco egoismo (caratteristiche che troveremo anche nel Peter descritto in "Peter e Wendy"), il piccolo vola via dall'abbraccio materno, per fluttuare sui tetti di Londra e trovare rifugio nei tanto agognati Giardini.
Qui Peter farà amicizia con gli uccelli che vivono sull'isola al di là della Serpentina, e con le fate che, solitamente molto dispettose, avranno una particolare e speciale predilezione per lui.
E dopo mesi e mesi passati a girovagare tra le aiuole, a navigare la Serpentina, a giocare con i vari oggetti lasciati in giro dai visitatori diurni, Peter esprimerà il desiderio di tornare dalla sua mamma.
Peter, pur non dicendolo apertamente, si rende conto di non aver dato vera importanza alla sua scelta, e di aver preso una decisione molto importante, troppo alla leggera.
Ed ecco che il rimpianto inizia a farsi strada in lui e nel suo cuoricino di bambino egoista.
Così, in una sera come un'altra, vola alla finestra della sua cameretta e, trovandola aperta, si siede accanto alla sua mamma che dorme con il viso bagnato dal pianto, perché ancora soffre il suo piccolino sparito nel nulla, e suona un po' il flauto per lei.
Ed ecco che torna il momento di fare una scelta: andare o restare?
Ma, ancora una volta, il richiamo della finestra e la libertà che essa promette è troppo forte.
Peter dice a se stesso che tornerà, il tempo di salutare gli amici, navigare ancora un po’ il fiume, sorvolare ancora i giardini un paio di volte... tornerà, tanto per lui la finestra sarà sempre aperta.
Ma i mesi passano, e Peter, come spesso fanno i bambini, continua a temporeggiare prestando poca importanza alle sofferenze e ai desideri altrui, e quando finalmente si decide a tornare a casa riceverà l'amara sorpresa...
E seppur Peter sia stato egoista e superficiale, in quel momento è impossibile non empatizzare con lui, impossibile non desiderare di stringerlo forte fra le braccia.
Alla fine partì in gran fretta, perché aveva sognato che la mamma
stava piangendo.
Lui conosceva la causa di quelle lacrime e sapeva
che un abbraccio del suo meraviglioso Peter avrebbe riportato subito
il sorriso sulle labbra della mamma.
Oh, ne era così certo, e desiderava così tanto rannicchiarsi fra le sue braccia, che questa volta volò
subito alla finestra che sarebbe dovuta restare sempre aperta per lui.
Ma la finestra era chiusa, e avevano montato anche un’inferriata.
Guardando all'interno, Peter vide la madre che dormiva tranquillamente con un altro bambino fra le braccia.
Peter la chiamò: «Mamma! Mamma!» ma lei non lo udì.
Invano
batté le manine sulle sbarre di ferro.
Dovette tornare ai Giardini, singhiozzando, e non rivide mai più la sua cara mamma.
Che ragazzo
straordinario avrebbe voluto essere per lei! Oh, Peter!
Noi che abbiamo commesso il grande errore, ci comporteremmo in tutt'altro
modo alla seconda occasione. Ma Salomone aveva ragione: non ci
sono seconde occasioni, almeno per la maggior parte di noi. Quando arriviamo alla finestra è Ora di Chiusura. Le sbarre di ferro si
sono alzate per sempre.
Infine ai giardini conosciamo la piccola Maimie che, con suo fratello maggiore Tony, ne è una frequentatrice abituale.
La sua storia, come quella di Peter, è ormai nota a tutti, ogni bambino sa chi è! Perché Maimie Mannering è stata la prima bambina a restare un'intera notte nei giardini! La prima bimba per cui le fate hanno costruito la loro famosa Casetta.
Maimie in quella notte nei giardini fa la conoscenza di Peter, tra i due nasce subito un’immediata simpatia, e Peter le propone di restare per sempre con lui... ma ecco che Maimie non fa il suo stesso errore, ci pensa solo per qualche istante... e poi il timore... e se anche la sua mamma chiudesse la finestra?
Ed è da lei che sceglie di tornare, lasciano il povero Peter da solo, con il suo sogno di non crescere mai e restare speciale per sempre.
Seppur, come vi dicevo, “Peter e Wendy” non sia il seguito di questa storia, ne riprende moltissimi aspetti, caratteristiche e anche qualche aneddoto.
Qui Peter è un ragazzino con i denti da latte (non un neonato di una settimana), ma anche lui, ad un certo punto, racconta una storia molto simile a quella narrata dal Peter dei Giardini: anche la sua mamma ha chiuso la finestra, anche sua mamma lo ha sostituito con un altro bambino, e da qui nasce il suo odio per le mamme e il desidero di averne una tutta per lui.
Così, una sera, Peter entra nella cameretta dei Darling, dove Wendy, John e Michael dormono sereni, e propone alla ragazzina, e ai suoi fratelli di seguirlo sull’Isolachenoncè, dove li attenderanno fate, sirene, pirati, una tribù di pellerossa e tantissime avventure, e... ci potranno arrivare volando!
Come resistere ad un ritratto così allettante?
I ragazzi non se lo fanno ripetere due volte e, senza volgere nemmeno un pensiero a ciò che lasciano alle loro spalle (due genitori affettuosi e premurosi, Mr e Mrs Darling. e la loro tata Nana, un cagnolone molto materno), volano via, lasciando dietro di sé solo tre lettini vuoti e una finestra spalancata su una notte piena di stelle.
Seconda a destra e poi dritto fino al mattino... ed eccoli sull'Isola dove li attenderanno davvero tutte le avventure che Peter ha loro promesso.
