giovedì 24 aprile 2014

Chi ben comincia... #11

Salve avventori!
Rieccoci con la rubrica "Chi ben comincia"
Quello che vi propongo oggi è l'incipit di un libro di cui avevo sentito parlare un paio di anni fa, si tratta di "Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo.
Un libro che ci fa notare che la felicità è fugace e, in quanto tale, si riduce a piccoli momenti, attimi che possono apparire trascurabili, ma che per qualche strano caso ci rendono felici.
Può trattarsi di qualsiasi cosa...
Salire sul treno e sperare di non trovare qualcuno al proprio posto. 
Il sollievo di poter stare seduti mentre gli altri si avventano su un buffet, perché un amico si è offerto di andarci a prendere qualcosa. 
Accompagnare al bancomat qualcuno che si conosce da una vita e non sentirsi obbligati a fare un passo indietro.
Debolezze, segreti inconfessabili, lampi di gioia, piaceri intensi, e volatili.
Non ho ancora letto questo libro, ma l'incipit mi ha colpito moltissimo perché, da eterna indecisa quale sono, mi sono rivista tantissimo nel personaggio che ci viene presentato.
Anch'io sono solita (purtroppo) a rimandare le cose che desidero fare, sino a quando spesso succede che perdo l'opportunità.
Perché lo faccio è un mistero anche per me XD
Forse per la paura di restare delusa, di rischiare... 
Non lo so, forse lo scoprirò leggendo questo libro.

Poche e semplici le regole:
 Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
 Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
 Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
 Aspettate i commenti


"Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo

Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledì o a volte anche prima, vedo l'annuncio di un film che aspettavo. C'è scritto: «da venerdì». Chiudo il giornale sapendo che da venerdì comincerà un segmento di tempo dentro cui una sera, presto, andrò a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andrò. 
Poi arriva il venerdì, e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell'attesa durerebbe poco; e poi il primo fine settimana ci vanno tutti. 
Aspetto. 
Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, il cinema più vicino o quello che mi piace di più, valuto la sala ma anche la strada, e se devo dirla tutta anche il marciapiede dove all'uscita chiederò a qualcuno una sigaretta e la fumerò con un piacere lento, ripensando ad alcuni dialoghi del film. Finirò per scegliere anche il marciapiede dove lascerò il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza di sera, anzi - meglio - penso di uscire di casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po' prima e passeggiare intorno all'isolato e poi entrare all'ultimo spettacolo. 
E aspetto. Aspetto. Dico: ci vado la prossima settimana. 
Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono; e so che il prossimo giovedì tremerò perché da domani forse non c'è più, il film. E poi c'è, per fortuna, ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un'agonia lenta, che non termina perché sta aspettando me. E più difficile, adesso, più lontano, più complesso; più arduo trovare qualcuno che non l'abbia ancora visto. Solo a questo punto comincia a sedurmi un'idea nuova, maliziosa, e nell'attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz'altro in pratica - una cosa insensata ma alla quale non so resistere. 
Non ci andrò. 
Scalpiterò l'ultimo giorno, un giovedì, sapendo che da domani scomparirà, telefonerò a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perché è l'ultimo giorno; ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo, se qualcuno dovesse poi essere realmente disponibile. 
E poi lo lascio andare via, quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani dirò che me lo sono perso, che mi dispiace. Il venerdì apro il giornale, scorro tutte le sale, e davvero non c'è più, è scomparso. 
E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato.

2 commenti:

  1. L'incipit è davvero bellissimo :) E' da un po' che voglio prenderlo, questo libricino...

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  2. Che bello questo incipit! A me capita spesso di fare così, non solo per i film, rimandare, rimandare, rimandare e perdere l'occasione! Dovrei impegnarmi a non farlo accadere! ;)

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