lunedì 3 aprile 2017

Recensione: "Dov'è Alice?" di Stefania Siano

Titolo: Dov'è Alice?
Autore: Stefania Siano
Illustratore: Paola Siano
Editore: Lettere Animate
Data di pubblicazione: 31 maggio 2016
Pagine: 116
Prezzo: 10,00 € 

Trama:
Arianna vive a Città dei Sogni e adora sua sorella Alice, una bambola di porcellana capace di parlare e pensare come un essere umano che suo padre ha costruito per lei quando era ancora una bambina. 
Un giorno Alice scompare misteriosamente, suo padre non le dà alcuna spiegazione e non sembra interessato a cercare la sua sorellina, ma Arianna non si dà per vinta: assieme ai suoi amici Lea e Leo e al suo pupazzo di infanzia, il Signor Bianconiglio, decide di partire alla ricerca di Alice; per farlo dovrà attraversare il caos di Paese Sogni d'Oro, il grigiore di Periferia Dormiveglia, la Discarica dei Ricordi e il Distretto Risveglio. 
Arianna dovrà capire da sola qual è la strada giusta da seguire: dare retta al Dottor Z, un individuo mascherato, vestito da prestigiatore, che cammina sui trampoli e che sembra sapere tutto di lei o fidarsi dei consigli del Signor Bianconiglio? Arianna non lo sa, ma l'unica cosa che può salvarla è trovare una risposta alla domanda: "dov'è Alice?"

Recensione:
È da un po' di tempo che desideravo leggere questa storia, in parte perché incitata dalle molte recensioni positive scovate in giro, e in parte perché incuriosita dalla copertina, una carinissima illustrazione opera della sorella dell'autrice, Paola Siano.
Quando ho iniziato la lettura, non sapevo cosa aspettarmi (ho evitato di leggere la trama), e già dalle prime pagine sono stata catturata dalla storia.
Quella che ci viene descritta è una bambina stanca di passare le giornate da sola, che ha come più grande desiderio l'avere una compagna per la vita, una complice, qualcuno da coccolare e proteggere: una sorella.
I genitori assecondano il suo desiderio, donandole una bambola di porcellana che per qualche strana ragione parla, pensa e si comporta come una persona vera: Alice.
Lei rappresenta tutto per Arianna, la nostra protagonista, che improvvisamente si trova senza la sua più cara alleata, e cosa peggiore, senza riuscire a ricordare come e perché.
Il suo compito sarà ritrovare la strada, fare luce nei ricordi, riabbracciare il suo passato.
Non sarà però sola in questa missione, potrà contare sull'aiuto di due compagni di scuola nonché migliori amici, i gemelli Lion, e del suo vecchio peluche, il Signor Bianconiglio. E ovviamente su noi lettori che seguiremo la sua avventura passo dopo passo, indizio dopo indizio, alla ricerca della verità.
Il cammino non sarà semplice, in quanto dislocato in varie località e in diversi piani temporali.
Attraverso alcuni rapidi accessi alla banca della memoria di Arianna, avremo modo di ripercorrere solo qualcuno dei tanti momenti trascorsi assieme dalle due sorelle, e di osservare quindi il loro rapporto.
E devo dire la verità, queste parti, sebbene non molto numerose, mi hanno coinvolto totalmente. Nonostante il mondo fantastico che Stefania Siano è riuscita a creare, e di cui vi parlerò a breve, nulla è paragonabile alla semplicità dei gesti d'affetto e delle tenere marachelle delle due ragazzine.

