mercoledì 7 maggio 2014

Intervista a Stefania Auci, autrice del racconto "La mamma fantasma", presente nell'antologia "Diari dal sottosuolo"

Salve avventori!
Quello di oggi è un post speciale per due motivi.
Primo fra tutti ho il piacere di inaugurare la prima tappa del Blog Tour indetto da Speechless Books per promuovere l'antologia "Diari dal sottosuolo", che ho avuto il piacere di leggere e di cui, a breve, potrete leggere la recensione qui sul mio blog.
Secondo motivo, ma non meno importante, è che sempre tramite l'iniziativa del Blog Tour mi è stata gentilmente offerta la possibilità di intervistare uno degli autori presenti nell'antologia di cui vi ho già parlato qui.
La mia scelta è virata subito su Stefania Auci, autrice del racconto "La mamma fantasma" racconto che già dal titolo mi aveva attirato moltissimo e la lettura ha confermato la mia preferenza.
Inoltre voglio comunicare una sorpresa per tutti voi lettori che mi seguite con affetto, un GIVEAWAY che avrà inizio fra poche ore, e che vedrà messa in palio una copia digitale della sopracitata antologia "Diari dal sottosuolo"!!! 
Allora restate connessi!
E in attesa del giveaway vi lascio con l'intervista a Stefania Auci!
Buona lettura ^-^


♥ Ciao Stefania! Grazie per il tempo che hai concesso a me e ai lettori del mio blog! È davvero un piacere averti qui.
Il tuo racconto "La mamma fantasma" ha l'onere e l'onore di aprire l'antologia "Diari dal sottosuolo", e quindi la responsabilità di catturare l'attenzione del lettore e spronarlo a proseguire la lettura. Senza nulla togliere agli altri racconti, credo che la scelta sia stata azzeccata. 
Nel tuo scritto ci narri la storia di una donna strappata alla vita, a causa di un violento incidente.
Samantha, portata via da tutto ciò che conosce e ama, osserva impotente la vita che aveva, i suoi affetti, incapace di poter comunicare ancora con loro. 
Il ricordo è tutto ciò che le resta, un ricordo che al contempo distrugge e consola. Come è nata l'idea di questa storia? E qual ė il messaggio che desideri arrivi a chiunque legga questo tuo lavoro?

Ciao e grazie a te, come prima cosa. 
Sì, aprire "Diari dal sottosuolo" è davvero un onore, e lo è da molti punti di vista, non solo per l’edizione – sempre curata e rifinita, come tutto ciò che è targato Speechless – sed etiam per il parterre di autori che hanno partecipato con le loro opere a questa antologia.
L’idea è nata da una serie di suggestioni, letterarie e cinematografiche, raccolte nell’arco della mia vita e giunte a maturazione proprio nel momento in cui Alessandra Zengo mi ha chiesto un racconto per il progetto dell’Antologia. 
Penso, per esempio, alle pagine iniziali di "Nessun Dove" di Gaiman, o a "Giro di Vite" di James, dove c’è appunto questa “coesistenza di dimensioni”, chiamiamola così, su cui si articola la narrazione. O ancora a un racconto di Stephen King, "Willa", anch'esso narrato dal punto di vista del fantasma. 
Mentre lo scrivevo, mi sono resa conto che c’era davvero un messaggio di fondo, e credo di averlo lasciato trasparire nel finale. Il dolore di un lutto causa una sofferenza enorme, che spesso spinge le persone a chiudersi in se stesse e rimuovere gli eventi legati alla persona scomparsa. Superare il dolore non significa dimenticare chi si è perduto, ma accettare la sua assenza come parte della nostra vita, imparare a convivere con il vuoto che essa ci ha lasciato. 
In una frase: l’amore non cessa con lo spezzarsi dei vincoli fisici. Cambia forma e modo di esprimersi, ma non muore. Di questo, ne sono certa.


♥ Tema protagonista de "La mamma fantasma" è la morte, ma anche l'esistenza di una realtà parallela a quella che conosciamo. Come ti poni a riguardo? Credi davvero che ci sia una dimensione che si muova parallelamente a questa, ma che non riusciamo a percepire?

