venerdì 26 settembre 2014

Recensione: "La fabbrica di cioccolato" di Roald Dahl

Titolo: La fabbrica di cioccolato
Titolo originale: Charlie and the Chocolate Factory
Autore: Roald Dahl
Editore: Salani
Data di pubblicazione: 1994
Pagine: 202
Prezzo: 7,22 €

Trama:
Soltanto per il suo compleanno Charlie riceve una tavoletta di cioccolato. Per tutto il resto dell’anno la famiglia mangia cavolo a pranzo e a cena. Che tortura quindi per lui passare ogni giorno davanti alla grandiosa Fabbrica di Cioccolato Wonka! Ma un giorno viene diramato un avviso: chi troverà una delle cinque tavolette di cioccolato avvolte in carta d’oro riceverà una provvista di dolciumi bastante per tutto il resto della sua vita. I fortunati saranno un grasso ghiottone, la detentrice del record di masticatrice di gomme, la viziatissima Veruca, il teledipendente Mike Tivù e... Charlie. Uno di essi rimarrà padrone della fabbrica e potrà brucare a sazietà i prati di zucchero, pattinare sulla granatina di limone e fare il bagno sotto una schiumante cascata di cioccolato.

Recensione:
Lo stile di Roald Dahl, come avevo già avuto modo di constatare leggendo "Matilde", è simpatico e brillante.
Quella che racconta in "La fabbrica di cioccolato" è una storia fantastica, una favola caratterizzata da personaggi assurdi ed eccentrici, decisamente sopra le righe.
Tutto è esagerato ed esasperato, dal famoso fabbricante di cioccolato Willy Wonka, ai bambini che vincono l'opportunità di visitare la sua fabbrica, sino ai genitori che li accompagnano. 
E anche le ambientazioni, non sono da meno. 
Dahl riesce a ideare e a descrivere un mondo immaginario colorato e profumato di cioccolato, zucchero e caramella, dove non sarà difficile trovare cascate di cioccolata calda, e prati fatti di fili di zucchero.
Charlie, il piccolo protagonista di questa storia, è fra tutti quelli che ci vengono raccontati, il personaggio più timido, riservato e, permettetemi di usare questo termine antipatico: "normale".
Ma anche nella cerchia della sua famiglia non mancano descrizioni di comportamenti bizzarri.
Quella di Charlie è una famiglia molto povera, composta da sette membri, di cui sei adulti (I genitori di Charlie, i signori Bucket, e i rispettivi genitori, nonno Joe e nonna Josephine, nonno George e nonna Georgina), costretta a vivere in una minuscola casina diroccata e malmessa.
I nonni, tutti molto vecchi e stanchi, trascorrono le giornate all'interno del loro lettone, dal quale non escono da anni. Un unico letto per i quattro nonnini, che dividono stando nonno Joe e nonna Josephine da un capo e nonno George e nonna Georgina dal capo opposto.
L'unico stipendio, che consente alla famiglia di tirare avanti, proviene dal lavoro del signor Bucket, che avvita tappi in una ditta che fabbrica tubetti di dentifricio.
L'unico giorno in cui Charlie può avere un regalo è quello del suo compleanno, giorno in cui, ogni anno, riceve una tavoletta di cioccolata, fra tutte la sua cosa preferita in assoluto.
La descrizione della famiglia è adorabile, si sente il senso di sacrificio, la pazienza e l'affetto che lega i vari personaggi.
Il desiderio con il quale tutti i membri della famiglia attendono il giorno del compleanno di Charlie e la gioia di quest'ultimo che non manca ad arrivare, seppur il suo dono sia ormai più che scontato e previsto.
La prima parte del racconto è utile proprio per questo, ci fa conoscere l'umiltà di questi personaggi e li mette a confronto con gli altri vincitori dei biglietti d'oro.
