martedì 31 maggio 2016

Recensione: "L'imprevedibile destino di Emily Fox-Seton" di Frances Hodgson Burnett

Titolo: L'imprevedibile destino di Emily Fox-Seton
Titolo originale: The Making of a Marchioness
Autore: F. H. Burnett
Editore: Astoria
Data di pubblicazione: gennaio 2016
Pagine: 275
Prezzo: 17,00 € 

Trama:
Emily Fox-Seton è una giovane donna di trentaquattro anni, ben educata, graziosa, sempre generosa e disponibile con tutti.
Pur essendo di buona famiglia, non avendo nessuno al mondo su cui contare, è costretta a vivere nell'indigenza e badare a se stessa mettendosi al servizio delle conoscenze più altolocate.
Tra queste la ricca ed egocentrica Lady Maria Bayne. Sarà proprio l'invito di costei, a seguirla nella sua residenza estiva nel Mallowe, a cambiare il destino dell'ingenua Emily.

Recensione:
La grande Frances Hodgson Burnett, che abbiamo imparato a conoscere grazie ai grandi capolavori per ragazzi che l'hanno resa celebre, come "Il giardino segreto", "La piccola principessa" e "Il piccolo lord", mostra in questo suo romanzo per adulti, un'altra sfumatura della sua penna. 
In questo lavoro ci sono moltissime caratteristiche proprie della sua scrittura - l'attenzione alle descrizioni e ai dettagli, l'importanza e il rilievo riservato alle atmosfere e alla natura in cui la storia è immersa e ai caratteri e difetti dell'animo umano, messi in risalto e rimarcati con pacata ironia - tuttavia ne troviamo anche di nuove e inconsuete.
La narrazione è suddivisa in due parti che ne definiscono lo sviluppo, che è estremamente diverso, tanto da dare l'impressione di leggere due storie distinte seppur inevitabilmente collegate.
La prima parte "Formazione di una marchesa" ricorda le favole, e in particolar modo fa pensare al personaggio di Cenerentola.
Emily, come lei, pur appartenendo ad una buona famiglia, si ritrova, molto giovane, sola al mondo e in una situazione di indigenza. Ha dei parenti, ma a questi importa davvero poco della sua sorte e perciò non se ne curano minimamente.
Emily si fa forza, si rimbocca le maniche e con tutta la buona volontà, e le buone intenzioni di cui è capace, si guadagna onestamente da vivere.
Pur dovendosi accontentare di uno stile di vita umile, fa di tutto per essere sempre al meglio di sé, avere un aspetto dignitoso e modi sempre educati e ineccepibili. 
Non è colta, e la sua mente non si potrebbe mai definire arguta e brillante, eppure il suo animo è caratterizzato da un'empatia e un altruismo fuori dal comune.
Queste caratteristiche la rendono in poco tempo una persona cara e preziosa agli occhi di quelli che hanno il piacere di imbattersi in lei. 
Lavorando e mettendo le sue buone doti a sevizio della nobiltà, la dolce Emily, si ritrova in più occasioni a prendere parte ad eventi mondani che accoglie, a braccia aperte, come grandi atti di generosità e bontà nei suoi riguardi. 
È in questa prima parte che viene fuori il temperamento del personaggio, si delinea il suo carattere ingenuo e innocente, privo di qualsivoglia malizia.
Quando l'eccentrica ed egoista Lady Maria Bayne la invita nel Mallowe per il soggiorno estivo, Emily vede nel gesto solo un atto di estrema gentilezza e, né durante la permanenza nella residenza estiva e né in seguito, si renderà mai conto quanto, in realtà, la nobildonna si approfitti della sua incondizionata disponibilità.
La favola tuttavia avrà in questa prima fase il suo prevedibile lieto fine.
La seconda parte del romanzo, intitolata "I metodi di lady Walderhurst", è invece un appassionante melodramma ricco di intrigo, inganni, cattiveria e sortilegi.
Qui, la nobile bontà e l'ingenuità di Emily - ora lady Walderhurst - sono ancor più messe in risalto perché in contrasto con la bieca malvagità di chi pensa, invece, soltanto al proprio profitto e tornaconto.
Ma tutta la cattiveria, l'egoismo, l'indolenza e la freddezza che le gravita attorno non riusciranno a macchiare l'animo della nostra eroina, che fa del suo animo candido e puro - come quello dei ragazzini che la Burnett è stata tanto brava a raccontare, e che sono stati i protagonisti dei suoi grandi capolavori - la sua più grande bandiera.

