martedì 26 giugno 2018

Recensione: "Quattro amiche e un paio di jeans" di Ann Brashares

Titolo: Quattro amiche e un paio di jeans
Titolo originale: The Sisterhood of the Traveling Pants
Autore: Ann Brashares
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 16 giugno 2010
Pagine: 300
Prezzo: 8,41€

Trama:
Quattro amiche per la pelle - Lena, Tibby, Bridget, Carmen - e un'intera estate da passare separate. Che sciagura! Poco prima di partire, però, Lena e le altre trovano in un negozio dell'usato un paio di jeans magici. Che miracolo! Stanno benissimo a tutte. E allora perché non spedirseli per indossarli a turno, ognuna nel posto in cui trascorrerà le vacanze? Sarà come essere sempre tutte insieme, dopotutto.

Recensione:
Lena, Tibby, Bridget e Carmen sono amiche da che ne hanno memoria, le loro madri si sono incontrate e conosciute al corso pre-parto.
"Le settembrine", così le chiamavano. Poi il tempo è passato e l'amicizia che legava le donne si è dissolta, probabilmente, oltre al mese di nascita delle loro figlie, non avevano poi molto in comune, ma quelle quattro bambine sono rimaste amiche, legate da un legame forte e tenace, come solo le vere amicizie sanno essere.
Estremamente diverse tra loro, ognuna con il suo carattere definito, in un certo senso si fa fatica a trovare qualcosa che le accomuni: Lena molto timida e riservata, Bridget sfacciata e senza freni, Tibby un tipo schietto e senza peli sulla lingua, e Carmen capricciosa e bisognosa d'affetto.
Le quattro amiche, oltre al carattere, hanno vite diverse, frequentano scuole differenti, e hanno passioni e hobby diversi. Proprio per questo l'estate è sempre stata per loro il momento in cui potersi vivere appieno, stare finalmente insieme, confidarsi, raccontarsi senza limiti di tempo o di impegni. 
Quella che ci viene raccontata nelle pagine di questo libro è, a tutti gli effetti, la loro prima estate separate. Ognuna la sua meta, ognuna con il suo viaggio e le sue esperienze ad attenderle, con le avventure che, purtroppo, non potranno condividere le une con le altre.
Come fare per trasformare questa separazione nell'ennesima avventura da vivere insieme?
Be' il destino, lo sapete, si può presentare nei modi più disparati, e questa volta ha le sembianze di un paio di vecchi pantaloni!
Un paio di jeans, scovati per caso in un negozio dell'usato, diventano, quasi per scherzo, il simbolo dell'amicizia. I "pantaloni magici", così le quattro amiche li definiranno - perché nonostante le fisicità diverse sembrano calzare a pennello a tutte - divengono un vero e proprio talismano.
Essi accompagneranno ognuna per alcune settimane della loro estete, in una sorta di staffetta portafortuna, e saranno unici testimoni di ciò che loro succederà.
Seguiranno, così, Lena nella sua estate a Santorini dove, piano piano, la vedremo far cadere quella barriera che ha posto fra lei e i sentimenti; torneranno a casa con Tibby, dove la ragazza che non si aspettava nulla di ché dalla sua estate, se non l'emozione di indossare la divisa verde del Wallman’s, si ritroverà ad avere in cambio uno dei doni più preziosi che si possa desiderare; ancora voleranno per il South Carolina, dove Carmen dovrà fare i conti con le sue grandi aspettative; e infine giungeranno in Messico , dove una fin troppo esuberante Bridget capirà che spesso il buonsenso può essere un grande e fidato amico. 
Un romanzo per ragazze fresco e leggero, ma anche profondo. In esso c'è tutto: la spensieratezza e la spavalderia tipiche nelle ragazzine di sedici anni, ma non solo. C'è anche la malinconia, la tristezza e la delusione. Vengono affrontate tematiche importanti ed esplorati sentimenti profondi. 
Allegria e dramma sono ben mescolati e rendono, questa, una lettura decisamente non frivola, anzi, un libro che mi sento di consigliare alle adolescenti in alternativa ai vari "After" e "Before" tanto acclamati, ma poveri di contenuti. 
La cosa più bella e importante di "Quattro amiche e un paio di Jeans" è il risalto che viene dato all'amicizia, un valore importante, che per le giovani lettrici dovrebbe avere la massima priorità e magari, come le protagoniste di questo romanzo, leggendolo capiranno che per l'amore c'è sempre tempo e che, a quell'età, non deve essere assolutamente la priorità.
Per l'amicizia invece, non c'è tempo, anzi, non si è mai troppo giovani per coltivarla.