Il paragone è disarmante.
Famiglie grottesche, caratterizzate da genitori strampalati e menefreghisti, a cui risulta più facile dire un "si" e acconsentire ai capricci dei loro marmocchi, piuttosto che educarli come persone per bene.
La perfetta rappresentazione del detto "i mostri generano mostri".
Conosciamo così Augustus Gloop che ricerca affetto nel cibo, perché mangiare è la cosa che più gli piace fare.
Violetta Beauregarde, una bambina maleducata e impertinente, figlia di genitori che, seppur disapprovando il suo comportamento, sono troppo deboli per mettergli freno.
Veruca Salt, a cui non è mai stato detto di no e di cui i genitori sembrano avere quasi paura e Mike Tivù, la rappresentazione del tipico bambino parcheggiato davanti alla TV.
Charlie che, ad inizio lettura sembra essere il bambino più sfortunato del mondo, appare ora come il vero privilegiato, e allo stesso tempo quello più meritevole di tutti quei benefici di cui purtroppo è sempre stato privato.
Ecco dunque la prima grande lezione data da questo libro.
Charlie ha poco o nulla, ma ha sempre avuto una famiglia che lo ha amato ed ha fatto di tutto per educarlo al meglio, e questo non si compra nemmeno con tutto l'oro del mondo. 
Quando Charlie trova finalmente il famoso biglietto dorato, all'interno di una golosa barretta al cioccocremolato delizia Wonka al triplosupergusto, possiamo osservare altri comportamenti che fanno parte dell'animo umano.
Chi vedendolo così poco coperto (nonostante sia inverno) e denutrito, pur rendendosi conto della sua palese povertà e del suo stato precario di salute, lo invidia.
Chi cerca di imbrogliarlo facendosi vendere il biglietto vincente per pochi soldi.
E chi, come il gentile tabaccaio, è felice per lui, capisce che finalmente la famosa ruota della fortuna, che si dice girerà per tutti, ma in realtà gira sempre per gli stessi, questa volta ha mantenuto la promessa e si è finalmente fermata da una persona che la fortuna non l'aveva mai vista.
Questa è la seconda grande lezione che ci dà questo libro: non importa quanto ci siamo meritati un risultato, ci sarà sempre qualcuno che ci invidierà quel qualcosa, finanche la più piccola sciocchezza, perché la maggior parte delle persone è di indole invidiosa e raramente gioisce delle gioie altrui... si, anche se, come nel caso di Charlie, quelle gioie sono assai rare.
Giunti finalmente nella fabbrica tanto sognata, ci ritroviamo al cospetto dei capricci e dei comportamenti maleducati dei quattro ragazzini, e alle stupide rimostranze dei loro genitori, che reagiscono ai pasticci combinati dai loro figliuoli prediletti, prendendosela sempre con il signor Willy Wonka e mai con i loro ragazzi, o meglio ancora con se stessi.
I comportamenti inadeguati di figli e genitori vengono sempre sottolineati in maniera molto divertente da un sarcastico, ironico e spesso sadico signor Wonka e dai suoi Umpa-Lumpa, che salutano ogni bambino con una filastrocca, scritta su misura, a mo' di sfottò.
Il viaggio termina e Charlie torna a casa con il pancino più pieno e il cuore più leggero, sicuro di aver assicurato un futuro migliore ai suoi familiari e a se stesso.
Una bella favola a lieto fine, da far leggere sicuramente ai piccini, ma soprattutto da consigliare ai futuri genitori, perché il messaggio della storia infondo è uno e uno soltanto: badate bene a come educate i vostri piccini, perché saranno loro gli adulti del domani.