Considerazioni:
La società che la Burnett è abilissima a raccontarci in queste pagine è fatta di contrasti e per contrasti, l'autrice, ce la descrive, rimarcando con forza e sarcasmo sugli opposti, sia caratteriali che di classe sociale.
Questo, pensandoci, è da sempre il suo tratto distintivo.
Basti pensare a Sara Crewe che da bambina ricca e coccolata si ritrova ad affrontare la solitudine e la povertà;
Mary Lennox che da essere una bambina egoista, triste e svogliata, impara, attraverso il contatto con persone volenterose e affettuose, ad apprezzare la vita;
Il piccolo e tenero Cedric Errol, il cui carattere è in forte opposizione con quello del l'orribile nonno.
Nell'imprevedibile destino di Emily Fox-Seton, l'indole angelica e altruista della protagonista è ancor più messa in risalto dalla viltà della maggior parte dei personaggi da cui è circondata.
Quella che ci racconta la Burnett, difatti, è una società del XIX secolo che fa dell'apparenza e dell'ostentazione i suoi punti fermi.
Donne ricche che ambiscono a trovare un uomo ancora più ricco di loro, che sia degno del loro buon nome; donne povere che rimettono tutte le speranze nella loro avvenenza e nel buon carattere per trovare anche loro un buon partito; uomini facoltosi che hanno, come unico pensiero, quello di prendere moglie e sfornare l'erede delle loro magnifiche fortune.
Il tutto è ovviamente contornato da pranzi, cene, feste e rinfreschi con cui la buona società era solita viziare se stessa.
La Burnett poi aggiunge alla storia quei particolari, quella descrizione incantevole della natura, quell'approfondimento quasi analitico degli animi dei personaggi, che rende da sempre il suo stile unico.
La protagonista che ci racconta in questo suo romanzo è così buona da sembrare quasi fasulla, ma purtroppo o per fortuna, non lo è, e la sua genuinità sarà sempre più evidente ed esasperante andando avanti con la lettura.
In tutta la prima parte della storia - in cui, fatemelo dire, il destino di Emily sarà pure imprevedibile per la protagonista, ma dal punto di vista del lettore tutto apparirà piuttosto prevedibile - Emily è soggetta ai capricci della viziata ed egoista Lady Maria Bayne.
Lady Maria a differenza degli Osborn - con cui Emily avrà a che fare nella seconda parte del romanzo - non agisce mai con cattiveria, anzi ci tiene davvero alla ragazza solo che lo fa a modo suo... ovvero in un modo totalmente sconsiderato.
Tende a considerare la ragazza più come una macchina instancabile, che come una persona con i propri bisogni e sentimenti. Manca totalmente di tatto e di sensibilità nei suoi confronti.
Tuttavia Emily è talmente ingenua e sprovveduta da non rendersi sinceramente conto della gente che mira solo a trarre il maggior profitto dalla sua indole accondiscende e altruista. 
Il suo entusiasmo per ogni complimento ricevuto e avvenimento inaspettato ricorda quella emozionata genuina e semplice gioia di Mary Lennox alla vista del tanto agognato giardino segreto...
una bimba capace solo di gioire delle opportunità che la vita le offre.
Vede tutti buoni, tutto bello, apostrofa come immensamente generoso anche il gesto più insignificante, senza rendersi conto di dare molto più di quanto riceva.
L'avrei voluta scuotere dal suo sciocco idealismo, perché la poverina è passata più di una volta per sciocca e stolta, e purtroppo si sa che ad essere troppo buoni è questa la fine che si fa!
Anche con il suo amato, lord Walderhurst, Emily manca totalmente di polso e carattere.
Si sottomette completamente a lui, lo adora e lo venera in maniera inspiegabile, dato che non ho ben capito il momento in cui sia nata in lei questa folle e smisurata passione. 
A me il tutto è sinceramente parso come una forma di riconoscenza più che di amore. 
Emily gli è grata perché lui le ha dato la possibilità di non preoccuparsi più per il futuro e vivere in luoghi e di cose che senza di lui non avrebbe mai conosciuto.
Tuttavia questa è solo la mia impressione, nel libro la Brunett ha tutti gli intenti di descriverci Emily come la più innamorata tra le donne, stupidamente e ingiustificatamente sottomessa ad un uomo che non ha poi fatto tanto per meritarsi tali attenzioni.