Considerazioni:
In questa sezione voglio un po' lasciarmi andare e scrivere liberamente delle mie impressioni sui personaggi che hanno animato queste pagine, in specie sulle quattro protagoniste, ma, prima di arrivare a loro, vorrei parlarvi del mio personaggio preferito, trattasi, ovvero, della piccola Bailey.
È senza alcun dubbio la migliore tra le figure femminili che ci vengono raccontate in questo romanzo, difatti, se delle altre potrei narrarvi pregi e difetti, e se a loro avrei riservato, in egual misura, lodi e tirate d'orecchi, alla piccola Bailey, posso riconoscere solo pregi.
E non è la pena per la sua triste condizione di malata che mi spinge a dire questo, o meglio, anche la malattia c'entra qualcosa nell'opinione che mi sono fatta di lei, ma non perché la compiangessi, bensì per il modo in cui la ragazzina ha saputo reagire ad essa.
Bailey è coraggiosa, forte, profonda e matura, probabilmente è stata proprio la sua malattia a renderla tale, non possiamo dirlo con certezza, sta di fatto che, nonostante l'età inferiore a quella delle quattro protagoniste, è lei quella che ha partorito i pensieri più interessanti, le domande più importanti, le riflessioni più mature.
Senza di lei questa storia non sarebbe stata la stessa, la sua presenza, la sua esperienza di vita, hanno dato spessore ad un libro che altrimenti sarebbe stato piuttosto frivolo.
Bailey insegna ad affrontare la malattia con coraggio. Facile potrete dire, è solo finzione! Invece non è così, perché i bambini, lo sentiamo ogni giorno, hanno per natura la capacità di affrontare, con grande forza d'animo, situazioni che annienterebbero anche gli adulti più caparbi, probabilmente perché da piccoli non si ha ancora la presunzione che tutto ci sia dovuto, l'incoscienza e l'ambizione che ci porta a pensare di essere invincibili. 
La bellezza dell'animo di Tibby viene fuori proprio grazie alla sua piccola e sfortunata amica, altrimenti per noi sarebbe stata solo una ragazzina scontrosa, annoiata dal lavoro al supermarket e dai capricci dei fratellini minori.
Bailey porta Tibby ad un altro tipo di consapevolezza, le fa notare la sua leggerezza nel dare giudizi e, cosa più importante, porta nella sua vita un grande dono, assieme ad un grande nuovo dolore, probabilmente il primo dei veri dolori che potrà contare nella sua vita.
Anche Carmen con suo padre affronta il dolore della delusione.
Di lei non ho compreso/concepito varie cose, e forse proprio per questo ho provato per il suo personaggio una sorta di insofferenza.
Per natura non sopporto chi volta le spalle a chi, nel bene e nel male, c'e sempre e rincorre, invece, in maniera cieca e disperata chi fugge. Per questo principio mi ha dato parecchio fastidio leggere di una Carmen prendersela, per la minima sciocchezza, con sua madre, e vederla, poi, giustificare i comportamenti inqualificabili del padre.
L'ho sinceramente stimata solo quando, senza dire nulla a nessuno, ha fatto armi e bagagli ed è fuggita via dalla casa paterna, e in quella telefonata dove vomita al padre tutto il rancore che da anni covava dentro.
Poi, però, la stima è nuovamente svanita, leggendola comportasi come una perfetta zerbina e darla vinta a quell'idiota di suo padre.
E parlando di Carmen non posso esimermi dall'argomentare su suo padre, e credetemi quando vi dico che, già definendolo tale, gli sto facendo un complimento che non merita affatto.
Un uomo infantile che fugge al dialogo, che vede sua figlia a disagio, comprensibilmente e prevedibilmente triste e delusa, emotivamente impreparata a gestire la nuova situazione che si è ritrovata tra capo e collo (ricordiamo che è lei ad avere sedici anni, certo non lui!), ma finge di non vederla. Ignora i segnali, le frecciatine, gli sguardi bassi, i silenzi, tutto pur di continuare la messinscena della famiglia perfetta e per fa avere alla sua nuova compagna il matrimonio dei sogni.