«Guarda la signora Lion» mi fa notare Alice. Siamo al parco sedute sulla panchina, la mamma è al bar con la donna che sfoggia il suo tailleur color pesca, un paio di occhiali da sole a forma di occhi di gatto, una borsa che sembra una ventiquattrore e un paio di tacchi vertiginosi. Al collo ha un semplice foulard e il tintinnio che nasce dal movimento delle sue braccia è causato dallo sbattere dei molteplici bracciali preziosi, che avvolgono i polsi esili. 
«Veste sempre in tinta.» 
«Poi ha gli stessi vestiti» constata mia sorella che lecca con goduria il cono gelato alla nocciola e cocco. 
«Già, la mamma spesso la critica.» 
«Potremo fare irruzione a casa sua e aprire l’armadio» ridacchia Alice. 
«Sì, vedremo tutte giacche e pantaloni chiuse in buste di plastica.» 
«Che compongono i colori dell’arcobaleno» continua esaltata, ma la sua euforia fa cadere una pallina di gelato dal cono che repentinamente afferro, mettendo le mani a coppa. 
«Freddo, freddo, freddo, freddo, freddo» mi lamento facendo balzare la palla ghiacciata da un palmo all’altro. 
«Fermati o finirai per scioglierlo!» 
«Certo che sei una grande insensibile, non solo ti ho salvato la pallina di cocco mi devo sentire anche criticare.» 
«Ferma che lo rimetto sul cono.» 
Nel fare quest’operazione qualcuno ci viene a sbattere contro e noto, su un immacolato vestito color pesca, una chiazza bianca. Alzo gli occhi al cielo guardando il volto sconvolto e sull’orlo di una crisi di pianto della signora Lion, mia madre mi si affianca rimproverandomi anche se si è trattato di un incidente. 
«Lascia stare cara» dice la donna tentando con tutte le forze di trattenere il tremore visibile della mascella. 
«È stata colpa mia. Ero troppo presa a chiacchierare con te e non le ho viste.» 
Alice tenta di trattenere una risata e io la guardo in malo modo, immaginando di affogarla in una vasca di gelato.

Le scene che le vedono protagoniste sono delicate ma vivide. Sono spontanee, vere.
Mentre si legge pare ovvio che chi ha scritto questo libro sa perfettamente che il legame della sorellanza è unico e indissolubile, difficile da spiegare a chi non lo prova sulla propria pelle.
È più di un'amicizia, anche della più intensa, significa avere una parte di te, separata e dislocata in un altro corpo. 
Questo risulta evidente dal modo in cui Arianna parla di Alice, e dallo stato d'animo in cui versa da quando l'ha persa.
Lei è ciò che ha di più importante al mondo, ed è l'unica che può ricondurla a ritrovare se stessa.
E parlando invece dell'estro creativo, come accennavo prima, questo di certo non manca.
Stefania Siano ha realizzato un bel dipinto, formato da pennellate distinte e complementari.
Con Arianna ci spostiamo in quartieri diversi, tutti definiti da caratteristiche specifiche: contraddistinti da colori differenti, e talvolta da non colore, da uno stile ultramoderno in linea generale fino ad arrivare, in alcuni casi, ad una sobria normalità.
Tuttavia mi duole confessarvi che, pur riconoscendone la fantasia, non sempre sono riuscita ad apprezzare ciò che mi veniva descritto.
Nelle prime pagine, come vi ho detto poc'anzi, ci viene raccontata la storia di una comune famiglia ma, d'improvviso, nel secondo capitolo, siamo catapultati in una realtà futurista che inizialmente non sono riuscita a spiegarmi.
I ricordi che avevano come oggetto Arianna e Alice hanno rappresentato per me quella boccata di ossigeno e normalità in una storia parecchio stravagante.
Il brusco spostamento tra le due realtà (passato e presente) mi ha generato confusione, come anche alcuni dettagli palesatesi nel corso della lettura, e difficilmente comprensibili.
Per fortuna tutto, o quasi, ha trovato una spiegazione a fine libro. 
Inoltre questo costante punto interrogativo credo sia uno degli effetti voluti. Come il più famoso "Alice nel paese delle meraviglie", credo che anche il romanzo della Siano volesse indagare il mondo dei pensieri e la sua assurdità. 
Inoltre troviamo alcuni riferimenti all'opera di Carroll, che gli amanti del classico, non potranno non apprezzare (basti pensare alla presenza dei due gemelli, della preside della scuola Rose e del giardino delle rose, del Bianconiglio o dell'inquietante Dottor Z, tutti personaggi che ricordano altrettante figure del paese delle meraviglie).
In generale, a parte qualche errore di battitura (purtroppo anche nel titolo di uno dei capitoli), non credo che questo libro abbia molti difetti.
È ben scritto, presenta una buona dose di creatività, ci trasporta nel magico mondo dei sogni per riportarci alla realtà, quando meno ce lo aspettiamo.