"L'ossessione chiamata amore è un sentimento che trascende ogni spiegazione. Le persone in suo potere sono come sotto incantesimo. Vedono, sentono e provano quello che il resto del mondo non percepisce e mai potrà percepire. 
Il mondo impassibile sarebbe rimasto per sempre cieco, sordo e indifferente al fascino e alla passione che Emily Walderhurst vedeva nel suo gentiluomo di mezza età."

Difatti Walderhurst non si è mai dimostrato questo gran galantuomo, né le ha mai espresso chissà quali dimostrazioni d'amore.
Nella seconda parte del racconto ad esempio dà ulteriore prova della sua freddezza quando, a pochi mesi dal matrimonio, lascia la neo-sposa sola, per partire per un lungo viaggio.
E la lascia sapendo che, la sua mogliettina, si sta avvicinando, con tutte le buone intenzioni e con l'ingenuità che la caratterizza, a persone per cui lui non nutre la minima fiducia.
Walderhurst sicuramente non poteva prevedere i machiavellici e terribili piani orditi da Alec Osborn, ma avendo una mente più acuta e consapevole qualcosina avrebbe potuto prevederla.
Dal canto mio, invece, posso dire che mai avrei previsto un cambio di rotta così avvincente nella narrazione.
Si passa da una storia fiabesca, abbastanza prevedibile e banale della prima parte, ad una storia appassionante, fatta di intrighi e sotterfugi, di personaggi così cattivi e meschini che ancora di più mettono in risalto - grazie al gioco del contrasto - l'indole docile della protagonista.
Emily non ha una mente brillante, ma non è stupida (anche se in questa seconda parte, in alcune occasioni risulta effettivamente un po' tocca XD), è solo ingenua. La sua mente, priva di malizia, non arriva a prevedere la malvagità, perché il suo animo candido e sempre pronto a pensar bene di tutti e a fare del bene, non la concepisce. Di conseguenza, anche se potrà apparire assurdo, non è scaltra abbastanza da intuire le cattive intenzioni di chi la circonda, anche quando sono chiare come il sole.
Non posso dire di aver totalmente amato questa protagonista, perché sono sempre dell'avviso che "buoni sì, ma fessi no" e sinceramente non mi piacerebbe affatto essere come lei, perché un po' di furbizia non ha mai fatto male a nessuno e ad Emily, in particolare, avrebbe fatto un gran bene.
Tuttavia ho adorato il romanzo, che mi ha decisamente appassionato, e come non avrebbe potuto? 
La Burnett ha scritto una storia in cui il lettore è portato a desiderare con tutto se stesso di avere il potere di entrare nelle pagine del libro e dirne quattro a tutti i protagonisti.
E io, ormai l'avrete capito, adoro i libri che mi fanno arrabbiare XD

Ringrazio la casa editrice Astoria per avermi fornito una copia cartacea di questo libro

il mio voto per questo libro

4 commenti:

  1. Letto e apprezzato ma è mancato qualcosa. Condivido la tua opinione su Walderhurst ma anche Emily, per la sua età, mi è sembrata troppo ingenua. Invece ho amato molto l'altro della Burnett, Un matrimonio inglese, davvero molto ben scritto, secondo me.
    Ciao!

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    1. E si, la sua ingenuità era davvero esasperante. Troppo innocente e così smaliziata da sembrare poco credibile.

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  2. E' un libro diverso dal genere che sto leggendo in questo periodo ma se mi dici che non è male lo considero!

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  3. Prendo nota. Avendo apprezzato i romanzi per ragazzi della Burnett, sono molto curiosa di conoscere le sue opere indirizzate ad un pubblico adulto :)

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