Credo di aver risposto, almeno in parte, già a questa domanda. E la risposta è sì, anche a costo di sentirmi dare della visionaria. Esiste un aldilà, e ne sono certa, appunto perché so che l’amore non muore. Quanto alla dimensione parallela, nel caso del mio racconto si tratta di un espediente narrativo che serve per mostrare come la sofferenza sterile e chiusa in se stessa possa essere la peggior nemica da incontrare dopo un lutto. 
Se sia così, non lo so, e temo che dovrò andare per scoprirlo. Come dicevano i latini, Hic sunt leones.


♥ Questo non è il tuo primo lavoro, hai precedentemente pubblicato due romance storici con Harlequin Mondadori e una raccolta di racconti gotici, due generi molto diversi e apparentemente incompatibili, in quale ti riconosci di più?

In realtà, mi riconosco sempre in ciò che scrivo. I libri sono parte di te, sono come figli – giusto per restare in tema di maternità – e ciascuno di loro ha dei caratteri di chi li mette al mondo. Dunque, ogni testo ha qualcosa di me, del modo in cui ero e della persona che sono diventata.


♥ Cosa ti ha fatto capire che quella della scrittura doveva essere la tua strada? Come è nata questa passione e c'è stato un libro o un autore che ha influito e influenzato il tuo percorso?

Scrivere è una cosa che mi fa stare bene. Credo che quest’affermazione spieghi il perché io sia andata avanti nonostante le molte porte chiuse in faccia nel passato. Quanto agli autori, la lista è dannatamente lunga. Rankin, Rowling, Altieri, King, Shakespeare e i Wu Ming. Questi solo per citare i fondamentali poiché ci sono i singoli romanzi e i classici, soprattutto inglesi, verso cui ho una venerazione. Ma se dovessi dire chi mi ha portato a scrivere, beh. Due autori: Salgari e J.K. Rowling.
La colpa è tutta loro (LoooL).


♥ Immagino che oltre ad essere una scrittrice sarai anche una grande lettrice, quale genere prediligi per le tue letture? C'è invece un genere che eviti perché non rientra nei tuoi gusti?

Anche qui. Salto da genere in genere, l’importante è che stile e trama siano solidi e che possano darmi qualcosa di nuovo. In realtà è lo stesso concetto di genere letterario che non mi piace, e che trovo piuttosto manicheo: preferisco parlare di libri belli, intelligenti, interessanti, scacciapensieri e libri buoni per bloccare una porta o sistemare il piede del divano (cosa che è davvero successa a casa mia).


♥ E ora una domanda che mi piace fare a chiunque condivida con me la passione per i libri: se dovessi chiederti di consigliare un libro che per te rientra tra quelli "da leggere assolutamente" quale titolo mi diresti?

Tu mi vuoi male. Perché vuoi farmi scegliere? Comunque sì. "La Fiera delle vanità" di Thackeray. Poi, se v’avanza tempo, il teatro Shakesperiano. Tutto.


♥ In conclusione mi piacerebbe sapere se stai lavorando a qualcosa di nuovo, quali sono i prossimi progetti in cantiere?

Sono alle prese con una nuova storia, sì. Un romanzo molto particolare, che ho iniziato a scrivere da poco. Un altro lavoro, invece, è in valutazione. Di più non posso dire.


♥ Ti ringrazio Stefania, per la disponibilità e per il tempo speso per rispondere a queste domande, a nome mio e dei lettori del Café Littéraire. 
Spero di non averti annoiata troppo, e in attesa di leggere ancora qualcosa di tuo, ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua carriera!

Ma che annoiare! È stato un piacere, really :)

3 commenti:

  1. Questo libro mi ispira molto.. complimenti per l'intervista.

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  2. Stefania è un'autrice bravissima. Giusto ieri sera ho letto il suo racconto e wow. Bello e commovente. Mi è piaciuto davvero molto.

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  3. Bella intervista complimenti! Ieri sera ho iniziato a leggere l'antologia e "La mamma fantasma" mi ha piacevolmente colpito, scritto molto bene e con un messaggio di fondo che non posso che condividere. Sono d'accordo sul concetto di genere letterario, a volte trovo inutile e un pò "noioso" catalogare in un etichetta un libro..l'importante è che piaccia a chi lo legge!

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