Considerazioni:
Come vi dicevo prima, ho adorato il rapporto che lega Alice e Arianna, avrei voluto conoscere molto più di loro, sapere più aneddoti della loro vita assieme. I pochi che ho letto però, mi hanno fatto emozionare, perché carichi di tenerezza, istinto di protezione e amore.

Seduta sul lettino medico, con sguardo smarrito, ha sempre una flebo al braccio, ma appena mi vede, sorride e pretende di giocare. 
Ogni volta che sto con lei, i minuti volano e mio padre mi richiama per tornare a casa. 
Ogni volta che attraverso quella bruttissima porta della stanza ospedaliera, gli occhi di mia sorella si adombrano.
Ogni volta, chiedo a papà quando potranno tornare a casa Alice e la mamma, ma non ho mai una risposta. 
Ogni volta, mi infilo sotto le coperte e tento di prendere sonno, aspettando il pomeriggio successivo per andare a trovare di nuovo mia sorella e quando non riesco ad addormentarmi, mi affaccio alla finestra sperando di vedere una stella cadente.

È stato un peccato dover dire addio a questi momenti di semplicità per tuffarmi nel mondo fantastico e surreale di Città dei Sogni.
Qui abbiamo modo di conoscere i migliori amici di Arianna, ovvero i gemelli Leo e Lea. I loro personaggi sono stereotipati, sempre troppo occupati a litigare tra loro e a riempirci di battibecchi senza senso, per poterci offrire anche la benché minima emozione.
Purtroppo non posso dire di aver provato simpatia per loro, come del resto anche per il papà di Alice, sempre sfuggente, incapace di affrontare la realtà e di colmare i dubbi della propria figlia.
Il suo comportamento mi è parso strano e fuori dalla realtà, come molte altre cose del resto.
Il mondo creato dall'autrice è pregno di comportamenti eccentrici o poco chiari.
Tipo se Alice è una bambola perché si ammala e perde peso? 
E se ha sempre avuto dieci anni perché è sempre stata, per tutti, la sorellina minore di Arianna?
E se era parte integrante della famiglia perché nessuno si cura di lei dopo la sua scomparsa?
E come mai è una bambola così speciale, in tutto e per tutto simile ad una bambina normale?
Alcuni di questi particolari, ed anche alcun atteggiamenti raffigurati, mi hanno infastidito, perché rimangono troppo nel vago e risultano poco naturali, altri invece mi hanno colpito per l'originalità.
È il caso, ad esempio dei tartabus e dei leprobus, i mezzi pubblici della Periferia Dormiveglia e della Città dei Sogni: i primi gratuiti ed eccessivamente lenti, in quanto costituiti effettivamente da un viaggio sul dorso di una tartaruga, e i secondi decisamente più veloci, efficienti e costosi.
Oppure il caso della bottega della Vecchia Sdentata, la quale si vede costretta a vendere risate allo zuccherificio, pur di avere il necessario per fabbricare dolci e caramelle, o dello stesso zuccherificio che, sfruttando i bisogni e la dipendenza degli abitanti di Periferia Dormiveglia, non si fa problemi a rendere tutti così tristi e desolati.
In realtà, tornando al libro, posso dirvi che anche i dettagli che non sono riuscita ad apprezzare durante la lettura, sono risultati più che appropriati una volta arrivata a conclusione. 
Anche i comportamenti non proprio naturali dei gemelli Lion e del papà della protagonista, trovano una loro spiegazione nell'ultimo capitolo, anche se non vi dirò quale sia.
Quindi sì, alla fine dei conti, consiglierei senza dubbio questo romanzo, che riesce a coniugare una storia fatta di buoni sentimenti, di amicizia e amore, ad un'altra fatta di grattacieli, caroselli, viaggi nello spazio e nel tempo.

il mio voto per questo libro

1 commento:

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