venerdì 21 aprile 2017

Recensione: "Le stanze dei ricordi" di Jenny Eclair

Titolo: Le stanze dei ricordi
Autore: Jenny Eclair
Editore:  Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 14 Marzo 2017
Pagine: 384
Prezzo: 18,90 € 

Trama:
Londra, Kennington Road. La casa al numero 137 è in vendita. Tanto affollata un tempo, ora è solo un nido vuoto, troppo grande per una donna sola. E così Edwina Spinner, ex artista e illustratrice, ha deciso di andarsene. Mentre conduce l'agente immobiliare di stanza in stanza, affiorano i ricordi. La mente di Edwina torna a cinquant'anni prima, quando si era trasferita lì dopo le nozze, giovanissima, con il suo grande amore. Torna ai suoi bambini, gemelli scalmanati, e al figlio acquisito che l'ha sempre detestata. Man mano che la casa rivela i suoi segreti, Edwina è costretta a fare i conti con il passato, fino al ricordo di quella notte che ha travolto per sempre le sorti della sua famiglia. Ma quella di Edwina è solo una versione parziale. Per scoprire davvero tutta la verità, dovrà affrontare l'unica persona che non avrebbe voluto rivedere mai più...

Recensione:
Ci sono libri che ti rapiscono il cuore sin dalla prima pagina, e altri che, senza un particolare motivo, non riescono proprio a fare breccia.
Mi spiace dirlo ma questo romanzo rientra nella seconda categoria.
Guardandolo da un punto di vista oggettivo, non ho un granché di appunti da fare, eppure ho fatto molta fatica a terminarlo.
Ma partiamo dal principio. Il libro narra di una casa che custodisce storie e segreti quali fossero il migliore dei tesori. E parla di una famiglia, o meglio di due famiglie, e di come una folle passione e una scelta egoistica possano causare più disastri di quanto si possa immaginare.
Il famoso "butterfly effect", riproposto in una vicenda che affonda le radici alla fine degli anni cinquanta fino ad arrivare ai giorni nostri.
Edwina è la principale protagonista di questa storia, a lei è dedicata la prima sezione del romanzo. Ormai anziana, ripercorre le tappe più importanti della sua vita, ponendo l'attenzione sugli errori da lei commessi e su quanto si sarebbe potuto evitare, conoscendone in anticipo le conseguenze.
Questa parte, sicuramente ben scritta e corredata da dettagliate descrizioni (ogni capitolo è dedicato ad una stanza della casa e ai corrispettivi aneddoti), mi è parsa un po' lenta. Essendo prettamente conoscitiva, e quindi rivolta a farci entrare in relazione con i personaggi e il loro vissuto, manca di dinamica e di pathos. È inoltre intrisa di nostalgia e rimorsi, come è ovvio che sia, considerando l'età della protagonista e il particolare momento che si ritrova a vivere.
La seconda parte del libro invece, si mostra decisamente diversa. Tutto gira intorno ad una ragazza, Fern (che in qualche modo ha a che vedere con Edwina), e alla sua folle passione per un giovane scapestrato. La narrazione da questo punto in poi diventa più frizzante e vivace.
Devo ammetterlo, questo cambio di rotta improvviso mi ha stupito, perché dà un tono completamente diverso alla narrazione.
Eppure neanche queste pagine hanno riscontrato la mia approvazione, in quanto paiono eccessivamente frivole e prive di emozioni. Insomma da un eccesso a un altro. 
La terza e ultima parte invece è stata inaspettatamente quella che ho apprezzato di più, l'unica in cui affiorano sentimenti veri e condivisibili. Ha come voce narrante Lucas, che potrebbe essere considerato il filo conduttore di tutto questo dramma familiare e, a mio modesto parere, anche la principale vittima. A lui si allude per tutto il libro, ed è stato un piacere poter conoscere finalmente anche il suo punto di vista. 
In generale non posso bocciare questo romanzo che è riuscito nella difficile impresa di plasmare le pagine, in base al personaggio di cui intende raccontare, e adeguando i toni narrativi.
Eppure non posso neanche nascondere che questa lettura non mi ha entusiasmato e che anzi, in alcuni momenti, mi è pesata più di un macigno.