Fa di tutto pur di non prendersi le sue responsabilità, non anticipa nulla alla figlia in merito alla sua nuova situazione sentimentale, preferendo metterla di fronte al fatto compiuto, quando, spera, non avrà scelta se non accettare senza fare storie.
Fugge via dagli errori e dalle situazioni complesse (che sono diventate complesse solo a causa sua) e, anche alla fine, non è lui a chiamare Carmen, a chiederle scusa o a richiederne la presenza per un giorno così importante, no! A lui sarebbe andata benissimo così. Parola d'ordine: non fare scenate, non dare spettacolo. 
Passiamo ora alla parte più spensierata della storia, Lena, suo malgrado, è quella che più mi ha fatto divertire, anche se, ne sono sicura, non era affatto questa la sua intenzione XD 
Timida e razionale, apparentemente fredda, altezzosa e distaccata. Ma l'apparenza inganna, in realtà, la ragazza, nasconde un mondo di paure e insicurezze. In lei alberga una lotta perenne tra il desiderio di lasciarsi andare e il bisogno di mantenere tutto sotto controllo. Purtroppo per lei questa lotta intestina la porterà a cacciarsi in situazioni a dir poco imbarazzanti.
Personalmente l'ho ribattezzata "Lena il bradipo", perché ci mette un'eternità per fare qualsiasi mossa: confessare la verità ai nonni sul malinteso accaduto al lago, capire di essere innamorata di Kotos e, infine, scusarsi con lui.
Anche il bacio con il ragazzo avviene l'ultimo giorno di vacanza, quando in realtà non aveva più tanto senso... ma Lena è così, tanto razionale da sfociare nell'insensatezza (vedi il bagno nuda al lago in pieno giorno XD).
E infine c'è Bridget, frizzante ed esuberante, decisamente troppo per la sua età.
Appena adocchia Eric, uno degli allenatori del campo estivo, si mette in testa l'idea di conquistarlo a tutti i costi. Così la folle Bridget, fa di tutto e finisce con il comportarsi in maniera decisamente sfacciata e poco consona per una sedicenne.
Di contro Eric, che ha diciannove anni, si comporta come un uomo molto più maturo della sua età, si fa problemi e scrupoli che "lo vorrei proprio vedere, un ragazzo della sua età, dire di no a una sciocchina svenevole che praticamente gli sbava ai piedi".
Una situazione poco credibile che però non nego mi ha regalato diversi sorrisi.
E alla fine questo libro è come le sue protagoniste, eterogeneo come le emozioni che sa regalare.

il mio voto per questo libro:

5 commenti:

  1. Che bella quella serie, la ricordo ancora con piacere! Bella anche la tua analisi, concordo con molte tue considerazioni: penso che la storia di Lena sia quella più divertente, mentre non ricordo di aver connotato così negativamente Carmen... Bridget non mi stava molto simpatica, ma poi l'ho rivalutata molto negli altri libri della serie!

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    1. Ho riso molto di Lena, più di lei che con lei , effettivamente XD
      Per Carmen credo che mi abbia subito infastidito il suo trattar male una madre che per lei c’era sempre stata (e che con lei aveva sofferto dell’abbandono paterno), per rincorrere un padre così tanto menefreghista.

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  2. Ciao :) ricordo di aver trovato i film molto carini, ma nonostante questo non mi è mai venuta voglia di leggere il romanzo. Chissà, magari un giorno rimedierò, magari prima di un rewatch!

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  3. Di questa saga serbo un ricordo speciale. I libri li ho riletti a distanza di anni... eppure non nascondo mi piacerebbe rileggerli 😄

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  4. Ho visto solo i film (un mucchio di volte in realtà). Davvero una storia divertente e piacevole, perfetta per l'estate!

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