sabato 6 febbraio 2021

Recensione: “Il pupazzo di neve” di Michael Morpurgo

Titolo: Il pupazzo di neve
Titolo originale: The Snowman
Autore: Michael Morpurgo
Illustrazioni: Robin Shaw 
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: ottobre 2020
Pagine: 164
Prezzo: 15,00 €

Trama:
È una mattina di dicembre, e James si sveglia con una meravigliosa sorpresa: una nevicata ha coperto l'intera città di un soffice manto bianco. Il piccolo corre fuori e trascorre l'intera giornata a fare un pupazzo di neve identico a quello della sua favola preferita: due pezzetti di carbone per gli occhi, un vecchio cappello, una sciarpa verde, un mandarino come naso e il pupazzo è pronto! È talmente bello che quella notte James sgattaiola fuori per rivederlo… ed è allora che il pupazzo prende vita e l'avventura più magica di sempre ha inizio. 
Ispirato al classico senza tempo di Raymond Briggs, "Il pupazzo di neve" è il racconto di Natale perfetto per tutta la famiglia.

Recensione:
Conoscete “Il pupazzo di neve”, l’albo illustrato di Raymond Briggs?
Io ne ho visto solo la copertina nei cataloghi online, e ovviamente ne ho cercato qualche foto qua e là nel web, ma non lo posseggo e non ho mai avuto il piacere di sfogliarlo, però c’è chi, con questa dolce e magica storia invernale, ci è cresciuto e ne è incredibilmente affezionato.
Tra questi Michael Morpurgo, che da bambino non mancava mai di sfogliare la silent story di Briggs, nel periodo di Natale.
L’amore per il piccolo protagonista di quelle pagine, e per il suo uomo di neve, era così forte da fargli desiderare di mettere quell'avventura, fatta di immagini ed emozioni, in un vero e proprio libro. Arricchire, quindi, quelle tavole illustrate con una vera e propria storia.
Inizialmente titubante, l’autore si è chiesto se fosse necessario questo lavoro, se i lettori lo avrebbero apprezzato o se, essendo troppo legati all'originale (come lui stesso lo è sempre stato), non ne avrebbero apprezzato la rivisitazione e non l’avrebbero accolta con entusiasmo, ma anzi come uno sfregio ad un classico dell’infanzia.
Così, dopo molta indecisione, e dopo aver chiesto il premesso a Raymond Briggs, Morpungo si è messo all'opera, aggiungendo dettagli e particolari, riflessioni e pensieri all'essenzialità emotiva delle immagini.

“La prima volta che mi fu suggerito di raccontare con le parole Il pupazzo di neve di Raymond Briggs, pensai che non fosse affatto una buona idea. Stiamo parlando di un libro che milioni di persone conoscono e amano. Un libro senza parole perché non ne aveva bisogno. Quindi no, niente da fare. Lasciamo perdere. Il libro è iconico, splendido proprio per come è. 
Poi guardai nuovamente il film che ne era stato tratto. C’era animazione, c’era musica, e la storia non era esattamente uguale. Ed era un grande film, un film che le persone avevano amato quanto il libro. Per cui ripensai alla proposta. Non è una buona idea raccontare la storia in modi diversi?”

Io solitamente non sono favorevole a chi “sfrutta”, o in un certo senso marcia, sul successo di altri autori, scrivendo rivisitazioni, su rivisitazioni, di storie già note ed acclamate.
Mi vengono ad esempio in mente i vari e numerosissimi rifacimenti o ammodernamenti di “Orgoglio e pregiudizio”, che ho sempre trovato insensati e opportunisti.
Penso che, prendere dei protagonisti noti e amati e modificarne la storia a proprio piacimento sia, una scorciatoia troppo facile e veloce per raggiungere il successo.

Tuttavia, in questo caso, apprezzo e comprendo la scelta.
Difatti spesso, quando mi ritrovo a sfogliare e ammirare un silent book, o un albo illustrato, accompagnato da poche righe di testo, rimpiango l’assenza di una corposa parte scritta.
Non dico che sia necessaria, ma io ne apprezzo la presenza. A me piace leggere la storia.
Mi viene in mente, ad esempio, il bellissimo albo illustrato “Cara Zia Agatha” di Beatriz Martín Vidal: illustrazioni splendide e una trama misteriosa che avrei davvero voluto vedere sviluppata in un vero e proprio libro...
Quindi se Morpurgo ne ha voglia... XD

Scherzi a parte, questo preambolo era giusto per dirvi che in casi come questo non critico la scelta, ma la condivido, soprattutto dal momento in cui ha avuto il benestare dell’autore.

E ora veniamo alla storia che ci racconta Michael Morpurgo che riprende le tappe essenziali di quella illustrata da Briggs, aggiungendovi un contesto.
James, il piccolo protagonista di questa favola, vive in una fattoria in campagna assieme al papà, alla mamma e al cagnolino Bertie.
Per Natale anche la nonna, che durante il resto dell’anno vive in città, raggiunge la famiglia alla fattoria.
James, come molti bambini, e come lo stesso autore, ama leggere durante il periodo di Natale il libro “Il pupazzo di neve” di Raymond Briggs, e mentre la nonna sfoglia con lui il volume, il ragazzino immagina come sarebbe bello essere il protagonista di quella storia.
Così, prima di mettersi a dormire e sognare che Babbo Natale gli porti in dono la bicicletta verde dei suoi sogni, James spera che scenda la neve, in modo da poter costruire un bel pupazzo come quello descritto nel suo libro preferito.
Quando durante la notte si sveglia, e vede il paesaggio oltre la finestra imbiancato di neve, non aspetta permessi o inviti ad attendere pazientemente la mattina seguente, ma sgattaiola subito fuori a giocare su quel manto soffice e candido.
E in poco tempo il pupazzo di neve più maestoso e sorridente che abbia mai creato è lì, davanti ai suoi occhi sognanti.


Un uomo di neve che in poco tempo conquisterà il cuore del piccolo James, prendendo vita e portandolo con sé nel viaggio più straordinario che un bambino potrà mai raccontare.
Su per i prati imbiancati della fattoria, sopra i tetti delle città, planando su uno specchio di oceano scuro, e poi verso i ghiacciai del regno dei pupazzi di neve e di Babbo Natale.

Una favola deliziosa e tenera, in un volumetto completo corredato dalle carinissime illustrazioni di Robin Shaw che riprendono lo stile e la semplicità di quelle originali.
Inoltre a conclusione del volume alcune tavole del libro di Briggs, e la descrizione delle più particolari tradizioni del Natale nel mondo.
Il volume si conclude con i consigli pratici per realizzare un perfetto pupazzo di neve!
Sono sicura che tutti i bambini adoreranno anche questa parte.


Curiosità:
L’albo illustrato “The Snowman” in italiano “Il pupazzo di neve”, di Raymond Briggs venne pubblicato per la prima volta nel 1978, e da allora ha venduto cinque milioni e mezzo di copie in tutto il mondo. La storia di Briggs ha ispirato film, canzoni, un’opera teatrale e un sequel.
Nonostante, nella storia di Briggs, il Natale non venga mai nominato (non compaiono né Babbo Natale né l’albero di Natale), per molte famiglie Natale non è Natale senza la lettura de “Il pupazzo di neve”.

Ringrazio Rizzoli per avermi omaggiato di una copia cartacea di questo libro.

il mio voto per questo libro

1 commento:

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