Considerazioni:
Se non hai letto il libro, e hai intenzione di farlo, fermati qui!
Quando ho iniziato questo libro avevo grandi aspettative, soprattutto considerando la trama, per alcuni versi simile a "I segreti della casa sul lago" di Kate Morton. Le prime pagine mi avevano fatto ben sperare, al punto che credevo di poter ritrovare vaghe somiglianze con "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", romanzo che ho letteralmente adorato. Credevo infatti che, dopo una prima parentesi nostalgica, saremmo approdati in una terra fatta di legami familiari, emozioni profonde, segreti inconfessabili e momenti pregni di vivacità e tenerezza.
E invece no, niente di tutto questo. 
Edwina ripercorre la sua vita, i brevi momenti felici con il primo marito e l'interminabile dramma che ha inizio con il suo secondo matrimonio.
Sceglie, senza pensarci due volte, di assecondare una passione fuggevole, pur sapendo di rovinare così una famiglia. E cosa ben peggiore, fino al raggiungimento della tarda età, sembra non mostrare alcun rimorso, e nessuna compassione per chi ha dovuto subire le conseguenze di questa decisione avventata. Anzi, si mostra eccessivamente dura e ostile nei confronti di Lucas, il figliastro che, da un giorno all'altro, si è ritrovato ad affrontare il divorzio dei genitori e il continuo via vai da una casa all'altra.
Lucas viene immediatamente identificato come il nemico, colui che vuole portare scompiglio nel nuovo equilibrio familiare, che vuole sabotare la ritrovata felicità.
Eppure Edwina non si ferma mai a pensare ai sentimenti del bambino, continuamente isolato o deriso dai fratellastri, in più occasioni ridicolizzato da lei stessa, e in linea di massima trattato come un estraneo. Per giunta crede di essere lei la vittima, e che il povero Lucas sia in realtà l'artefice di tutte le sventure susseguitesi nella sua vita.
Mi dispiace dirlo ma il personaggio di Edwina non ha suscitato in me alcuna simpatia, se non nelle battute iniziali, quando ci parla del grande amore con il primo marito. Dalla morte di quest'ultimo, il personaggio della donna si perde irrimediabilmente.
A dir la verità, credo che il problema di questo libro sia proprio la mancanza di empatia. È impossibile legare con alcun personaggio, immedesimarsi nelle loro vicende e prendere le loro parti. Tutti si comportano in modo sconsiderato e non mancano di puntare il dito contro gli altri, sfoggiando un senso di superiorità, ingiustificato a mio avviso.
Ne è l'esempio lampante Fern, la seconda protagonista del romanzo. Pur essendo fidanzata con l'uomo perfetto, non fa che sminuirlo e ridicolizzarlo, e non perde occasione per sbavare dietro il primo di turno. E come potrà rivelarsi l'oggetto dei suoi desideri, se non il solito sciupafemmine senza rispetto? E come potrà reagire la nostra Fern dopo averlo conosciuto? È ovvio, come la tipica protagonista di un qualsiasi puerile romanzetto rosa, ovvero sbavando ancora di più.
Lui sparisce per giorni e lei gli compra un regalo.
La usa solo per il sesso, e lei, di rimando, non fa che aspettare che lui schiocchi le dita per tornare fra le sue braccia.
Più leggevo di Fern e più pensavo che sarebbe stato utile ripubblicare quella sezione di libro con il titolo "Ciò che nessuna donna dovrebbe fare mai".
Inutile dire che, se nel corso della lettura, la mia simpatia per Edwina è stata poca, quella per Fern era pari a zero. 
Per quanto riguarda Charlie e Rowena invece, i figli di Edwina e del suo primo marito, non mi sono fatta una precisa idea. Sicuramente si dimostrano poco carini nei confronti del nuovo arrivato, Lucas, ma essendo dei bambini a loro volta non possono essere colpevolizzati.
Charlie è un personaggio controverso. Vive sentendosi inferiore sia alla sorella che al fratellastro e questa cosa non fa che distruggerlo poco a poco. Si comporta in modo sconsiderato, anche nei confronti di Lucas, eppure nel momento del bisogno non manca di mostrare le sue fragilità proprio di fronte all'acerrimo nemico.
Anche Rowena cade nell'autolesionismo, forse proprio perché pressata dalle alte aspettative e dalle cure amorevoli che la madre riserva solo a Charlie. Lei è, assieme a Lucas, l'altra vittima della tragedia. Edwina designa lei come carnefice, in quanto troppo abituata a chiudere gli occhi di fronte agli errori del suo amato perenne bambino.
Non mi dilungo a parlare del padre di Lucas, Dickie, se non per dirvi che rappresenta in tutto e per tutto il cliché dell'uomo di mezz'età che perde la testa per una donna più giovane, infischiandosene di moglie e figlio.
A questi ultimi invece vorrei rivolgere le mie ultime parole, in quanto le pagine a loro dedicate sono le uniche che hanno risvegliato in me qualche emozione.
Il rapporto Barbara-Lucas è pieno d'amore, con una madre che farebbe di tutto per il suo cucciolo, coprendolo fin troppo di attenzioni, e un figlio che vive nella costante paura che lei possa farsi del male in sua assenza.
Nelle ultime pagine purtroppo Lucas pecca di egoismo e di insensibilità, perché nemmeno lui è esime da colpe. 
In generale penso che il peccato e il perdono siano i veri attori protagonisti di questa storia. Ogni personaggio descritto ha i suoi segreti, ognuno ha il suo aguzzino, ed è a sua volta tiranno di qualcun'altro. 
Un errore dopo l'altro crea una spirale di dolore, rimpianti e rimorsi. Un'unica parola, "scusa", può mettere fine a tutto, anche quando il danno è fatto, anche quando è troppo tardi.

il mio voto per questo libro

2 commenti:

  1. Sembra una lettura molto carina, la cover lo è sicuramente.
    Bella la recensione, mi ha incuriosità, aggiungerò questo libro alla mia lunghissima lista.

    Se ti va di scambiarci le iscrizioni ai nostri blog, ti lascio il mio - booksinwonderlands.blogspot.it

    Grazie

    A presto

    Valentina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Valentina. Passo volentieri a dare un'occhiata. Se hai piacere di seguirci siamo qui :)

      Elimina

♥ Dimmi la tua ♥
Accetto volentieri saluti e commenti relativi all'argomento del post. Evitate i commenti volti esclusivamente a pubblicizzare i vostri blog. Grazie!