Battaglie all'ultimo sangue, guerre sanguinolente, coccodrilli in cerca di prede succulente, sirene suscettibili, fatine gelose e vendicative e un gruppetto di Bambini Sperduti desiderosi di una mamma che badi a loro.
E Wendy sarà per un po’ la mamma che tutti loro cercano, si occuperà del cibo, del bucato, e intratterrà i bambini raccontando loro mille storie.
E poi c’è Peter, ovviamente, e il suo conflitto, mai sopito, con Capitan Uncino, un capitano gentiluomo, il cui essere pare in eterno conflitto tra crudeltà e osservanza delle buone maniere.
Ma “Peter e Wendy” è molto più che uno storia d’avventura per bambini, come in “Peter nei Giardini di Kensington”, anche qui c’è una forte componente malinconica e nostalgica.
Peter, pur sembrando, ad una prima occhiata superficiale, un bambino felice, che non potrebbe desiderare null'altro in più di ciò che ha (quale bambino non vorrebbe essere lui, anche solo per un istante?), rivela, in realtà, tutta l'infelicità dell’essere umano che sacrifica la vera felicità per seguirne una effimera e di poco valore.
Tutti i personaggi di questa storia, del resto, si rivelano estremamente egoisti.
Dopotutto come dice lo stesso Barrie, i bambini sono “spensierati, innocenti e senza cuore”.
Ed egoisti lo sono Wendy, John e Michael quando vanno via di casa senza farsi troppi scrupoli.
Lo è Campanellino, che più di una volta attenta alla vita di Wendy, per la gelosia che prova nei suoi confronti.
Lo sono i Bambini Sperduti nei confronti di Peter, quando lo abbandonano senza il minimo senso di colpa.
Lo è Peter che fino all'ultimo cerca di ingannare Wendy, pur di tenerla con sé.
Ma è lo stesso Peter - quello che nell'immaginario collettivo è un bambino felice e spensierato - a farne le spese.
Resta solo, destinato ad una vita di solitudine, e di ricordi perduti, perché egli stesso sceglie quella strada, e la sceglie per sfuggire alle responsabilità e ai doveri che la vita da adulto comporterà.
Sceglie di non crescere, di restare bambino per sempre, rinnega le responsabilità e allo stesso tempo si nega una vita di amore e affetto.
«Mamma!» gridò Wendy.
«È Wendy!» mormorò lei, credendo ancora si trattasse di un sogno.
«Mamma!»
«E questo è John!»
«Mamma!» gridò Michael, che adesso la riconosceva.
«Questo è Michael!» esclamò lei, e tese ai tre piccoli egoisti le sue
braccia che non avrebbero dovuto abbracciarli mai più.
Invece li abbracciarono, si strinsero intorno a Wendy, a John, a
Michael che erano sgusciati dai lettini ed erano corsi a lei.
«George! George!» gridò la signora non appena poté parlare.»
Il signor Darling si svegliò e prese parte alla sua felicità.
Quanto a Nana, giunse di corsa. Non poteva esserci più dolce
spettacolo, ma non c’era nessuno a vederlo, all'infuori di uno strano
ragazzo che spiava da dietro i vetri della finestra.
Quel ragazzo conosceva estasi meravigliose che gli altri ragazzi non potevano nemmeno immaginare.
Ora stava osservando, attraverso i vetri di una finestra, la sola gioia
dalla quale sarebbe stato escluso per sempre.»
Non ho provato simpatia per quasi nessun protagonista di questa storia, fatta eccezione solo per Capitan Uncino (e questo la dice lunga XD), in particolare modo non ho provato simpatia per Peter Pan, che rappresenta in sé molti dei maggiori difetti dell’essere umano: è egoista, vanesio, superficiale, egocentrico, anafettivo, antipatico, arrogante, prepotente e presuntuoso.
Quel Peter non mi è piaciuto, ed è lui quello che, immagino, dovrebbe far sognare stuoli di bambini e far loro desiderare di essere come lui...
Invece ho provato molta tenerezza per Peter in quei brevi spiragli in cui si può percepire tutta la sua umanità e debolezza. Quando resta fuori dalla finestra a osservare ciò che ha scelto di perdere, quando dimentica tutto ciò che gli succede, sia le avventure più straordinarie, sia le amiche di una vita... comprese le fatine che sono quasi morte per lui. Quando scoppia in lacrime scoprendo che Wendy è cresciuta, come se, crescendo, lo avesse tradito.
E probabilmente Peter dimentica tutto, compreso chi ha amato e ama per evitare di soffrire, un ennesimo (ma comprensibile) gesto di codardia, per salvaguardare se stesso.
Non mi aspettavo di leggere una storia tanto triste, e non mi aspettavo di leggere una storia tanto profonda... d'altronde Peter Pan è per tutti il simbolo della gaiezza, spensieratezza e felicità, e non avrei mai pensato che la sua storia celasse così tanta solitudine, sofferenza e abbandono.
Una storia che può piacere o no, ma che sicuramente non lascia indifferenti, un libro che si chiude lasciando un piccolo peso nel cuore.
Sicuramente tra le storie presenti in questo volume sono proprio i libri di Barrie quelli che mi hanno toccato e coinvolto maggiormente, come già detto non ho amato i protagonisti, anzi li ho mal sopportati per la maggior parte del tempo XD, ma ho sofferto con loro, ho sofferto per Peter per ciò che ha perso e per cui non ha mai voluto lottare.
Ringrazio Mondadori per avermi omaggiato di una copia di questo libro
il mio voto per questo libro: