mercoledì 3 novembre 2021

Recensione: "La stanza 13" di Robert Swindells

Titolo: La stanza 13
Autore: Robert Swindells
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 1 marzo 2011
Pagine: 140
Prezzo: 9,50 €

Trama:
La classe di Fliss va in gita scolastica, e tutto sembra procedere come al solito: i ragazzi che fanno chiasso, i professori che tentano di tenerli a bada, il viavai notturno da una stanza all'altra. Ma Fliss si rende subito conto che l'antico albergo nasconde segreti inquietanti e che la sua compagna Ellie-May è in grave pericolo. Inutile chiedere aiuto ai professori: Fliss e i suoi amici affronteranno una terrificante avventura che non potranno raccontare a nessuno…  

Recensione:
È sempre una notte emozionante e di trepida attesa quella che precede il giorno della partenza per una gita scolastica. Si ha così voglia che passi in fretta che sembra quasi non passare mai, e il desiderio che la mattina arrivi il prima possibile, non fa prendere mai sonno, e la rende perciò infinita.
Ricordate quelle sensazioni?

Felicity, per gli amici Fliss, frequenta le scuole medie e il giorno seguente a quello in cui facciamo la sua conoscenza, la aspetta un’attesissima settimana a Whitby, la piccola e caratteristica località marittima, famosa per essere stata scelta da Bram Stoker come luogo in cui collocare la residenza inglese del suo Conte Dracula.
La notte prima della partenza, però, per Fliss non va esattamente come ci si aspetterebbe.
La ragazzina fa un sogno strano, sogna il mare, un albergo, un vecchio cancello, delle porte chiuse e una in particolare, la porta 13, che l’attira a sé in modo inspiegabile... e, al suo interno, qualcosa di terribile!
L’incubo la turba così tanto da farle decidere di non partecipare alla gita.
Ma al risveglio, alla luce del sole, il ricordo del sogno sembra essere svanito e la paura con esso.

Così la gita ha inizio.
Il viaggio in pullman, le soste per strada, la gioia di perdersi un’intera settimana di scuola e starsene invece al mare, travolge tutti, Fliss compresa, che però continua ad avere la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa di importante, non qualcosa da portare con sé durante il viaggio, ma qualcosa a cui dovrebbe prestare attenzione.
Una volta arrivati all’albergo Nido del Corvo, riecco spuntare quella sensazione che, nonostante l’eccitazione e l’allegria, sembra proprio non volerla abbandonare.
La prima notte all’hotel passa serena per tutti, o quasi.
Dei lamenti in lontananza turbano Fliss, così tanto da impedirle di chiudere occhio e costringerla infine ad abbandonare il suo sicuro giaciglio per dare un’occhiata nel corridoio.
Ed eccola lì, una porta che di giorno non era altro che una porta anonima, probabilmente di un ripostiglio, rivelarsi come la stanza 13!
Esattamente come quella del suo sogno.

Il soggiorno prosegue così, con le giornate passate a visitare la caratteristica città di Whitby, la famosa abbazia, le baie e i dintorni, e le notti angoscianti passate in bianco per cercare di venire a capo di quell’assurdo mistero, che sembra aver più di un qualcosa a che fare con il progressivo malessere di Ellie-May, compagna di classe, non particolarmente simpatica a Felicity.
Eppure, nonostante l’antipatia, Fliss non può permettere che le capiti qualcosa di brutto, senza intervenire.
È decisa a fare qualcosa e, fortunatamente, non sarà sola.
A vegliare con lei, nelle notti insonni, alla scoperta del mistero che avvolge quella stanza maledetta, ci saranno la sua amica Lisa, e i due compagni di classe Gary e David.
I quattro ragazzi faranno di tutto per sconfiggere la misteriosa entità maligna che agisce nella notte, e si nasconde oltre la soglia di quella camera.

Una storia che inizia davvero con delle buonissime premesse, una situazione congeniale per mettere in scena un horror per ragazzi, e un’occasione perfetta per descrivere al contempo dei luoghi meravigliosi e suggestivi, gli stessi che potrete trovare anche nel famoso romanzo di Bram Stoker.
Ammetto di essermi segnata l’intero itinerario per poter visitare dal vivo i posti che Felicity e la sua classe visitano durante la loro gita.
Whitby, la piccola e graziosa città costiera, le incantevoli rovine della sua abbazia così romantica e affascinante (che hanno ispirato Stoker per la descrizione del castello del suo Conte), la chiesa di Saint Mary e il suo cimitero, la baia di Robin Hood, Saltwick Bay, Staithes un piccolo paesino portuale vicino, e tutte le leggende e le storie legate a questi luoghi.
Però ecco, oltre questo, riesco a salvare ben poco di questo racconto, che si risolve troppo rapidamente e in modo davvero poco credibile ed emozionante.
L’ho trovato deludente, soprattutto perché viene considerato una pietra miliare del genere horror per ragazzi, ma ahimè di memorabile ha ben poco.

il mio voto per questo libro

2 commenti:

  1. Oddio, cosa hai tirato fuori. L'ho letto da piccola, nella vecchissima edizione Superjunior. Da quello che scrivi mi pare di capire che non è invecchiato benissimo, forse è uno di quelli che fa differenza leggerlo quando si è in target: mi è effettivamente tornato in mente, quando ho capito che lo stavi recensendo davvero e che non era un libro con lo stesso titolo.

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  2. Non lo conoscevo ma devo dire che credo sia uno dei difetti principale degli horror per ragazzi quello di essere sempre troppo sbrigativi!

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