Considerazioni:
Divertente sin dalle prime pagine. 
L'ironia di Roald Dahl non delude e il modo che ha di raccontare, di impreziosire la storia con particolari sempre più curiosi, fantasiosi e accattivanti, tiene incollati alle pagine.
In quest'opera i suoi protagonisti sono molto caratterizzati, hanno tutti una forte personalità e un preciso scopo per il quale sono inseriti nella storia.
Ad impreziosire tutta l'opera le illustrazioni che rendono ancora meglio le scene narrate nel racconto, ad esempio ho trovato deliziosa l'immagine dei quattro nonni che si dividono un unico lettone, e molto dolce il rapporto che li lega a Charlie, mentre i genitori risultano delle figure abbozzate, i personaggi meno indagati in tutto il racconto.
Charlie rappresenta l'umiltà, un bambino che, a differenza degli altri fortunati vincitori dell'ambito biglietto d'oro, non ha nulla, e nonostante questo è disposto ha dividere quel poco che gli è concesso, con i suoi cari.
Un bambino esile e premuroso, e lo scrittore preme ad esaltarne la generosità per rendere più palese il contrasto con gli altri suoi coetanei.
Nonostante questo, la premura del bambino stona un po' con i fatti narrati ad un certo punto della storia, ovvero mi riferisco a quando Charlie e la sua famiglia soffrono la fame più del solito poiché il signor Bucket ha perso il lavoro.
Il ragazzino tornando a casa da scuola, trova del denaro per terra e anziché portarlo direttamente alla madre e fare in modo che tutti ne usufruiscano, comprando cibo per tutta la famiglia, lui, senza il minimo senso di colpa ne spende quasi la metà in cioccolata che, senza il minimo ripensamento, trangugia da solo! 
Nemmeno io, che da nessun scrittore verrò mai descritta come una dolce e buona ragazzina tanto meritevole da meritare addirittura di ereditare un'intera fabbrica di cioccolata, sarei stata capace di tanto egoismo!
Qui Charlie, caro mio, hai toppato alla grande U_U
Ho trovato questo suo comportamento poco corrispondente all'immagine che Roald Dahl voleva dare del bambino.
Invece ho trovato perfetto il personaggio di Willy Wonka! Esilarante, pungente, stralunato e strambo quanto basta per conquistare il cuore di qualsiasi lettore.
I bambini, da Augustus Gloop a Mike Tivù, rappresentano ognuno un esemplare diverso di comportamento a cui spesso i bambini, reduci della cattiva educazione, fornita dai loro genitori, vanno incontro.
Chi si consola nel cibo fino a diventare pesantemente sovrappeso, chi viziato non vuol mai sentire un no come risposta, chi con la prepotenza prende il sopravvento sui genitori e chi viene parcheggiato per ore davanti alla TV sino a non poterne fare più a meno.
Gli Umpa-Lumpa, con le loro buffe filastrocche non mancano mai di dare dei messaggi importanti, come è soprattutto nel caso dell'ultima, quella che dedicano a Miky Tivù, ai suoi genitori e a tutti i bambini e genitori che hanno letto e leggeranno le pagine di questo libro.
La fabbrica di cioccolato è una favola, si, ma una di quelle che insegnano qualcosa ai piccini ma soprattutto ai loro genitori.

Confronto con il film:
Il film a mio parere è la perfetta trasposizione del libro.
Non avrei potuto scegliere interpreti migliori.
Leggendo il libro mi sono resa conto di quanto, l'interpretazione di Johnny Depp, rendesse alla perfezione il personaggio di Willy Wonka descritto da Roald Dahl.
Lo stesso vale per Charlie, per gli altri personaggi e per le spettacolari ambientazioni.
Mi è spiaciuto solamente non leggere nel libro la storia familiare di Willy Wonka, dei suoi dissapori con il padre e delle motivazioni che lo hanno spinto ad aprire una fabbrica di cioccolato.
Le parti che riguardavano la sua infanzia erano tra le mie preferite nel film, e scoprire che nel libro non ve n'è traccia è stata una piccola delusione. 
Allo stesso tempo però sono stata contenta che nel film l'abbiano implementata, credo che dia un valore aggiunto a questa storia già di per sé molto carina. 
Sicuramente da vedere.

Curiosità:
Forse non tutti sanno che esiste un seguito alla storia, intitolato: "L'ascensore di cristallo".


il mio voto per questo libro

4 commenti:

  1. Voglio leggerlooooooooo!!!! Adoro il film ed adoro Depp! Ho sempre dei problemi a leggere il libro dopo aver visto il film quindi ho sempre rimandato...

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  2. Ci piace!! Il film lo adoriamo entrambe :-)

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  3. Io adoro sia il film con Johnny Depp che il film più datato con Gene Wilder. Il libro non l'ho ancora letto, ma è tra le letture per ragazzi che devo assolutamente recuperare, seguito compreso :)

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  4. Con questa recensione mi hai fatto tornare in mente tanti ricordi! Io adoravo il vecchio film da bambina!

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